parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Oriana Fallaci, Penelope alla guerra, 1962

concordanze di «un»

nautoretestoannoconcordanza
1
1962
tirare una pugnalata a un bambino. Quale imbecille può
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1962
può sostenere che è un rito, un momento sacro
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1962
che è un rito, un momento sacro? È una
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1962
soffitto piovve, come da un rubinetto che perde, il
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1962
gli sembrava di udire un respiro affannoso, il respiro
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1962
sei figliolo!» Proprio come un guardiano che tiene a
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1962
l’avrebbe fatta aspettare un pochino, ancora un pochino
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1962
aspettare un pochino, ancora un pochino, venti minuti, trenta
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1962
lasciava sfiniti come dopo un orribile abbraccio, una rinnovata
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1962
padre non aveva alzato un dito a difenderlo: ma
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1962
confidato a tutti, come un segreto, finché la maestra
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1962
l’ottovolante sfrecciava in un fracassare di ferro, gli
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1962
hot-dog friggevano in un piacevole puzzo di grasso
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1962
ogni bambino c’era un poliziotto finché un giorno
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1962
era un poliziotto finché un giorno lo aveva messo
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1962
papà era morto dopo un litigio con mammy: «Lo
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1962
lo avevano trascinato dentro un bordello dove… L’attesa
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1962
loro fucile ormai inutile. Un soldato piccolo e biondo
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1962
nell’acqua come dentro un guanciale, le braccia tese
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1962
inciampando, piegandosi tutti in un grido «Aah!», poi in
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1962
grido «Aah!», poi in un allibito silenzio. Dal cielo
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1962
vite umane appese a un cencio. A volte scendevano
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1962
li vedeva afflosciarsi con un tonfo sordo. Un morto
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1962
con un tonfo sordo. Un morto, due morti, cento
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1962
mezz’ora, nascosto in un buco, gli orecchi sordi
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1962
e la Sicilia era un campo di ulivi stroncati
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1962
di ulivi c’era un campo di arance che
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1962
quel morto: che era un italiano morto alla mitragliatrice
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1962
morto alla mitragliatrice. Aveva un grumo di sangue in
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1962
È già terribile, vedere un morto che sta lì
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1962
che sta lì come un vivo: ma il resto
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1962
ma il resto! D’un tratto il morto s
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1962
era come scosso in un brivido, era caduto in
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1962
ma non aveva visto un morto che spara ad
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1962
morto che spara ad un vivo e lo taglia
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1962
una baracca di prigionieri, un treno che li portava
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1962
bella bambina che parlava un buffo inglese: Giovanna. No
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1962
guarito. Lo insultava come un fratello, lo ascoltava come
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1962
fratello, lo ascoltava come un confessore. Ma al suo
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1962
letto i gesti di un uomo: facili finché inconsapevoli
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1962
per mettere al mondo un altro Richard. Con dita
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1962
senza di me?». Chiamò un taxi e cinque minuti
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1962
lettera, ne usciva come un cane inseguito. Alle cinque
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1962
Florence, si accese di un vittorioso bagliore. Nello stesso
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1962
non ci conosciamo affatto: un mese trascorso nella tua
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1962
al tirassegno, a vedere un film, a bere whisky
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1962
possibilità di svilupparsi in un rapporto serio e durevole
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1962
consiglierei di andare da un medico o da una
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1962
vuoi?» ¶ Si alzò. Restò un attimo incerta, frenata dalla
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1962
in uno strappo glorioso, un ultimo strillo di Richard
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1962
in disordine addosso a un bambino che desiderava, e
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1962
ora la conduceva con un taxi verso Washington Square
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1962
blocchi». ¶ Lei disse: «Beviamo un whisky?». ¶ Lui disse: «Non
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1962
della porta c’era un corridoio, poi un grande
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1962
era un corridoio, poi un grande soggiorno con un
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1962
un grande soggiorno con un divano di velluto marrone
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1962
lato sinistro c’era un’anta scorrevole dalla quale
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1962
stanza da letto: con un letto a due piazze
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1962
due piazze, una libreria, un cassettone. Ai piedi del
