parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Il romanzo della fanciulla, 1886

concordanze di «un»

nautoretestoannoconcordanza
1
1886
tre, in quattro, sovra un mucchio di cordami, mettersi
2
1886
mettersi a cavalcioni sopra un piccolo cannone: e le
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1886
le donne per darsi un’aria interessante, fingevano tutte
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1886
di lana bianca, con un cappello tutto piumato di
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1886
piumato di bianco, con un paio d’orecchini di
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1886
fermandosi mai, girando come un arcolaio, passando da un
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1886
un arcolaio, passando da un cavaliere all’altro, senza
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1886
all’altro, senza respirare un momento, con gli occhi
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1886
poi gli diceva, con un tono carezzevole: ¶ — O Giulio
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1886
Muscettola, le diceva, gridando un poco: ¶ — Ma balla dunque
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1886
suo cavaliere, Innico Althan, un tenente di vascello, fratello
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1886
di ridere con Innico, un giovanotto alto, magro e
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1886
il suo cappellino azzurro, un soffio di aria, fermato
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1886
orecchini di brillanti. ¶ Era un waltzer, molte signore si
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1886
perline d’acciaio, con un cappellino rosso, piccolissimo, tutto
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1886
con questo vestito di un carattere così sfacciato, di
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1886
faceva la corte da un mese, strettissimamente, come si
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1886
muta e sicura. Per un momento Giulia Capece si
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1886
nera, semplice semplice, somigliando un poco a Minerva sotto
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1886
mazzettina di balena, per un ballo a bordo — egli
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1886
riflessiva e sagace. A un tratto la musica tacque
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1886
gelati furono portati attorno, un chiacchiericcio femminile salì dal
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1886
tavole del buffet era un gran viavai di signore
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1886
signore e di ufficiali, un tinnire di bicchieri, un
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1886
un tinnire di bicchieri, un crocchiare di dentini, un
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1886
un crocchiare di dentini, un urtarsi di coppie. Le
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1886
salmone alla maionese, poi un gelato di crema, poi
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1886
e avrebbe volontieri mangiato un piatto di vermicelli al
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1886
sembravano di oro, provavano un grande senso di benessere
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1886
si era seduta sopra un divano, nel buffet, e
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1886
divisa sulla tempia come un giovane ufficiale, le disse
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1886
ufficiale, le disse: ¶ — Prendiamo un gelato insieme, Tecla? Vieni
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1886
alla Roma, agitata da un sospetto solo, l’infedeltà
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1886
di albergo, intorno a un tavolino, giuocando, smorti nella
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1886
coprivano, si muovevano a un principio di brezza notturna
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1886
alla ringhiera, come a un balcone, voltando le spalle
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1886
fosse stata accesa in un vaso di porcellana. ¶ — Non
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1886
Tecla ridiscesero la scaletta, un gran movimento era a
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1886
vôlte basse; talchè era un accalcarsi alle scalette, uno
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1886
come inghiottite dalla stiva, un comparire di teste dall
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1886
teste dall’altra parte, un grido di meraviglia, uno
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1886
d’Aragona, presa da un furioso capriccio, supplicava Giulio
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1886
scarpette, e Carlo Mottola, un giovanotto snello e bruno
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1886
l’ammiraglio aveva preso un obice e lo sollevava
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1886
Miradois ci rinunziò, con un attuccio adorabile: ma Tecla
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1886
adorabile: ma Tecla, tendendo un po’ le braccia, stringendo
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1886
fianco, illuminandone fantasticamente ora un lato, ora un altro
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1886
ora un lato, ora un altro, secondo il capriccio
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1886
Eva, un momento pensosa. ¶ — Un annoiato, noioso — soggiunse Chiarina
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1886
avrà più trovato nè un amico che gli presti
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1886
egli ha bestemmiato come un turco, contro il matrimonio
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1886
questo prezzo, neppure per un uomo che adorassi. ¶ — Perciò
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1886
era entrata allora, abbozzò un debole sorriso. Era una
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1886
le guance colorite di un sangue finissimo, roseo, un
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1886
un sangue finissimo, roseo, un roseo giapponese di porcellana
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1886
