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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Sgorlon, La conchiglia di Anataj, 1983

concordanze di «un»

nautoretestoannoconcordanza
1
1983
impresa. Mi ero fermato un paio di volte a
2
1983
discorrere con lei. Benché un po’ gobba e zoppicante
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1983
su rotaie, tirati da un ordigno nero che si
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1983
muoveva da sé, gettando un diavolio di fumo. Ma
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1983
padre Nichanor?» le chiesi. ¶ «Un monaco santo, batjuška, che
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1983
poteva essere se non un’invenzione del diavolo. Avrebbe
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1983
aperta.» ¶ Era salito sopra un carro da fieno, nella
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1983
per il villaggio come un’aurora boreale, come l
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1983
sbattuto di forza su un taràntas per portarlo in
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1983
ferrovia e di sentirsi un piccolo elemento nel progetto
11
1983
di mettere piede in un cantiere. La ferrovia mi
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1983
per conoscere Silvestro e un altro friulano che era
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1983
da lui, Arrigo. Sentivamo un tremito di cuore e
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1983
casa. Ci studiammo per un istante nel viso, per
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1983
Più che altro era un dialogo tra me e
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1983
dalla nostra parte con un po’ di sufficienza perché
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1983
le bestie, e in un cantiere o nell’altro
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1983
davvero tremendo. Sottoterra faceva un caldo infernale, anche quaranta
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1983
impressione di stare in un sanatorio. Si lavorava a
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1983
e che non mando un marco o un rublo
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1983
mando un marco o un rublo.» ¶ Con sua moglie
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1983
nemmeno com’era fatta. Un particolare alla volta, il
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1983
per lui era diventata un’estranea, una sconosciuta, come
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1983
Si erano scritti per un po’, ma lei nelle
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1983
perché lui non era un santo del calendario, ma
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1983
santo del calendario, ma un uomo, e non sapeva
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1983
si sentiva messo in un angolo come una scopa
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1983
rimasto cieco quasi da un momento all’altro, in
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1983
venuto il medico, da un villaggio vicino, il disastro
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1983
persona all’altra, come un oggetto che si vende
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1983
Tribù era partita per un lungo viaggio nella steppa
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1983
arrivare a destinazione per un’astrusa stregoneria. ¶ Falalej non
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1983
fosse l’avvento di un profeta o di un
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1983
un profeta o di un messia dei nuovi tempi
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1983
pareva la realizzazione di un disegno che non era
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1983
le sue origini in un sogno fatto da tanto
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1983
tanto tempo. Mi vedevo un po’ come il prete
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1983
parti, una cometa o un’aurora boreale. Ero avvolto
39
1983
dalla sensazione di essere un personaggio incognito a me
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1983
guarito del tutto, e un velo della mia antica
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1983
E infatti ero anche un po’ sovrastato dal timore
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1983
giorno si modificava in un fiume di fango, mentre
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1983
miseria era dimenticata per un giorno, e con rosmarino
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1983
lontanissime e impossibili. ¶ Ero un po’ in sospensiva, in
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1983
ci presentammo all’impresario, un italiano che aveva anche
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1983
italiano che aveva anche un po’ di ufficio in
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1983
po’ di ufficio in un’isba, e fummo assunti
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1983
dall’impresario e da un ingegnere, anche se in
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1983
di nuovo! Scusate, scusate un momento» disse a un
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1983
un momento» disse a un tratto. ¶ Afferrò la scopa
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1983
Nell’orto, legate a un filo disteso tra due
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1983
di loro come nutrisse un odio inveterato e personale
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1983
sul sentiero una vecchia, un po’ gobba e zoppicante
54
1983
che suscitava in lei un ribrezzo istintivo. Si chiamava
