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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «tutti»

nautoretestoannoconcordanza
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1998
sotto gli occhi di tutti eppure non ancora scoperto
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che si credeva a tutti sconosciuto, aggirandosi là dentro
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ripreso a parlare come tutti gli altri. ¶ «Vuole entrare
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cancello si spalancò. Quando tutti i parenti furono entrati
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appartati sotto i tigli, tutti raccolti come in un
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Avevo allacciato ai piedi tutti e due gli schettini
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attorno al Gatto. Erano tutti impazienti di sapere chi
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guardasse per un istante tutti quanti attraverso i cerchietti
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improvviso della mano e tutti cominciarono a parlare. L
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altare di fronte a tutti gli altri chinati sugli
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molto a lungo. Brillavano tutti gelati quando il sole
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di Natale ci raccogliemmo tutti nello stanzone a pianterreno
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contro il volto. Schizzarono tutti e due lontano, come
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priore riuscì a sollevarli tutti e due da terra
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in silenzio nella camerata. ¶ Tutti dormivano, era notte fonda
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da quello che adoperavo tutti gli altri giorni. Era
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emettere alcun suono, mentre tutti gli altri stavano intonando
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già a staccare, con tutti i cerchi incendiati delle
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caso, rivedere e sconvolgere tutti i calcoli mentali che
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rialzata di fronte a tutti gli altri, in quel
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aria, e volavano giù tutti ghiacciati in fondo alla
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dovessero staccargli di bocca tutti i denti. ¶ Il padre
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Uscimmo dal refettorio. Mentre tutti parlavano o si rincorrevano
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d’uovo. ¶ Erano ormai tutti nel proprio letto, anche
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che stesse cercando in tutti i modi di calmare
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un’agitazione incontenibile. Scendevano tutti assieme. Aggrappato al suo
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al termine delle orazioni. Tutti gli altri erano già
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muratori che stavano cercando tutti assieme di imbrigliarla correndole
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scarpe. Ci stavamo dirigendo tutti verso la motocicletta, ma
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altri si erano messi tutti in cerchio attorno alla
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parco, perché venivano da tutti i punti minuscoli sbadigli
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anche il custode, che tutti a Ducale chiamavano Lenìn
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un altro ancora. Provenivano tutti dal portone a volta
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come se stessero parlando tutti assieme con la bocca
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di Lenìn. Erano ancora tutti arrotolati, ma a volte
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serra, e tuffarsi poi tutti assieme nella sua porta
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troppo tesa. Ora che tutti i giradischi erano stati
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la scena, ora che tutti i fili e i
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Ormai erano scesi quasi tutti, Lenìn s’informava sui
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che i colombi fossero tutti rientrati in piccionaia. Bortolana
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Quella che invece portavo tutti i giorni la stendevo
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abito nuziale. La chiamavano tutti a gran voce, dalla
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finiva, si spegneva. Scendevano tutti a fumare e a
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spolpava uno per uno tutti gli ossicini, ripuliva le
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in un solo istante tutti gli strati sovrapposti e
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tutte le parti verso tutti i punti. ¶ Ancora non
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scaletta, chiamava a raccolta tutti i figli, perché doveva
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Nella villa stavano già tutti affacciati alle finestre. Sporgendomi
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lucente del cortile. ¶ Erano tutti e tre completamente nudi
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lucidando con una pezzolina tutti i dischetti sporgenti dei
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nell’oscurità, temevo che tutti gli insetti vaganti ci
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sopra la scaletta, mentre tutti dormivano nella sua casa
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quel momento, perché erano tutti in giro nel parco
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punto il materasso che tutti i corpi si rimescolavano
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le caviglie parevano salire tutti insieme verso l’alto
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Si erano già alzati tutti, non c’era più
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neanche lì, erano scesi tutti. La mia veste era
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fondo al letto, nonostante tutti i rivolgimenti della notte
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fretta sul pigiama, misi tutti e due i piedi
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meglio la scena. Discutevano tutti con grande animazione, da
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quanto erano soliti fare, tutti assieme. ¶ Ora Lenìn guardava
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di precipitare. Li teneva tutti con un solo braccio
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capito se avevano avuto tutti e due la stessa
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ubriacato con l’acquavite tutti gli animali. ¶ Qualche istante
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a metà passo, stavano tutti ascoltando in silenzio le
