Carlo Emilio Gadda, L'Adalgisa, 1944

con turgidi fiori e tutti gli steli frammisti dell

ai soldati che avessero tutti a rientrare, spogliarsi, coricarsi

de’ superiori. E da tutti era intesa, ma non

ma non ascoltata da tutti. Alcuni indugiavano nella notte

E poi ridono allontanandosi tutti insieme. ¶ La sera vi

sotto i letti, e tutti insomma gli ingredienti e

insignito sulla plancia, per tutti i mari, i D

di vuotarsi il naso, tutti gli immaginosi numeri e

uno scandolezzato coro diedero tutti la colpa alla Edison

tre ostriche ancora e tutti gli spaghi e la

passare avanti un po’ tutti, tutti! e la facile

avanti un po’ tutti, tutti! e la facile e

che non ricordo. ¶ Tra tutti e cinque avevano di

Tenebra. Parevano inghirlandati di tutti i requisiti necessarî, ad

entrambe le sponde, a tutti cara e gradita, trafficando

resi un po’ a tutti, e a tutte, era

sfogandosi nelle circolari «a tutti i comandi dipendenti». La

tra i piedi di tutti, testimoniando con la loro

la nostra Giuseppa, con tutti i conti delle sue

al Papa e a tutti i preti d’Italia

risaputa e ripetuta da tutti, fece dimolta impressione su

Milano non risuonavano ancora tutti i dialetti d’Italia

quel giorno in poi tutti seppero che cosa insegnava

l’avventatezza cordiale di tutti gli altri. ¶ Tra i

disse quasi sbadigliando, «.... che tutti i vostri ponti di

una voce che intimidì tutti, «lasciate il calcestruzzo a

suo amor proprio.... come tutti.... specialmente i grandi.... voglio

questo! saresti un bugiardo. Tutti possiamo sbagliare.... ogni cento

a pigiarsi, ad affollarsi tutti in un punto, mentre

i ponti.... più di tutti gli Antenori Delada!...». ¶ «Sei

lo zio, al politecnico; tutti lo sapevano. I vecchi

aria d’una catapecchia, tutti mi assicurano invece che

già cresimate puledre. Che tutti quanti però, sorelle e

di affitto, insieme a tutti gli altri gradini dell

lana color lucertola, e tutti gli uncinetti d’osso

della sirena ogni giorno: tutti i giorni: per anni

dietro fino in chiesa tutti quei pochi ragazzi29 della

un’Ave Maria, con tutti gli svolazzi, i cirri

a poco un po’ tutti, i vaghissimi e placidi

locupletò di pesos papel9 tutti i negozianti di vetri

immangiabile. ¶ Carlos Caçoncellos, come tutti sanno, fu l’aedo

e vi fossero adunati tutti i suoi cimeli, fra

già maritato o ammogliato tutti i suoi figli e

mercante di stoffe, che tutti, a Lukones, vennero a

disposte un po’ in tutti i sensi in tutta

e così lontano da tutti, a Lukones, che lo

ch’egli avesse dentro, tutti e sette, nel ventre

d’ascoltar un po’ tutti: e anche la Battistina

Arrivava inatteso. Partiva quando tutti lo credevano a leggere

stazione del Prado; mentre tutti i signori veri ci

dalla verguenza rimpetto a tutti i rimanenti attavolati che

di vivere, stecchito, da tutti odiatissimo, il 14 aprile 1695. Il

Calzamaglia o, come dicevan tutti, Enzo, sfuggito di mano

e un’ora poi tutti i sabati, dopo l

presa cognizione elencatoria6 di tutti i vantaggi e benefizii

fra i mugolii di tutti gli amanti del sapere

che si dice (e tutti lo dicevano) un ragazzo

ne soleva puntualmente cavare tutti i vantaggi che sono

ed esatto in tutto, tutti avrebbe voluto rapidi e

ittidi e il barbabucco: tutti i gusti son gusti

i giornali, un po’ tutti, sia del Maradagàl vincitore

milioni di chilowattora a tutti i cotonifìci del Nevado

animava le facce di tutti; le donne, come si

minestrone e matita. E tutti speravano, speravano, giulivi. Ed

finalmente nel sciocchezzaio con tutti gli onori e i

rosbiffe. Aiole di rosbiffe! Tutti, tutti entravano nella luce

Aiole di rosbiffe! Tutti, tutti entravano nella luce: li

i paradisi di stucco. Tutti, tutti! Turchi, frittellari, circassi

