parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

concordanze di «un»

nautoretestoannoconcordanza
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e ricordo con precisione un’anomalia: quel giorno la
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accesi la televisione. Davano un documentario sui draghi di
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Cominciò a baciarmi. Fu un bacio lungo, e io
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camicetta e reggiseno con un gioco di prestigio. Aveva
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masturbazione mi destabilizzò, dava un preciso senso di vuoto
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senso di vuoto e un’inconsistenza perfetta. Avevo rotto
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raccontò che stava frequentando un architetto di nome Jacques
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strategia sicura presa da un romanzo appena uscito. Mi
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amante mi apparve come un romanzo strabiliante per la
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del cinema Louxor: Qaid, un film indiano che nessuno
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creando pulsioni di riscatto. Un anno mancato di sessualità
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consumo della seduzione in un preludio felice. Irradiavo celestialità
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inventai la “crêpe Magots”: un intruglio di mele e
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ouverture erotica sfociò in un’empatia: accompagnai mamma nei
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della nouvelle vague con un bicchierino di Pastis prima
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dell’amante morto in un incidente aereo. La sua
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e felice, saziandomi di un nuovo alfabeto di attese
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Simenon che lo rendeva un narratore parziale. Dissi che
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femministe nei libri. Era un attacco a mia madre
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grandi labbra e per un attimo volli finisse così
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ometto di mondo. Provai un paio di volte, lui
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al Café, fluttuavo da un tavolo all’altro, tenevo
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a cena, Lib? Farfugliavo un mezzo sì e prendevo
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passione per i minerali: un’onice del Madagascar. Aveva
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a chiamarla così, Onice, un sibilo elegante e sinuoso
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fosse anche Emmanuel. Era un uomo che animava un
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un uomo che animava un trauma. Ma aveva una
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invano l’aiuto di un amico psicoterapeuta quando mi
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di vernice e con un cravattino fantasia. Fece il
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ci guardammo, Lunette trattenne un sorriso: ¶ – J’aime Onice
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libri che ero stato un lettore tardivo attraversato dalla
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cose, si posava su un fermacarte e su una
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prendere le ferite di un altro essere umano e
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individualità, a favore di un punto di non ritorno
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vedevamo alla Sorbona per un caffè o per pranzare
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gradinate. Lei aveva trovato un lavoretto come correttrice di
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professore di sociologia in un seminario. Le matricole si
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sua relazione con me, un italofrancese insipido e acerbo
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anche la mia. Imparammo un alfabeto minuzioso che parlava
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al Café per sussurrarmi un’unica frase: Leva gli
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del suo professore, da un morettino che veniva alle
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amore fingevo di essere un altro, personificavo l’estasi
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mi dava sollievo. E un senso preciso di solidità
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aperta, ancora, Lunette alzò un pugno per dirmi di
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esplorazione affettiva e a un eros controverso. ¶ Facevamo l
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per finire di leggere un romanzo o per l
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incantesimi. Lei sarebbe diventata un politico della gente comune
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della gente comune, io un avvocato delle cause giuste
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una crema idratante, più un flacone di ansiolitici e
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e le mutande, feci un’ispezione veloce: trovai due
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taglia minuta. Uno era un perizoma. Li misi nella
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piansi. ¶ Rimanere solo era un’impresa, avevo sempre qualcuno
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perché, diceva lei, solo un figlio porta il karma
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porta il karma di un padre. Nel tempo che
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di lezioni alla Sorbona, un incontro al Café con
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adesso la ricerca di un lavoretto. Papà aveva lasciato
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se qualche brasserie cercasse un aiuto in più, quando
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modo per staccarmi da un lento declino materno. ¶ Invece
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che aveva pensato a un lavoro: ¶ Professionista offre make
