Luigi Pulci, Morgante, 1483

quel dì che Gabriel tuo ti disse «Ave», ¶ perché

nostro poter sanza 'l tuo aiuto. ¶ Priegoti sopra me

ho Passamonte e 'l tuo Alabastro. - ¶ Disse Morgante: - O

gentil cavaliere, ¶ per lo tuo Iddio non mi dir

Di grazia, il nome tuo vorrei sapere; ¶ se se

chiamar, Macone; ¶ onde al tuo Iddio che fu confitto

stella, ¶ aresti già Macon tuo rinnegato ¶ e la sua

bontade, ¶ poi che il tuo Iddio mio sempre omai

sarà, ¶ dimmi del nome tuo la veritade; ¶ poi, che

me dispor puoi al tuo comando. - ¶ Onde e' gli

ti conforto ch'ogni tuo desio ¶ rivolga a quel

non mirerai. ¶ Di questo tuo caval non te ne

Deh, dimmi il nome tuo, gentil barone, ¶ se così

parente, ¶ sappi ch'Orlando tuo t'è qui presente

e credo satisfare al tuo desio. ¶ Sappi che qua

e' sarà fatto, ¶ a tuo camin ne va sicuro

or tapinando. ¶ Dimmi il tuo nome or, se t

fratello; ¶ e perché il tuo venir non sia qui

la possanza ¶ e del tuo Cristo, ove tu hai

mi par che sia tuo debito, pagano, ¶ di riprovarvi

Io ho trovato il tuo cugino Orlando. - ¶ E mentre

Rinaldo, e del cugin tuo conte. - ¶ Rinaldo disse: - Per

tu lascerai qui il tuo cavallo, ¶ che ristorò dell

Rinaldo: - Falso è il tuo contendere. ¶ Io ti dirò

migliore? Io odo il tuo parlare; ¶ vorrei da quello

ch'io fo i tuo' par ballar come il

maglia, ¶ vo' che sia tuo; ma s' tu m

vedere Orlando è il tuo pensiero, ¶ vattene in pace

tosto qual sia il tuo pensiero, - ¶ diceva il re

guanto; ¶ conforta il popol tuo per nostro amore. - ¶ Corbante

non fa mestieri. ¶ Il tuo parlare assai ci mostra

di questo anco altro tuo duol mi duole. ¶ Forse

farisei; ¶ batteza il popol tuo, che è maladetto. ¶ Di

il cantar mio, ¶ pel tuo Iosef e Giovacchino ed

sarò sempre disposto a tuo comando. - ¶ Dicea Corbante: - Caradoro

fratello, ¶ tò'ti Baiardo tuo, ch'io son fornito

hai, ¶ laudato sia il tuo nome e 'l tuo

tuo nome e 'l tuo valore; ¶ e di tua

pena; ¶ veggo che del tuo amor l'hai posta

sono in punto al tuo comando. - ¶ Ed Ulivier soggiugneva

aver questo timore: ¶ nel tuo parlar si dimostra viltà

farem ritorno, ¶ tu al tuo re ed io nella

tua terra e nel tuo bel paese: ¶ io te

disagio. - ¶ Orlando disse: - A tuo modo faremo, ¶ ché di

di te merzede. ¶ Il tuo venir m'è troppo

ho inteso, ¶ e del tuo aiuto ci fa qui

voglia. - ¶ Dicea Morgante: - Il tuo peggio farai, ¶ ché si

perderai ¶ me e 'l tuo stato col tuo concestoro

l tuo stato col tuo concestoro. ¶ Io il menerò

disse: - Manfredon, se 'l tuo desio ¶ è di morir

che non piace al tuo fero distino ¶ ch'io

pugnar pur contra al tuo Apollino? ¶ Io veggo il

Io veggo il legno tuo fra mille scogli: ¶ tórnati

mille scogli: ¶ tórnati col tuo popol saracino ¶ e 'l

e 'l nodo del tuo amor per forza sciogli

terrai, ¶ per ricordanza del tuo amor costante; ¶ e pel

vuol Fortuna. ¶ E per tuo amor terrò questo gioiello

