Giacomo Leopardi, Canti, 1837

pensieri ¶ Si componea l'umana vita: in bando ¶ Li

empio fato interdice ¶ All'umana virtude, ¶ Né pura in

danno e scorno ¶ Dell'umana progenie al dolce raggio

Né scolorò le stelle umana cura. ¶ Non io d

titania lampa ¶ Fur dell'umana gente, allor che ignuda

il canto, ¶ Voi dell'umana prole incliti padri, ¶ Lodando

antico e padre ¶ Dell'umana famiglia, e tu l

d'affanno ¶ Visse l'umana stirpe; alle secrete ¶ Leggi

è tutta indarno ¶ L'umana speme. A desiar colei

campo, ¶ Questa flebil riguardi umana sede. ¶ Me spesso rivedrai

cotanto dolore ¶ Quanto all'umana età propose il fato

corresse il giorno ¶ All'umana famiglia; onde agitato ¶ E

purpureo manto ¶ Sottrar l'umana prole. Or s'altri

fuggir volto la trista ¶ Umana sorte, in cangiar terre

di miserie carca ¶ L'umana stirpe; a quale ultimo

ci apparia ¶ La vita umana e il fato! ¶ Quando

affanno, è gran guadagno. Umana ¶ Prole cara agli eterni

alma ogni esempio ¶ Dell'umana viltà subito a sdegno

siccome suole, ¶ Divien l'umana prole. ¶ Quando novellamente ¶ Nasce

Dolci signori, amici ¶ All'umana famiglia, ¶ Al cui poter

Per antica viltà l'umana gente; ¶ Ogni vana speranza

in un momento. ¶ Natura umana, or come, ¶ Se frale

mio mal consorte ¶ L'umana specie. Alfin per entro

discordi e repugnanti ¶ L'umana compagnia principii e parti

Che a sé l'umana sede, ¶ Esso a lei

queste rive ¶ Son dell'umana gente ¶ Le magnifiche sorti

ordinata in pria ¶ L'umana compagnia, ¶ Tutti fra sé

e cura, ¶ Benché l'umana etate, ¶ Come destina il

XLI ¶ FRAMMENTO DELLO STESSO ¶ Umana cosa picciol tempo dura