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1962
del letto c’era un televisore. Il letto era
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1962
lenzuolo e coperta, nascose un paio di calzini tra
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1962
spalle ossute, il torace un po’ smilzo. Giovanna sentì
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1962
avesse bisogno, lui in un sorso solo, come se
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1962
era interrotto soltanto da un rumore di passi che
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1962
sul volto egli sembrava un arcangelo. Degli arcangeli aveva
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1962
femminea e i capelli un po’ lunghi che si
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1962
logorato sei dischi in un anno. Ah! Questa è
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1962
i tedeschi?» ¶ Buttò giù un altro whisky, giulivo. Poi
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1962
e a lei saliva un tremito su per le
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1962
Gli si accostò ancora un poco, sul letto. Lo
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1962
Perdonami. Sì, capisco, è un po’ tardi. Ora ti
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1962
perché non aspetti ancora un pochino? Un pochino. Vuoi
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1962
aspetti ancora un pochino? Un pochino. Vuoi vedere la
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1962
L’accendo.» ¶ Buttò giù un altro whisky: nervosamente, stavolta
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1962
in camicia saltava su un materasso: la réclame della
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1962
notte. ¶ «Strano, dovrebbe esserci un buon programma a quest
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1962
ragazza in camicia reclamizzava un materasso, mentre la Fitzgerald
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1962
né orrore: sentiva solo un gran sonno, poi una
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1962
una gran noia, poi un gran sonno, e infine
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1962
sonno, e infine sentì un gran male come il
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1962
operata d’otite, con un ferro caldo dentro l
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1962
faccia, si scosse in un gemito. Un gemito che
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1962
scosse in un gemito. Un gemito che presto divenne
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1962
singhiozzo e poi pianto. Un pianto desolato, impotente: da
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1962
e non sentiva nemmeno un groppo alla gola. Non
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1962
fondo: insistente ora come un male di denti. ¶ «Perdonami
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1962
poi il televisore, cercò un fazzoletto e, come una
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1962
una mamma che consola un figlio ammalato, tornò verso
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1962
di lampeggiare, Richard tirò un respirone e si abbatté
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1962
freddo e c’era un poco di vento: un
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1962
un poco di vento: un foglio, danzando nell’aria
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1962
che tirò una bestemmia. Un tassista, fermandosi, disse: «Bella
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1962
lei, senza accorgersi di un volto di donna che
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1962
una gran meraviglia, poi un’immensa paura: come se
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1962
di sentir nella stanza un profumo che non era
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1962
di lavanda maschile ma un profumo di donna: che
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1962
io, no?» ¶ C’era un vento leggero, quella sera
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1962
York. Dal mare veniva un sapore salmastro che uccideva
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1962
ed ora le spolverava un profumo di alghe, ora
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1962
alghe, ora si alzava un sublime boato che era
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1962
acqua. Si allontanava, in un mare di pece, sotto
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1962
mare di pece, sotto un cielo di pece, privo
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1962
Libertà e che alzando un braccio virile, la fiaccola
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1962
mare. Poi Richard metteva un soldino dentro il cannocchiale
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1962
zampe aggricciate, ad urlare un lamento subito dimenticato per
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1962
lamento subito dimenticato per un nuovo schiumare di acqua
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1962
ha riportato sulla terra, un altro taxi, un ascensore
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1962
terra, un altro taxi, un ascensore che ti conduce
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1962
fosse mai stata su un ascensore, non avesse mai
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1962
Una volta la sfiorò un aeroplano.» ¶ «Oh, Dio! E
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1962
aeroplano.» ¶ Ed ora giù, un’altra sibilante ventata: mentre
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1962
importa. Ora via, su un altro taxi che si
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1962
dalle sue labbra usciva un ridere beato, sommesso, mentre
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1962
d’argento che da un quarto piano scendeva a
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1962
il fuoco che da un terzo piano friggeva per
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1962
piano friggeva per raccomandare un certo tipo di sigari
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1962
d’oro che da un secondo piano ballavano per
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1962
Times» per informare di un certo gangster arrestato, poi
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1962
nuovo nasceva per annunciare un certo film di Marilyn
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1962