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di seconda mano. Fu un successo: tre chiamate il
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ciprie e fondotinta in un’ora e muoversi da
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restyling dell’utero. In un colpo aveva ritrovato il
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nella praticità acquisita, in un corpo invecchiato e meno
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nido dove reincontrarsi. Ritrovammo un abbozzo di serenità e
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dei Deux Magots per un caffè. Molti spagnoli, tedeschi
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italiani che intrattenevo con un po’ di storia del
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lasciavano banconote come ringraziamento, un mignolo sfiorato, un tocco
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ringraziamento, un mignolo sfiorato, un tocco dell’indice. Antoine
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passava da casa per un boccone. Si era iscritto
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al Bac aveva infilato un bel 20/20. Tra me e
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Aveva jeans attillati e un lupetto di tessuto fine
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in piedi, frugai tra un Faulkner e un Calvino
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tra un Faulkner e un Calvino e tirai fuori
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com’era il desiderio: un assoluto groviglio di terrore
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place de la République. Un’ora e poco più
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salvò, lei rimaneva di un’altra gerarchia estetica. Lo
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parole. In quello possedevo un talento naturale, rincarato dagli
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scrivere l’incipit. ¶ Successe un giorno di marzo, avevo
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marzo, avevo compiuto da un mese vent’anni ed
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giardini. Lunette arrivò con un mazzo di gerbere canarino
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funerale. ¶ – Le tombe sono un’invenzione del dolore. ¶ – Non
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e anche io. ¶ Passò un’intera settimana senza che
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i modi garbati e un cervello che contenesse sensibilità
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e buon senso, e un pizzico di eleganza. ¶ Avrei
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Lessi la conclusione: Fu un gran giorno, quello, e
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rimase sulla poltrona, iniziai un’altra favola, mi venne
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al telefono aveva dettato un passaggio esistenziale. La morte
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come rubasse. Iniziò così, un bacio e due mani
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possibilità di far proprio un candore. Ed è ciò
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lei perché Emmanuel aveva un convegno a Nantes. Madame
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ha estorto spiegazioni – strizzò un occhio, – È una bibliotecaria
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sorriso sornione. Gli lasciai un sasso sulla lapide. Non
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trova il modo. È un’anima in allarme. Il
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fosse nuda portava a un’apparente desensibilizzazione delle aree
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cominciai a servire. Fu un turno dedicato all’Est
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di place Saint-Germain, un occhio a “Libé” e
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e un giradischi con un disco dei Pink Floyd
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dei Pink Floyd. E un dipinto del Dalai Lama
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in chiave moderna e un televisore ai cui piedi
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piedi scalzi. Mi offrì un vassoio con delle prugne
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e anche io volevo un mare nel mio finale
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odissea di Antoine con un suo braccio intorno al
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quando mi svegliai, per un attimo solo, dimenticai Lunette
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io sul divano. Era un finale all’altezza della
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ascoltai scorrere l’acqua, un tramestio di stoviglie. Il
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della tuta ma aveva un asciugamano avvolto intorno al
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ripiegò. Si mostrò. ¶ Era un seno bianco, i capezzoli
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i polsi traballanti. Bevvi un sorso di Coca-Cola
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era deliziosa e aspettai un po’ per non essere
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me ne andai con un senso di leggerezza. A
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alla gelosia. Avevo compiuto un’impresa erotica che mi
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di me. Sarei diventato un avvocato. Di quelli d
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brandy e ne versò un dito in due bicchierini
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il chiaro simbolo di un destino sessuale che andava
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L’operazione avvenne quasi un anno dopo. I miei
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miei propositi di diventare un avvocato si rinforzarono con
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Sorbona e colpisci. Almeno un giorno alla settimana io
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in prestito e per un film a casa sua
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da riferirgli. Avevo trovato un altro modo per starle
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nell’attesa potesse architettare un futuro felice. ¶ E così
