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Vincenzo Monti, Iliade [traduzione da Omero], 1810

concordanze di «tuo»

nautoretestoannoconcordanza
1
1810
devoti unqua il leggiadro ¶ tuo delubro adornai, se di
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1810
rispose Achille, e del tuo cor l'arcano, ¶ qual
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me gradito. ¶ Al maligno tuo cor sempre fu dolce
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1810
Achille, ¶ né persuaso al tuo voler mi rechi. ¶ Dunque
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vile ¶ che obbedisca al tuo cenno, o trar la
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sonoro. ¶ Ma sol per tuo profitto, o svergognato, ¶ e
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onor di Menelao, pel tuo, ¶ pel tuo medesmo, o
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Menelao, pel tuo, ¶ pel tuo medesmo, o brutal ceffo
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diede. ¶ Né pari al tuo d'averlo io già
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1810
e cedo. ¶ Ma nel tuo padiglione ad involarti ¶ verrò
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il cor arda, il tuo consiglio. ¶ Questo fia lo
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non saresti ¶ del popolo tuo divorator tiranno, ¶ e l
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1810
se d'ogni cenno tuo ligio foss'io. ¶ Altrui
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prova; e il sangue tuo scorrente ¶ dalla mia lancia
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1810
puoi, tu al figlio tuo soccorri, ¶ vanne all'Olimpo
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fulmine signore, e al tuo desire ¶ piegarlo tenterò. Tu
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e nell'ozio del tuo brando ¶ senta l'Achivo
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poscia ¶ che il desir tuo si cómpia, e a
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si cómpia, e a tuo conforto ¶ abbine il cenno
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mai farmi manifesto un tuo pensiero. ¶ E degli uomini
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1810
tu tranquillo adempi ogni tuo senno. ¶ Or grave un
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il sai, ¶ volli in tuo scampo venturarmi. Il crudo
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Tien fermo, Atride, il tuo coraggio, e fermo ¶ su
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escuso. ¶ Ma quel duro tuo cor scure somiglia ¶ che
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1810
accanto, e mira il tuo primiero ¶ sposo e i
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che l'orme del tuo figlio seguire, ¶ il marital
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1810
braccio ¶ d'alcun altro tuo caro? Ed or che
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1810
d'armi periglio ¶ col tuo rivale, se la vita
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rapìa di Sparta, e tuo consorte ¶ nell'isola Crenèa
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montar sul rogo, dal tuo stral trafitto. ¶ Su via
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1810
mortifero telo, e dal tuo corpo ¶ lo devïò sollecita
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è il nappo, ¶ il tuo del par che il
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1810
a me fosti ¶ del tuo favor cortese e al
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1810
securo; ¶ ch'io del tuo grande genitor Tidèo ¶ l
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di me, dammi il tuo cocchio, ¶ ond'io salga
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pace, o figlia, il tuo dolor; ché molti ¶ degl
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1810
tu veruna aita, ¶ col tuo venir di Licia, non
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1810
al fianco. ¶ E al tuo fianco del pari io
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mi rattien, ma il tuo comando. ¶ Non se' tu
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1810
io penso che il tuo danno or scenda, ¶ che
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1810
per la colpa ¶ del tuo fratello. Ahi lassa! un
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Oh troppo ardito! ¶ il tuo valor ti perderà: nessuna
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1810
dolor, quanto il crudele ¶ tuo destino, se fia che
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piovere il pianto ¶ dal tuo ciglio, dirà: Quella è
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solo infelici odo in tuo danno ¶ le contumelie. Ma
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un nume è il tuo consiglio; ¶ ma udir vuoi
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udir vuoi tu del tuo fratello il senno? ¶ Fa
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1810
fo certo ¶ che il tuo giorno fatal non giunse
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1810
senno, e premi il tuo dolor, né spinto ¶ da
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che non temiamo lo tuo scontro, e molti. ¶ Comincia
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1810
già vogl'io ¶ un tuo pari ferire insidioso, ¶ ma
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1810
è grave, ¶ Antènore, il tuo detto, e so che
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1810
una miglior sentenza in tuo segreto. ¶ Ché se parli
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1810
salute, e onora ¶ il tuo buon padre Telamon che
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1810
letto e l'amor tuo divida. ¶ E Teucro gli
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demenza il farti ¶ al tuo padre nemica. Né con
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se questo ¶ è il tuo strano voler; ma nondimeno
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onde non tutti il tuo furor li spegna. ¶ E
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1810
tant'oltre pure il tuo dispetto ¶ vagabonda ti porti
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disse: ¶ Atride, al torto tuo parlar col vero ¶ libero
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ti manca, ed al tuo cenno ¶ tutto obbedisce. Congregati