lasso meschinello, ¶ contra al tuo padre e contra al

perdono ¶ e viver per tuo amor contento sono. - ¶ E

mi battezerò per lo tuo amore ¶ perché tu sia

sempre parato a ogni tuo piacere, ¶ ed umilmente a

lor paura. ¶ Lascia il tuo regno ed ogni tua

tu vien presto col tuo assembramento, ¶ in poco tempo

e forse abbasserò questo tuo orgoglio. - ¶ E dipartissi da

se ti piace, a tuo modo farai. - ¶ Astolfo in

è fatica, ¶ il nome tuo, baron, vo' che mi

Deh, fammi il nome tuo, se vuoi, palese. - ¶ Berlinghier

disse: - Questo sia pel tuo peccato, ¶ ché tu volevi

gran duolo ¶ è del tuo sventurato e mio figliuolo

Rispose Orlando: - Se 'l tuo dir ben noto, ¶ molto

giostrarlo, io sono al tuo comando: ¶ se tu m

o con brando, ¶ sia tuo il caval, non se

fallo. - ¶ Disse Dodone: - Ulivier tuo ti manda ¶ molte salute

io ¶ m'accordo al tuo parer; però ti dico

rispose: - Dove lasci il tuo amadore, ¶ che so che

sappi tu se' col tuo popol diserto; ¶ e 'l

popol diserto; ¶ e 'l tuo fratello è morto, Fieramonte

duoli ¶ uccider crudelmente, e' tuo' figliuoli. ¶ E sòtti a

Hai tu perduto il tuo campo o la vita

Salincorno ha morto, il tuo fratello. ¶ Erminïone allor si

puoi fuggire; ¶ e 'l tuo fratello uccisi, Fieramonte, ¶ e

e dètti al popol tuo giusto martìre; ¶ a Salincorno

poi rispose: - D'ogni tuo dispetto ¶ che fatto m

vergogna. ¶ Carlo diceva: - A tuo modo farai: ¶ se così

è Rinaldo, saria il tuo peggiore; ¶ se tu perdessi

se tu perdessi il tuo caro nipote, ¶ di dolor

vulgata? ¶ Dove è il tuo pregio e 'l tuo

tuo pregio e 'l tuo nome felice, ¶ che la

è cosa manifesta: ¶ Ulivier tuo la tien per concubina

ne son nuovo: ¶ il tuo signor famoso, alto e

santo pellican, che col tuo sangue ¶ campasti noi dalla

tuoi baroni e del tuo gran consilio: ¶ or m

indrieto rimandava ¶ dicendo: «Il tuo partir, Gan, non commendo

se m'hai per tuo ragazzo scorto. - ¶ Rinaldo rispondea

e così disse: - Piglia tuo partito: ¶ vattene a Montalban

micidiale e crudele: ¶ del tuo peccato è tempo sia

incresce, ma sol del tuo padre. - ¶ Otton fuor di

fatto mentre io fui tuo paladino ¶ per lunghi tempi

Lungino, ¶ pel padre mio, tuo servo e caro amico

pel tempo antico, ¶ pel tuo caro nipote e degno

che sia atroce, ¶ del tuo Gesù ricòrdati già in

ngrato contro al servo tuo fedele. ¶ Astolfo, poi che

io ti gastigherò del tuo peccato! - ¶ e con la

fia, sai che 'l tuo regno ¶ sicuro è poi

io voglio, ¶ e 'l tuo compagno ch'uccise il

farmi. ¶ E ringrazio il tuo Dio, poi ch'io

lo dico, re, per tuo conforto, ¶ che quel gigante

o pazzo iddio, ¶ a tuo diletto consumato m'hai

far con teco a tuo modo la pace». ¶ La

era contento, ¶ dicendo: - Del tuo caso mi pesava; ¶ or

la cagione ¶ perché il tuo padre in tal modo

sarai abandonato. ¶ Del nome tuo, di me ti puoi

alla luna: ¶ ora il tuo padre a forza m

saprò aprire. ¶ E 'l tuo caval, contento ne sarai

