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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

concordanze di «tuo»

nautoretestoannoconcordanza
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Pluton, s'ha nel tuo core Amor ricetto, ¶ e
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del'occhio era il tuo piede ¶ più veloce, ¶ goderesti
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Non sperar più nel tuo mondo ¶ rivedermi, ¶ ch'io
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io sola cagione ¶ del tuo novo morir, vedovo e
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vedovo e privo ¶ del tuo lume vital, resto qui
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abbraccia ¶ del caro cervo tuo le corna, e bacia
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e nutristi. ¶ Piagni il tuo dolce figlio ¶ fatto d
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fosti. ¶ Cerca, cerca il tuo duce ¶ tu, che nel
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dirgli: "Deh porgi ¶ al tuo Signor soccorso". ¶ Ma, lasso
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vento, al gelo ¶ il tuo diletto e sviscerato cervo
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come non temi ¶ al tuo grave peccato ¶ dal ciel
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sia 'l primo e tuo 'l secondo; ¶ resti ad
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a Giove ¶ l'umil tuo genitor non si pareggia
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Andromeda il lume al tuo fia eguale. ¶ Di tanta
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circondar ti prometto il tuo crin biondo ¶ che stupefatto
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sorriso, ¶ – Io cedo al tuo bel viso –. ¶ Il papavero
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fortunata consorte e del tuo seme ¶ serie verrà di
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cor più volte dal tuo dolce figlio ¶ saettato t
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altre spoglie illustri ¶ del tuo trionfo eterno: ¶ il trionfar
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per valli, ¶ dovunque del tuo regno ¶ il dominio si
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sol nostra mercede; ¶ del tuo favor deh tanto ¶ prestami
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senza pietate lunge dal tuo impero ¶ al'Orco nero
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il paradiso, ¶ peròche 'l tuo bel viso ha tanta
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o pena. ¶ Or a tuo senno affrena, ordina, e
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che nulla teme il tuo valor sovrano? ¶ Spesso, ma
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e quanto è il tuo seguace, ¶ forse a lui
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benché 'l sol del tuo bel volto ¶ m'abbia
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de' tuoi rami. ¶ Del tuo verde il capo biondo
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perderla è guadagno, ¶ del tuo favor deh tanto ¶ prestami
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Amor tanta ventura ¶ al tuo fedel concede, ¶ ceda agli
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il poter partire ¶ dal tuo cospetto è quanto ¶ poter
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volando in breve ¶ del tuo commercio l'ore; ¶ e
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qual tesoro ¶ nel ventre tuo si chiuda, ¶ non saresti
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con arguzie vivaci, ¶ del tuo volto moretto i pregi
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del ciel, quando il tuo bel sembiante ¶ prese a
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studio miniate; ¶ ma quel tuo fosco illustre ¶ scopre semplici
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e piane) ¶ al'intelletto tuo rendersi oscure. ¶ Ma tutto
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e 'l gelo ¶ del tuo cor, del tuo petto
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del tuo cor, del tuo petto, ¶ qual sospir mai
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maestri. ¶ Filaura ¶ Fileno, il tuo discorso ¶ è vago e
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senza essempio ¶ è il tuo crudele orgoglio. ¶ Ma ben
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corrente, ¶ solcando il volto tuo di brutte rughe, ¶ com
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Filaura ¶ Tienti pur il tuo core, io cor non
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Quinci avien che 'l tuo petto, ¶ di duro smalto
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più che solo un tuo sguardo. ¶ Se quanto esperto
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gemme tante, ¶ che del tuo duro cor l'aspro
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Ninfe, ¶ in mirando il tuo volto, ¶ si sconciaro nel
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van desio nel petto tuo s'accese? ¶ Laurino ¶ Là
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Vivi e muori a tuo senno, ¶ io son ferma
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altro ¶ dal rigor del tuo fasto ¶ alfin riporta e
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sì lieto è il tuo stato, ¶ se sì dolce
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tragge la bellezza ¶ del tuo volto il mio core
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In virtù d'un tuo cenno, il tutto ardisco
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vita? dunque ¶ ami il tuo proprio bene, e 'l
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proprio bene, e 'l tuo trastullo. ¶ Ami me per
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Or se cerca il tuo core ¶ più 'l suo
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il primo fine ¶ del tuo nobil amor, perché non
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aspetti, ¶ e poich'a tuo talento ¶ sai vivere e
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aura spiri, ¶ se dal tuo core il ghiaccio Amor
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non sgombra? ¶ se del tuo volto il sole a
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a tanto duolo, ¶ del tuo torto si lagna e
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tra grotte oscure il tuo pastor soggiorna, ¶ ch'inaridito
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d'aspre cure il tuo fedel si lagna, ¶ ch
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cui doglioso stato ¶ il tuo core a pietà punto
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se i fior del tuo bel volto il Ciel
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nega; ¶ fuorché lo sguardo tuo caro e soave, ¶ contro
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in mille tronchi il tuo bel nome scrissi. ¶ Talor
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ai lacci tesi ¶ del tuo dorato crin rimaser presi
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Vedrai del monte, al tuo celeste sguardo, ¶ farsi lieto
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umile, ¶ tanto l'emulo tuo cede al tuo stile
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emulo tuo cede al tuo stile.» ¶ LI ¶ Felicissimo, o
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Felicissimo, o Clori, il tuo Montano, ¶ che per te
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marito. ¶ LVI ¶ Quel sarà tuo, se 'l chiedi, e
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appreso ha il nome tuo, scaltra e loquace. ¶ Di
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tra le fiamme il tuo cor sia salamandra; ¶ ché
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mandra, ¶ dirà che 'l tuo parlar gli ha il
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à questa ¶ d'ogni tuo torto il mio pensier
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poiche 'l rigor del tuo tiranno orgoglio ¶ altro piacer
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sereno ¶ cadrà seco il tuo vanto, e verrà meno
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che pur l'empio tuo cuor, empia vorrei ¶ cui