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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Oriana Fallaci, Penelope alla guerra, 1962

concordanze di «tutto»

nautoretestoannoconcordanza
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1962
d’oggi, mi dà tutto il contrario ed io
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tempo sei ingenua. Capisci tutto e allo stesso tempo
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impallidiva all’idea che tutto potesse finire. Era sgusciata
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pensava soltanto: “Richard!”. Poi tutto era finito, anche il
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durante i quali accade tutto ciò che è mancato
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aveva gettato un pacco tutto morbido e bianco, era
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cubi di sasso. Eppure tutto, in quest’assenza di
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non mi guardava neanche. Tutto incollato a due teste
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spargere questa felicità a tutto il mondo: quasi che
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Di conseguenza, dice lui, tutto ciò finirà: salterà in
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Infatti lascio che credano tutto il contrario. La verità
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da Sardi’s, per tutto il tempo che il
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e poi le raccontò tutto su un certo leone
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ufficio? Voglio che abbia tutto quello che vuole.» Poi
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Sai, Richard, ricordo proprio tutto di te: che volevi
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meraviglioso, Richard!» ¶ Non era tutto meraviglioso, a Times Square
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ostinata nei vostri desideri. Tutto ciò che vi succede
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dipinta di verde: e tutto era così mastodontico che
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dondolare di teste: finché tutto finì in uno strappo
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Non lo so. Di tutto, di nulla. Forse perché
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come quel giorno, e tutto ricominciava dal momento preciso
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ancor più vicino e tutto accadde come doveva accadere
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silenziosamente chiedendosi scusa di tutto, mentre la notte sfumava
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suonava il telefono e tutto finiva. Gli riusciva difficile
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quel fazzoletto di rena tutto era pulito, casto, perfetto
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di peggio e non tutto è perduto, Giovanna non
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Giovanna buttò giù quasi tutto il whisky e non
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inferocita, sollevò il microfono: «Tutto bene, grazie». Infine salì
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sciaguattare di vita. Ma tutto quello che accadde fu
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figliolo?» ¶ «No, mammy. Va tutto bene.» ¶ «Nemmeno una lettera
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Giovanna, le avrebbe detto tutto, le avrebbe chiesto la
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grazie.» ¶ «Silenzio, per favore!» ¶ «Tutto a posto?» ¶ «Sì, Richard
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commedia? Son tornato, ecco tutto. Autista, stop.» ¶ L’autista
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Beirut, Shanghai. C’è tutto: perfino il senso di
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su una poltrona e tutto era come ricordava: la
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sto denutrendo. Ho fotografato tutto il giorno una dannata
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pollo farcito, lasciò quasi tutto il vino nella bottiglia
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mangia. Qui tutti risolvono tutto con il mangiare: sei
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canzoni popolari e per tutto il tempo Richard la
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finirà. Ma farò di tutto perché non finisca. Di
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le sedette di fronte. Tutto avrebbe immaginato, vedendo rientrare
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addirittura inventava bugie? Di tutto il racconto che aveva
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non la udì, era tutto bianco e ascoltava la
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e tirava pedate, schiaffi, tutto ciò che poteva, decisa
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in America si comprime tutto: i sentimenti, il coraggio
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a coltello, c’era tutto quello che un tempo
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regole: la segretaria e tutto il resto.» ¶ «Baby, non
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spalle: scrutandola. ¶ «Baby, va tutto bene, vero?» ¶ «Benissimo, certo
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passerà.» ¶ «Come no? Passa tutto, a questo mondo. Tutto
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tutto, a questo mondo. Tutto. Niente vale la pena
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siamo. Non guardare, sciuperesti tutto, guarda per terra, ti
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tondo, lassù, precipitava abbandonandosi tutto nel vuoto. Liscio, prima
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frullare di ali, e tutto era grigio: il cielo
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spinta in avanti, e tutto sarebbe finito. Era solo
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ho avuto paura, ecco tutto.» ¶ «Chi tiene il broncio
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né un autobus, è tutto vuoto come quando eri
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se dietro l’angolo tutto fosse finito. Raggiungi l
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pali, alle maniglie, a tutto quello che sporge, e
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gli altri e farai tutto ciò che Dio e