a Times Square. Su un marciapiede un mendicante dormiva
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1962
Square. Su un marciapiede un mendicante dormiva abbracciato alla
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1962
corpo. Sull’altro marciapiede un’isterica dell’Esercito della
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1962
il visino affogato dentro un gran fiocco e gridava
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1962
mille cose come stampare un titolo assurdo su una
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1962
ciascuna da spengere con un colpo solo. Alle spalle
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1962
ferro. Ci si appoggiava un cartone firmato, pieno di
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1962
entrava in azione con un fragore pauroso, aghi d
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1962
buchi del cartone firmato, un braccio automatico allungava il
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1962
per te.» E con un comico inchino le offrì
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1962
cui aveva fatto stampare un titolo enorme: Giò arrived
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1962
Richard!» ¶ «Mai quanto te.» ¶ Un silenzio pericoloso lievitava le
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1962
dinanzi alla vetrina di un ristorante e un tacchino
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1962
di un ristorante e un tacchino grosso come uno
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1962
che sembrava cresciuto su un altro pianeta per saziare
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1962
loro dita si strinsero: un po’ sporche del sale
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1962
segnava mezzanotte e mezzo. Un silenzio pericoloso tornava a
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1962
ti piacerebbe andare in un altro posto?» «Sì. Voglio
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1962
Sì. Voglio andare in un altro posto.» E commisero
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1962
era quello che dava un tamburo e il tamburo
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1962
quali rubava al tamburo un ritmo ossessivo e crudele
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1962
la pesante superbia di un popolo sano, e presto
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1962
si spostavano a crearle un passaggio: l’eccitazione aumentò
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1962
ora a due passi, un passo, davanti, la agguantava
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1962
Non vuoi ballare con un negro, young lady?» ¶ Il
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1962
sembrava d’aver visto un amico. Evidentemente ho bevuto
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1962
amico. Evidentemente ho bevuto un po’ troppo.» ¶ «Non hai
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1962
Posso aiutarti?» ¶ «No. Era un fantasma.» ¶ «Ha un nome
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1962
Era un fantasma.» ¶ «Ha un nome, questo fantasma?» ¶ «Non
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1962
No, grazie. Preferisco camminare un pochino.» ¶ «Allora ciao. E
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1962
sembrò di riconoscerlo in un uomo che comprava l
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1962
l’«Herald», poi in un altro che fischiava ad
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1962
altro che fischiava ad un taxi, infine in uno
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1962
la gente va ad un cocktail senza sapere perché
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1962
altro per liberarsi da un incubo. E come cercarlo
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1962
Tutti gli americani hanno un telefono. ¶ Entrò in uno
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1962
tutte occupate. Entrò in un altro snack-bar. Un
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1962
un altro snack-bar. Un uomo sgusciò nella cabina
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1962
lo ricordava benissimo perché un giorno lo aveva scritto
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1962
Il dito scivolò d’un millimetro, una frazione di
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1962
che la fedeltà a un ricordo è impossibile. Doveva
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1962
d’esser guarita da un misterioso malanno. D’ora
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1962
raggiungerla almeno da Peter: un ristorante della Cinquantasettesima dove
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1962
prego, tesoro. Bill porta un suo amico, rompiscatole da
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1962
pensò. Poi, cautamente, tolse un braccio di sotto il
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1962
freddo o di febbre. Un ronzio cattivo le disse
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1962
che volevano. C’era un numero per il fattorino
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1962
Ma non c’era un numero per dire che
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1962
aria condizionata. ¶ Giovanna esitò un poco, rabbrividendo, poi chiamò
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1962
Sheraton per riscaldarsi con un cognac. ¶ «Un cognac doppio
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1962
riscaldarsi con un cognac. ¶ «Un cognac doppio, per favore
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1962
detto? Doveva essere sorda. ¶ «Un cognac doppio, per favore
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1962
Pazientemente ripeté la domanda. ¶ «Un cognac doppio, per favore
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1962
barista non si mosse. Un cliente intervenne, divertito. ¶ «Le
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1962
vero?» ¶ «No. Ma voglio un cognac lo stesso.» ¶ «Mi
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1962
il tempo di bere un cognac e fare contenta
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1962
sfavillava di gioielli come un ex voto. In quel
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1962
Come quando si cerca un oggetto perduto, istericamente invocando
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1962
era come avere dinanzi un’altra persona. Le guance