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da qualunque ei vegna, ¶ tuo lo farai coll'eseguirlo
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tu spinto ¶ dall'altero tuo cor onta facesti ¶ al
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i saggi avvisi ¶ del tuo padre Pelèo, quando di
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1810
a dire: ¶ Se in tuo pensiero è fissa, inclito
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1810
te? Teco mandommi ¶ il tuo canuto genitor Pelèo ¶ quel
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1810
mio, doma l'altero ¶ tuo spirto: disconviene una spietata
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le menti. Se al tuo piè di molti ¶ doni
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1810
ottimo io sento il tuo parlar; ma l'ira
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1810
poi mi prescrive il tuo comando? ¶ (replicò Menelao). Degg
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1810
Atride: ¶ Diletto Dïomede, a tuo talento ¶ un compagno ti
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1810
l'opre mie del tuo nume proteggi, ¶ né t
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1810
o Dea, ¶ dell'amor tuo m'affida, e ne
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1810
suo ritorno col favor tuo solo, ¶ ché nume amico
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1810
pensieri, i portamenti? ¶ o tuo genio ti mena e
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1810
genio ti mena e tuo diletto? ¶ E a lui
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1810
dono ¶ certo ambiva il tuo cor, del grande Achille
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1810
gli rispose: ¶ Polidamante, il tuo parlar non viemmi ¶ grato
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1810
miglior sentenza ¶ or dal tuo labbro m'attendea. Se
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1810
pur anco ¶ e del tuo braccio e del tuo
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1810
tuo braccio e del tuo cor palese ¶ si farìa
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1810
solo? Inane fu il tuo vanto, o folle. ¶ Viemmi
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1810
congiunti ti tocca, il tuo cognato ¶ esanime soccorri. Andiam
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1810
e qui disteso il tuo ¶ vizzo corpaccio di sua
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capitano. Io primo ¶ il tuo parer condanno. Arde la
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1810
funesto, o duce, il tuo consiglio. ¶ Rispose Agamennón: La
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1810
figlia di Giove: il tuo desire ¶ manifestami intero, o
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se pur lice) ¶ il tuo voler, qual sia. — Dammi
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1810
che tutti al dolce tuo poter suggetta ¶ i mortali
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1810
spero, ¶ tutte ottenute del tuo cor le brame. ¶ L
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1810
posi a mensa il tuo bel piede. ¶ Saturnia Giuno
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1810
assopii. Tu intanto in tuo segreto ¶ macchinando al suo
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1810
n'andiam, che il tuo diletto ¶ figlio Vulcan ti
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1810
di me fa il tuo volere. ¶ Né d'uom
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1810
giuro, ¶ ed il sacro tuo capo, e l'illibato
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1810
terribile mio sire, il tuo comando. ¶ Sorrise Giove, e
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1810
io vegga ¶ sincero il tuo parlar, rimonta in cielo
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1810
ne sembri atterrita. Il tuo consorte ¶ n'è forse
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frecce, e quell'arco tuo, dono d'Apollo? ¶ L
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1810
sangue ostil tingi il tuo ferro. ¶ Così l'accese
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forze: ¶ così sovra il tuo corpo, o Melanippo, ¶ a
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Or donde ¶ questo imbelle tuo pianto? Ai Mirmidóni ¶ o
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Parla, m'apri il tuo duol, meco il dividi
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un qualche ¶ Immortale a tuo danno. Essi son cari
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Fa pure, ¶ fa pur tuo senno: ma degli altri
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d'ognuno che al tuo scontro vegna, ¶ ché mortal
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armi? È d'un tuo pari indegna ¶ questa desidia
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io pentirti ¶ farei del tuo riposo. Orsù, converti ¶ contra
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la Parca ¶ del viver tuo raccolse il filo estremo
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valse, o sventurato, ¶ quel tuo sì forte Achille? Ei
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di gioventude ¶ a quel tuo di cavalli agitatore ¶ fratello
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1810
la pena e del tuo vanto. ¶ D'una giovine
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pianto, ¶ se carco del tuo capo e di tue
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1810
pel mio ¶ e pel tuo capo un qualche sconcio
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1810
Troian la fronte? ¶ Il tuo compagno è spento, e
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se mi secondi ¶ col tuo coraggio, que' destrier son
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onta, o Menelao, ¶ e tuo lo scorno. Orsù tien
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1810
si porta il fido ¶ tuo compagno da lui tra
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1810
mandò pur Giove il tuo pregar: gli Achivi ¶ son
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alle navi, e del tuo braccio ¶ aver mestiero, di
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1810
Ettòr pronto è il tuo fato. ¶ Lo sia (con
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cani di Troia il tuo diletto ¶ debba le sanne