teco pace, ¶ e 'l tuo pristino imperio giusto e

tuoi baroni e 'l tuo reale ammanto, ¶ la sedia

Pagania; ¶ vieni a Parigi tuo liberamente; ¶ ed Ulivieri ed

lo vogliàn subitamente. ¶ Astolfo tuo gonfalonier qui fia. ¶ Quel

Marsilio al prenze: - Il tuo cavallo ¶ troppo mi piace

diè, ¶ perché tanto il tuo nome suona al mondo

oltraggio, ¶ però che 'l tuo valor non m'è

un solo; ¶ e 'l tuo nipote vidi morire io

fia spento il popol tuo fedele. - ¶ Rinaldo vide Lucïana

pagan: - Va' pure a tuo cammino: ¶ il giuoco netto

in croce. ¶ Dicci il tuo nome, sol tutti preghiamo

Rinaldo, e viva il tuo Gesùe! ¶ Ognun qui t

parentado: ¶ ogni cosa sia tuo ch'è in mia

Ciò che domandi, a tuo piacere arai ¶ ed ora

se per me il tuo sangue non si onora

gli rendea, ¶ dicendo: - Per tuo amor tal padiglione ¶ sempre

sempre terrò per lo tuo amore; ¶ questo terrò sopra

questo terrò perché del tuo sia il pegno; ¶ questo

a tanto amico: ¶ il tuo cor generoso, come suole

ma si conosce il tuo vil core aperto. ¶ Sappi

ti rispondo: ¶ ritorna al tuo signor che ti mandòe

che 'l suo cader tuo pregio tegna, ¶ ché fu

barone, ¶ se fussi il tuo Rinaldo qua venuto ¶ per

dogliosa: ¶ sappi che 'l tuo Rinaldo ci è in

mosso guerra, ¶ e per tuo amor si combatte la

distrutto ¶ e dare al tuo cugin la città presto

chiesegli perdono, ¶ dicendo: - Del tuo caso assai mi duole

è stato un gran tuo amico, o tua sciagura

modo ingrato; ¶ e 'l tuo Copardo re sia coronato

non dovea però il tuo barbassoro ¶ parlar, come si

nostre storie pitte ¶ col tuo color, tua arte e

color, tua arte e tuo pennello; ¶ colla tua grazia

che mi dispiace per tuo onore ¶ e per onor

tu m'abbatti per tuo valimento, ¶ ogni cosa sia

valimento, ¶ ogni cosa sia tuo che tu hai acquistato

io t'arò del tuo caval gittato, ¶ io vo

sul campo armato a tuo piacere. - ¶ Rispose alle parole

Ulivier, qui bisogna il tuo aiuto. ¶ Vàdiane Persia e

ti glorïar se col tuo arco ¶ per donna sì

tu sai, ¶ che son tuo servo pur, come Amor

Ove è, Rinaldo, il tuo sommo potere? ¶ Ove è

Ove è, Rinaldo, il tuo senno di pria? ¶ Ove

Ove è, Rinaldo, il tuo antivedere? ¶ Ove è, Rinaldo

l'arme e 'l tuo destriere? ¶ Ove è, Rinaldo

Ove è, Rinaldo, il tuo core? Alla dama. ¶ Pàrti

son più il cugin tuo, com'io soglio, ¶ però

serbano a tempo il tuo flagello. - ¶ Rinaldo, ch'avea

che, se 'l peccato tuo non è punito ¶ in

ché fia cagion del tuo morir Rinaldo: ¶ ch'io

ti farò cader per tuo dispetto: ¶ così ti sfido

tua posta vanne a tuo vïaggio. - ¶ E così fecion

mio consiglio, piglia il tuo cammino, ¶ ché questo tuo

tuo cammino, ¶ ché questo tuo destriere è buon compagno

pastor: - Questo è pel tuo peccato, ¶ ch'io so

allegrezza! ¶ O Chiaramonte, il tuo rigoglio è spento! ¶ O

Guicciardo, dove è il tuo ardimento? ¶ O donna mia

mandi ¶ contento se 'l tuo nome mi di' adesso

beata, ¶ Virgine che 'l tuo figlio in Ciel contempre