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1962
Mi chiamo Richard Baline.» ¶ Un lungo silenzio. ¶ «Richard, sono
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1962
con la punta di un ago. Poi si girò
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1962
sulla sua giacca, sentì un acuto odor di lavanda
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1962
nude di Martine, restò un attimo fermo a sollecitare
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1962
e se ne andò, un po’ stizzita, mentre Bill
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1962
Dov’eri?» ¶ «Lì. Era un cocktail in mio onore
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1962
creduto che tu fossi un fantasma. Ti sapevo morto
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1962
a Joseph. Vi mandai un messaggio, appena passate le
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1962
sull’elenco.» ¶ Richard rise, un po’ doloroso. ¶ «Ci sono
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1962
duemilaottocentotrentacinque Brown. E nemmeno un Baline. Ciò mi distingue
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1962
mente: irrigidendola tutta in un compresso terrore. ¶ «E… vivi
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1962
vista così.» ¶ Richard ebbe un lampo di gratitudine poi
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1962
Bene! Benissimo!» ¶ Urlava come un ragazzo maleducato, agitandosi. ¶ «La
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1962
diminutivo di Richard. Sono un tipo da diminutivo.» ¶ «Anch
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1962
medesima cosa scritta da un vecchio brutto. Bisogna sapersi
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1962
di sali effervescenti in un vino qualsiasi, frizza lo
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1962
si chiama champagne, ha un tappo speciale e tutti
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1962
qualcosa di più di un vino che frizza. Ci
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1962
annuso il talento come un cane da tartufo annusa
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1962
In certe cose sono un tipo all’antica.» ¶ «Ah
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1962
momenti si vedeva su un palcoscenico col costume di
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1962
Signore, così, portar via un taxi ad un uomo
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1962
via un taxi ad un uomo che correva meno
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1962
di lusso e comprarsi un vestito, così. ¶ Entrò e
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1962
e senza pacchi, nemmeno un uomo in quella folla
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1962
stanchezza. Fermi dinanzi a un negozio udivate i loro
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1962
comprare: e se eravate un uomo vi coglieva il
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1962
la mandria. Salì su un ascensore manovrato da una
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1962
la sputò, insieme a un gorgo di donne, ad
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1962
gorgo di donne, ad un settimo piano gonfio di
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1962
di dollari. Poi, come un frate trappista che a
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1962
improvviso si trova dentro un’orgia di corpi e
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1962
dalle sue mani: in un rito sessuale ed immondo
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1962
Questo d’oro? Sì! Un abito d’oro per
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1962
indicando con gesto annoiato un corteo di abiti d
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1962
gelida e lucida come un marengo. ¶ «Lo prendo» disse
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1962
insieme, dovesse accaderle; o un nemico invisibile fosse lì
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1962
sensazione: il cocktail era un cocktail qualsiasi e la
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1962
aveva nella mano destra un bicchiere di whisky. Al
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1962
quella sinistra ed incominciava un dialogo assurdo, carico di
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1962
ipocrita. Raramente qualcuno intavolava un discorso che andasse più
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1962
curava di nulla: in un angolo, un signore ubriaco
221
1962
nulla: in un angolo, un signore ubriaco aveva catturato
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1962
calzoni, poi gocciolava in un rivolo triste per terra
223
1962
devi svegliarli. Ah! Ecco un produttore che devi conoscere
224
1962
do.» ¶ Il produttore era un bel giovanotto che tornava
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1962
giovanotto che tornava da un safari nel Kenya. Si
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1962
le raccontò tutto su un certo leone che aveva
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1962
il bicchiere e agguantò un polso a Giovanna: consapevole
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1962
che quel sostegno fosse un po’ più sicuro. ¶ «Bella
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1962
Bella ragazza. Le facciamo un provino?» ¶ «Ma no, Hultz
230
1962
hai dato una segretaria, un ufficio? Voglio che abbia
231
1962
secca Giovanna. ¶ «Ma è un nome d’uomo!» esclamò
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1962
il signor Hultz. ¶ «È un nome di donna.» ¶ «Baby
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1962
Hultz?» ¶ «No, no!» ¶ «Bene. Un napoletano sta al sole
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1962
senza far nulla. Passa un signore ricco e gli
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1962
con malinconia conosciuta, poi un volto secco, come di
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1962
la folla era diventata un’asse di legno, gli
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1962
pezzi di legno che un dio divertito e sprezzante
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1962
a non spostare di un solo millimetro. Stavano lì
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1962
era come avanzare in un incubo: quando sogni che
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1962
riappariva. Rispariva, riappariva come un miraggio: e mentre Giovanna
