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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, Il letto sul tetto, 1950

concordanze di «un»

nautoretestoannoconcordanza
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la bocca grave. ¶ Sembra un professore; e infatti così
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per le burle, è un diavolo e non si
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ce l’aveva con un cameriere che si chiamava
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chiamava Pianetta. Questo era un giovanotto piccolino, con una
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camera da letto; e un giorno ci annunziò che
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dove Severino abitava e un giorno andammo, Pianetta, Severino
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sola grande finestra, su un terreno cintato, adibito a
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Sotto la finestra, con un dislivello di forse mezzo
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tetto di tegole di un magazzino. Più in là
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in passato era stato un granaio. Piacque a Pianetta
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da letto. Non era un gran che, la camera
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gran che, la camera: un letto matrimoniale, un piccolo
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camera: un letto matrimoniale, un piccolo cassettone con lo
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specchio, due seggiole e un comodino. Roba andante, di
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lui e Pia, anche un tavolaccio sarebbe bastato. Finalmente
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gentilezza alla gentilezza, organizzò un pranzo di amici all
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canzonatura bensì, addirittura, di un assassinio. ¶ "Così" concluse senza
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e la sposa, in un vestituccio proprio misero, con
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vestituccio proprio misero, con un fazzoletto sulla testa. La
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essere lo stanzone di un magazzino. Sull’altare c
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discorsi. Tanto che, ad un tratto, non potei tenermi
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poteva pagare. Severino fece un brindisi e un altro
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fece un brindisi e un altro ne feci io
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ne feci io e un altro il padrone del
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caffè. Si versò da un bicchiere un po’ di
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versò da un bicchiere un po’ di spumante e
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dal vino. Poi, ad un tratto, mi guardai intorno
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pensarci tanto su, con un pretesto, mi alzai e
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grige stracciate. C’era un’aria di pioggia che
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dove stava il letto, un quadretto della Madonna con
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mobile: il comodino. In un angolo, forse rendendosi conto
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qua una seggiola, là un’altra, più lontano il
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affannato, prendendo Severino per un braccio: "Hai capito... porta
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Lei teneva in mano un mazzetto, lui l’ombrello
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a Severino: "Sei proprio un grande imbecille... ecco che
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gli sposi stendevano in un angolo il materasso e
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li vedessimo, le diede un bel bacio quasi a
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terra ci saranno stati un po’ meno di tre
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dopo, Rodolfo svelto come un gatto, saltò direttamente dal
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pesante, la grondaia, ad un tratto, si staccò e
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abbracciato al tubo, con un urlo che echeggiò nella
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andavamo in cerca di un taxi. In macchina, lui
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medico lo giudicò con un’occhiata come l’ebbero
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rimase a letto, ingessato, un paio di mesi. Gli