la leggenda parlava di un delitto da espiare, a
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1886
pietà delle donne: sempre un Cantelmo o una Cantelmo
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1886
di Angiolina: e già un fratello e una sorella
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1886
fidanzata a Giorgio Serracapriola, un giovanotto bello, ricco, elegante
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1886
Giorgio era partito per un viaggio, in yacht, un
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1886
un viaggio, in yacht, un po’ indifferente in fondo
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1886
gliene parlava, rispondeva con un sorriso pallido e si
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1886
sempre più rosea, come un cero. Aveva sempre freddo
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1886
buona, che le teneva un braccio al collo e
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1886
voglia prendere la vita un po’ allegramente. Una, troppo
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1886
in provincia; una ha un capriccio, un’altra ha
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1886
una ha un capriccio, un’altra ha una fissazione
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1886
arrivano a maritarsi, compiono un’opera meravigliosa. ¶ La brutta
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1886
scarne malamente colorite con un rossetto che preparava lei
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1886
senza risponderle, sorprese da un gran senso di pena
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1886
oscura: una madre a un tratto datasi alla vita
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1886
Eva impallidì, tacque, ferita. Un grande imbarazzo regnò fra
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1886
hanno mandato a Giulia un cappellino con un gallinaccio
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1886
Giulia un cappellino con un gallinaccio impagliato sopra: questo
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1886
di buona massaia. ¶ — Oh un gallinaccio, poi, Chiarina!... — protestò
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1886
tutto, da Parigi: in un convento di monache si
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1886
non li voleva, faceva un matrimonio di amore, dei
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1886
poi venduti, egli era un pezzente indebitato, che non
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1886
alla sua fidanzata neppure un anellino di argento. Poi
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1886
argento. Poi vi fu un quarto d’ora di
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1886
tutte lavoravano, riprese da un grande zelo, pensando agli
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1886
riempiva le sue giornate un po’ vuote, un po
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1886
giornate un po’ vuote, un po’ solitarie, — la madre
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1886
apparente e sparente fra un ballo e l’altro
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1886
sarebbe mai maritata. A un tratto, non si sa
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1886
La loro presenza diede un’intonazione anche più seria
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1886
tanti ammiratori, ma non un marito con duecentomila lire
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1886
era salita quasi sopra un trono, adorata dal padre
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1886
aveva conservata una semplicità un po’ rude, che nessuna
90
1886
di Chiarina Althan, fece un giro di waltzer con
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1886
la sua allegria, che un raggio di sole attraversò
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1886
luminosi, i sorrisi. ¶ II. ¶ Un razzo di oro partì
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1886
ebbe l’aria di un grosso e grasso idolo
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1886
grosso, quasi colossale, con un torace spazioso e solido
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1886
e a sinistra, era un continuo arrivare di barchette
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1886
e a poppa, era un ascendere timido, ma continuo
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1886
una alta, snella, con un bel collo bianco, una
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1886
si era fidanzata con un impiegato telegrafico e il
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1886
mesi. Discorrevano di questo, un po’ nervosamente, eccitate dalla
100
1886
sapere: era mancata a un tratto; ma tre o
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1886
così brutta! Ma tutto un farfuglio di segni comparve
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1886
la vice-direttrice annunziava: ¶ — Un palo è stato fulminato
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1886
quelle macchine vi era un garbuglio di correnti, di
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1886
come i denti di un pettine, anche scintillavano, a
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1886
vestita di nero, con un velo di crespo nero
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1886
che era accaduto lassù. Un lampo guizzò nel cielo
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1886
nel cielo livido: e un forte tuono scoppiò, un
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1886
un forte tuono scoppiò, un fulmine era caduto in
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1886
i bottoncini, vi fu un fioco scintillìo: negli isolatori
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1886
scintillìo: negli isolatori parve un fiammeggiamento. Il capoturno si
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1886
La vice-direttrice esitò un momento, innanzi a una
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1886
si prende rarissimamente: ma un nuovo fulmine cadde più
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1886
sembrava ordinato o disordinato. Un bocciuolo di rosa era
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1886