241
1962
diceva sempre che era un ometto, Francesco diceva invece
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1962
certi ricordi? L’attendeva un autunno felice, stavolta: senza
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1962
e subito volle offrirle un whisky on the rocks
244
1962
e la verità. Ancora un whisky?» ¶ «Grazie.» ¶ «Lei è
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1962
stelle. Si sentiva come un apolide ebreo che, giunto
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1962
confondersi col nome di un uomo. ¶ II ¶ Certo non
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1962
ti ingoiavano: e in un batter di ciglia diventavi
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1962
tasche del pigiama e un’espressione di trionfo sul
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1962
York col compiacimento di un bimbo che ha scoperto
250
1962
di polvere: ci trovò un odore di gelsomino. Si
251
1962
detto in risposta. Mise un foglio nella macchina da
252
1962
squisita. New York è un miracolo che mi sorprende
253
1962
curva, una voluta bizzarra, un filo di verde. Ovunque
254
1962
assenza di grazia, ha un sapor di magia: dai
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1962
che il cervello sia un muscolo da nutrire come
256
1962
col naso ritto di un Napoleone che si accinga
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1962
durante l’elezione di un papa. Assisa sul divano
258
1962
velluto rosso, incoronata da un lampadario, alzava il volto
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1962
irregolare come se fosse un trofeo e accanto ad
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1962
sempre interesse; e solo un superficiale si sarebbe permesso
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1962
anulare sinistro seminascosto da un brillante grosso come una
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1962
facendo da cavia a un esperimento. Prima le storie
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1962
Il mio ex è un tesoro, ancora disposto a
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1962
capo, a Martine. ¶ «Esiste un altro paese, dice lui
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1962
quando scrive che verrà un uccello di fuoco e
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1962
la paura di incontrare un cattolico che ci tenga
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1962
sopportano di appartenere ad un uomo o essere scelte
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1962
più grave e richiede un miracolo. Ora non dirmi
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1962
si lasciò andare a un sorriso. ¶ «Semplice: la mia
270
1962
se non ti fai un poco furba. Sei mai
271
1962
resto del pranzo fu un incessante monologo di Martine
272
1962
Ah! M’è venuta un’idea: perché non lasci
273
1962
nasconde una coda.» ¶ «Nemmeno un codino.» ¶ «Ci terrei anche
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1962
baci nell’aria e un disagio nuovo turbava Giovanna
275
1962
e lo seguiva in un’altra stanza dove c
276
1962
stanza dove c’era un vaso da fiori sul
277
1962
con gli occhiali in un angolo… ¶ «Giò cara, questa
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1962
è venuta a fare. Un lavoro tutt’altro che
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1962
la scusa di farle un regalo, il vecchio le
280
1962
non si capisce in un giorno e inventare una
281
1962
borsaneristi ambientato in Germania. Un capolavoro. Il regista è
282
1962
lei mi scappi come un’allodola in cerca di
283
1962
Millecinquecento dollari erano quasi un milione di lire. Giovanna
284
1962
Ah, se fosse stata un uomo non mi sarei
285
1962
mi sarei mosso di un dollaro. Invece è una
286
1962
quand’era cronista di un giornale qualsiasi e il
287
1962
topolino, ci provi. Basta un intreccio, un po’ di
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provi. Basta un intreccio, un po’ di verismo, di
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sono i prodotti di un paese. I prodotti più
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troppi per non giudicarli un prodotto scadente. È un
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un prodotto scadente. È un discorso che non ti
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se mezz’ora con un contadino di Agrigento mi
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mi arricchisce più che un pomeriggio con Irwin Shaw
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male in peggio.» ¶ «Perché? Un tempo Martine ti piaceva
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te, potrei ritirarmi in un convento di frati trappisti
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Martine. Sei fresca come un’insalata fresca. Accanto a
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inventato di te stessa un personaggio che non esiste
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Francesco. Non ho inventato un bel nulla. Me la
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America?» ¶ «Il soggetto di un film, non lo sai
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sembra che tu abbia un appuntamento, laggiù. Peggio: sembri
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appuntamento, laggiù. Peggio: sembri un Ulisse che va ad
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la donna non è un uomo?» ¶ Erano ormai arrivati
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tradusse: «Ogni uomo deve un giorno scoprire l’America
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memoria! Non potresti salutarmi un po’ meno minacciosamente?» ¶ «Oh
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aereo si alzò, nemmeno un attimo si dolse per
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Al ritorno, pensò agguantando un manifestino turistico, gli dirò
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Il manifestino turistico portava un titolo: «Vi piacerà New
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il titolo c’era un disegno della statua della
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statua della Libertà e un messaggio del sindaco. «Miei
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lo rammentava benissimo. Era un omone con le guance
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con le guance rotonde, un neo sopra il mento
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il neo c’era un pelo. «Mamma! Ci sono
