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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «un»

nautoretestoannoconcordanza
1
1956
dietro ai cardellini è un uomo che ha testa
2
1956
Così il Re diede un fucile a Temperino e
3
1956
tutte le radici, è un uomo. ¶ Il Re andò
4
1956
fretta riuscì a riempire un canestro d’insalata strappandola
5
1956
gli indicava col muso un’altra aiola. ¶ – Le rose
6
1956
Vieni: andiamo a fare un bagno in fiume. ¶ Arrivati
7
1956
In quella si sentì un gran nitrito e apparve
8
1956
C’era una volta un lupo e una volpe
9
1956
Comare, vado a dare un’occhiata per queste campagne
10
1956
nel bel mezzo d’un gregge. Aveva appena azzannato
11
1956
gregge. Aveva appena azzannato un agnello, che dovette fuggirsene
12
1956
aggiusto io!» ¶ Aveva scoperto un nascondiglio pieno di miele
13
1956
al lupo, – ho scoperto un posto pieno di miele
14
1956
Compare, sono stata a un paese che si chiama
15
1956
che sono arrivata a un paese chiamato Sbafàtolo. ¶ Il
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1956
Vogliamo andare a darci un’occhiata, comare? ¶ E la
17
1956
Compare, dobbiamo arrivare a un paese lontano assai. Se
18
1956
vuoi venire, seguimi. È un paese che si chiama
19
1956
Arrivati in cima a un monte, la volpe disse
20
1956
cocci, e tutt’a un tratto gli arrivano addosso
21
1956
le arrivò vicino, gettando un lamento a ogni passo
22
1956
con questa zampa? Portami un po’ in groppa. ¶ E
23
1956
era una madre e un padre che avevano un
24
1956
un padre che avevano un figlio, e questo figlio
25
1956
ora se ne impegnava un’altra, passava la notte
26
1956
il padre gli comprò un cavallo e prese cento
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1956
è cento ducati e un cavallo. Va’ e trovati
28
1956
a una campagna vide un uomo carponi in terra
29
1956
a piedi. ¶ Ne incontrarono un altro. – E tu come
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1956
di cornacchie inseguite da un falco. – Be’, vediamo cosa
31
1956
lo caricavano più d’un mulo come niente fosse
32
1956
a gridare: – Ti diamo un altro carlino, ti diamo
33
1956
altro carlino, ti diamo un altro carlino se stai
34
1956
le orecchie e senti un po’ cosa dicono a
35
1956
cammino e giunsero in un posto dove lavoravano tanti
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1956
per aria le pietre, un’ira di Dio. ¶ – Basta
37
1956
me? ¶ – E andiamo –. Fecero un’allegra compagnia tutti insieme
38
1956
una, quello ne contava un’altra, e così giunsero
39
1956
naturale. Poi andarono da un barbiere, si misero tutti
40
1956
fare i guappi. Passò un giorno, due giorni, tre
41
1956
reale. Si rivolse a un maggiordomo: – Eccellenza, io sono
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1956
sera mi mandi con un biglietto, che t’è
43
1956
non si vedeva più un granello di polvere. Venuta
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1956
se ne tornò con un becco come un pappagallo
45
1956
con un becco come un pappagallo. Disse il Re
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1956
e che bisogna farne un’altra. E sta interrogando
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1956
la fa incastonare in un anello, e la Reginella
48
1956
indomani arrivò al malato un biglietto della Reginella, che
49
1956
tua sposa, perché in un giorno sei capace di
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1956
il sorcio d’orto ¶ Un sorcio, mentre stava rosicando
51
1956
in dispensa, si prese un così brutto spavento dal
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1956
parlato una volta d’un suo compare sorcio campagnolo
53
1956
abitava nell’orto sotto un fico. E gira e
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1956
mai, compare? Trattieniti almeno un altro giorno. ¶ – No, compare
55
1956
vedere la casa d’un topo di palazzo, accettò
56
1956
orto, s’arrampicarono per un pergolato ed entrarono per
57
1956
Mentre s’avvicinava a un pezzo di lardo, il
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1956
capitassi davanti!» ¶ E con un salto ritornò nell’orto
59
1956
Le ossa del moro ¶ Un Re vedovo con un
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1956
Un Re vedovo con un figlio si risposò e
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1956
perché voleva bene a un moro e non vedeva
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1956
sciogliere l’indovinello. Mancava un giorno allo scadere del
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1956
Re si fermò in un pagliaio. In quel pagliaio
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1956
poveri che viviamo in un pagliaio. ¶ – Abbiamo solo una
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1956
certo il figlio d’un Re! ¶ Cucinò la gallina
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1956
io sono bella come un angelo del paradiso. E
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1956
che era senza figlioli. Un giorno, mentre stendeva i
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1956
n’erano mai viste. ¶ Un giorno, la gallina si
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1956
perse la pazienza, prese un vecchio straccio e glielo
70
1956
svolazzare, finché arrivò in un luogo deserto. Mise lo
71
1956
posto dello straccio comparve un palazzo. La gallina salì
72
1956
regina e le apparecchiarono un bel pranzo. Dopo mangiato
73
1956
Dopo mangiato, s’affacciò un po’ al balcone; il
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1956