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e si staccarono, mentre tutti i vetri della serra
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si alzassero in volo tutti insieme mentre Turchina e
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uno, se ne stavano tutti ammassati dentro le cassette
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e le scuoteva, mentre tutti i colombi schizzavano fuori
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scrutavano i suoi fianchi tutti frastagliati, da cui spuntavano
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con la notizia che tutti gli altri colombi di
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codazzo di persone. Salirono tutti quanti in piccionaia, per
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punti senza pioli. Stavano tutti dietro una delle bifore
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rombo improvviso fece girare tutti gli occhi verso la
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ventre. C’erano quasi tutti gli ospiti, i colombicoltori
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alla sua massima espansione. Tutti gli occhi stavano fissi
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nota altissima, sembrava che tutti i commensali si stessero
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volte su se stessi, tutti staccati dal terreno, e
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dalla poltroncina e rimesso tutti e due i piedi
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da se stesse. Stavano tutti ammassati attorno, ed erano
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guardare da quel punto tutti gli altri che stavano
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per la combustione oppure tutti aperti e fioriti. Li
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colpo allo scoperto. Conficcavano tutti assieme i denti in
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ghiaia. Mi pareva che tutti gli animali ubriacati gridassero
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ogni direzione, ma anche tutti gli altri minuscoli animali
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lasciava vedere molto bene. Tutti gli altri letti erano
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quell’ora dovevano essere tutti in chiesa per la
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Distinguevo appena i contorni tutti scheggiati del suo velo
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quando si erano alzati tutti gli altri, passando in
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sentieri. ¶ “Dove saranno finiti tutti quanti?” mi chiesi riprendendo
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La sala brulicava. Erano tutti inginocchiati in silenzio sul
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da ping pong tenevano tutti la testa girata per
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volta. ¶ «Ecco... bisogna soffiare tutti assieme e da ogni
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sala giochi. Eravamo già tutti inginocchiati attorno al tavolo
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sui termosifoni nuovi e tutti piatti, dove non si
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un po’. ¶ Ci eravamo tutti raccolti di fronte alla
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sull’altare. Ci eravamo tutti disposti sugli inginocchiatoi, le
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a parlare di colpo, tutti assieme. «Che male ha
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si fa a ricordarli tutti quanti?” si sorprese a
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di polline. ¶ Si guardavano tutti in faccia senza parlare
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dove piccoli gruppi stavano tutti raccolti e quasi appallottolati
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camerate coi parenti. Guardavano tutti verso la vecchia costruzione
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Ecco... adesso sono rientrati tutti quanti nella chiesina vecchia
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che stavano già correndo tutti e tre giù per
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fondo del cortile stavano tutti gridando di fare presto
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Riprendevano a spostarsi abbracciati tutti e tre insieme lungo
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già corso a spalancare tutti e due i battenti
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volta, gli occhi di tutti attraversavano la sala in
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Gli ha risposto mettendosi tutti e due i pollici
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sbalordito. Lo fissavamo da tutti i punti del cortile
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erano ormai confessati quasi tutti. Eravamo di nuovo in
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parole, a tratti, con tutti e due gli occhi
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tratto. ¶ Erano di nuovo tutti in cortile. Non doveva
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allentate. ¶ Lungo le tavolate tutti gli occhi erano adesso
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poco per volta anche tutti gli insetti che ci
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sulla fronte. ¶ Ora camminavano tutti in silenzio sul sentiero
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rivoltandoli mentre erano ancora tutti taglienti, con la lingua
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perché aveva aspettato che tutti uscissero piano piano dalla
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tese rotonde, a starci tutti e tre nello stretto
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corto della tavolata. Parlavano tutti, per l’occasione era
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fine della cena, mentre tutti gli si accalcavano attorno
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la nuova costruzione mentre tutti gli altri si alzavano
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potessero cadere a terra tutti sparpagliati e scheggiati ai
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chiesa dovevano cantare adesso tutti assieme, perché non si
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altrove.» ¶ I finestroni erano tutti aperti, le tapparelle leggermente
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verso di me, mentre tutti si accalcavano attorno ai
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stola sulle spalle, distese tutti e due i piedi
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più al vetro, schermandomi tutti e due gli occhi
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gruppo di caseggiati nuovi, tutti bui, su uno spiazzo
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frenato dalle marce e tutti e due i piedi