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due americani scappati da un campo di concentramento. Bisognava
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ciascuno? Lei era rimasta un po’ incredula: le sembrava
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che la vita di un americano costasse millecinquecento lire
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lire, il prezzo di un paio di scarpe con
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inglese Joseph le chiedeva un mucchio di cose, Richard
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York dove sarebbe diventato un pianista. Aveva una voce
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New York come di un paese di fate. «Sai
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è straordinario? C’è un idillio tra Giovanna e
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e Richard». ¶ Era durato un mese quest’idillio con
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lacrima sulle ciglia di un uomo, così gli aveva
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fresco, però lei sentiva un gran caldo, sulla tempia
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vena, e sentiva anche un gran tremito salirle su
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porta s’era levato un litigio mentre la mamma
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Richard taceva. Era seguito un lungo momento durante il
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fuori del rifugio stagnava un silenzio d’inchiostro, molte
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la mamma, e d’un tratto lei aveva ricordato
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dolore: fino a quando un compagno del babbo aveva
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voltò le spalle a un viaggiatore che la fissava
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e lo spazio, dentro un ricordo ignaro di tempo
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nonno, e al sermone un dolore aveva preso a
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fuori. Fuori c’era un odore di erba disfatta
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farmacia, le aveva gettato un pacco tutto morbido e
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in cucina a cercare un uovo perché una bambina
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una donna, era diventata un ometto. Anche Richard diceva
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madre ¶ I ¶ Era stato un colloquio ridicolo. ¶ «Qualcosa di
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suo letto c’era un orologio a pendolo, e
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di Westminster. ¶ «Le affido un compito insolito, in realtà
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pensare al matrimonio di un re: con le cappe
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silenzio la avvolgevano come un sudario, quel rintocco le
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Però, se dovessi regalare un viaggio a New York
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lasciarla smarrita. Poi, con un brivido secco, la sua
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i vivi con rimprovero un po’ iettatorio. ¶ «Ancora una
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New York, la tormenterà un pochino: sempre a chiederle
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quelle cornici, i fantasmi: un uomo, un altr’uomo
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i fantasmi: un uomo, un altr’uomo, un altr
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uomo, un altr’uomo, un altr’uomo ancora, una
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uomo ancora, una donna, un’altra donna, un bambino
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donna, un’altra donna, un bambino dall’espressione di
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Giò, e ne faremo un bellissimo film.» ¶ «Grazie, commendatore
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baffi. E allora provava un senso di sollievo e
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è successo” pensò con un’alzata di spalle. Poi
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indugiò ugualmente a guardarsi, un poco delusa, allo specchio
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E ogni volta restava un poco delusa: quasi che
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ragazza di fronte fosse un’altra persona. Si sentiva
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altra persona. Si sentiva un corpo robusto, ad esempio
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fragile, efebico. Si sentiva un volto eccezionale, bocca dura
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dentro lo specchio era un volto qualsiasi, la bocca
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sul ferro restavano macchioline un po’ opache quasi fossero
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con affettuosa tolleranza. Alzò un sopracciglio, con sospetto. ¶ «A
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fosse invidiabile, solido come un albero con profonde radici
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profonde radici, forte come un maschio cui è toccato
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di chi debba trovarci un miracolo. Dev’essere una
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ha raccontato queste sciocchezze?» ¶ «Un americano che conobbi tanti
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anche Abadan ti sembra un’opera d’arte. Se
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America non è esattamente un paese. È uno stato
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uno stato d’animo, un’epoca. Tutt’al più
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più, l’espressione di un’epoca.» ¶ «Francesco, come credi
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molto semplice: noi siamo un popolo di intelligenti guidati
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di intelligenti guidati da un gruppo di mediocri, loro
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di mediocri, loro sono un popolo di mediocri guidati
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di mediocri guidati da un gruppo di intelligenti.» ¶ «Sarà
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sale, sul mercato, quando un prodotto scarseggia. Ecco un