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1983
una forte curiosità. ¶ In un angolo dell’isba c
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1983
dell’isba c’era un ragazzo sui dodici anni
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1983
il volto nemmeno di un dito. Dopo qualche secondo
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1983
non ci fosse. Aveva un gran bisogno di parlare
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1983
Silvestro. Il primo era un lituano come lei, gran
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1983
nella sua stanza, emettendo un lamentio sempre uguale, come
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1983
guerra lo riempiva di un terrore insopportabile, e scatenava
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1983
durò senza soste per un giorno e una notte
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1983
era stato possibile, cioè un villaggio balcanico che si
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1983
infatuò di lei come un ragazzo, quasi gli avessero
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1983
quale fattura. Nasarka era un siberiano gigantesco, alto come
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1983
docile e innocuo come un cucciolo di orso. Katja
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1983
il primo marito, possedeva un gusto vorace di vivere
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1983
e il miele. Teneva un grande apiario, con centinaia
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1983
lavorato per decenni in un cantiere di barche sul
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1983
e nuvolosi, perché a un certo punto egli cominciò
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1983
pensare. Gli era venuta un’idea fissa: lui e
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1983
e non avevano nemmeno un bambino, né v’era
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1983
il suo grembo come un cimitero. ¶ Nasarka cominciò a
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1983
s’intestardì a seguire un vecchio orso, che gli
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1983
con una carabina e un lungo coltello. Tre giorni
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1983
camini che fumavano, con un desiderio inestinguibile di scaldarsi
77
1983
Nasarka era perseguitata da un freddo implacabile, micidioso, eterno
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1983
chiamarla “la lituana”, con un disprezzo spaventato, e a
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1983
andare a piangere. Sentiva un’intensa pietà per i
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1983
due morti potessero rubare un po’ del suo calore
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1983
fiume gelato, per scavare un po’ di sabbia con
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1983
nessuno e non avevano un posto definito sulla terra
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1983
posto definito sulla terra. Un bisogno scuro ci spingeva
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1983
Siamo nella casa di un altro, e non sappiamo
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1983
isba come se da un momento all’altro Anataj
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1983
che il vecchio era un kirghiso dalla vita avventurosa
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1983
operai stranieri. Non era un segreto per nessuno, nemmeno
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1983
una certa animazione e un certo movimento, per causa
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1983
che a sud, dopo un centinaio di verste, o
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1983
operai del villaggio, cercavo un po’ di ambientarmi. Andavo
91
1983
rivolta mi pareva preziosa, un tacito riconoscimento che anche
92
1983
su di essa, disegnavano un gesto di noncuranza con
93
1983
aria di considerarla come un bizzarro capriccio dello Zar
94
1983
come se parlassero di un gioco che andava bene
95
1983
sfaccendata. Salire su di un treno per andare in
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1983
lontana o per vedere un po’ il mondo era
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1983
pipa, mi pareva, creava un ordine all’interno della
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1983
russarono uscii, riducendo a un nulla il cigolio della
99
1983
Attraversai lo sbarramento, detti un’occhiata a una targa
100
1983
delle strane geometrie. ¶ Sentii un uggiolio discreto, come soffocato
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1983
uggiolio discreto, come soffocato. Un grosso cane stava in
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1983
stava in piedi sopra un pozzo dal tetto di
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1983
anch’io mi persi un momento a fissarlo. Mi
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1983
accucciarsi ai piedi di un uomo e di obbedire
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1983
molto meglio di me un ululato lontanissimo di lupi
106
1983
secco ma lievissimo di un ramo spezzato, certo molto
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1983
spezzato, certo molto lontano. Un orso? un daino? una
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1983
molto lontano. Un orso? un daino? una lince? La
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1983
era, almeno di notte, un’immensa cassa di risonanza
110
1983
alla costruzione, c’era un’immensa catasta di legna
111
1983
la taiga dilagava come un mare, sfiorata da una
112
1983
Forse davvero c’era un altro villaggio con lo