vestito di seta nera, un bocciuolo rosso rosso, già
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1886
Tecla, — sei puntuale come un giovanotto a un ritrovo
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1886
come un giovanotto a un ritrovo! Sei ancora uscita
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1886
con la sua voce un po’ dura, cavandosi i
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1886
rosetta smorta, nel mento un po’ quadrato, si leggeva
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1886
fodera da piccolo materasso, un tessuto duro duro che
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1886
esclamò Eva, scandolezzata. ¶ — Più un cappellino, con un pappagallo
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1886
Più un cappellino, con un pappagallo verde impagliato; — soggiunse
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1886
Chiarina, col suo sorrisetto un po’ enigmatico. — Pare che
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1886
della zia di Giulia, un sacrifizio alla parentela, un
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1886
un sacrifizio alla parentela, un’anticipazione alla eredità. Quando
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1886
propria bellezza per fare un gran matrimonio: e tutti
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1886
persona si chinava come un fiore, le lunghe ciglia
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1886
la bocca rossa sembrava un melagrano lucido, succoso. Chiarina
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1886
a lei, tagliava in un pezzo di cotonina bianca
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1886
cotonina bianca e rosea un grembialino da bimba; e
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1886
interesse, come per leggere un libro o per ammirare
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1886
libro o per ammirare un quadro. Intanto Eva si
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1886
seta nera, eguali. Poi, un momento interdette, ripresero la
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1886
certa lentezza solenne, con un’aria di signorilità, rassegnata
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1886
di signorilità, rassegnata a un lavoro umile, con una
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1886
amabili, Eva stessa era un po’ imbarazzata nel riceverla
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1886
di Elfrida si diceva un grandissimo male e un
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1886
un grandissimo male e un grandissimo bene. Era una
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1886
era la figlia di un console, nobile, ma povera
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1886
suo brio di straniera un po’ libera, con la
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1886
bizzarro, ella andava dovunque, un po’ invitata, un po
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1886
dovunque, un po’ invitata, un po’ tollerata, un po
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invitata, un po’ tollerata, un po’ mal ricevuta, ma
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1886
denari prendere quello spiantato. ¶ — Un giuocatore: mio fratello lo
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1886
a Montecarlo — mormorò Eva, un momento pensosa. ¶ — Un annoiato
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1886
a partite eguali, di un dispaccio: appena il corrispondente
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1886
dare il proprio. Era un alternarsi di rumori: ora
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1886
che ballava, ballava con un ticchettìo infernale. Si eccitavano
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1886
e correva correva come un indiavolato, per vedere di
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1886
la vice direttrice. ¶ — Abbiamo un grave ritardo, — mormorava la
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1886
fare osservazioni, passeggiando come un leone nella gabbia. Non
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1886
seguitavano a ricevere, fra un fascio di telegrammi già
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1886
telegrammi già dati e un fascio da darsi, con
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1886
ingombro, ancora? ¶ IV. ¶ Dopo un ottobre dolcissimo, con un
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1886
un ottobre dolcissimo, con un sole tepido di primavera
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1886
novembre, giorno dei Santi, un bianco strato di nuvole
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1886
l’istruzione, era disteso un waterproof nerognolo, chiazzato da
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1886
cambiavano gli stivaletti, mettendone un paio di vecchi, che
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1886
che si risolveva in un liquido acidulo e verdastro
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1886
in cui s’intingeva un panino da un soldo
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1886
intingeva un panino da un soldo: col novembre si
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1886
incidente delle colazioni era un eterno soggetto di lite
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1886
ineducata: aveva già fatto un bel gruzzolo coi guadagni
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1886
questo terrore, per esercitare un certo dominio su quelle
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1886
le faceva i cappellini, un’altra le regalava un
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1886
un’altra le regalava un paio di guanti, una
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1886
Procida aveva subito inviato un telegramma di servizio, dicendo
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1886
Ischia, Casamicciola e Procida, un po’ sottomarina, un po
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1886
Procida, un po’ sottomarina, un po’ aerea, e poi
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1886
servizio telegrafico era tutto un lavoro di pazienza. Quando
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1886