gallina. ¶ La gallina diede un colpo di becco al
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1956
nido in cima a un albero. Disse: – Volete vedere
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1956
da aggranfare. Videro appeso un maiale squartato, e si
77
1956
d’Uncino e raccogli un po’ di minestra, così
78
1956
faccio io!», pensò. Prese un bel fascio d’erba
79
1956
corsa a casa. ¶ Dopo un po’, Crocche raggiunse Cricche
80
1956
padre mio, – gli disse un giorno, – confidatemi la vostra
81
1956
bianco, fategli firmare subito un contratto. ¶ Il padre stette
82
1956
S’aperse tutt’a un tratto, apparve il padre
83
1956
spada tua, gli diamo un cavallo e una borsa
84
1956
altro mercante lo guardò un po’ in faccia, poi
85
1956
Francia si doveva passare un bosco fitto, buio e
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1956
voltava a sinistra d’un pino, saltava una siepe
87
1956
sbatteva col mento in un ramo basso e cadeva
88
1956
gli zoccoli scivolavano in un pantano nascosto dalle foglie
89
1956
ora s’aggrovigliavano in un roveto e non riuscivano
90
1956
in Francia bisognava traversare un fiume. La cavallina, come
91
1956
sapeva dove c’era un guado e si buttò
92
1956
uomo si presentò a un mercante che la prese
93
1956
del Re di Napoli. Un seguito di sventure mi
94
1956
E se vi trovassi un posto di trinciatore della
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1956
più lo guardava più un sospetto si faceva strada
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1956
nella sua mente. Finché un giorno si confidò con
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1956
era un gigante con un occhio in fronte, che
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1956
ci manca niente. ¶ Spostò un macigno che non sarebbero
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1956
in-fronte grufolare come un maiale, prese lo spiedo
100
1956
vinto! – E gli buttò un anello. Fratino lo raccolse
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1956
al dito. Ma era un anello fatato: una volta
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1956
messi a cuocere in un pentolino, e le orecchie
103
1956
non vado a fare un bisognino. ¶ La nonna disse
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1956
disse la nonna. ¶ – Aspetta un momentino –. Finì di legare
105
1956
Franceschiello ¶ Una mamma aveva un figlio solo, Franceschiello, e
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1956
per maestro gli trovò un fabbroferraio. ¶ Franceschiello andò a
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1956
dalla mamma. – Mamma, trovatemi un altro maestro, ché quest
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1956
La mamma gli cercò un altro maestro e trovò
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1956
altro maestro e trovò un ciabattino. Franceschiello lavorò dal
110
1956
dalla madre: – Mamma, trovatemi un altro maestro, ché neanche
111
1956
a vedere se imparo un’arte per conto mio
112
1956
facendo in mezzo a un bosco, sbucano fuori quattro
113
1956
con la compagnia. Dopo un anno, il capo morì
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1956
fu fatto capo Franceschiello. Un giorno comandò a tutta
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1956
del bottino. Gli venne un’idea: «Con tutti i
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1956
è qui, potrei caricarmi un mulo, andarmene e non
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1956
il figlio che teneva un mulo per la cavezza
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1956
L’arte onorata, mamma, un’arte buona. Si mangia
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1956
intendeva, credette che fosse un’arte buona e non
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1956
compare, – l’ha imparata un’arte? ¶ – Sì, – fece la
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1956
spasso. E ha guadagnato un mulo di quattrini. ¶ – Ah
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1956
rivedere, che gli voglio un po’ parlare… ¶ Franceschiello andò
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1956
riesci a portarmi via un castrato dalla mandria, ti
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1956
tenete i cani, sono un povero sacerdote. ¶ I pastori
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1956
pastori, trasse di tasca un pezzo di pane e
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1956
vino coll’oppio). Disse un pastore: – Alla buonora, zi
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1956
Franceschiello. – A me basta un sorso –. E gli porse
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1956
ora che volevamo discorrere un po’ con lo zi
129
1956
capì che doveva esser un tiro di Franceschiello e
130
1956
e si nascose dietro un angolo. Il romito, che
131
1956
sentito tutto, svelto come un gatto, si cacciò dentro
132
1956
ai piedi gli mise un sacco; poi si vestì
133
1956
Pesce lucente ¶ C’era un buon vecchio, cui erano
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1956
se no non mangiava. ¶ Un giorno mentre andava pel
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1956
gli si fece incontro un signore dalla lunga barba
136
1956
i cento ducati sotto un mucchio di letame, senza
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1956
vecchio li nascose sotto un mucchio di cenere. La
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1956
seppe, non mangiò neanche un boccone: andò a letto