113
1983
provavo meraviglia. Anzi, era un po’ come se me
114
1983
mio. ¶ Lo starosta era un uomo anziano, con la
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1983
come i cespugli di un’erba secca, e gesticolava
116
1983
con movimenti eccessivi e un po’ teatrali. Il suo
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1983
quasi la leggesse in un giornale. Cominciò a batterci
118
1983
di strada. Ci lavorano un centinaio di operai, alloggiati
119
1983
qualcosa. Non avevamo inseguito un miraggio. Era probabile che
120
1983
Era probabile che in un modo o nell’altro
121
1983
quello starosta ci sembrava un uomo da nulla, senza
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1983
Non avevamo ancora nemmeno un tetto e un riparo
123
1983
nemmeno un tetto e un riparo, e gli alloggi
124
1983
Senza una casa e un lavoro definito quasi si
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1983
perché non ha neanche un tetto da offrirle. Nel
126
1983
condizione di cuc era un’umiliazione estrema e vituperosa
127
1983
vituperosa, quasi indegna di un uomo. Colui che accettava
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1983
impegno. Pareva gli rincrescesse un po’ di farsi vedere
129
1983
a essere attraversato da un disagio indecifrabile, forse non
130
1983
tanto lungo avesse rubato un po’ alla volta la
131
1983
e adesso fossi soltanto un ricordo sbiadito di ciò
132
1983
si misero seduti su un pancone, e se ne
133
1983
sospetto di aver subito un inganno misterioso. «Forza, amici
134
1983
e di cedro sopra un grande ciocco trovato dietro
135
1983
per cui, applicandoci a un lavoro, riuscivamo a recuperare
136
1983
più ripiani, costruita con un’architettura bizzarra, che troneggiava
137
1983
fu davvero come se un treno si fosse rimesso
138
1983
dopo essersi fermato per un’avaria inesplicata nel mezzo
139
1983
esistenza franante, a eliminare un poco le muffe del
140
1983
persona. ¶ Il negozio era un’isba un po’ più
141
1983
negozio era un’isba un po’ più grande delle
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1983
stanza più interna, con un’aria seccata e sonnolenta
143
1983
clienti fosse per lei un fastidio e una perdita
144
1983
fuori parole, e avviai un discorso qualsiasi. Quando seppe
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1983
la gamba. Erano immobili. Un velo di neve sopra
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1983
qualche distanza, s’intravedeva un villaggio. Aspettavamo che ripartisse
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1983
più avanti, al massimo un paio di verste, i
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1983
o meno lontani. Provai un filo d’invidia per
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1983
pareva una povera cosa, un’impresa smarrita, insensata, che
150
1983
spalle, Tomsk, era ormai un ricordo lontano. ¶ L’indomani
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1983
ormai che esistesse davvero un villaggio di nome Kirkovsk
152
1983
direzione proseguire. Quello che un poco ci rassicurava, invece
153
1983
zoccoli dei cavalli producevano un rumore di sabbia smossa
154
1983
come sul treno. Passammo un giorno intiero nella locanda
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1983
taiga, senza possedere nemmeno un fucile. Ma era un
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1983
un fucile. Ma era un indugio assurdo, lo capivamo
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1983
dell’incertezza. Partimmo con un convoglio di taràntas verso
158
1983
volte il nome di un famoso fuorilegge, Ghircik il
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1983
regno era la taiga, un bosco infinito di abeti
160
1983
apriva la radura di un villaggio. Io guardavo sulla
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1983
alte. ¶ «Sajan, Sajan» disse un soldato dalla faccia asiatica
162
1983
caccia di aquile. Fu un progetto che mise subito
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1983
sorriso non conteneva né un sì né un no
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1983
né un sì né un no. Pensavo ad altre
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1983
oscillanti. Ero entrato in un mondo in cui non
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1983
di me, sottile come un filo di seta, un
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1983
un filo di seta, un sentimento speciale per il
168
1983
Sperai che Kirkovsk fosse un luogo dove mi potessi
169
1983
Non poteva essere che un villaggio nella taiga. Ormai
170
1983
più se stessa ma un’altra cosa. Come mi
171
1983
modo in me interveniva un elemento ignoto che mi
172
1983
Si trattava sempre di un insieme di edifici di
173
1983
Talvolta sorgeva vicino a un fiume, in una radura
174
1983
avere dei figli, perché un giorno l’avrebbero abbandonata
175
1983
che forse ne nascondevano un’altra, stavolta fondatissima. La
176
1983
scivolare più leggero di un soffio. Mi lasciavo avvolgere
177
1983
non ci imbattevamo in un solo cantiere. Forse la
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1983
e di conventi, che un terribile incendio aveva distrutto
179
1983
soltanto pochi anni prima. Un russo mi disse che
180
1983
antico la città era un’immensa fortezza di legno
181
1983
di una collina, di un bosco, di un villaggio
182
1983
di un bosco, di un villaggio, ma quel sentimento
183
1983
quel sentimento non aveva un vero rapporto con quello
184
1983
logorato. ¶ Ci fermammo a un’altra stazione, e Irkutsk
185
1983
ancora. Non eravamo più un convoglio ma due taràntas
186
1983
alberi. Passavo continuamente da un dormiveglia distratto a un
187
1983
un dormiveglia distratto a un sonno vero e proprio
188
1983
sentivano le folate di un vento freddissimo. «Sarma, sarma