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sia debolezza, ed esplora tutto, bagna tutto, ti uccide
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ed esplora tutto, bagna tutto, ti uccide se non
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nostra salute è del tutto apparente. Provi a trascorrere
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la potenza, l’indistruttibilità. Tutto in America esprime forza
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alle cascate d’acqua. Tutto esprime sicurezza: dal denaro
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un paese senza sfumature. Tutto bianco o tutto nero
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sfumature. Tutto bianco o tutto nero. E la gente
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lo vede senza sfumature. Tutto bianco o tutto nero
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sfumature. Tutto bianco o tutto nero. Non vorrei psicanalizzarla
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vivo, sanguinante, e muggisca tutto l’orgoglio d’esser
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in America?» ¶ «C’è tutto, in America.» ¶ Attraversò a
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vampata. Lo sputnik era tutto ciò che vedevano, il
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Dentro lo shelter avrete tutto ciò che vi occorre
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scatolette e ti respirano tutto l’ossigeno…» ¶ «Ma, cara
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ci fu whisky. Per tutto il tempo che la
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ne fai?» ¶ «Francesco sa tutto, sapeva tutto prima di
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Francesco sa tutto, sapeva tutto prima di me. Comunque
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piccoli dèi? E sopportavo tutto perché una donna, dicevo
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disse che era andato tutto benissimo, il taglio era
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bene che farò di tutto perché si senta a
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che tipo è, ecco tutto.» ¶ «Florence, qualunque tipo sia
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mezzo centimetro. Spinse con tutto il suo corpo, chiese
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rosso, quel volto dove tutto era bello eppure sgradevole
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aria d’agosto quando tutto s’acquatta in un
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e in quel vuoto tutto le appariva distorto da
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la propria aggressività: finché tutto moriva in una impotente
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ebbe un collasso, vomitò tutto il whisky bevuto dall
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due.» ¶ «Suicidarsi?!» ¶ «Sissignora.» ¶ Bevve tutto il whisky. Ne versò
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cuore, e che vedeva tutto, capiva tutto, e soffriva
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che vedeva tutto, capiva tutto, e soffriva. Nooo?!» ¶ «Non
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lei che mi provocava. Tutto è successo senza che
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in uno stupefatto dolore, tutto il suo corpo doleva
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è stata zitta? Dissi tutto a Martine, tutto. Credeva
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Dissi tutto a Martine, tutto. Credeva anche lei che
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dove credevi che trovasse tutto il denaro che sprecava
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Non vuoi andarci, ecco tutto. Sei come le altre
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come le altre, ecco tutto. Nessuna donna resiste a
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a certe realtà, ecco tutto. Nemmeno Martine ha resistito
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Certo.» ¶ «Mi dispiace di tutto, Giò.» ¶ «Dispiace anche a
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che strano, ormai è tutto chiaro, tutto deciso: allora
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ormai è tutto chiaro, tutto deciso: allora perché non
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quel tempo. Era bello tutto, a quel tempo, anche
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insalate, dei pomodori, di tutto, fino a scoprire dalla
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era venuta e andava tutto benissimo. Invece si accertò
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sempre più radi, e tutto precipitava nel buio, nel
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poiché avevi fatto già tutto. Era una voglia di
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mai più. E, mentre tutto riprendeva la sostanza di
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Roma. Avrai un bungalow tutto per te, e la
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Ciao, Gomez. Grazie di tutto.» ¶ «Arrivederci, Giò.» ¶ Si salutarono
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e cattiva.» ¶ «Niente di tutto questo. Sono pratica. E
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umano, è normale, che tutto possa finire in due
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Aveva amato Richard, ecco tutto. E con lui aveva
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amato l’America, ecco tutto. E con lei aveva
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tuo cervello sono invulnerabili, tutto sommato.» ¶ «Come dicevi?» ¶ «Ti
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di diaria. Delicata, perbacco! Tutto bene, Giò?» ¶ «Benissimo, commendatore
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voleva. Insomma parlarono di tutto fuorché di Richard, di
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Bill. Ma ora, concluse, tutto questo era finito: perché
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nemmen più abbronzato: era tutto bianco, molle, e nelle
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Richard. Mi piaceva, ecco tutto, e così sono andata
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che tra noi due tutto fosse perfetto, Francesco.» ¶ «La
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sudare. Non era già tutto pronto? Il particolare del