servizio procedeva bene, per un’ora, per due: a
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1886
ora, per due: a un certo momento i segni
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1886
partendo o giungendo, soffriva un morbo capriccioso e strano
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1886
il fluido possente che un po’ di rame, un
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1886
un po’ di rame, un po’ d’acido solforico
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1886
po’ d’acido solforico, un po’ di zinco fanno
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1886
coltellino della macchina aveva un tremolìo indistinto, un movimento
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1886
aveva un tremolìo indistinto, un movimento così lieve che
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così lieve che pareva un soffio. ¶ — Direttrice, direttrice, — diceva
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1886
accostava il coltellino a un capello della carta. La
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1886
spezzate, frasi monche: pareva un delirio fioco ed indistinto
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1886
era così bizzarra! da un istante all’altro essa
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1886
essa poteva guarire, per un’ora, o per una
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1886
manutenzione dei fili, per un uccello che vi si
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1886
vi si posava, per un caso qualunque, frequentissimo in
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1886
accadeva il contatto. A un tratto, mentre si parlava
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1886
tuono rumoreggiava sordamente, continuo; un lampeggio folgorava azzurrino, all
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1886
preoccupata di chi subisce un guaio irreparabile. La direttrice
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1886
manico del tasto, o un bottoncino esterno della macchina
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1886
elettrica si arrestava con un lieve movimento di paura
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1886
era felicemente maritata con un giovanotto di Salerno, un
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1886
un giovanotto di Salerno, un negoziante; ella aveva dato
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1886
negoziante; ella aveva dato un addio alle fisime sentimentali
193
1886
tutte, come se fosse un interesse affettuoso proprio. Alle
194
1886
innamorato passeggiava. Si scambiavano un buonasera, sottovoce: e se
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1886
aver tanto atteso, in un caffè solitario, a non
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1886
lo riposero, avvolgendolo in un pezzetto di giornale: quelle
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1886
entrare il direttore. Era un piemontese severo, talvolta duro
198
1886
alle telegrafiste come a un plotone di soldati, e
199
1886
la vice-direttrice è un po’ nervosa ma non
200
1886
De Notaris; — si farà un concorso fra le migliori
201
1886
gentile, quello sarebbe stato un piacere grande per tutte
202
1886
avrebbe accettato, doveva maritarsi, un giorno o l’altro
203
1886
senza prestigio. ¶ — Signorine, signorine, un po’ di silenzio. ¶ Erano
204
1886
Erano le otto e un quarto: questa ultima ora
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1886
passavano, sembravano eterni. Ad un momento disperarono: il direttore
206
1886
il direttore aveva preso un telegramma di transito, alla
207
1886
il permesso, — pensarono. ¶ Era un falso allarme: egli ritornò
208
1886
in ufficio a compire un lavoro scarso e ingrato
209
1886
e al letto, con un bisogno tutto animale di
210
1886
tutto animale di mangiare un boccone e di sdraiarsi
211
1886
chiuso nella indifferenza, in un abbrutimento dello spirito. Olimpia
212
1886
la invidiavano: la guardavano, un po’ meravigliate, che avesse
213
1886
Adelina Markò aveva portato un corpetto di velluto nero
214
1886
passato, e, tolte da un bicchiere d’acqua due
215
1886
ombre dileguantesi nell’ombra, un po’ curve, come se
216
1886
lunedì, vi sarebbe stato un grandissimo affollamento di telegrammi
217
1886
se volessero prestarsi a un servizio straordinario, di due
218
1886
con la sensazione di un grosso colpo nella testa
219
1886
straordinario. Era una oppressione, un martirio anche quell’ordinario
220
1886
lire il mese. Farsi un merito? Ma che, ma
221
1886
nè con decreto ministeriale: un semplice decreto del direttore
222
1886
direttore generale, revocabile da un momento all’altro. Se
223
1886
nella salute e senza un soldo. Tutte quelle lagnanze
224
1886
quelle doglianze monotone come un ritornello. In casa di
225
1886
ribellione intiera, chi per un contegno indifferente, nessuno consigliava
226
1886
grande foglio bianco, avvenne un curioso fenomeno psicologico, tutta
227
1886
in processione, silenziose, con un’aria decisa e un
228
1886
un’aria decisa e un contegno fiero, ognuna andò
229
1886
avrebbe ogni giorno prestato un’ora di più di
230
1886
ultime parole fu attaccato un pezzettino di lettera: Maria
231
1886
la paura continua di un errore di cifra che
232
1886
con Torino, vi era un ingombro tale di dispacci
233
1886
sonnambuli, col sigaro spento, un fascio di telegrammi in
234
1886
col vestito coperto da un grande grembiale nero, Adelina
235
1886
alla linea di Bari: un ciuffo di capelli le
236
1886
capelli le scendeva sopra un occhio, aveva una macchia
237
1886
cambio, per farla riposare un po’, registrando i dispacci
238
1886
Si era dovuto attivare un quinto filo con Roma
239
1886
incavalcata sull’altra, come un uomo, con un movimento
240
1886
come un uomo, con un movimento nervoso della bocca
241
1886
Ma le altre erano un po’ commosse da quella
242
1886
soffrire e invece amava un alto impiegato telegrafico, vedovo
243
1886
fedelmente da cinque anni un impiegato che aspettava sempre
244
1886
impiegato che aspettava sempre un maggiore avanzamento per sposarla
245
1886
Marenco e la farsa: Un bagno freddo. Annina Pescara
246
1886
o cinque per avere un po’ di clientela, o
247
1886
De Notaris, vi è un telegramma per Potenza, datelo
248
1886