189
1983
sua fine. Ci fu un nuovo cambio di cavalli
190
1983
calata la notte. Fischiava un forte vento, tra gli
191
1983
aveva l’aspetto di un grosso cane san Bernardo
192
1983
essere fatto entrare con un fischio, al caldo e
193
1983
Una volta aveva ricevuto un violento colpo con lo
194
1983
vestito della festa e un paio di scarpe ancora
195
1983
trovarsi tal forest, in un luogo forestiero, che poteva
196
1983
generare qualunque sorpresa, come un territorio nemico durante una
197
1983
invece avevo sempre dentro un’altra cosa, come un
198
1983
un’altra cosa, come un’idea fissa. Era il
199
1983
la ferrovia non fosse un’impresa soltanto russa, e
200
1983
che l’attraversava era un affluente dell’Irtyš, che
201
1983
nella ferrovia, avremmo avuto un destino. Adesso non eravamo
202
1983
dirigenti del cantiere, con un ingegnere che veniva da
203
1983
messe tutte insieme, fornivano un disegno abbastanza completo della
204
1983
finii per capitare in un ufficio dove un impiegato
205
1983
in un ufficio dove un impiegato distratto disseppellì da
206
1983
distratto disseppellì da sotto un fascio di carte un
207
1983
un fascio di carte un fascicolo che m’interessò
208
1983
che m’interessò. Era un elenco di centinaia di
209
1983
è ancora tanto…» ¶ Scelsi un villaggio della Transbajkalia che
210
1983
neppure una strada o un sentiero. Tutto doveva essere
211
1983
là di loro? Era un capriccio della sfinge che
212
1983
resistenze di Bastiano erano un fatto scontato: «Dici sul
213
1983
quel posto? Qui abbiamo un lavoro sicuro. Conosciamo della
214
1983
Ma so che è un grosso sbaglio. Ah, se
215
1983
serata passata a guardare un’eclissi di luna, fuori
216
1983
dell’isba, mi restò un seguito d’impressioni stralunate
217
1983
Mi ero visto come un sapiente antico, di quelli
218
1983
chi è vittima di un astruso destino. Non riusciva
219
1983
alba era lontana soltanto un’ora e mezzo, tanto
220
1983
treno pareva immerso in un lago di amarezze. Quel
221
1983
la naia. Aveva viaggiato un giorno intiero e anche
222
1983
una caserma solitaria in un paese di montagna, nel
223
1983
di montagna, nel meridione. Un giorno e mezzo di
224
1983
caporale che gridava come un ossesso, e che a
225
1983
della steppa. Ogni tanto un lago, che riuscivamo a
226
1983
carichi di neve. Tra un’isba e l’altra
227
1983
ci capitava di vedere un uomo con una slitta
228
1983
una slitta tirata da un cavallo, e ci veniva
229
1983
che non correvamo dentro un deserto… ¶ Il treno non
230
1983
sulle sue, rigido come un palo. Invece Marco, che
231
1983
di lana colorate e un po’ scurite dall’uso
232
1983
qualche altra cosa. Ad un certo punto qualcuno con
233
1983
o scendeva per raggiungere un villaggio invisibile dietro un
234
1983
un villaggio invisibile dietro un bosco o una gobba
235
1983
dietro la stazione, con un filo di luce alle
236
1983
e in movimento in un’immensità addormentata. Marco ogni
237
1983
capisse che lo consideravo un amico e un compagno
238
1983
consideravo un amico e un compagno, e per stornare
239
1983
e l’apparizione di un villaggio diventava un avvenimento
240
1983
di un villaggio diventava un avvenimento sempre più eccezionale
241
1983
s’era impadronito di un suo pezzo di terra
242
1983
del funzionario, era sorto un parco di betulle e
243
1983
prendere il tè in un chioschetto di legno. Anche
244
1983
aveva dentro di sé un’antica sete di giustizia
245
1983
scritte, parevano perdersi in un burrone senza fondo. Eppure
246
1983
aspettavano giustizia e avevano un loro caso personale che
247
1983
n’era a Ekaterinburg. Un’infinita matassa di speranze
248
1983
stava dentro di lui un po’ come le tristi
249
1983
violenze e ingiustizie diventava un dolore remoto, qualcosa di
250
1983
le sue radici in un istinto remoto. Nelle pietre
251
1983
futuro fosse avvolto da un velo che lui non
252
1983
voglia di farlo. Aveva un’ombrosa posizione di rifiuto
253
1983
della casa. Irina aveva un volto disteso e appagato
254
1983
sotto la coperta. Provavo un’agitazione crescente. Non riuscivo
255
1983
riuscivo a tenermi in un luogo solo, e mi
256
1983
me diventò difficilissimo ricavare un disegno preciso di ciò
257
1983
prendere qualcosa, a preparare un tè, avevano la bocca
258
1983
fiume. Mi vedevo come un uomo astuto e senza
259
1983
il prossimo, come da un vento malfido che scendesse
260
1983
da essa, per ristabilire un equilibrio violato. Poi una
261
1983
svegliato di colpo, durante un sogno, per un allarme
262
1983
durante un sogno, per un allarme improvviso. Mi muovevo
263
1983
Russia senza confini. Provavo un’ombra di rammarico per
264
1983
che mi spingevano a un vagabondaggio indefinito, a diventare
265
1983
e a zoccolare come un cavallo pazzo. Quando tutto
266
1983
non voler rievocare nemmeno un dettaglio della disgrazia. Mi
267
1983
voi» dissi loro. ¶ Girammo un po’ per la città
268
1983
Ekaterinburg tendeva a diventare un villaggio di isbe sperduto
269
1983
mia vita era tutta un viaggio che ricominciava sempre
270
1983
fermarmi e ancorarmi in un luogo. Tutti i personaggi
271
1983
parevano scarsamente reali. Per un tempo troppo breve li
272
1983
mentre mi spostavo da un luogo all’altro. Più
273
1983
altro. Più che da un senso di crollo e
274
1983
raggiunto da quello di un disseccamento, come fossi una
275
1983
e senza uguale. ¶ A un certo punto Bastiano propose
276
1983
da noi. Ci stringiamo un po’ e ci stai
277
1983
modificandosi e scadendo a un villaggio di legno, abitato
278
1983
Ogni tanto mi tornava un gran desiderio di leggere
279
1983
loro. Bastiano si era un po’ organizzato e cuoceva
280
1983
Quasi in seguito a un risveglio improvviso, scorgevo quello
281
1983
spuntavano come ortiche in un orto. Mi sarebbe piaciuto
282
1983
luna. No, no, volevo un’altra cosa, raggiungere il
283
1983