139
1956
e col ricavato comprati un pesce, il più grosso
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1956
le ranocchie e comprò un pesce. La notte s
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1956
sposo? ¶ Il Favonio era un tipo attaccato ai quattrini
142
1956
perché non hai neanche un soldo di dote. ¶ La
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1956
sue forze, senza fermarsi un minuto, col rischio di
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1956
i villaggi restarono sotto un fiato caldo che sciolse
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1956
generale. – Be’, – disse a un certo punto la ragazza
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1956
bagnarla del sangue di un agnello e riportarla al
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1956
Quando ebbe pianto per un po’, s’asciugò gli
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1956
addormentò nel cavo di un albero. ¶ Al mattino, il
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1956
andando a caccia, inseguiva un cervo ferito. E invece
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1956
davanzale veniva a posarsi un pappagallo e le diceva
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1956
penne ho da fare un ventaglio, ¶ Della tua carne
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1956
carne ho da fare un boccone, ¶ Sarò la sposa
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1956
Il pappagallo apparteneva a un Re di quei dintorni
154
1956
penne ho da fare un ventaglio, ¶ Della tua carne
155
1956
carne ho da fare un boccone, ¶ Sarò la sposa
156
1956
era una moglie e un marito, e stava per
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1956
e stava per nascergli un bambino. Il padre andò
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1956
il bambino; ed era un maschio. Allora padre, madre
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1956
la mia morte?» Trasse un coltello, lo piantò in
160
1956
lasciò in mezzo a un campo di mandorli in
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1956
inaspettatamente, al mercante nacque un figlio suo. Un giorno
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1956
nacque un figlio suo. Un giorno, questo figlio era
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1956
questo figlio era già un ragazzetto, giocando con Mandorlinfiore
164
1956
Re, senza riconoscerlo, vedendo un giovane così istruito, lo
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1956
la figlia ospite da un altro Re suo fratello
166
1956
Sono stato trovato in un campo di mandorli in
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1956
Sostituirono la lettera con un’altra in cui si
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1956
le tre figlie di un pescatore, che solo loro
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1956
prima. Così disse a un ministro d’ammazzarle, e
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1956
diedero alla luce ognuna un bel bambino maschio. Erbe
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1956
via a tentoni. ¶ Trovò un’altra grotta, e un
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1956
un’altra grotta, e un posto con molte erbe
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1956
dalla mamma nella grotta. ¶ Un giorno un figlio di
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1956
nella grotta. ¶ Un giorno un figlio di Re che
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1956
caccia lo incontrò in un bosco. Disse il figlio
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1956
lo vide gli fece un po’ di feste ma
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1956
mise in via. In un deserto c’era un
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1956
un deserto c’era un palazzo bianco e nero
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1956
volto, mi trasformo in un albero, – ed entrò nel
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1956
giovane le spense con un soffio: cessò l’incantesimo
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1956
l’incantesimo e d’un tratto si ritrovò nel
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1956
e collotorto ¶ C’era un Re che faceva quattro
183
1956
modo, solo che zoppicava un poco da una gamba
184
1956
gamba, ed era anche un po’ gobba, e in
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1956
il Re scoppiò in un’altra risata: – Ah, ah
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1956
pettinandomi m’ha tirato un capello… E io sono
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1956
la cameriera ha colto un fior di gelsomino e
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1956
M’è cascato su un piede e son rimasta
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1956
testa diventò aguzza come un chiodo. C’era un
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1956
un chiodo. C’era un buchino nel muro e
191
1956
Da una caverna usciva un po’ di luce. ¶ – Padrone
192
1956
al fuoco c’era un gigante con un occhio
193
1956
a ogni pollo mancava un’ala, a ogni pane
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1956
ala, a ogni pane un cantuccio, a ogni bottiglia
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1956
cantuccio, a ogni bottiglia un dito di vino, e
196
1956
e mise di guardia un altro. Ma anche questo
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1956