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cercava inutilmente di stringere un rapporto con me. Era
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rapporto con me. Era un equilibrio temporaneo e miracoloso
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parti basse nascoste da un camice blu. ¶ L’intervento
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che armeggiava dietro a un telo issato di fronte
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mi riportarono dentro per un versamento di sangue. Riuscii
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Uscii dalla sala operatoria un’ora più tardi. Era
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mia carne solo dopo un mese, prima bisognava proteggere
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Il medico mi esplicitò un avvertimento: niente autoerotismo, strusciamenti
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di qualsiasi natura. ¶ Diventai un contorsionista cinese per i
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sognai Marie e Lunette un paio di volte provocandomi
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letto e accolsi nudo un’erezione. Abbassai lo sguardo
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accesa su Antenne 2 e un libriccino di Gianni Rodari
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tre ore. Aveva avuto un infarto. Monsieur Marsell beveva
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e il dopo di un figlio. ¶ Varcai la porta
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pettinato i capelli con un ciuffo abbassato. Glielo scompigliai
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Marie l’avevo vista un’ora prima della funzione
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sorretta da me. Indossava un impermea­bile chiaro e
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impermea­bile chiaro e un foulard di seta, niente
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Spesso il divorzio è un capriccio contro la vecchiaia
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che non ci fosse un doppiofondo nell’armadio. Trovai
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e volantini pubblicitari, e un biglietto del cinema Louxor
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oli essenziali di lavanda. Un piccolo crocifisso di ferro
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vecchia madia c’era un album di fotografie mie
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il bagno, papà era un metodico della toilette: nel
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la sua stazza. Passeggiammo un po’ e prendemmo il
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tutto impreparato. Peggio di un’interrogazione, peggio della confessione
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Era una veterana o un talento naturale. Portò a
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che non seppi gestire. Un’erezione presuntuosa, un’abbondanza
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gestire. Un’erezione presuntuosa, un’abbondanza di saliva e
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abbondanza di saliva e un’improvvisa timidezza. Mi bloccai
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bacio alla francese. Per un’intera settimana io e
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ma accettai. Abitava in un condominio con due portinai
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con due portinai e un ascensore in ferro battuto
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cercava la durezza, trovò un misero gonfiore. Lo accarezzò
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Jean-Paul Sartre morì un mese dopo. Ero a
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donne erano orfani. Aspettammo un tempo che sembrò corto
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Saint-Germain-des-Prés. Un nugolo di anime compresse
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di Parigi e di un’epoca. Poi mi sentii
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La veglia finì con un brindisi offerto dalla casa
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dalla casa. Prendemmo tutti un bicchiere di Pastis e
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una Coca-Cola in un bar all’aperto, prima
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di film, Zabriskie Point, un capolavoro!, di manifestazioni e
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metteva due brani di un vecchio disco americano. Una
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di colpo e improvvisò un tip tap a piedi
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gli altri ragazzi disertarono un incontro di ottobre, Antoine
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lei si lasciò sfuggire un Comme il est charmant
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Ho torto? ¶ – Credo sia un misogino a cui piace
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non gli tira!, accennò un passo del suo tip
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Lei si fermò, storse un angolo della bocca, – Sto
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da mio zio. ¶ Tentai un sorriso, venne una smorfia
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e tornavo a essere un mite italoparigino. Ero l
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una astuta presenza. ¶ Fu un anno fulmineo. Lunette si
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ci riformarono. Io per un soffio al cuore ereditario
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cuore ereditario, lui per un daltonismo che non mi
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non fosse stato per un dipinto che trovai sfogliando
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dipinto che trovai sfogliando un libro nel book­shop
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trovato l’icona di un’ossessione. Le coincidenze con
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uno: Antoine mi convocò un pomeriggio alle gradinate del
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era corsa, e aveva un anno più di lui
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degli eventi. Marion era un bocconcino di porcellana. In
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Bellissimo. Antoine era diventato un uomo. Fui preso dal