arrivare al Bajkal, era un po’ come se mi
284
1983
Si ricordava sempre di un suo zio, venuto a
285
1983
il quale poi, a un certo punto, aveva smesso
286
1983
sé. Non mandava più un rublo, né una lettera
287
1983
né una lettera, né un segno qualunque della propria
288
1983
niente, nemmeno le ossa. ¶ Un altro zio di Bastiano
289
1983
sentimento di incompletezza. Era un po’ come se avessi
290
1983
dover nuovamente ripartire, come un eterno vagabondo. ¶ Irina veniva
291
1983
permetteva mai di scavalcare un certo confine. Potevo offrirle
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cercavo di entrare in un certo discorso, lei mi
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fermava bruscamente e infilava un altro sentiero. ¶ «Irina, statemi
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divideva perché Irina aveva un’infantile paura della vita
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mondo dei figli, che un giorno l’avrebbero abbandonata
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lei si trattava di un’eventualità spaventante. Anche Kostja
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Se avessi dei figli, un simile abbandono non potrei
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meravigliarmi se ci mettevo un periodo doppio, perché mi
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guardavo la faccenda con un fondo di diffidenza, con
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qualcosa non quadrasse, come un orologio che rivelasse un
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un orologio che rivelasse un’ora bugiarda. ¶ Cominciò la
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fiumi, era anch’esso un regalo fatto a noi
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proprio a noi. Strappavo un’erba, ne succhiavo la
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la facevano respirare come un corpo vivo. Sentivo la
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vissuto tre secoli prima, un certo Francesco, che aveva
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da mugnai. Ma ad un certo punto aveva cominciato
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bruciato in piazza, sopra un mucchio di fascine. ¶ Per
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Le chiedevo cosa avesse. ¶ «Un giorno diventerà grande…» ¶ «E
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I suoi allarmi continuavano. Un giorno nel bosco trovammo
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giorno nel bosco trovammo un leprotto ferito dalle cornacchie
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e lei cadde in un pianto inconsolabile. Le venne
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me sorridendo. ¶ C’era un altro mezzo cui Irina
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il desiderio di diventare un giorno di quegli eletti
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i turchi. Era invece un’impresa che ciascuno sentiva
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bambina. Aveva persino fatto un certo numero di viaggi
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e le pareva che un giorno avrebbe alimentato il
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Che alla ferrovia lavorasse un esercito di operai le
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di operai le dava un sentimento di pienezza, sicurezza
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grandi ponti. ¶ Marco era un ragazzo nemmeno diciottenne, che
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Era in Russia da un anno soltanto. Forse per
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guscio caldo della famiglia, un alone nebbioso e ovattato
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di una lepre o un coniglio. Continuamente parlava della
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ed era afferrato da un desiderio arruffato di andare
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erano promesse spose, a un passo dalle nozze. Il
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per le sorelle pazienti un avvenire più festoso e
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foresta il ragazzo indossò un aspetto anche più carico
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più allegro, e giravano un po’ di soldi. Ma
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feci restare a cena un paio di volte. Intuii
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sorelle, e gli comprai un paio di valenki di
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l’estrema giovinezza. Era un sentore di fiducia ricca
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nello stesso tempo anche un po’ velata e assorta
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Tutto ciò comportava almeno un piccolo contrappeso alla friulana
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superiore. Lo pensava come un essere lontano, quasi irraggiungibile
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si poteva aspettare giustizia. ¶ Un anziano operaio del cantiere
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operaio aspettava con fiducia. ¶ Un altro operaio era rimasto
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era rimasto vittima di un sopruso. Il governatore del
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segnalava il passaggio con un suono sottile, che creava
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per la prima volta. Un sole pallido, appena sorto
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mia contentezza, e a un certo punto credetti di
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Oppure io potevo essere un povero cieco, come certi