letto. L’agguantò per un braccio: – Non aver paura
198
1956
figlia e ad ammazzarla. ¶ Un giorno la ragazza, mentre
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1956
peloso che avevano. Scelsero un grande albero dal tronco
200
1956
zampe sul tronco di un albero. Il figlio del
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1956
ruppe il pettine. Prese un altro pettine e gli
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1956
peccatoraccio, ¶ Una gallina e un gallinaccio! ¶ (Abruzzo) ¶ 110 ¶ Il tignoso
203
1956
gallinaccio! ¶ (Abruzzo) ¶ 110 ¶ Il tignoso ¶ Un Re non aveva figli
204
1956
questa tristezza, cavalcava per un bosco quando incontrò un
205
1956
un bosco quando incontrò un signore su un cavallo
206
1956
incontrò un signore su un cavallo bianco. ¶ – Perché tanta
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1956
perderà. ¶ – Se volete avere un figlio, – disse il cavaliere
208
1956
cavaliere, – firmate con me un contratto: che quando questo
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1956
il figlio nacque. ¶ Era un bambino coi capelli d
210
1956
che ha sancito con un patto la tua nascita
211
1956
nel bosco. S’udì un altro scalpiccio di zoccoli
212
1956
Finché non giunsero a un immenso palazzo, e il
213
1956
armadio, prendere con te un setaccio, un sapone, un
214
1956
con te un setaccio, un sapone, un pettine. Poi
215
1956
un setaccio, un sapone, un pettine. Poi scendi nelle
216
1956
potrà più raggiungerti. ¶ Dopo un minuto, già il giovane
217
1956
anime dannate e fece un inferno nell’Inferno. Poi
218
1956
pettine si trasformò in un bosco così fitto che
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1956
il padrino dovette penare un bel pezzo per districarsi
220
1956
oro, e comprò da un macellaio una vescica di
221
1956
tignoso. Legò Rafanello in un prato, e nessuno poteva
222
1956
non voleva in casa un tignoso. Il marito, per
223
1956
Rafanello. Si rivestì d’un abito rosso da Re
224
1956
dell’alba, uscire da un cancello, che dava sul
225
1956
piccolo; li mise in un cestino e glieli portò
226
1956
il Re e proclamò un bando: ¶ Tutti coloro che
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1956
lui s’accomodò in un giaciglio accanto al fuoco
228
1956
al fuoco, perché – disse – un tignoso non può avvicinarsi
229
1956
del Re. «Allora, è un tignoso davvero, – pensò la
230
1956
già combinato di dargli un cavallo zoppo per farlo
231
1956
i suoi stracci con un vestito bianco e con
232
1956
stato ferito ne provò un gran dolore, perché era
233
1956
mantello sbottonato lasciava intravedere un braccio fasciato, che sotto
234
1956
il mantello c’era un prezioso vestito di velluto
235
1956
figlia del Re soffocò un grido di sorpresa e
236
1956
Abruzzo) ¶ 111 ¶ Il Re selvatico ¶ Un Re aveva tre figlie
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1956
padre che avevano fatto un sogno tutt’e due
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1956
scappata di casa con un soldato semplice. Il Re
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1956
alla sua casa. Chiamò un generale e gli ordinò
240
1956
poi d’ucciderla con un colpo di spada. ¶ Così
241
1956
in cantina? Fatemici andare un po’ a vedere, – e
242
1956
siamo sposati, e faremo un figlio e gli metteremo
243
1956
a urlare: – Che eravate un po’ tonti, – dice, – me
244
1956
indietro. ¶ Camminò fino a un fiume, e c’era
245
1956
fiume, e c’era un uomo che voleva levare
246
1956
con codesta forca? ¶ – È un pezzo che ci provo
247
1956
finché non arrivò a un altro fiume. C’era
248
1956
altro fiume. C’era un contadino che s’affannava
249
1956
cammina, in cima a un gelso vide una donna
250
1956
che teneva in mano un paio di brache. ¶ – Che
251
1956
poi le dice: – Lega un capo del gomitolo alla
252
1956
sperando anche loro in un regalo come quello che
253
1956
rossa-come-il-sangue) ¶ Un figlio di Re mangiava
254
1956
la ricotta, si ferì un dito e una goccia
255
1956
donna! ¶ Cammina cammina, incontrò un vecchierello. – Giovanotto, dove vai
256
1956
La bella morì. ¶ Aperse un’altra melagrana e saltò
257
1956
melagrana e saltò fuori un’altra bella ragazza dicendo
258
1956
senza brocca! – Lei prese un’altra brocca e tornò
259
1956
alla fontana, ruppe ancora un’altra brocca, e la
260
1956
e glielo ficcò in un’orecchia. Alla ragazza cadde
261
1956
Il cuoco le diede un piatto di zuppetta e
262
1956
penne d’oro. ¶ Dopo un po’ di tempo, il
263
1956
quel punto nacque subito un albero di melograno. ¶ Quest
264
1956
lo zufolo ¶ C’era un giovane che si chiamava
265
1956
della zappa, quando a un tratto, su un ciglio
266
1956
a un tratto, su un ciglio, vide un morto
267
1956
su un ciglio, vide un morto lungo disteso, sotto
268
1956
Giuseppe Ciufolo lavorava per un patrigno, e questo patrigno
269
1956
lavorare. Finì per trovare un vecchio mendicante, e chiese
270
1956
diede a Giuseppe Ciufolo un coltello perché tagliasse in
271
1956
t’ho conosciuto per un uomo giusto. Sappi che
272
1956
La barca giunse a un’isola piena d’ogni
273
1956
d’ogni ricchezza, con un palazzo principesco che attendeva
274
1956
ma voi datemene tre. ¶ Un giorno, la locandiera stava
275
1956
come al solito a un viaggiatore: – E l’avete
276
1956
ogni giorno più bella. ¶ Un forestiero passando a cavallo
277
1956
che avesse mai visto. Un po’ impaurito, spronò il
278
1956
alla Bella Venezia, ammazzò un agnellino che è sangue
279
1956
Verso sera vide laggiù un lumino: s’avvicinò, sentì
280
1956
