parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «tutte»

nautoretestoannoconcordanza
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1998
sua volta inginocchiato, con tutte e due le teste
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1998
compressa delle altre, e tutte le teste leggermente inclinate
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1998
pianura, sembravano dilagare allargate tutte assieme e, forse a
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le dita incastrate e tutte spenzolate in avanti, come
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quelle messe solenni quando tutte le candele ardevano e
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mentre l’inghiottiva con tutte e due le teste
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1998
altare. Bastava che, di tutte le dita intrecciate, ne
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più di una, anche tutte, se volevo, continuavano a
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1998
riprendeva, le faceva ruotare tutte insieme, come un consumato
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iniziare la partita, erano tutte allineate sulla ringhiera di
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1998
padre priore, che arbitrava tutte e tre le partite
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ci gettai sopra allargando tutte e due le braccia
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1998
si aggrappava affannosamente con tutte e due le mani
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1998
con le sue foglioline tutte tagliuzzate. Lanciò in un
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1998
morta una volta per tutte. ¶ 5 ¶ Viaggio a Ducale ¶ I
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sacchetto, sparpagliava sul letto tutte le sue cose, le
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puntellarmi a quelle pareti tutte piene d’aria. ¶ Ancora
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senza infissi. Nel cortile tutte le teste erano adesso
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1998
la ghiaia scricchiolava da tutte le parti sotto le
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1998
della villa erano ancora tutte chiuse, ma se n
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slarghi. La Dea apriva tutte le porte, nel passare
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cinta della villa. ¶ Ora tutte le finestre della casa
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ripiegando le ante di tutte le finestre, che erano
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feci il giro di tutte le stanze a pianterreno
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su se stesse, suonando tutte assieme il clacson in
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1998
Erano state spalancate anche tutte le finestre a pianterreno
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sul punto di scoppiare. Tutte le coppie erano ormai
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numero di ali sbattevano tutte assieme contro la rete
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e sul pavimento. Stavano tutte arricciolate, come trucioli di
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le penne della coda tutte arruffate, stava capitolando come
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su se stesso sbattendo tutte e due le braccia
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intelaiature senza stucco, mentre tutte le luci si andavano
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1998
fermo il piatto con tutte e due le mani
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la sovrapponeva tirandola con tutte e due le mani
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sembrava di vederle dormire tutte e due insieme nello
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stretta la sarta con tutte e due le braccia
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brulicava, le stelle erano tutte frantumate e ammassate sopra
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impossibile non guardare da tutte le parti verso tutti
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salirci sopra coi piedi tutte le cose ammassate iniziavano
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nella sua parte terminale, tutte le unghiette trasparenti uscivano
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del bambù frusciavano da tutte le parti contro le
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della villa erano state tutte chiuse e nessuna luce
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Tastavo le pareti con tutte e due le mani
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del lettone, nuotando con tutte e due le braccia
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1998
aggrappato alla rete con tutte e due le mani
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ci aveva ficcato dentro tutte e due le braccia
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guardandosi attorno sbalordito con tutte e due le teste
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1998
semichiuse. Le finestre erano tutte spalancate. Oltre le grate
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collo e sulle spalle tutte girate verso l’alto
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1998
di correrci sopra con tutte e due le ruote
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1998
spalla. Le rane finivano tutte assieme in un mastello
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galvanicamente le zampette, sfregandosi tutte spellate l’una contro
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1998
linee delle sue labbra tutte tagliuzzate, come se un
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1998
allargava, si muoveva da tutte le parti, a posarci
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1998
un unico proiettile o tutte ricamate dai pallini. Mi
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appallottolandoli nel pugno e tutte le loro pieghe si
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1998
mi arrivava alle narici tutte sollevate indicava che il