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avevo con me, come un monaco antico, che andasse
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Avvertivo di trovarmi in un paese immenso. In ogni
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volevo. Potevo salire su un battello e seguire la
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la pigra corrente di un fiume, oppure montare sulla
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asiatica, ormai costruita per un buon tratto, e cercare
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sentivo la pedina di un gioco vastissimo di cui
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pensiero che dovevo cercare un lavoro, o tentare di
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possesso di quello di un tempo. Dormivo in un
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un tempo. Dormivo in un alberghetto da miserabili, sul
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incominciava a smarrirsi in un grigio stopposo. Erano piuttosto
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spalletta del fiume? Era un oggetto di bronzo che
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parte la figura di un falco, rozzamente disegnata, e
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disegnata, e dall’altra un profilo. Un mio zio
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dall’altra un profilo. Un mio zio fonditore, quando
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fonditore, quando era ancora un ragazzo, ne aveva preso
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trovata nel campo da un suo amico, e ne
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e carica di curiosità. ¶ «Un re longobardo, che ebbe
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era piuttosto alta, con un viso largo e tondo
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tondo, e gli occhi un po’ allungati, come se
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sangue orientale. ¶ «Cos’è? un portafortuna?» ¶ «Chi lo sa
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scolare da soli. Camminammo un poco sul lungofiume. Il
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Irina si fece presto un disegno completo della mia
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tutti i giorni, in un ambiente ristretto, che odorava
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Cosa pensava che pretendesse un operaio straniero, uno scalpellino
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Mi ero già creato un problema su quel fratello
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1983
questo, che Kostja era un sognatore. Era convinto che
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sognatore. Era convinto che un giorno il popolo russo
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apprensioni. ¶ Trovai lavoro in un cantiere dove si preparavano
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per i piloni di un ponte che veniva costruito
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veniva costruito lontano, in un luogo dove, per centinaia
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ombre silenziose, oppresse da un dolore remoto e imprecisato
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più a distrarsi in un mondo fumoso e contemplativo
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sogni. Era difficile cucire un vero discorso con lei
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e di noia. ¶ Dopo un poco che stavo in
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Kostja. Si trovava in un villaggio della regione del
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narici di nitido disegno un piccolo fazzoletto profumato. Per
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sul lago faceva servizio un grande traghetto a vapore
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salita sui treni per un motivo soltanto, andare alla
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non pareva rintanato in un posto preciso, ma piuttosto
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li guardavo con occhi un po’ differenti. Li vedevo
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fatto emigrante, ed era un istinto oscuro che mi
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aveva fatto ruzzolare da un luogo all’altro, fino
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al di là di un sipario lasciato alle spalle
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mi era rimasto soltanto un sentimento di incompletezza. Era
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ricostruire dentro di noi un terreno saldo per la
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saldo per la fiducia un po’ scossa nel grande
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presente in tutti, come un’ombra imponente e dominatrice
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nei compagni c’era un appagamento, un compenso indecifrabile
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1983
c’era un appagamento, un compenso indecifrabile per quello
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una slitta tirata da un cavallo silenzioso, sopra una
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soffice, appena caduta. Contenevano un invito a lasciarsi andare
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l’aria di acquistare un profilo domestico e familiare
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1983
sulle isbe, disseminando dappertutto un brillio di pepite d
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del cielo e crearsi un riparo alla violenza dei
