Edoardo Nesi, Storia della mia gente, 2010

sulle sedie a rotelle, tutti reduci del Vietnam. Non

un luogo in cui tutti quelli che incontravo erano

parola su due, e tutti fumavano, e io capii

illumina da dietro, certi tutti e due di essere

era d’accordo. ¶ Eravamo tutti d’accordo, e vendemmo

i compratori controfirmavano, e tutti stiravano i loro sorrisi

da Dio in cui tutti sembravano muoversi alla frenetica

soprattutto perché in azienda tutti fanno sempre quello che

miei fantasmi di occupare tutti i tavoli vuoti della

possa ottenere dallo spendere tutti quei soldi. ¶ Vorrei dir

bambina. Siamo molto stanchi, tutti e due. L’aria

la moda – potessero aiutare tutti a non perdere il

davvero, la bellezza. ¶ Perché tutti abbiamo bisogno di bellezza

un mondo in cui tutti campassero solo di cultura

additandola come esempio per tutti noi coglioni che evidentemente

Evidentemente, noi pratesi eravamo tutti degli imbecilli. Non ci

sentire a nome di tutti gli imprenditori tessili che

me e a quasi tutti gli imprenditori italiani e

ditte, tontoloni! Su, licenziate tutti quegli idioti di operai

sua storia. Sembravano diventati tutti sordi, i clienti. Anche

ogni mese insieme a tutti quei dannati contributi, un

e la globalizzazione e tutti i Giavazzi del mondo

piaciuto e poi, sempre, tutti, facevano una pausa perché

ero sempre, sempre arrabbiato. Tutti i giorni. Una volta

messa in moto, che tutti i pompieri di New

Vi dite che se tutti si precipitassero giù per

quale ho scritto che tutti i suoi libri sono

il pubblico migliore di tutti, cominciavano a riaversi dal

funziona. Me lo dissero tutti, fin dal primo momento

o nell’altro, lavoravano tutti per lui. Il Carpini

Gli altri automobilisti sono tutti impegnati a telefonare: qualcuno

il più distratto di tutti non dovendo nemmeno cambiare

a Firenze. ¶ Abbiamo pagato tutti, operai e fornitori e

cos’è successo, in tutti questi anni, nel nostro

in cui Welles indicava tutti i tagli e gli

vedere il film dopo tutti quegli anni, Welles gli

ritagli di tessuto di tutti i colori, portacenere pieni

plastica colorata, ignorati da tutti, e continuano un dialogo

si sono appoggiate sopra – tutti quei cenci buttati alla

tra perdenti, in cui tutti i personaggi sono vittime

appeso in alto, dove tutti lo possano vedere e

ancora oggi ci trova tutti d’accordo e pertanto

non qualcun altro, dopo tutti questi anni, e il

il titolare, da quando tutti e due i suoi

Il più strano di tutti sta diventando un sogno

in mobilità. Sembra che tutti siano in mobilità. E

ragazzo cinese, come quasi tutti i cinesi che vivono

ragazzo cinese, che come tutti i ragazzi della sua

si guarda intorno, e tutti stanno fissando lui: Fabio

vedere le scritte CINESI TUTTI APPESI sui muri; che

nelle vene come a tutti i ventiduenni del mondo

un sacco di soldi, tutti noi italiani, anzi tutto

dorata utopia in cui tutti gli abitanti del mondo

moda e di parlare tutti la stessa lingua senza

dai loro fondatori, quasi tutti coetanei, quasi tutti ultrasessantenni

quasi tutti coetanei, quasi tutti ultrasessantenni: una generazione d

dopoguerra e aveva trasportato tutti, capaci e incapaci, industriali

all’opposizione, alla diocesi, tutti avevano invitato i cittadini

il più potente di tutti gli industriali pratesi, sta

annuendo le opinioni di tutti, rispettatissimi e imbarazzati, compiaciuti

ma nell’umore di tutti mi pare che prevalga

futuro che dovremo diventare tutti economicamente irrilevanti, io e

finire? Che si fallisce tutti davvero? – mi chiede Rolando

tessuto pratese, naturalmente, perché tutti i tessuti son pratesi

e chiedere scusa a tutti per aver scritto quel

imbarazzato e sereno di tutti coloro che sorridono e

lo striscione. Sono quasi tutti uomini della mia età

e la mia gente, tutti sorridenti, tutti decisi, tutti

mia gente, tutti sorridenti, tutti decisi, tutti schierati insieme

tutti sorridenti, tutti decisi, tutti schierati insieme contro la