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per un po’. ¶ «Cambiano tutti casa talmente spesso... in
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con le ruote, erano tutti spiaccicati...» ¶ Si scorgeva già
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indicatori, come sempre quando tutti al loro interno si
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cellulosa ancora asciutta. Filavano tutti assieme verso una zona
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trasparenti, il freddo uccideva tutti quei microrganismi che sguazzano
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di salire. ¶ «Ma dormono tutti quanti, li svegliamo!» provavo
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ne stavamo balzando fuori tutti piegati in due. Due
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le dita dov’erano tutti scoperti e sfilacciati, innestai
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parlare e solo allora tutti potevano di nuovo respirare
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già nella sua cassetta, tutti i suoi fili arrotolati
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uno dopo l’altro tutti i piccoli paesi della
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scherzare!» si alterava. «Così tutti la potranno vedere mentre
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che trascinasse a terra tutti gli altri addobbi. Finché
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gridare forte, incontrollato. ¶ «A tutti voi che state affacciati
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può sempre scappare fuori tutti appiattiti come tra due
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e mi impediva con tutti i mezzi di aiutarlo
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nella sua casa. ¶ «Siamo tutti ciechi, qui dentro...» mi
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di un bicchiere. Venivano tutti quanti attorno al mio
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piumanti si erano girati tutti assieme, di colpo, da
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farmi quasi addormentare. ¶ Adesso tutti i guerrieri guardavano da
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di capelli intrecciati e tutti ingioiellati. Venivano da altri
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mente. ¶ I guerrieri risero tutti assieme, di colpo. ¶ «Ecco
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perché, ma mi chiamano tutti Sonnolenza...» ¶ «Si parte!» si
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ci possiamo entrare davvero tutti quanti!» dicevo allargando le
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per esempio, entrarci dentro tutti e quattro di testa
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si muoveranno per forza tutti gli altri! I suoi
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la cornice, ci infilavano tutti e due la testa
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eliografato. ¶ Gli correvamo dietro tutti quanti, perché si capiva
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Per forza!» ¶ Così andavamo tutti impastati nella macchinina gialla
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il volto. ¶ «Ci siamo tutti?» chissà per quale ragione
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Ma perché si ammassavano tutti da una parte!» riprendeva
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sedermi davanti si spostavano tutti quanti indietro, se mi
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la frenesia che avevano tutti di vedere costellazioni sempre
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Ma allora si spostavano tutti quanti dalla parte opposta
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stelle sul finestrino, congiungeva tutti i punti tra loro
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volte. Mi passavano accanto, tutti e tre, sentivo un
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luce cadevano su punti tutti diversi dell’acciottolato. ¶ «Saliamo
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po’. «Ha portato via tutti i soldi, quel po
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ho saputo, gli fanno tutti molte feste per quel
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quel suo torace tatuato, tutti e due in piedi
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Cos’hai fatto in tutti questi giorni? Dove sei
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faremo a starci ancora tutti quanti, qui dentro?» ¶ La
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di luce. ¶ Erano già tutti seduti attorno a una
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sodalizi che sembravano a tutti indissolubili, se ne determinavano
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da chissà quanto tempo tutti bianchi. ¶ «Non troppo inchiostro
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di averli staccati davvero tutti quanti, ci appoggiava le
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braccia. ¶ Adesso eravamo già tutti all’esterno. Il cieco
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sfregando sui selciati. Stavano tutti in piedi e in
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porgo, a nome di tutti, il benvenuto!» ¶ Era arrivato
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delle trombe, venire su tutti ammassati nella luce. ¶ «Il
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pareva che nella piazza tutti strizzassero leggermente gli occhi
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po’ vertiginosa. Nella piazza tutti gli occhi erano fissi
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all’attrito che fanno tutti quei corpi che vanno
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nuovo «ma si sentirebbero tutti quanti in dovere di
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Qualche istante dopo eravamo tutti quanti in una delle
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stanzone. Stavano prendendo posto tutti quanti, nel pulviscolo di
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al primo piano. ¶ Eravamo tutti e due con i
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bisbigliare «qui siamo già tutti pronti, devi solo darci
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alle sue spalle. Guardavano tutti l’operaio dalla faccia
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presto, laggiù sono stati tutti avvisati, sei atteso!» ¶ «Ma
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da far pensare a tutti e due i viaggiatori
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contro il volto. ¶ “Sono tutti qui dentro!” mi passò
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si metteranno a cantare tutti assieme, accendendo le luci
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saranno andati a dormire, tutti gli altri topi...” mi
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occhi chiusi, erano ormai tutti disidratati, si sbriciolavano al