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1983
violenza dei continui temporali. Un’altra narrava che il
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trasformarono di colpo in un bosco senza fine, dove
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1983
e la taiga diventò un labirinto inestricabile, nel quale
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favole, e voleva passare un giorno intiero nella taiga
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tondeggianti e di avvicinarsi un poco ai monti di
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direzione gli metteva addosso un’agitazione incontenibile. ¶ «Allora, che
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1983
certa ammirazione, come fosse un daino ormai impaziente di
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minuta, e solo dopo un periodo di lunga incubazione
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il suo capo accennava un moto di assenso o
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dalla steppa, era diventato un uomo della taiga, di
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lungo il corso di un piccolo affluente. Tutta la
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ogni cosa. ¶ Mi fermai un istante a guardare il
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il filo invisibile di un sentiero che non esisteva
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1983
anzi forse avevano fatto un impercettibile passo avanti, e
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come animali curiosi. ¶ Camminammo un paio d’ore nella
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fermò ai piedi di un gruppo di betulle dal
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è?» ¶ «La tana di un orso. Gli animali sono
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si vedeva era soltanto un monticello di neve e
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1983
sembrò che Marco fosse un po’ turbato da quell
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carezzevoli e tumultuanti. Per un momento trattenni l’idea
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1983
quasi, dove mi fermavo un minuto per mettere mano
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1983
Anataj, la tana di un ghiro o di una
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1983
volte, e sempre contro un tronco o un sasso
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1983
contro un tronco o un sasso, per esercitarsi. Ma
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1983
tutto era silenzioso, di un silenzio quasi irreale, se
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1983
provocavamo lo schianto di un ramo secco, o la
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1983
sua voce, e per un desiderio di squarciare l
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1983
A volte c’era un volo o un gridio
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1983
era un volo o un gridio di cornacchie, e
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1983
rifaceva dentro di me un filo di paura senza
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1983
Di qui è passato un cane» disse Marco a
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1983
cane» disse Marco a un certo punto. ¶ «Non un
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1983
un certo punto. ¶ «Non un cane, un lupo. Sono
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punto. ¶ «Non un cane, un lupo. Sono impronte fresche
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1983
Avanzammo cautamente e dopo un poco anziché un lupo
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1983
dopo un poco anziché un lupo trovammo una volpacchiotta
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1983
volpe, che saltava con un certo sforzo sulla neve
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1983
che correrle dietro era un fatto istintivo, più forte
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1983
lo sentivano. Era soltanto un intoppo e una seccatura
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1983
poteva pensarci senza provare un fierissimo stringimento di cuore
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1983
ogni sorta, gli pareva un incubo, un’ossessione medioevale
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1983
gli pareva un incubo, un’ossessione medioevale. Malediceva il
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1983
si aggiravano attorno a un punto solo, ossia al
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1983
Il cantiere era tutto un brulicare di lavori, e
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1983
al lavoro. C’era un accordo fondamentale e istintivo
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1983
portava a termine con un lavoro tranquillo e senza
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1983
ci fosse tra loro un’intesa istintiva, che scaturiva
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1983
e mai vista, né un turbinio di sogni e
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1983
piccole dimensioni, tirati da un solo cavallo, continuavano a
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1983
vi lavoravano perché era un punto difficile, e la
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1983
sentiva di trovarsi in un esilio babilonese, e non
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1983
perché era inserito in un meccanismo avviato da tanto
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che forse era soltanto un immenso capriccio di potenti
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1983
lavorare silenziosamente, o cantando un motivo sottovoce, come soldati