paura si nascose dietro un albero. Era un luogo
281
1956
dietro un albero. Era un luogo roccioso e deserto
282
1956
bianca s’aperse come un uscio e dentro c
283
1956
c’era illuminato come un gran palazzo. I dodici
284
1956
stette ad aspettare. Dopo un po’ una voce di
285
1956
siccome aveva fame mangiò un’ala ad ogni pollo
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ad ogni pollo, rosicchiò un cantuccio d’ogni pane
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ogni pane, e bevve un dito di vino da
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ladroni, si nascose sotto un letto. I dodici banditi
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altro per le pubblicazioni: un abito color acqua del
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a Maria di chiedergli un vestito per il giorno
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fabbricato per la ragazza un vestito di legno che
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padre che voleva fare un bagno e mise una
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per le zampe e un’altra colomba fuori della
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sulle onde arrivò in un posto dove c’era
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posto dove c’era un figlio di Re che
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sul mare e disse: – Un pesce così non l
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nere, e saliva su un albero. Lì cominciava a
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preparava per andare a un ballo e cominciò a
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del Re le diede un anello coi brillanti e
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trovò la dama con un vestito più bello ancora
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del Re le regalò un medaglione col suo ritratto
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non voleva mangiare neanche un cucchiaio di minestra. Un
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un cucchiaio di minestra. Un giorno, a sua madre
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che gliene facesse fare un’altra. ¶ Venne la seconda
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C’era una volta un Re che un giorno
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volta un Re che un giorno, mentre se n
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lemme, si trovò addosso un pidocchio. Pidocchio di Re
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pidocchio divenne grasso come un gatto e stava tutto
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Poi divenne grasso come un porco e lo dovettero
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Poi divenne grasso come un vitello e lo dovettero
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palazzo. Poi fece uscire un editto che chi avesse
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nascosto dal padre, aveva un innamorato e non ebbe
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aveva il suo banchetto un ciabattino gobbo, che s
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cameriera che avrebbe dato un occhio pur di vederla
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Reggia così si diverte un po’ anche lei? ¶ – Ma
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e lo ficcò in un sacco. Chiamò un facchino
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in un sacco. Chiamò un facchino: – Senti, in questo
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questo sacco c’è un ladro che ho ammazzato
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il secondo gobbo dentro un altro sacco, e lo
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Quando torna alla Reggia un’altra volta, ritrova ancora
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vedi che è tornato un’altra volta? ¶ – Ma se
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ci avevo legato pure un sasso! ¶ – E tu legacene
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il sacco ritorna qua un’altra volta, non solo
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pago, ma ti pigli un fracco di legnate. ¶ Il
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Il gobbo è scappato un’altra volta; ora quella
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gridò: – Ah boia d’un gobbo, non ti basta
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T’ho buttato con un sasso e sei tornato
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non gli uscì fuori un palmo di lingua. Poi
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nove mesi mi nascerà un figlio, gli metterò nome
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mio!» e sbottò in un pianto, un pianto da
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sbottò in un pianto, un pianto da non dirsi
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a sua moglie: – Va’ un po’ in cantina a
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tra nove mesi farò un figlio e gli metterò
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padre: – Gli sarà preso un colpo a tutt’e
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che vada a darci un’occhiata. ¶ Andò in cantina
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presto presto ci farà un figlio, e a questo
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con la bocca come un fiore? ¶ – Ah, figlio mio