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svegliavo del tutto. ¶ Misi tutti e due i piedi
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dell’altra, non aveva tutti quei taglietti che diventano
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i suoi pezzi scendere tutti scoppiati nella gola. Le
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i peli irti e tutti un po’ appiccicati, come
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delle macchine, che erano tutti ammassati contro il rullo
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o qualcuna avesse pigiato tutti assieme e con forza
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I miei capelli stavano tutti un po’ sollevati. Mi
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di cerchi sfuggire irradiati, tutti fracassati. ¶ «Ah...» sentii borbottare
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finestra tenendo i piedi tutti girati verso l’alto
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stanza. C’erano raggi tutti un po’ impolverati, la
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figura contro gli spigoli tutti piombati dei negozi, mentre
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frizione. I fili scattavano tutti impuntati fuori dalle rosicchiature
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freno e frizione tirati, tutti arcuati. Intravedevo appena i
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Li scoverò piano piano, tutti quanti!” mi dissi gettando
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allo schienale, “staranno salendo tutti assieme in dormitorio, dalla
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ante e i vetri tutti spalancati. ¶ «Com’è possibile
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accendevo le luci a tutti i piani e giravo
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sentivo i capelli con tutti quei loro ossicini un
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il guanciale gli ossicini tutti puntati dei capelli. “Che
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Sentivo i bocconi scendere tutti scheggiati, immasticati, la camicia
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dalla prima rampa, colpivo tutti gli interruttori, nel passare
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volanti che si lanciano tutti un po’ segnalibrizzati dalle
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pezzi di parafango volavano tutti taglienti, da ogni lato
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martellare cofano e parafango tutti schiacciati, lavorarci con calma
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vetri della portafinestra erano tutti sfuocati per quelle vene
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Erompevano dai finestroni già tutti accesi nonostante fosse giorno
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rumore neanche a stare tutti chinati sulla cima della
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i pacchi delle domande tutti anneriti per la polvere
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mediatore. ¶ «I fili sono tutti rosicchiati...» ¶ «Avete provato a
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mentre camminavo sui marciapiedi tutti già un po’ pestati
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lato della strada. ¶ Erano tutti accesi, spalancati. ¶ “Mi stanno
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a sfiorare quei forellini tutti pieni di bolle di
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me lo infilassi a tutti i costi. Mi vedevo
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locale pieno di fumo, tutti assieme!» ¶ Il Gagà si
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i sacchetti delle immondizie tutti gelati in un cumulo
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dalla sala... Dovevamo arretrare tutti e due con la
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che ci stia fornendo tutti i dati attraverso i
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negli spazi del parco tutti aperti. Si sentiva il
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bordi dello spioncino erano tutti bruciati, come morsicati, vedevo
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un caso diverso da tutti gli altri...” cominciava a
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capire dove voglia condurci tutti quanti...” Mi sembrava che
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tutte quante le porte, tutti i muri, costruire dei
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se si sono gettati tutti e due abbracciati dentro
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che giravano al vento tutti sfalsati, tutti spiegazzati. ¶ Non
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al vento tutti sfalsati, tutti spiegazzati. ¶ Non guardavo dalla
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di quei suoi passi tutti scentrati nelle scale. Spegnevo
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ombra dei suoi calzoni tutti sforbiciati scendere fin quasi
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erano deserte, i marciapiedi tutti graffiati dal taglio dei
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quelle stelle. “Saranno già tutti quanti a dormire... tutto
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Sonnolenza? Dove sono finiti tutti gli altri?» chiesi quasi
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No, adesso ci siamo tutti!» sghignazzò. ¶ Lo seguivo giù
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più cigni!» ¶ «Sono scoppiati tutti!» rise il Sempio. ¶ Tossì
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mani in tasca, spezzano tutti i rami caduti per
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mentre se ne stavano tutti seduti a mangiare, a
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per un istante quasi tutti bianchi. ¶ «Posso darti una
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sedevo sul letto. Vedevo tutti gli altri letti svuotarsi
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continuando a mangiare come tutti gli altri, all’altro
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miei occhiali ne erano tutti un po’ spennellati. Sentivo
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cosa ho fatto in tutti questi anni? Dove sono
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guardo attorno. Quegli armadietti tutti pieni di grucce, tutti
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tutti pieni di grucce, tutti vuoti, quei portacenere con
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sulla tovaglia. Si girano tutti quanti a guardarlo, dai
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attraverso i paesi già tutti bui e deserti. Staccavo
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per mostrarmi i capelli tutti ben pettinati e imbrillantinati
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esosferici, questa volta!» ¶ Stavano tutti girati verso il fondo