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riceve la salma, è tuo lo smacco. ¶ Rispose Achille
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qui d'Ettorre, ¶ del tuo crudo uccisor l'armi
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tutte discinte intorno al tuo ferètro ¶ notte e dì
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1810
Teti, ¶ in quell'ampio tuo peplo ancor più bella
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Or parla, e il tuo desire ¶ libera esponi. A
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vengo supplice madre al tuo ginocchio, ¶ onde a conforto
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1810
ritenerli, è tutto ¶ nel tuo poter. Ma tempo non
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Ulisse, è grande ¶ il tuo valor; ma non menar
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li vegga, ¶ e il tuo cor ne gioisca. Indi
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nulla si fraudi al tuo diritto, ¶ di lauto desco
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saggio e acconciamente espresso ¶ tuo ragionar. Io giurerò dall
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1810
di fronte, ¶ se il tuo peggio non vuoi, ché
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T'accosta, ché al tuo fin se' giunto. ¶ Non
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me: pensa che sacro ¶ tuo supplice son io, pensa
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che nudrito fui ¶ del tuo pane quel dì che
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1810
fato mi mette ¶ in tuo poter: ciò chiaro assai
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Teucri, e meno del tuo padre i figli. ¶ Muori
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dolorosa esclama: ¶ Vulcano, al tuo poter nullo resiste ¶ de
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accenti: ¶ Perché prese il tuo figlio, augusta Giuno, ¶ su
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e qua sviasti il tuo furor. Che speri? ¶ Uccidermi
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senza punto ristarti, il tuo desire. ¶ Spronò quel detto
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Andronne io stessa ¶ al tuo nemico, e metterogli in
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sarò spietato ¶ col cadavere tuo, ma renderollo, ¶ toltene solo
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si possa entro il tuo corpo ¶ seppellir tutta quanta
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1810
addoppii il prezzo ¶ del tuo riscatto, né se d
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d'oro il corpo tuo redima, ¶ no, mai non
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e Paride, malgrado il tuo valore, ¶ t'ancideranno su
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tu nella reggia del tuo padre, ed io ¶ nella
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grida: Sciagurato, ¶ esci: il tuo padre qui non siede
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Ettore il corpo al tuo piè strascinato ¶ farò pasto
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mi sei cortese, ¶ dal tuo disgiunto il cener mio
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diligente cura, ¶ mi nomò tuo donzello. Una sol'urna
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corruccio davver, se il tuo disegno ¶ metti ad effetto
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anzi che l'amor tuo per sempre, o prence
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ma molto ¶ coll'egregio tuo padre e col fratello
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perciò m'arrendo al tuo pregare, e questa, ¶ ch
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co' fùnebri certami. Il tuo bel dono ¶ m'è
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re dell'arco, il tuo discorso. ¶ Ma di padre
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parole: ¶ Teti, malgrado il tuo dolor (ch'io tutto
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teco irati, perché nel tuo furore ¶ ostinato ritieni appo
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io, ma tutta ¶ del tuo meglio bramosa. A te
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nemici tornar salvo al tuo tetto, ¶ poiché, malgrado il
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onde tal vista ¶ il tuo vïaggio affidi al campo
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Facciasi, o donna, il tuo voler, rispose ¶ il nobile
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Mandami a dritta il tuo veloce e caro ¶ re
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1810
certo ¶ per lui del tuo favore, alle nemiche ¶ tende
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qui mi sono ¶ in tuo danno non già, ma
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che spento è il tuo gran figlio ¶ che a
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tenti, o veglio, ¶ col tuo dimando. Or ben: nella
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tutti consuma, il figlio tuo rispetta. ¶ Vero gli è
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egli era, ¶ dell'estinto tuo figlio ebber pensiero. ¶ Gioinne
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il padre, ¶ il padre tuo da ria vecchiezza oppresso
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combattendo cadeo dianzi al tuo piede. ¶ Per lui supplice
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me: ricorda il padre tuo: deh! pensa ¶ ch'io
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vero alte sventure ¶ il tuo cor tollerò. Come potesti
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1810
profitto ¶ del piangere il tuo figlio, e pria che
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1810
di salvo ritornarti ¶ al tuo loco natìo, poiché pietoso
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disse: ¶ Buon vecchio, il tuo figliuol, siccome hai chiesto
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hai chiesto, ¶ è in tuo potere, e nel ferètro
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1810
ai nemici era il tuo padre ¶ nelle battaglie, e
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1810
non mi lasciasti alcun tuo savio avviso, ¶ ch'or
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1810
dura ¶ sola parola sul tuo labbro io mai ¶ mai