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a trovarci che ho un’amica di Anna che
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Lunette si presentò con un morettino che nessuno di
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vergine e lei ha un altro. ¶ Marie non fiatò
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disse – Se vuoi tra un’ora finisco e parliamo
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mia intimità. ¶ Abitava in un appartamentino vicino al Père
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fabbrica rimesse a nuovo. Un bastardino affaticato ci venne
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Mi fece entrare in un salotto con due divani
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lei al mare con un’altra donna che le
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stagnole di cioccolatini e un posacenere traboccante di cicche
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moda. Altri libri, romanzi, un saggio su Jung e
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saggio su Jung e un giradischi con un disco
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bianco e nero di un uomo seduto all’incirca
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dritto ai cuori. Bevvi un sorso di Coca e
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Café, scomparve dietro a un séparé di specchi che
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a lui, dietro a un tavolino all’imbocco delle
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zona telefono, c’era un omino con gli occhiali
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puntava i gomiti su un paio di quotidiani ridotti
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Paul. ¶ – Libero. ¶ – C’est un prénom magnifique. Utilise-le
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pomeriggi successivi. Abitava in un bilocale grazioso poco distante
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pile di libri sopra un tavolo pieghevole. Ci mettemmo
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con Camus. Mi svelò un’ombra sulla morte dell
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preoccupava. Era tenero, vivace, un po’ strambo. Era un
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un po’ strambo. Era un uomo solo. ¶ Decisi di
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Decisi di proteggerlo. Feci un piano anti-isolamento per
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al centro, si trovò un contraddittorio inaspettato nel suo
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letto e le diedi un bacio sui capelli, Scusa
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coda di cavallo e un paio di pantaloni di
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tra gli schedari. Pescò un cartoncino e andò al
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di sotto, tornò con un volume altrettanto sottile, si
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e l’aveva scritto un italiano di nome Buzzati
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sorprendere una donna. Dava un senso di compiutezza. E
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Da quel giorno, per un paio di giovedì al
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La sfida era tra Un amore, anche questo di
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battaglia cominciò. Nabokov era un pervertito o un genio
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era un pervertito o un genio della sensualità? Buzzati
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scritto uno sfogo o un manifesto della fragilità maschile
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venti e più di un fidanzato intorno. Antoine mi
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di oltrepassarlo: Tu es un ami formidable, Libero. Per
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Per tutte loro ero un dannato amico. Mi guardavo
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allo specchio: ero alto un metro e settantadue, pesavo
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appuntito piaceva solo a un tipo di donna che
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repentina. Gli occhi avevano un taglio allungato, il naso
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esperienze. Avremmo fatto presto: un bacio e un approccio
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presto: un bacio e un approccio di natura dubbia
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di natura dubbia su un’amaca. ¶ Mi appellai a
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parte in qualcuno resisteva un campo energetico che manipolava
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con il piede disegnavo un cerchio perfetto nella ghiaia
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il suo sorriso era un misto di timidezza e
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2015
Mario Vargas Llosa. ¶ Era un periodo di caos portentoso
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2015
caos portentoso. Casa era un andirivieni di mamma ed
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una gita fuori porta un fine settimana al mese
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l’altro maschio di Un amore, farsi fesso per
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2015
terrore di riuscirci. Sentivo un’impellenza di darmi al
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salto nel vuoto. Avevo un solo nome: Camille. La
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frequentazione fulminea aveva attraversato un momento di astio nei
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2015
nei miei confronti e un riavvicinamento sotto l’astro
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2015
Non averla sostituita con un’altra mi creò un
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2015
un’altra mi creò un’attenuante di ferro. Tornammo
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calzamaglia a coste larghe, un rossetto che esaltava la
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2015
russo denutrito o per un trapezista di un circo
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2015
per un trapezista di un circo rumeno. ¶ Bastò questo