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il sole? Mi pare un uccelletto cacanido! Sono stato
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uccelletto cacanido! Sono stato un bel bue a crederti
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ma la trattava in un modo che invece d
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una bellissima fanciulla con un piede incatenato, una fanciulla
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C’era una volta un mercante che aveva una
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stando in società, vide un signore che tirava fuor
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della tabacchiera c’era un ritratto. Era il ritratto
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figlia. La figlia restò un po’ in silenzio, poi
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bisogna essere forti. Datemi un cavallo, una borsa di
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mezzo alla campagna. Vide un lume. C’era una
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e restarono tutti d’un colore. Cerca a tentoni
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colore. Cerca a tentoni un cerino e non lo
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qualcuno che m’accende un lume.» Esce di corsa
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intorno e laggiù vede un filo di luce. S
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fare la fattura a un giovane, il figlio di
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suo viaggio. ¶ Arrivò in un paese e si mise
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Dallo scrigno uscirono fuori un groviglio di vipere, saltarono
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che teneva nascosta dietro un quadro, fece sputare alle
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donna, e tutt’a un tratto si trovò dentro
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ecco che arrivò in un altro paese e prese
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padrone della locanda aveva un figlio giovanotto, che da
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una fantesca che reggeva un vassoio con la cena
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la bella signora diede un altro schiaffetto al giovanotto
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la finestra ci accendiate un falò; quinto, che teniate
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falò; quinto, che teniate un muratore sul tetto, pronto
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coperta cadde tutt’a un tratto scoprendo il sole
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aveva in testa. Ricevette un mucchio di regali anche
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che subito venga su un palazzo grande come quello
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in modo che da un capo le finestre tocchino
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del Re ne sorse un altro, tal quale come
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Re superbo si levò un altro velo e s
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ai servitori che portavano un prezioso scialle ricamato che
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velo, le aveva mandato un anello di fidanzamento con
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anello di fidanzamento con un diamante grosso come una
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C’era una volta un Re e una Regina
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e conservò l’anello. ¶ Un giorno la figlia, sfaccendando
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trovò l’anello in un cassetto d’un canterano
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in un cassetto d’un canterano. Lo infilò e
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Niente, padre, mi sono un po’ graffiata. ¶ Ma dopo
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ma di’ che vuoi un abito da fidanzamento color
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c’è al mondo. Un vestito così non esiste
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quella risposta, chiamò subito un servo fidato, gli diede
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servo fidato, gli diede un sacco di monete d
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monete d’oro e un buon cavallo e lo
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il mondo, a cercare un vestito color dei prati
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Ebrei e cercò d’un mercante di pannine. – Ce
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disse la balia, – chiedigliene un altro per le pubblicazioni
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succhiò come fosse stata un tordo. Poi s’imbarcò
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campagne, e arrivò da un altro omone che stava
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che si sentì: bum!, un boato: la montagna era
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dare sua figlia a un morto di fame qualunque
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offrirò, senza lasciar nemmeno un’ala di pollo o
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ala di pollo o un chicco d’uva passa
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domani –. E fece preparare un pranzo d’un migliaio