di complottare! ¶ — Direttrice, era un telegramma, — disse Caterina Borrelli
249
1886
esser qui a dirigere un ufficio di fanciulle serie
250
1886
essermi ingannata, vedo che un nulla, una scempiaggine vi
251
1886
dispacci. Siamo intese per un’altra volta. ¶ Un silenzio
252
1886
per un’altra volta. ¶ Un silenzio profondo: nessuna osava
253
1886
parafulmine: il bottoncino di un tasto; gli orecchini di
254
1886
Niente, direttrice: abbiamo scambiato un niente. ¶ — Vi ha parlato
255
1886
e quel parlare con un ignoto, a tanta distanza
256
1886
sorrise nell’ombra. Dopo un minuto, monotonamente: ¶ — Direttrice, niente
257
1886
la maestra rurale, in un piccolo villaggio del Molise
258
1886
e si preparavano per un ballonzolo famigliare. Ella stessa
259
1886
sacrificata tu? ¶ — Non è un sacrifizio. ¶ Era una soavissima
260
1886
piccoli servigi, naturalmente: portava un disegno di tappezzeria per
261
1886
per pianelle a una, un figurino di mode all
262
1886
di mode all’altra, un romanzo alla terza, un
263
1886
un romanzo alla terza, un pezzo di musica alla
264
1886
più in servizio per un’altra, a cedere financo
265
1886
molto e che da un mese pensava di andare
266
1886
rosso e lacrimava da un occhio pel forte raffreddore
267
1886
forte raffreddore. Maria sfogava un malumore ingenuo, fisico e
268
1886
una e mezzo, sopra un angolo di tavola: un
269
1886
un angolo di tavola: un piattino di maccheroni ed
270
1886
piattino di maccheroni ed un pezzetto di stufato: poi
271
1886
pezzetto di stufato: poi un mostacciuolo, che la comare
272
1886
così stanca, che ho un solo desiderio: dormire. O
273
1886
vuole. O Natale o un altro giorno, non è
274
1886
Poi, chi soffre per un dolore, chi per un
275
1886
un dolore, chi per un altro. ¶ — Anche tu, povera
276
1886
è buona. ¶ — Non hai un fratello militare? ¶ — Sì, sì
277
1886
fece l’altra, con un dispetto bambinesco. ¶ — Fortunata te
278
1886
Borelli, ridendo. ¶ Vi fu un movimento in ufficio. Napoli
279
1886
con le parole: in un mare di sangue, conteneva
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l’ufficio si rianimò, un fracasso di trasmissione si
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le due stanze, come un giocondo rinascer di attività
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rinascer di attività. Indi un minuto di pausa e
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aveva ingoiato di traverso un bicchierino di rosolio e
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che ora tossiva come un dannato. Clemenza Achard era
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sapendo che fare, battè un colpettino sul tasto, un
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un colpettino sul tasto, un puntino solo, timido timido
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salì alla sezione femminile un lungo, dolcissimo fischio. Peppina
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Peppina De Notaris. Era un giovanotto bruno e sottile
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una parte, tre da un’altra, quattro o cinque
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legge: Telegrafi dello Stato, un uomo fumava, appoggiato all
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salutò, senza fermarsi. Sembrava un brutto uomo vestito da
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era ben riparata in un vestito caldo ed elegante
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feltro verde, le dava un aspetto di amazzone giovanile
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la finestra per avere un po’ di luce, parlavano
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In mezzo allo stanzone, un grande tavolino di mogano
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mogano: a una parete un divano di tela russa
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in sette ore, è un gran che: imparerò presto
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chiamate, non risponde: dopo un’ora, vi chiama precipitosamente
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una voce che pareva un canto, — il che non
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macchina complicata che pare un cembalo: e vi è
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ne stavano ognuna in un cantuccio, imbronciate, senza parlarsi
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citrato di ferro in un’ostia bagnata, per guarire
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di Serafina Casale. ¶ In un angolo scuro, Giulietta Scarano
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che la torturava, con un rifiuto villano, affogato in
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rifiuto villano, affogato in un profluvio di trivialità: giunse
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la mano, raccomandandosi. ¶ A un tratto, sulle voci irose
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di invidie di uffizio, un zittìo passò: entrava la
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salutava col capo, con un sorriso amabile sulle labbra
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I fini capelli di un biondo cinereo erano tirati
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Peppina De Notaris portava un anello d’uomo al
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Le ausiliarie si davano un contegno disinvolto, ma si
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e la testa, con un ombrello da pioggia, un
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un ombrello da pioggia, un sacchetto di pelle nera
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di pelle nera e un volume dell’edizione Tauchnitz
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che ondeggiava, camminando, come un’oca, di cui tutti
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che prima di trasmettere un telegramma, invocava il nome
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rossa e schiusa come un garofano, gli occhioni languidi
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risvegliare. Si parlottava, in un gruppo di due o
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da tutte si diffondeva un senso di pacata rassegnazione
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i segni, chi metteva un rotolo nuovo di carta