ritentar vorrei. ¶ Pertanto il tuo consiglio caro arei. - ¶ Forse

e tutto il regno tuo tiene in sospetto: ¶ la

veggo Orlando qui, il tuo amico. ¶ Piglia questo caval

di ferro, ¶ per lo tuo amor due pezzi ne

in ogni modo al tuo ritorno. ¶ Macon sia teco

ti piace, ¶ il nome tuo e se tu se

che sanza il capo tuo non tornerei; ¶ e nel

a questo, ¶ il capo tuo, malvagio traditore. - ¶ Turbossi il

t'arrendo e dommi tuo prigione, ¶ ché mi potevi

mia persona fanne il tuo volere. - ¶ Disse Rinaldo: - Per

giocondo; ¶ e vo' che tuo sia sempre a tuo

tuo sia sempre a tuo talento ¶ questo palagio, e

sanza che 'l nome tuo più oltre dica, ¶ se

cortesia, ¶ a star del tuo Rinaldo nel castello, ¶ tanto

che noi leggiamo, ¶ pel tuo Davìt e pel tuo

tuo Davìt e pel tuo Moïsè, ¶ per quella croce

onde salvati siamo, ¶ pel tuo Iacobbe antico e per

da' cieli, ¶ dicendo: - Al tuo camin va' ritto e

quel che 'l signor tuo si domanda, ¶ ma tu

del Levante. ¶ Dimmi il tuo nome e di quel

concubine, ¶ arà il peccato tuo sue discipline. - ¶ Disse il

io parlo, ¶ dimmi il tuo nome. - Orlando, come umìle

trovarmi alle mani ¶ col tuo cugin, ch'è molto

come amico, ¶ quando col tuo Rinaldo tu sarai, ¶ per

Questa ha scritta il tuo Soldano. - ¶ Quando ebbe tutto

morire. - ¶ Rispose il Veglio: - Tuo servo mi chiamo: ¶ però

fallo ¶ sapere il nome tuo, barone adorno. - ¶ Disse il

omai. ¶ Andianne dove Orlando tuo lasciai. - ¶ E tanto per

minacciato; ¶ questo è Rinaldo tuo, col quale io parlo

disse: - Baron, s'ogni tuo effetto guardo, ¶ non vidi

contento. - ¶ Rispose Orlando: - Il tuo consiglio parmi ¶ di savio

e brutte: ¶ - Dimmi il tuo nome, - dicea - vïandante. - ¶ Colui

istò a guardar più tuo che mio, ¶ perch'ogni

E' mi piace il tuo ingegno. ¶ Questo sarà il

voglio: ¶ domanda arditamente il tuo bisogno, ¶ ché di tal

tu qui con questo tuo compagno? ¶ Tu ci potresti

e presto al padre tuo ritornerai, ¶ ché libera se

non trangugerai, ¶ ch'a tuo dispetto me ne serberai

oltre, sù, govèrnati a tuo modo; - ¶ rispose allor Morgante

ringrazia assai, ¶ dicendo: - Sempre tuo servo m'arai, ¶ e

e molto più del tuo fratel ch'i' ho

ti rubò già il tuo cavallo; ¶ e per tuo

tuo cavallo; ¶ e per tuo amore anch'io gli

porton per insegna il tuo lïone; ¶ e non sappiàn

pensi alfin che fia tuo il danno. ¶ Quel che

e forse punirotti del tuo errore ¶ di que' pagani

nostro debito e 'l tuo onore, ¶ a vicitar la

riposare, ¶ ch'appena nel tuo porto savàn surti. ¶ Se

starti meco insino al tuo partire, ¶ io ti farò

ch'io ho sia tuo sanza più dire: ¶ forse

Orlando gli rispose: - Se tuo fia, ¶ io tel darò

fia fatica ¶ essaudire il tuo priego tanto umìle: ¶ di

quest'altro è Ricciardetto, tuo cugino. - ¶ Quando Aldighier queste

di Chiaramonte, ¶ venuto per tuo danno e per tuo

tuo danno e per tuo assedio; ¶ e questo è

vo' che Greco qui tuo sposo sia; ¶ e darotti