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un prodotto scarseggia. Ecco un’altra piccola differenza tra
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e loro: noi siamo un popolo con pochi muscoli
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molte idee. Loro sono un popolo con poche idee
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l’America?» ¶ Francesco restò un poco assorto, come teso
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dai campi aridi veniva un monotono frinire di grilli
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monotono frinire di grilli, un sapore di terra, lo
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randagi, vigne basse, rovine, un’aria di povertà. ¶ «Vedi
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è la espressione di un’epoca, io non ne
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cui vivo. Io sono un europeo che non grida
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ha sempre bisogno di un termine antico cui appoggiarsi
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per cosa?» ¶ «Per fare un viaggio.» ¶ «Un viaggio?!» ¶ «Sì
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Per fare un viaggio.» ¶ «Un viaggio?!» ¶ «Sì, breve. Dalla
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mattina alla sera. Ma un viaggio.» ¶ La aiutò a
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le dita, ad imitare un aereo che vola. ¶ «Oltre
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l’autunno devo fare un reportage di moda, alle
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domani vado a darci un’occhiata. Si parte alle
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lunch, andò a comprarsi un impermeabile: alle cascate ne
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e Martine questo è un abito non un grembiule
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è un abito non un grembiule! Ah, se avessi
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disfa. Mi ci portò un imbecille, due estati fa
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una donna a vedere un po’ d’acqua che
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con Richard. Deve organizzarci un reportage.» ¶ «Figurati! Chi altro
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si addormentò. ¶ Ci volle un’ora di noia per
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grande silenzio. Ma d’un tratto il paesaggio divenne
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il silenzio divenne rumore. Un rumore violento, come di
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Richard e Giovanna oltrepassarono un cancello di ferro, poi
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dieci centesimi, entrarono in un ascensore guidato da un
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un ascensore guidato da un inserviente sorpreso, l’ascensore
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arrestò in fondo a un pozzo, quasi sul greto
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del fiume. Uscirono per un corridoio di mattonelle, furono
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fumo, più opaca di un telo, e i miliardi
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rumore, apocalittico ora come un esplodere perpetuo di bombe
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una Terra Promessa. ¶ Era un grattacielo di acqua che
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mosso dopo più di un mare in tempesta, si
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sfaceva sul fondo in un gorgo di schiuma: inesorabile
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d’orrore, risalendo in un frullare di ali, e
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Giò. Finiremo col prendere un raffreddore». Non qualcuno che
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scaldato perché si asciugassero un poco, l’autista spiegava
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le cascate sono in un’ansa a ferro di
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il confine col Canada. Un poliziotto sotto il ritratto
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al cinematografo, entrarono dentro un edificio dove non c
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di nuovo scesero con un ascensore dove non c
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era nessuno, furono in un sotterraneo che immetteva in
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sotterraneo che immetteva in un tunnel: e quella domanda
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più piccola ma aveva un vantaggio, si poteva vedere
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perfido. Giovanna accolse come un regalo lo strappo di
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sorriso sparì. Era, infatti, un sipario di acqua: un
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un sipario di acqua: un sipario identico a quelli
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suicidi, Giò. Se alzi un braccio, te lo vedi
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vanno sempre bene in un film!» ¶ «Cosa hai detto
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assomigliava alla smorfia di un folle, quegli occhi pieni
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lo reggevano alla ringhiera: un breve salto, una leggera
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ora mi butto. Ancora un momento e mi butto
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momento e mi butto. Un momento piccolo piccolo. Ecco
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quel modo?» ¶ «Imbecille! Per un attimo ho creduto che
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la faccia, poi in un ristorante a mangiare tacchino
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la fronte aggrottata.» ¶ «Pensavo. Un’idea che mi pizzica
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Bill quando si arrabbia. Un uragano di acqua: coi
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dal gruppo. E poi un altro, un altro ancora
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E poi un altro, un altro ancora finché quattro
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in fila ad aspettare un suo cenno. Lui stava
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i quattro negri aspettavano un suo cenno. ¶ «Avanti» disse
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spintone Giovanna. E fu un attimo. Subito i quattro