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bagnava d’inchiostro, con un pennello, il cuscinettino girante
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al solito, Genova chiede un rinforzo di pila. ¶ — Direttrice
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precisa. ¶ — Direttrice, Otranto ha un dispaccio di quattrocento parole
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striscia sottile. ¶ II. ¶ A un tratto, nella taciturnità delle
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Morra, la poetessa, leggeva un volumettino di versi di
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Scarano scriveva, rapidamente, sopra un foglio di carta da
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una macchina solitaria in un angolo di tavolino. Concetta
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tavolino. Concetta Santianello interruppe un mistero doloroso, e disse
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doloroso, e disse, con un tono di orazione: ¶ — Foggia
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ordine della direttrice, con un egoismo placido di beghina
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macchina di Foggia. — È un bel seccante, Foggia! ¶ E
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qua. ¶ La Borrelli piegò un giornaletto letterario che stava
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Che imbecille! — esclamò a un tratto. ¶ — Scusa, mi pare
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pare che non sia un imbecille: vuol molto bene
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tendenze sentimentali. ¶ — Sì, ma un uomo non si umilia
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Riviera di Chiaia. Era un telegramma dolcissimo: l’uomo
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romanziere sperimentale! Chiusa come un baco da seta in
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baco da seta in un bozzolo filato dal rispetto
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sembrare ignorante; deve avere un’ambizione cocente e consumatrice
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ambizione cocente e consumatrice, un desiderio gigantesco, una volontà
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infrenabile di aggrapparsi a un uomo, e deve essere
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invoca con ardente desiderio un conquistatore. ¶ In questo dramma
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acutamente la vita, in un contrasto talvolta comico, talvolta
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di seguito, a traverso un meraviglioso poliorama di fanciulle
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anima, tutte avete lasciato un solco, una impronta, un
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un solco, una impronta, un fantasma, o voi, creature
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femminili che viveste meco, un’ora, un giorno un
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viveste meco, un’ora, un giorno un anno. Voi
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un’ora, un giorno un anno. Voi vivete in
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in me, come eravate un tempo, nei corridoi e
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farne l’eroina di un romanzo, tutte quante le
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testa, in coro. È un chiasso confuso come una
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serenità necessaria a comporre un romanzo conforme alle regole
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io non voglio fare un romanzo, non voglio creare
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romanzo, non voglio creare un tipo, non voglio risolvere
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tipo, non voglio risolvere un problema di psicologia sperimentale
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saputo esser altro che un fedele, umile cronista della
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fanciullezza: invece di costruire un’eroina, ho rivissuto con
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del tempo lontano. È un sogno amaro e pietoso
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con la faccia di un tempo, con la voce
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con la voce di un tempo, o bellezze. Avevo
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bellezze. Avevo anche io un’altra faccia, un’altra
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io un’altra faccia, un’altra voce, quella d
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che fingeva di essere un paltoncino. Nella piazzetta dei
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dei Bianchi non passava un’anima: la bottega del
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si buttava giù di un colpo, sbadigliando, non osando
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usava in casa, mangiava un frutto, avanzato alla cena
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della sera prima e un pezzo di pane stantìo
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signorina mia. Lo pigliate un tocchetto? ¶ — Grazie: non ne
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Grazie: non ne prendo. ¶ Un’ora, ci voleva un
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Un’ora, ci voleva un’ora; ella era uscita
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ora; ella era uscita un’ora prima. Se ne
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sonno che aveva perso: un dolore ingenuo, puerile, le
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alzava alle sette meno un quarto, si vestiva in
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dormivano ancora, le fortunate. Un’amarezza si diffondeva nella
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Ora pregava quietamente, dicendo un Gloria, tre Pater, tre
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mai goduta. Sentiva solo un sonno tenace scenderle sul
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il pavimento marmoreo. A un tratto una voce le
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dalla testina piccola sopra un corpo grasso, dagli occhi