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preparare un pranzo d’un migliaio di pietanze. «Questo
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non ci avrà certo un seguito tale da consumare
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tutto, senza lasciarne neanche un fondo di bicchiere. ¶ Venne
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scolarsi una botte, poi un barile, poi una damigiana
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Il ragazzo fece fabbricare un palazzo che era le
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sette bellezze, ne diede un piano al padre e
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buio mentre erano in un bosco. E il romano
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bisogna far la guardia un’ora per uno. ¶ Cominciò
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quando dal bosco uscì un gigante. ¶ – Che stai a
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a buttare tutto in un pozzo. Ripulisce la sciabola
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sua ora, si presentò un gigante uguale all’altro
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di guardia per quasi un’ora, e il bosco
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era tutto silenzioso. A un tratto, si sente un
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un tratto, si sente un passo tra le fronde
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le fronde ed esce un gigante. – Che stai a
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pensò: «Prima, voglio vedere un po’ di dove veniva
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sia successo qualcosa? – diceva un’altra. ¶ E la terza
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ci sarebbe da andargli un po’ incontro, che ne
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a ogni giro stermina un esercito. ¶ E la terza
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volle subito provarli: «Vediamo un po’ se è vero
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miglia lontano c’era un esercito schierato con le
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gli scudi a difendere un castello, e sulla loggia
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e le fece fare un giro in aria. Poi
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tasca. Poi le diede un bacio e se ne
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che qui è venuto un coraggioso cavaliere, che ha
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tolto l’incantesimo dandomi un bacio –. Si guardò il
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Re. ¶ Alla Principessa venne un’idea: – Papà, facciamo così
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Papà, facciamo così: apriamo un’osteria nella campagna, con
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gli sia successo? È un fifone quest’amico nostro
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dormivate, m’è comparso un gigante, e l’ho
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non si raccapezzava, suonò un campanello. ¶ Entrarono quattro servitori
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Mia figlia era sotto un incantesimo e questo giovanotto
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C’era una volta un padre, padre di due
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padre di due figli, un figlio maschio e una
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il Re stava in un altro paese, a lui
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di casa: – Giacché avete un figlio tanto bello, fatemelo
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sua figlia brutta; era un viaggio per mare e
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cominciò a dire: – Guarda un po’ cosa si deve
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Sii buona, balia, dammene un pezzetto. ¶ Allora quell’infame
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quell’infame le diede un po’ di pane e
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di mare, – ma, dopo un sorso, sentì più sete
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camminò finché non trovò un pastore. – Dove sta la
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fare? Ti mangia in un boccone, – disse il pastore
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una mano, ne sradicò un’altra con l’altra
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tu. ¶ Disse Giuanni: – Di’ un po’, Gigante, non l
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l’avresti una corda un po’ più lunga? Vorrei
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da tornare per legna un’altra volta. ¶ Il Gigante
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ebbe da portar niente. ¶ Un giorno il Gigante volle
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arrivava più lontano con un tiro vinceva cento scudi
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scudi. Per spago prese un canapo da mulino e
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Tirò e fece quasi un miglio. Andò a riprendere
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riprendere la trottola, fece un segno dov’era arrivato
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avrebbe potuta spostare d’un dito; ma si mise
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scudi! ¶ Giuanni, prima, con un trivello ed un coltello