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imponente, diritto, infrangibile come un grattacielo di ferro, e
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E attaccava, anzi, come un toro fra i tori
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narice gli colò denso un rivoletto di sangue. E
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colpito Bill, poi a un altro, a un altro
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a un altro, a un altro ancora, e tirava
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decisa anche lei come un piccolo toro, svelta, cattiva
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come se fosse stato un oggetto prezioso che qualcuno
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una pedata che valeva un sinistro. Dove hai imparato
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sebbene fosse domenica, poi un tratto della Quinta Avenue
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farà bene.» E, con un rombo, partì. ¶ Il museo
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che la colpì fu un cubo compresso di ferro
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scatola e, spiegò Richard, un tempo era stato davvero
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era tutto quello che un tempo era stato automobile
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ridotto alle proporzioni di un bambolotto schiacciato, c’era
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con la fronte aggrottata, un senso di nausea che
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contorte la traccia di un dito, un orecchio, un
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traccia di un dito, un orecchio, un capello di
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un dito, un orecchio, un capello di colui che
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ridotto alle proporzioni di un bambolotto schiacciato, dentro l
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club potevano anche affittare un Modigliani o un Picasso
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affittare un Modigliani o un Picasso: e tenerselo in
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Avenue c’era invece un americano infelice, ed era
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americano infelice, ed era un vecchio che vendeva caldarroste
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è riuscito a spezzare un silenzio. ¶ «Sì, caro. Le
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le caldarroste scaldavano come un conforto le dita. Nel
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alla bocca, avevano anche un profumo: ed era un
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un profumo: ed era un profumo di casa. Giovanna
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errori: gli errori di un uomo lo fanno particolarmente
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su una poltrona, accese un sigaro, e Giovanna si
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ne occuperò io. Ha un debole, per me: quasi
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regalato due mesi per un lavoro che potevo fare
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si alzò, la tenne un attimo per le spalle
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nel suo ufficio. Mise un dito sulla busta di
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è diverso: sento come un dovere, una responsabilità. E
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questa lettera?» ¶ «È solo un amico.» ¶ «Un amico al
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È solo un amico.» ¶ «Un amico al quale hai
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rimandata di abbracciarlo in un letto, un sospetto che
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abbracciarlo in un letto, un sospetto che non riusciva
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e vederlo le provocò un tuffo al cuore; del
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grossa scatola, piegandosi in un comico inchino. ¶ «Odio i
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a guardarlo con insistenza un po’ avida. ¶ «È commovente
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anche tu.» ¶ «Bill è un attaccabrighe e io sono
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non ho comprato nemmeno un mattone. Sono stata a
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Giò, sei deprimente. E un po’ cieca. Non vedi
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da lavoro?» ¶ «Questo è un vestito da lavoro?» ¶ «Sì
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so bene che, in un elemento di disordine e
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York, sono entrata in un bar e ho preso
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bar e ho preso un caffè, poi un altro
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preso un caffè, poi un altro caffè e poi
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altro caffè e poi un altro caffè: così fino
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Alle nove ho preso un taxi e sono andata
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Chanel. Poi ho preso un altro taxi e sono
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Chérie, hai bisogno di un fattorino?” “Martine, ti sei
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Chérie, hai bisogno di un giornalista?” “Martine, ti sei
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Chérie, hai bisogno di un’indossatrice?” “Martine, sei in
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minuti.» ¶ «Bene, ho sintetizzato un pochino.» ¶ «E tu non
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potrà dire che sono un’inetta, una parassita, che
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al punto di cercarsi un lavoro. Perché Martine nascondeva
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pronta a scommetterlo, solo un particolare era esatto: la
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romantica, poi entrare in un bar mattutino per risolvere
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mattutino per risolvere con un gesto definitivo la crisi
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niente interrogatori. Ora faccio un bel bagno e vado
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Quella notte Giovanna ebbe un tormentato dormiveglia: gli urli