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venivano meno di colpo tutte e due le braccia
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sovrapposte, cercavano varchi tra tutte le altre teste in
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Stava con le gambe tutte allargate sulla poltroncina, i
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1998
le loro labbra erano tutte bruciate e sfigurate. Mollavano
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giravano contro il muro, tutte assieme. “Dove sarà finita
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Ora teneva le palpebre tutte sollevate, i suoi occhi
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1998
colpo la veste con tutte e due le mani
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1998
già per riempirla con tutte le mie cose quando
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Sentii che stava prendendomi tutte e due le mani
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rimboccando premurosamente le coperte, tutte sbilanciate e allentate a
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le dita, ma erano tutte gelate, irrigidite. I cachi
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veniva messa al centro. Tutte le teste cominciavano di
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fissate a lungo da tutte le parti, da lontano
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la sfida, di soffiare. Tutte le teste si allontanavano
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istante dopo si serrano tutte in un unico grande
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1998
distinguere una per una tutte le mille diverse tonalità
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1998
nella chiesa attraversata da tutte le parti dal canto
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1998
essere già notte, forse tutte le luci si erano
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1998
rumore. “Si saranno addormentate tutte quante là sopra...” mi
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1998
arnie, continuando ad agitare tutte e due le braccia
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muovere là in mezzo tutte quelle alucce. ¶ «Non perdetele
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1998
tabernacolo, lo serrava con tutte le dita, da ogni
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ingarbugliavano per qualche istante tutte assieme mi pareva di
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nero delle vesti, scorrevano tutte sgranate dalle parti, nell
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1998
contro il petto con tutte e due le mani
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fosse alle mie spalle. ¶ Tutte e due le camerate
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1998
a risalire di nuovo tutte le scale della nuova
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1998
per l’alito di tutte le bocche che vi
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1998
serrati, invisibile nelle striscioline tutte sguaiate della luce. ¶ Lo
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1998
dentro?» sentivo domandare da tutte le parti. ¶ «Il sordomuto
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altre dita?» ¶ «Le muove tutte...» ¶ Poi la porta si
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1998
sentivo attraverso di essi tutte le ossa del mio
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1998
stola in grembo, con tutte e due le mani
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1998
verso le lunghe tavolate tutte piene d’occhi, quando
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1998
di chiedersi Gesù. “Non tutte e due incrociate sul
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i fianchi... A tenerle tutte aperte e allargate ai
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delle dita, tanto che tutte e due le sue
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1998
lungo la strada, scendevano tutte ammassate lungo la ringhiera
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facendo ruotare di colpo tutte le vesti, nella chiesa
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1998
risaliva per correggere anche tutte le altre, una per
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1998
anche le fiammelle stavano tutte di sbieco sull’altare
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le sfilavamo nella sagrestia. Tutte le teste erano scomparse
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1998
sentivo le sue pieghe tutte un po’ frantumate passarmi
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sghembi, si apriva da tutte le parti come una
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camminare per le strade tutte piene di siepi impolverate
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tra le labbra. ¶ «Sono tutte tue!» disse rovesciandomi l
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sedile, si puntellava con tutte e due le mani
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respirare. Le sue pagine tutte ghiacciate si infrangevano un
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provavo a domandare. ¶ Scuotevano tutte e due la testa
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bene al volante con tutte e due le mani
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stava frugando dentro con tutte e due le braccia
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nuovo sulle quattro sbarre tutte dinoccolate sopra la pedana
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dei respiri uscire da tutte le bocche nello stesso
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1998
le nuvolette uscire gelate, tutte assieme. Finché il sindaco
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Non si poteva manovrarle tutte assieme, bisognava incastrare le
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in un colpo solo tutte e quattro le gambe
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1998
a mo’ di scusa tutte e due le braccia
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i manifesti. Scendevamo quando tutte le finestre erano già