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Vitale, tutta indolenzita, con un gran freddo addosso e
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gran freddo addosso e un formicolìo nelle gambe: Giulia
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Borrelli, che scriveva continuamente un romanzo in un suo
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continuamente un romanzo in un suo quaderno, grosso grosso
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che l’amore è un grande tormento. ¶ — Non posso
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un orologio rococò, fermo, un tavolino di legno scolpito
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una tenda di broccato, un tappeto falso di Smirne
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candelabro rassomigliava all’altro, un enorme specchio senza cornice
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alla rinfusa come in un negozio di robivecchi. E
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grossolani, finanche sul petto, un medaglioncino che portava una
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delicata miniatura, una donnina, un ritratto, chissà, un ricordo
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donnina, un ritratto, chissà, un ricordo di famiglia, una
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teneva sempre sul capo un berretto di Guardia Nazionale
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onori, donna Franceschina, per un’antica abitudine, andava continuamente
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la speranza di prendere un premio. Le ragazze De
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tutte soavità, tutte brio, un po’ dipinte, un po
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brio, un po’ dipinte, un po’ melanconiche nel fondo
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stavano aggruppate intorno a un pianoforte, passandosi delle carte
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carte di musica, con un’aria sapiente, parlando ancora
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amore col figliuolo di un calzolaio; la mamma era
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casa Froio, condottovi da un amico. Caterina Borrelli e
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le scale aveva perduto un tacco del suo stivalino
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se ne stava in un angolo, tutta ingrugnata, non
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Carolina, con Rocco Marzolla, un maestro di arpa che
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passava accanto a loro un amico, un conoscente, esse
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a loro un amico, un conoscente, esse lo chiamavano
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destinata alle donne, conteneva un braccialetto d’oro per
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destinata agli uomini, conteneva un berretto da notte per
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fieramente sull’orecchio, con un bel sorriso di uomo
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suoi affari usurarii, fece un giro per le sale
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1886
mondo, e che dava un’aria aristocratica ai saloni
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1886
Pietraroia e Mimì Falabella, un factotum di donna Franceschina
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1886
bocca era turata da un pezzo di tela bianca
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1886
uno sforzo nel sollevarla; un mormorio nacque: ¶ — È pesante
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Gelsomina Santoro, elegantissima, con un vestito verde oscuro, tutto
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1886
e al goletto, come un ufficiale, aspettava, con un
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un ufficiale, aspettava, con un fazzoletto di seta rosso
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di seta rosso e un manico di scopa in
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bendato, gli fecero fare un giro nella sala, gli
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Lui, dopo aver tastato un po’ il terreno, alzò
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clava e diede giù un gran colpo: ma mancò
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gran colpo: ma mancò un pelo, solo un manico
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mancò un pelo, solo un manico della pignatta fu
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burletta nella pignatta, diede un gran colpo di fianco
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meglio far ridere per un colpo sbagliato, anzichè pel
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poi finivano per dare un colpo lontanissimo dalla pignatta
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si decidevano subito, davano un gran colpo a vuoto
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il regolamento che permette un colpo solo: alcuni davano
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Marco, il gobbo, fu un minuto di grande silenzio
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le sue misure, diede un colpo solo rapido, giusto
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la infranse di netto. Un urrà salutò la vittoria
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il premio era triplice, un berretto da notte di
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larga tabacchiera di cartone, un bastone col pomo d
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moglie, subito. Gaetanino Ceraso, un ingegnere di ponti e
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quella sera aveva messo un vestito di broccato rosso
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broccato rosso nuovo ed un paio di orecchini di
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volontariamente aveva voluto sposare un vecchione schifoso e ricco
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delle donne, datasi ad un cadavere, per i gioielli
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chiuso delle domeniche, con un bottone di camelia bianca