m'abbatti, vo' che tuo si resti; ¶ ma non

farai? ¶ Sappi ch'Astolfo tuo capitò qui, ¶ e presto

disse: - Va', Macon sia tuo sostegno. - ¶ Astolfo in su

Torna, e 'l caval tuo ne mena ¶ come persona

io. ¶ Ma s'a tuo modo, pagan, non cascasti

accettallo, ¶ noi proverren questo tuo ardimento, ¶ da poi che

o affricante, ¶ il nome tuo mi venga palesando. ¶ Io

l punto ¶ che 'l tuo peccato t'ha, traditor

pagano, ¶ e 'l nome tuo. - Astolfo rispondia: ¶ - Chiamar mi

ma tutto questo in tuo aiuto non viene. ¶ Per

già non credette il tuo marito, ¶ di dimorar nel

ed or fortuna il tuo legno travaglia; ¶ dunque cosa

fuggire; ¶ dove è il tuo scetro e la corona

che si rinnuova tanto tuo dolore? - ¶ Greco gli disse

del campo a tutto tuo piacere, ¶ e così sien

nascose ¶ troppo vien Carlo tuo perseguitando; ¶ ed ha scoccato

tutti a Montalbano ¶ al tuo piacer, Rinaldo, è Grifonetto

ti par forse a tuo modo ordinata? ¶ Ma se

ti se' pure a tuo modo sfogato; ¶ io vo

Deh, dimmi il nome tuo cortesemente; ¶ ché s' tu

questo è Ricciardetto, al tuo comando; ¶ questo è quel

ho vendicato. ¶ Mettasi al tuo consiglio essecuzione ¶ e mandisi

rete. - ¶ Rispose Orlando: - A tuo senno farai; ¶ credo per

l'uccise bee col tuo bicchiere ¶ e mangia sempre

tagliere ¶ e nel catin tuo intigne, e tu se

giostrando ¶ uccise il Veglio tuo di tanta fama; ¶ poi

ordita: ¶ sì che il tuo Veglio vi misse la

colui ¶ ch'uccisi il tuo parente; ed a tua

altro modo, il pensier tuo fallace ¶ sarebbe, e poco

e poco onor del tuo legnaggio. ¶ A questo modo

che morto avessi il tuo Veglio il gigante, ¶ e

in corte è il tuo caro nipote, ¶ tu pensi

È Aldighier, ch'è tuo figliuolo. - ¶ Gherardo, quando questo

ucciso m'ha il tuo Gano. - ¶ Quivi piangeva amaramente

Dimmi, baron, come il tuo nome suona, ¶ ch'omai

scolpo. ¶ Io son prigion tuo vero, anzi son morto

Sia maladetto chi il tuo nome onora! ¶ Sia maladetto

ti mena! ¶ Aiutiti il tuo Iddio, se tu vai

grandezza; ¶ e disse: - Orlando tuo ben ti simiglia: ¶ re

martìre, ¶ e spicca il tuo marito innanzi tratto; ¶ e

tua grazia e 'l tuo regno ci rende: ¶ non

dèe morire: ¶ dimmi il tuo nome, ch'almen conosciuto

Ed a me il tuo cavallo. - ¶ Disse il pagan

stregghiato! ¶ Maladetto sia il tuo primo padrone! ¶ Maladetto sia

meschina ¶ Gerusalem, se 'l tuo Sïon rovina? ¶ Io veggo

meritato, è scritto ¶ nel tuo santo Evangel, benigno Padre

lo scoppio: ¶ pensa, col tuo favor, se egli era

io veggo il regno tuo con gran periglio, ¶ ed

e tutto il popol tuo veggo in essilio. ¶ Ora

tu puoi dire a tuo senno, ¶ ché non s

farti a Gano, il tuo mignon, frustare, ¶ che t

a torto prese il tuo signor d'Angrante; ¶ se

la morte del Soldan tuo fue. ¶ Tu sai che

vostro nimico. ¶ Rinaldo per tuo amore andò ammazzallo, ¶ ma

diliberata ¶ di voler del tuo padre vendicarti, ¶ non fia

qua condotta. ¶ Pertanto al tuo signor farai ritorno: ¶ saluta