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spalle. Le strade erano tutte inclinate, piene di lampioni
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in assoluto silenzio da tutte le parti, col calcio
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lamiere delle auto parcheggiate, tutte trasognate. ¶ Mi girai all
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barellieri!» ¶ Le finestre erano tutte serrate, ma filtrava qualche
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addormentato!» ¶ Le strade erano tutte sbudellate, venivano dai vicoli
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folla che andava da tutte le parti, si spostava
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finestrini, il parabrezza, quando tutte le teste si sposteranno
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di ogni ciottolo, formavano tutte assieme come una pallida
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cera. ¶ «Davvero sono successe tutte queste cose?» mi stupivo
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1998
spigolo del giornale, con tutte e due le mani
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vicino... lo mostra a tutte, ho saputo. L’ho
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perché mi stavano guardando tutte e due, intensamente, e
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si accendevano di colpo, tutte assieme, non si vedeva
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auto. Le sentivamo ronzare tutte allargate dentro la cornice
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1998
ventre del cane, con tutte e due le mani
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coperto il volto con tutte e due le mani
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sul pavimento, si ammassavano tutte quante dalla stessa parte
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colpo in avanti, fuoriuscivano tutte dalla cornice, di traverso
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e venire rallentate eppure tutte attaccate. “Come fare a
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ancora da pronunciare che tutte le altre non possano
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di sollevarla piano, con tutte e due le mani
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dovessero accendere all’improvviso tutte quante le luci, nelle
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piccole case rade e tutte appiattite sul terreno, scorgevo
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precedeva sterzò senza preavviso, tutte le altre macchine curvarono
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per il passaggio di tutte quelle ruote. Le portiere
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mani spostavano senza sosta tutte quelle striscioline colorate. Ero
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che le muoveva con tutte e due le mani
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un balzo, ne afferrò tutte e due le maniglie
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La sentimmo ripartire con tutte le altre, con fragore
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viaggiatori. Potevo guidare da tutte le parti, spostare la
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e stava ancora con tutte e due le punte
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accendendo le luci da tutte le parti, all’improvviso
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le mie dita erano tutte incollate tra loro, mentre
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une dalle altre, erano tutte sgualcite e raggrinzite. ¶ “Com
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fronte con le dita tutte piene di pieghe. Dovevo
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più lontane, dalle porte tutte inclinate e scardinate. ¶ Salii
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sala. Le mattonelle erano tutte smosse, entrava dalla finestra
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appallottolate nelle cassette. Erano tutte ricoperte di scritte e
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avanti e le dita tutte sparpagliate e irradiate come
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e le mattonelle bollivano tutte spaccate sotto le sue
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sfinita, arrugginita. ¶ Tirai con tutte e due le braccia
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inerte. Le strade erano tutte un po’ trasparenti per
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perché le dita erano tutte unte e annerite. Controllai
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attaccato al manubrio con tutte e due le mani
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motocicletta. Le strade erano tutte gremite, il rumore del
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cicca, perline succhiate e tutte un po’ appiccicate per
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la sua gemella. Avevano tutte e due la bocca
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per le scale. Riaccendevo tutte le luci, ispezionavo una
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se era morto. ¶ Spegnevo tutte le luci, salivo in
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e poi le strade tutte imbibite, assenti. ¶ La camicia
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sventolare e cantare da tutte le parti, sconfinare. Premevo
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mi rispondeva una donna tutte le volte che mi
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primo piano. Facevo scattare tutte le trappole che trovavo
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stelle radenti si spegnevano tutte assieme, di colpo, fra
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la mente, “si sono tutte imbozzolate attorno a quella
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batteria, sono state rubate tutte e quattro le ruote
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eri tu che mettevi tutte quelle trappole!» gli dicevo
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organizzazioni di massa...» ¶ «E tutte queste sedie?» ¶ Si rianimava