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trionfo la sua camelia: un rumorìo nasceva, le sedie
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Eugenia avea nei capelli, un po’radi, ma artificiosamente
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artificiosamente acconciati dalla pettinatrice, un bottone di camelia bianca
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1886
aveva tolto ad Arturo. ¶ Un dolore acutissimo la fece
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grossa e dura come un tronco nel suo vestito
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1886
le canzonette buffe, ebbe un intuito di quel dramma
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via, siate buona, fate un giro con me — soggiunse
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lo guardò, commossa per un minuto, indovinando che egli
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lo rivide innanzi, come un momento fa, tutto lezioso
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Borrelli tutta pomposa in un vestito di lana grigia
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miseria quotidiana, incessante, invincibile — un’onda di amarezza le
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nuda, con parecchi arnesi, un piattino di maccheroni freddi
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di maccheroni freddi sopra un tavolino e un pezzetto
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sopra un tavolino e un pezzetto di cacio svizzero
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era stata presa in un bicchiere di vetro verdastro
454
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di vetro verdastro, da un secchio posato per terra
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le ciabatte trascinanti, trovare un ago, un ditale, del
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trascinanti, trovare un ago, un ditale, del filo per
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Mascarpone si dimenava come un ossesso, brutalizzava i suoi
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era stata fracassata, in un giro di galop, e
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Gennaro, che chiedeva loro un cuscino, uno specchietto, un
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un cuscino, uno specchietto, un candelliere con la candela
461
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ottone sporco, opaco, con un mozzicone di candelotto. Due
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de Marco suonava come un dannato, tutto felice di
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portò a Gennaro Mascarpone un cuscino del suo lettino
464
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era d’inginocchiarsi d’un colpo solo per cadere
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ginocchia del cavaliere. Era un’ansietà di tutti il
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grassa, a cui rassomigliava un poco, fece cadere tutti
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mano lo specchio e un fazzoletto: uno alla volta
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dava una spazzatina, come un frego, come una cancellatura
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o sospettati vi era un lieto mormorio nell’assemblea
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lieto mormorio nell’assemblea, un riso indulgente di tutti
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indulgente di tutti, come un incoraggiamento amabile a volersi
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lucida, dopo aver dato un spazzatina a tutti i
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Caputo si lamentava da un quarto d’ora per
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una larga corte di un palazzone bigio di Rua
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1886
le stanghe in aria, un cortilone che serviva anche
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e male illuminata, a un secondo piano, dalla porta
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ammirato, le aveva aperto un’agenzia di pegnorazione, la
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1886
era grande, tre saloni, un salotto; ma i mobili
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1886
accozzati stranamente fra loro, un divano rosso, una poltrona
480
1886
rosso, una poltrona azzurra, un orologio rococò, fermo, un
481
1886
ma che non aveva un soldo di capitale; e
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1886
ventenne, nessuno avrebbe condotto un fidanzato, e che doveva
483
1886
ma dietro di lei un altro studente, questa volta
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1886
passo, camminando piano, fumando un grosso sigaro, di cui
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1886
bruciare la punta, guardando un po’ di fianco; e
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1886
di Virgilio, sedute sopra un sedile, con due giovanotti
487
1886
Villa, su Mergellina, era un vagabondare d’amanti, il
488
1886
si parlava di Corradino: ¶ Un giovanetto pallido e bello
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studente di Annina era un biondino smorto. Le Fusco
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1886
tunichetta bianca e breve, un costume troppo corto e
491
1886
dolci dolci e rovesciavano un po’ il capo: tanto
492
1886
mantelline di lana rossa, un po’ teatrali; il contino
493
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di corteggiatori, amandone forse un quarto, in segreto; e
494
1886
delle Galanti, filava con un piccolo tenente, appostato di
495
1886
ed essendo amiche fecero un po’ di strada insieme
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1886
ma Eugenia Malagrida aveva un mantelletto di lana ricamato
497
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alta, forte, robustissima, con un po’ di mustacchio come
498
1886
alla signora Galanti di un matrimonio per Riccarda, un
499
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un matrimonio per Riccarda, un proprietario di Terra di
500
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le tre madri fecero un coro: se fosse stata