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cantiere non fosse più un luogo di questa terra
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1983
di questa terra, ma un limbo o purgatorio, posti
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1983
inverno. La taiga ridiventò un luogo silenzioso e sepolto
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Non si vedeva più un ghiro, uno scoiattolo, un
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un ghiro, uno scoiattolo, un ermellino, una marmotta. Ogni
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tana ai piedi di un cedro, una betulla o
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cedro, una betulla o un abete, l’aveva stipata
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cominciato ad abbandonarsi a un torpore sonnacchioso, che presto
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tracce nel saccheggio di un apiario o nello sgozzamento
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consistenza e ne faceva un’entità fantomatica e spaventante
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1983
da temere. Diventò piuttosto un animale sacrale e totemico
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1983
taiga si fosse diffuso un silenzio di evi consumati
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sentivamo lo schianto di un albero che si abbatteva
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1983
isba, facendo nelle stufe un fuoco infernale. La legna
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1983
alle spalle, e bastava un niente perché ricadessero in
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1983
parevano le scaglie di un drago, di uno smisurato
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1983
piccole cariche di dinamite, un morso alla volta. Ma
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1983
era come lavorare sotto un acquazzone senza fine, perché
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1983
lago, e bisognava scavare un’infinità di gallerie. Il
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1983
Mesopotamia, a cavallo di un asino o di un
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1983
un asino o di un dromedario, con addosso un
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1983
un dromedario, con addosso un mantello stracciato, e rotoli
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1983
Me lo figuravo come un eterno ritardatario, un vagabondo
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1983
come un eterno ritardatario, un vagabondo e mendicante di
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1983
tra poco sarebbe nato un Messia e un taumaturgo
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1983
nato un Messia e un taumaturgo, che avrebbe salvato
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1983
l’avvenire. ¶ Ma in un’altra zona di me
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1983
i quali sentivano dentro un rimescolio profetico, come un
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1983
un rimescolio profetico, come un sussurrio dileguante e vano
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1983
per le quali provavano un’enigmatica attrazione. Oppure erano
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1983
in casa, di fare un bel caldo costante e
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1983
cadorini, che parevano tutti un po’ sbandati, disorientati, privi
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1983
accordo. Qualcuno lo diceva un vendicatore, altri un giustiziere
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1983
diceva un vendicatore, altri un giustiziere, altri ancora un
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1983
un giustiziere, altri ancora un fulmine di guerra. Ognuno
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1983
si misero in movimento un’altra volta, e intuii
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1983
continuava a farlo, dopo un breve intervallo di smarrimento
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1983
neppure volentieri, ricorreva a un altro mezzo. Quando un
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1983
un altro mezzo. Quando un uomo era abbattuto, triste
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stessi, subito parevano mettere un piede dentro un tappeto
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1983
mettere un piede dentro un tappeto volante che li
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1983
Tutti e due avevamo un compito e una funzione
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1983
anch’io ero ormai un uomo di una certa
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1983
prende a tenere a un certo punto con la
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1983
ospedale, era stata soltanto un periodo fuggitivo. Si era
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1983
Nessuno mi aveva affidato un incarico, ma la forza
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1983
diventato la guida di un piccolissimo popolo che si
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1983
incidere questo discorso in un bronzo solido come quello
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1983
che poteva cedere da un momento all’altro, per
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a scorgere da lontano un orso grigio che pescasse
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1983
sensazione di aver toccato un traguardo e un raggiungimento
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toccato un traguardo e un raggiungimento importante. Ora la