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con un trivello ed un coltello, aveva fatto un
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un coltello, aveva fatto un buco in una quercia
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a tener con sé un uomo tanto forte. E
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basta che mi dài un po’ di vantaggio, perché
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e andò finché trovò un pastore con le pecore
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tutte le interiora. – Se un Gigante ti domanda di
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gran galoppo. – Hai visto un uomo che correva? – fa
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Il Gigante disse: – Dammi un coltello che faccio anch
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s’era arrampicato su un albero saltò giù, prese
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C’era una volta un gallo che andava girando
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tutti e due. Dopo un altro po’ incontrano l
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vieni anche tu! ¶ Dopo un altro po’ incontrarono l
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risposero: – … E andiamo. ¶ Fatti un altro po’ di passi
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lupo disse tutt’a un tratto: – Ho fame. ¶ Il
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inghiottì sano sano. ¶ Dopo un altro po’ di strada
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su una frasca, su un ramo, poi tornava sulla
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ma quello s’alzò un tantino. La donna posò
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per terra ¶ Una volta un Re mandò fuori quest
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quel paese ci stava un padre di tre figli
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quel che possedeva era un cavallo, un asino e
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possedeva era un cavallo, un asino e un porchetto
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cavallo, un asino e un porchetto. Inteso l’editto
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la barca, quando passò un vecchietto. – Che fai di
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non trovò altro che un mucchio di doghe da
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a casa piangendo come un disperato e raccontò al
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che lune lo presero! Un altro po’ e lo
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scannava! ¶ Non era passato un mese, ed ecco che
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fratello: ci trovò solo un mucchio di manici da
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Re. Quando c’era un fiume da passare la
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l’equipaggio. Arrivò a un fiume, nel punto in
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in cui ci sfociava un fiumetto più piccolo. Ma
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sulla riva, c’era un omone che se la
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che mi son tolto un po’ di sete, – e
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arriva dove c’era un omone che girava sul
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che girava sul fuoco un bastone e su questo
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il più buono. Dava un morso all’uno, assaggiava
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buono!» e gli diede un morso più forte che
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me l’hai fatta un’altra volta! Adesso apri
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Monto sul tetto, ¶ Faccio un balletto, ¶ Ballo il trescone
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Monta sul tetto, ¶ Facci un balletto, ¶ Balla il trescone
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più. ¶ Passò del tempo. Un giorno la volpe tornò
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e venire ora con un salame, ora con una
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con una mortadella, o un formaggio, o un pollo
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o un formaggio, o un pollo, tutte cose che
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s’accorse che era un nodo scorsoio. Più tirava
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casa starnazzando, svolazzando, rincorrendosi. ¶ Un giorno l’ochina sentì
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giorno l’ochina sentì un batter d’ali e
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batter d’ali e un gridìo. Era l’epoca
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strada e vide venirne un branco, con dietro tutti
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non so dove, in un prato, c’è il
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madre vedova che sposò un padre vedovo, e ognuno
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giorni quella povera ragazza. ¶ Un giorno, mentre andava a
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trovato io. Intanto, fammi un favore, cercami un po
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fammi un favore, cercami un po’ che cosa ho
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sua casa che era un mucchio di spazzatura. – Fammi