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bisbigliare quei due. ¶ Guardavano tutti da quella parte, si
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aria perché potessero vederla tutti quanti, da ogni lato
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fatto ai denti? Sono tutti neri...» ¶ «Li ho un
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dove i denti erano tutti sfasciati, sembravano fatti a
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I suoi denti erano tutti scoppiati, mentre mi porgeva
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Dove andranno a finire tutti questi suoni?” mi chiedevo
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mentre i passeggeri salivano tutti ammassati alle fermate. ¶ Allungavo
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di pelo che stanno tutti allargati... O una zampa
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gli occhi sbarrati, vedevo tutti e due i volti
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dagli avanzi. Li spostavo tutti assieme di lato, col
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sono già andati via tutti, è tutto spento...» ¶ Ero
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1998
nell’aria mentre avevo tutti e due i piedi
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a tarda notte, per tutti questi giorni... Spegne lui
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già andati a casa tutti quanti, fanno in tempo
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fori della cornetta erano tutti intasati da quella melmina
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morti sotto le dita, tutti assieme. “Mi raccomando” ha
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schiuma di detersivo sfaldati, tutti ricamati, quando si alzava
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1998
coppe scintillava. “Le lucida tutti i giorni...” mi dicevo
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sfondo dei caseggiati isolati, tutti ricamati, mentre un rullo
280
1998
perché i tasti erano tutti sbocciati. Mettevo il dito
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1998
che parte saranno entrati tutti questi invitati dagli abiti
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dagli abiti talmente allargati, tutti fracassati... si distinguono le
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festeggiamenti! Adesso stanno andando tutti e due su un
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se incontro ogni giorno tutti quegli scrittori, ma questo
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casa editrice, si giravano tutti quanti a guardarci mentre
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testa. «Ho cercato in tutti i modi di farle
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luci dei ristoranti. Distinguevo tutti quei cristalli sfalsati, quelle
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potevano staccare dal marciapiede tutti interi e di colpo
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Gli uffici erano quasi tutti deserti, ancora accesi, veniva
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Gli altri uffici erano tutti deserti. La luce contro
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i patti!” si metteranno tutti quanti a gridare. Gettare
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mentre se ne stavano tutti quanti per rincasare, ed
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possiamo andarcene in giro tutti e due assieme e
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che bisogna tenere a tutti i costi a distanza
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fiocchi rotolare sul terreno tutti sfaldati, ne scorgevo qualcuno
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dovremo asciugare gli occhi tutti bagnati, con le mani
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attraverso lo spazio incendiati, tutti imbambolati. Il mio gomito
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passata sugli occhi ancora tutti sfalsati, ho fatto in
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proletariato di casi, sono tutti già in fila col
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me i loro autori tutti impettiti, tutti pettinati...» ¶ «Ma
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loro autori tutti impettiti, tutti pettinati...» ¶ «Ma allora posso
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ritornava. ¶ «Sono andati via tutti, non c’è più
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spegnere le luci in tutti gli uffici!» ¶ Si muoveva
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potrebbe chiudermi e chiuderci tutti quanti dentro il suo
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voce tra quei banchi tutti sfalsati, troppo illuminati. ¶ 9 ¶ L
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invecchiare piano piano, come tutti gli altri...» ¶ «Ma perché
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morto! Mi ha affidato tutti i suoi appunti, mi
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nuovo, mentre eravamo scesi tutti e due dallo scooter
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gettava dentro i giardini tutti azzerati. «Attento a non
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avanti, quando sono già tutti stritolati e impastati, potrebbero
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potrebbe appiccicare con cura tutti i pezzetti e poi
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quel tuo monolocale. Ammucchiare tutti i fogli in mezzo
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mi pare...” ¶ “Come corrono tutti quanti più forte, questa
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banchi di vetro svuotati, tutti trasognati... Ecco... le torri
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imbandita, sembra che stessero tutti aspettando soltanto di vederci
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abbacinava. ¶ Si erano girati tutti verso Aleksandr Puškin, che
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Pesca. ¶ «Allora ci sono tutti!» ¶ Girai un po’ la
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distinguono appena i grani tutti smangiati. E non è
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perché ci stanno già tutti intorno, qualcuno deve avere
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passando l’aliante!” ¶ Stavano tutti con le testine gettate
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quel Chessman, e ballano tutti e tre assieme abbracciati
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e tre assieme abbracciati, tutti emulsionati... Ha girato un
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illuminata. ¶ “Si sono messi tutti quanti ad anello...” mi
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già partito prima di tutti quell’uomo con il
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notte ha cucinato per tutti! Quelle polpettine e quei