Ada Negri, Il dono, 1936

avea tolta nel sonno: tutto torna ¶ come fu ieri

pur, Tu che sai tutto, ¶ la mia stanchezza sai

la terra ¶ da offrire. Tutto fu già offerto, donna

nulla matura ¶ perché già tutto maturò: chiarezza ¶ che della

tra febbraio e aprile, ¶ tutto malinconie, tutto promesse: ¶ ed

e aprile, ¶ tutto malinconie, tutto promesse: ¶ ed io bacio

arbusto ¶ di spirèe bianche, tutto in fiore, molta ¶ fu

bassa. ¶ Il chiosco è tutto aggrovigliate chiome ¶ di rampicanti

fraterno il cielo. ¶ Oh, tutto e sempre ne' miei

bei giardini, se nascosti: tutto ¶ mi par piú bello

con me nell'orto, tutto strati e cumuli ¶ di

Qui sosto: di quassú tutto è sorriso ¶ per gli

ch'è tardi, e tutto ¶ è vano. ¶ MATER ¶ ROSA

ancóra figli. Non del tutto è sazia ¶ natura in

ondeggiano ancóra nel sole? ¶ Tutto il sole era mio

tuo segreto ¶ cuore non tutto tu mi scopra, forse

fu sorda alla campana. ¶ Tutto, in quell'oro: purità

offerto alla tua gloria, tutto. ¶ Dall'anulare non lo

sai, Tu che sai tutto. ¶ E ben sai che

un manto di sovrana ¶ tutto candido raso costellato ¶ di

roghi. ¶ Per meglio bere tutto il cielo, stavi ¶ quasi

madre il ciel, che tutto ode e misura, ¶ pendeva

PARTIRE ¶ Oggi, aspro giorno, tutto lampi e ombre ¶ nell

morte, e non del tutto ¶ purificata del ricordo umano

l'ineffabile certezza ¶ che tutto fu giustizia, anche il

giustizia, anche il dolore, ¶ tutto fu bene, anche il

anche il mio male, tutto ¶ per me Tu fosti