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punta delle sue dita tutte annerite dalla morchia. ¶ «Ma
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suonare, le mattonelle ballavano tutte spezzate sotto le mie
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distinguevano sopra le goccioline tutte staccate della pioggia. ¶ Si
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la bocca tappata con tutte e due le mani
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passanti aprivano le bocche tutte un po’ illuminate, per
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sfioravano con quelle imbottiture tutte un po’ elettrizzate delle
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cosa ci fanno con tutte quelle graspe?» ¶ «C’è
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dita della figlia erano tutte rosate, non si sentivano
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suo piede erano ancora tutte incollate, unte. Se le
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fino in cucina, dove tutte e due le stufette
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alla parete, le gambe tutte distese, un po’ allargate
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con le mani intrecciate, tutte crivellate. ¶ La luce fuori
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di colpo le luci, tutte assieme, apriva i cassetti
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ritrovava tra le frange tutte imborotalcate del tappeto. ¶ Mi
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camminavo sopra le mattonelle tutte impennate. Lo vedevo serrare
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pelli, guardava quelle luci tutte ghiacciate, nello spazio. “E
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che aveva le ciglia tutte bagnate, che piangeva. Non
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finestra, spostai le tendine tutte ricamate. Si vedeva gran
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sembrerà che ci siano tutte le condizioni, e vi
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della carrozzella, le faceva tutte le volte molte feste
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in questo caso, spostare tutte le nostre capacità di
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lenzuola piene di pieghe, tutte fracassate. ¶ «Devo avere smaniato
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improvvisa di faville, venivano tutte quante ad appiccicarsi alle
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appena dietro e gettarsi tutte sfrenate nel varco della
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camerierina... ha le gambe tutte levate. Bisognerà buttare giù
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levate. Bisognerà buttare giù tutte quante le porte, tutti
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di fuga delle sale tutte piene di luce, senza
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per scavalcare le gambe tutte irradiate di un ufficiale
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vesti erano ferme e tutte irradiate, in giro per
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il filo del pavimento, tutte incollate in quella cioccolata
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1998
dalla sua sedia. ¶ Teneva tutte e due le gambe
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1998
Le sue unghie erano tutte caramellate, sembravano smaltate. ¶ Si
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volto. Sentivo le ossa tutte spolpate sotto la stoffa
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in bocca... bisognerà spaccargli tutte le braccia, per vestirlo
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Allargavo più che potevo tutte e due le braccia
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cibo con le mani tutte impestate, troppo profumate. ¶ «Ma
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Sentivo quelle dita palpitarmi tutte assieme sugli occhi, sui
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ossa degli scheletri rimanessero tutte così bene attaccate le
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le sue nocche scoppiate, tutte sfilacciate. ¶ «Ne vedo qualcun
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nel tornare, quando stavano tutte messe di sbieco in
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quelle capigliature scoppiate inclinarsi tutte assieme di lato prima
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quelle loro bandiere scentrate, tutte fracassate...” mi dicevo girandomi
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colore sono quando viaggiano tutte scoppiate, controluce... E cosa
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le srotolano di colpo tutte ghiacciate. Sembrano fatte di
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sui cofani delle auto tutte fradice d’acqua. Li
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e le porte erano tutte socchiuse. ¶ Mi sporsi a
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sue manine. “Eppure ha tutte e due le braccine
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improvviso, “in mezzo a tutte quelle boccucce che sento
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1998
che sento respirare da tutte le parti, pullulare...” ¶ “E
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1998
le brande erano già tutte occupate. Qualcuno si sbagliava
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tapparsi la bocca con tutte e due le mani
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1998
striscioline di carta colorata, tutte fradice d’acqua, appiccicate
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1998
scorrevano dietro quelle testine tutte smangiate, contro i lampadari
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1998
preso per mano da tutte e due le parti
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1998
nell’aria quelle poltiglie tutte infettate. ¶ L’uomo spalancò
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chissà per quale ragione tutte spente... e possono sempre
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Le strade si accendono tutte insieme, di colpo. Mentre