Bambillona, ¶ e rende' del tuo padre in man lo

colpa lui né il tuo nipote. ¶ Or lasciàn questo

che qui mostri il tuo splendore ¶ il modo a

ma sopra tutto il tuo campione Orlando. ¶ Carlo, tu

mandar con disdegno al tuo nimico ¶ un traditor che

onesto, ¶ sendo mandato dal tuo imperatore. - ¶ Ed abbracciârsi con

tanto amo; ¶ ecco il tuo Bianciardino. - E cavalcando ¶ avea

vuol che sia tutto tuo regno espresso; ¶ e non

d'avere il Maïnetto tuo allevato, ¶ ché si ricorda

molto conforme è il tuo aussilio, ¶ e per l

Dico così che il tuo certame o gara ¶ con

rispose: - Egli è più tuo interesso ¶ che ogni cosa

fia poi sempre il tuo tributo. ¶ Màndati ancor due

Io non intendo il tuo parlar qui chiuso. - ¶ Disse

ed ama, ¶ tanto il tuo nome giù fra noi

testa d'Ulivieri al tuo comando, ¶ ché sai ben

Astaròt: - Io intendo il tuo tacere: ¶ non chiamerei, se

o tu ritorna al tuo maestro sciocco, ¶ e di

e che Baiardo al tuo fischio venissi: ¶ tra furbo

mai fosse; ¶ manda il tuo arcangel con sua compagnia

avversi, ¶ e morto il tuo nipote e paladino! ¶ O

abbraccia quel come un tuo nipotino!, ¶ però che Arlotto

cognosce traditore esplesso ¶ il tuo Marsilio e tutta la

gridando: - Or chiama il tuo can Macometto! - ¶ Maraviglia fu

ogni modo vuole esser tuo amico. ¶ Non creder nello

e' mi duole ¶ il tuo partir quanto fussi fratello

della Montagna, del Veglio tuo amico. - ¶ Orlando, quando intese

so che il padre tuo, dovunque sia, ¶ non ti

la battaglia passerà a tuo modo, ¶ ti mosterrò che

birro, ¶ dicendo: - Fama a tuo modo riporti ¶ non altrimenti

rilevasti, ¶ dimetti il servo tuo come a te piace

armi. ¶ Porgi, Signore, al tuo servo la mano, ¶ tra

concordia ¶ di dover col tuo segno militare: ¶ per questo

meco, ¶ ché nel cospetto tuo giustificato ¶ non sarà alcun

ancor una, ¶ ricòrdati del tuo buon Carlo vecchio ¶ e

perturbasti ¶ la corte del tuo Carlo a tuo diletto

del tuo Carlo a tuo diletto, ¶ e ciò che

Francia andò come fu tuo disegno, ¶ e racquistòe la

ch'egli era il tuo Morgante teco, ¶ forse lo

già venti ore il tuo signore aspetta. ¶ E perché

di corto, ¶ il popol tuo fia tutto seppellito, ¶ ché

acciò che al popol tuo dia sepultura, ¶ e che

sì che più il tuo poter sia manifesto, ¶ l

il sole ¶ a Carlo tuo! O amore infinito! ¶ O

morto, il poveretto, ¶ Anselmo tuo e 'l valente Egibardo

è che più il tuo Gan non puoi scusarlo

perché pure ero il tuo signor già antico: ¶ io

benedico il seme del tuo padre. ¶ E chieggo a

vana ¶ respetto al signor tuo, famoso brando, ¶ non perdonare

anima forse or del tuo error si pente, ¶ tanti

qualche volta sarà il tuo sostegno. - ¶ E poi pregò

Con Bianciardino e col tuo Falserone ¶ giù nello inferno

e così sempre in tuo favor rispose, ¶ tanto che

per Delfo e pel tuo Cinto ¶ ti priego che

mostrandoci, Maria dolce, il tuo Filio. ¶ Degnami, se 'l