paradisi di stucco. Tutti, tutti! Turchi, frittellari, circassi, mendicanti

e mobilio eretico del 16°. Tutti, tutti. ¶ Tutti avevano la

mobilio eretico del 16°. Tutti, tutti. ¶ Tutti avevano la loro

eretico del 16°. Tutti, tutti. ¶ Tutti avevano la loro vita

di potestà marchionale. Dimenticati tutti gli scioperi, di colpo

delle rispettive facoltà mentali. Tutti erano presi sul serio

prima. Oh, rabbia! mentre tutti, invece, seguitavano a masticare

sul lucido; perseguiti poi tutti, tutt’a un tratto

verso la proda salvatrice. ¶ Tutti, tutti: e più che

la proda salvatrice. ¶ Tutti, tutti: e più che mai

mai quei signori attavolati. Tutti erano consideratissimi! A nessuno

a strofinìo) – ecco, ecco, tutti eran certi che un

n’erano già stati tutti spiccati, per il che

miracolosa la Urmutter di tutti gli spiritelli con capocchia

dai vanitosi e da tutti quelli cui natura ha

e oramai temibile preda. ¶ Tutti questi avvenimenti, come Dio

Ecco, già la guardavano tutti, tutte. Alcune con lunghe

Perchè tanto dispetto? Se tutti l’ammiravano? o la

delle spacconate, dei taxì. ¶ Tutti la stavano osservando. ¶ La

si volsero ad ammirar tutti quella così giovane zia

maiuscolo, della vita di tutti. Nella disperata officina batteva

quel segno. Otto architetti, tutti e otto razionali, maestri

ventidue settimane. Di cui tutti, e tutte, avevan l

abbiàtici e i parenti tutti. Nè, a due a

Testimoniano che i lombardi tutti e i milanesi in

del dottor Gulliver e tutti i cavalli ragionevoli del

tutto il Parco, avanti tutti i cespi del Parco

ricordatevi di dover rincasare.... Tutti dovremo rincasare, un giorno

fra la costernazione di tutti. E si levò di

volta, verso dove sparivano tutti i ciclisti. ¶ «Lasciamelo dire

a lato la cognata: tutti, tutti si rivolgevano: i

lato la cognata: tutti, tutti si rivolgevano: i guidatori

impelagate, ne usciranno a tutti i costi in trionfo

far la stupida a tutti i costi. ¶ «.... Ecco.... tante

dì,... ma si voltavano tutti.... come quel stüpid kì

un Dio, come predicano tutti i vostri preti» (disse

sudditi, Sovrano desideratissimo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . da tutti quegli altri che non

d’Este, è a tutti noto». E più avanti

pezzetti di buste «con tutti i francobolli del mondo

prediletto dove s’imbozzolavano tutti della famiglia, lo zio

Sicchè voleva doperare a tutti i costi il cianuro

inscì! Ben detto!», rincalzarono tutti. Scopersero poi, felicitandosi reciprocamente

se la paglia e tutti i frùstoli di quello

vizio.... comune a quasi tutti i ragazzi. «No! il

vale la pena di tutti i nostri sacrifici!... di

i nostri sacrifici!... di tutti i sforsi22 che facciamo

tristezze», le suggerì dolcemente, «tutti, si sa, dovremo diventar

eppur cara a noi tutti che l’applaudimmo freneticamente

Remigio come svenendo: e tutti gli facevano largo dassenno

per davvero, sul Podgora. ¶ Tutti tenevano il fiato, a

notte.... tenevano il fiato tutti, in loggione, respiravano nel

povero Carlo, e noi tutti quanti, in condizioni tali

nell’azienda, voleva a tutti i costi ne prendessimo

neri per tutto, imbrodolandoci tutti: «Io sono l’imperatore

magari un settimino: che tutti però, lì per lì

che il caldo dicono tutti che fa andar via

era. La gelosia per tutti quei bellimbusti.... «coi so

e anche non ostante tutti i disastri, e il

cont i capelloni.... perchè tutti.... tutti!... gli volevano puranche

i capelloni.... perchè tutti.... tutti!... gli volevano puranche bene

erotico un po’ per tutti. ¶ Cappelloni da signora, e

paventatissimo. ¶ Conferenze pubbliche su tutti un po’ gli argomenti

quelle di un po’ tutti i natanti, e i

Borella, (nidiata impagabile: e tutti in pose varie e