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sempre nuove finestre, sembravano tutte un po’ traforate a
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Sorprendevo molte persone affacciate tutte insieme a quei fori
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1998
molto bene che sono tutte penne caricate ad acqua
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1998
illuminata. Vedevo andare da tutte le parti grandi corpi
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1998
il vento delle auto tutte lanciate, mentre andavo per
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le guide del telefono tutte sbocciate. ¶ «Sto parlando con
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spalla...” ¶ Le strade erano tutte sfalsate. ¶ “Ecco, un quarto
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1998
vero... lei ha tagliato tutte le vie d’accesso
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di indossatrici che andavano tutte assieme contro la luce
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sento le sue ciglia tutte bagnate, quando mi porto
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1998
interno per un istante, tutte assieme. Poi la porta
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1998
le luci delle finestre, tutte accese, riconoscevo sui marciapiedi
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1998
senza più quella neve, tutte un po’ smaltate, poi
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1998
poi di nuovo scremate, tutte vellutate. Vedevo da lontano
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1998
gente che andava da tutte le parti, che danzava
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1998
della segretaria che andavano tutte inzuppate, nella neve. Le
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1998
Sparisco una volta per tutte, non mi trovate più
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1998
preparare la sala, accende tutte le luci, vuota i
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1998
editore!” mi grideranno da tutte le parti. Dovremo incontrarci
250
1998
metto addosso qualcosa, spengo tutte le luci, andiamo fuori
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1998
Mi teneva sottobraccio con tutte e due le mani
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1998
capito bene, all’inizio... tutte quelle parole gettate avanti
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1998
cartella perfettamente uguale a tutte le altre, nella pila
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1998
più in giro nessuno... tutte quelle cosine che ci
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1998
ficcherò le mani in tutte le tasche, tirerò fuori
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1998
istante la testa, con tutte e due le mani
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1998
e là, le sedie tutte spostate, rovesciate. Faceva irruzione
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1998
luce abbassata sullo scrittoio, tutte le carte intorno. Alzavo
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Ma certo! C’erano tutte le condizioni, era inevitabile
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1998
firmando con le testine tutte inclinate, le linguine tra
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1998
linguine tra i denti, tutte rosate, tutte stropicciate...» ¶ La
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1998
i denti, tutte rosate, tutte stropicciate...» ¶ La porta si
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1998
le luci erano quasi tutte spente nei corridoi. ¶ «Si
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1998
donna sollevarsi nell’aria, tutte spalancate. Riconoscevo i suoi
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1998
nel vento della corsa, tutte sparate, tutte scavallate...” ¶ «Ho
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1998
della corsa, tutte sparate, tutte scavallate...” ¶ «Ho pensato e
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1998
nebulizzata che turbinava da tutte le parti, attraversava l
268
1998
l’impronta diversa da tutte le altre che lasciava
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1998
e le strade sono tutte veramente deserte, è notte
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1998
certo! Questa città ha tutte le caratteristiche di una
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1998
luce era accesa da tutte le parti, abbacinava. Riconoscevo
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1998
cartelle con le mani tutte piene di chiazze. ¶ Girò
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1998
con quelle manine ordinate, tutte pettinate, avrebbero sollevato gli
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1998
ritrovavo con le orecchie tutte incartapecorite. «Ecco, lo vedi
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1998
teneva il braccio con tutte e due le mani
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1998
andavamo per le strade tutte bombate. Si girava di
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1998
andava tra quelle piante tutte bendate. Affondava di colpo
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le maniche della camicia tutte così rimboccate?» provavo a
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ridiventavano subito dopo scremate, tutte vellutate. Scorgevo ancora poco
280
1998
che ha le guance tutte bagnate, quando gira un
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1998
una poltiglia di teste tutte sfalsate, nella luce. ¶ “È
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incantato...” ¶ Le braccia erano tutte smangiate, sulla tovaglia che
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1998
di fronte all’altra, tutte e due in tubino
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sì ¶ Avevano spento quasi tutte le luci nella sala
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corrono sull’autostrada... vanno tutte a finire in quella
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con le testine puntate, tutte pettinate. ¶ «Non montarti la
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colpo, in mezzo a tutte queste guglie di schiuma