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2015
al cinema e per un petit bisou sulla guancia
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2015
fuga Dart Fener. ¶ In un mese accadde qualcosa di
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2015
qualcosa di strano e un piccolo miracolo. ¶ Qualcosa di
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2015
cinema andammo a mangiare un gelato, lei mi prese
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2015
agli indiani, e provai un dispiacere più vicino all
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2015
petit bisou mi lasciò un eros diverso. Dalla sera
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2015
prende sottobraccio, vestita con un lupetto di seta, e
250
2015
confessionale, c’è buio, un’ombra dietro la grata
251
2015
lui che sussurra Recita un Padre nostro, figliolo. ¶ Un
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2015
un Padre nostro, figliolo. ¶ Un piccolo miracolo: il secondo
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2015
ho una moglie e un figlio squinternati. ¶ Dopo la
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2015
atto di dolore. – A un certo punto recita “perché
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2015
delle mie compagne che un tempo promettevano. Ma la
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2015
Ma la disfatta era un’altra: a sedici anni
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2015
Mi lasciava svuotato, e un poco in ansia per
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2015
dalla donna delle pulizie. Un giorno sentii mamma dirle
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2015
lavoro, soprattutto. Aveva chiesto un part time e noi
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2015
passeggiare e tornava con un vassoio di pasticcini. Mi
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2015
sguardo incagliato a terra. ¶ Un pomeriggio lui e mamma
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2015
andati in Provenza per un fine settimana. Io sarei
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2015
provava a trattarmi come un amico di vecchia data
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2015
il giornale e fissava un punto del campo senza
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2015
e si spegneva come un giocattolo senza carica. Quando
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2015
disse Cher Libero, per un po’ starò fuori di
267
2015
prendere le sue cose un pomeriggio in cui era
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2015
abbrustolita in mano. Ero un orfano al posto giusto
269
2015
versavo l’acqua. Aveva un profilo sottile e un
270
2015
un profilo sottile e un’eleganza timida, mi sorrise
271
2015
l’anatema finale di un libro che mi sfuggiva
272
2015
Percorsi il cortile interno, un quadrilatero di sampietrini consumati
273
2015
di consultazione: Marie indossava un tailleur senape, i capelli
274
2015
coppia di anziani in un modo timido. Li accompagnò
275
2015
che me la declassasse. Un neo di antipatia, una
276
2015
una smagliatura dell’anima, un cedimento morale. Marie era
277
2015
della cortesia. E sì, un piccolo dettaglio mi rimbecillì
278
2015
pornografiche con Antoine, in un volantino pubblicitario a Montmartre
279
2015
nella stanza degli ordini, un atrio rivestito di moquette
280
2015
al piano di sotto, un magazzino sconfinato dove conservavano
281
2015
addetti facevano arrivare con un montacarichi. ¶ Tornò con il
282
2015
subito qui. C’est un rendez-vous. ¶ Tra me
283
2015
mattina di scuola e un pranzo con mia madre
284
2015
trovarlo, dovevo parlargli di un libro. Appena seppe il
285
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ora, puntuali. ¶ Papà era un uomo flemmatico dall’animo
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sull’attenti davanti a un Café con i tendoni
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mise a confabulare con un cameriere e sparì insieme
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mia ordinazione e con un ritratto in bianco e
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Consola la bionda. Era un taccuino con in copertina
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simbologia di mamma annunciava un successo schiacciante. Fu il
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i suoi santoni. Frequentava un gruppo di fanatici che
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io avevo imparato. Interpretavo un mazzo di briscola meglio
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papà chiese al maître un tavolo in veranda. L
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tuo Emmanuel, almeno avrete un argomento di conversazione. ¶ – Chiedilo
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svegliarono la sete e un sentore di profezia. Mi
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frigorifero, me ne versò un bicchiere e me lo
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Poi lei disse – Vado un po’ fuori, bonne nuit
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quella notte appartenne a un quasi tredicenne che invece
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la figuraccia, era solo un po’ nervosa, e insicura
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accucciai nell’angolo. ¶ – Sei un gentiluomo. Beata chi ti
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e disse: – Non ho un gran fiuto per gli
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ma lo dissi, avevo un accenno di erezione. Maturò
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smise mi ritrovai con un piacere impiccato. Nella mia
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Libero. Mi strinse in un abbraccio che sapeva di
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nel IV. Mi diede un bacio sulla guancia e
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guardai allo specchio. Ero un bambino a un passo
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Ero un bambino a un passo dall’adolescenza che
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erano mai stati, trovammo un biglietto in cucina: Merci
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bilancio della vacanza contò un sodalizio con papà, settecento
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pesce al ristorante e un’intossicazione alimentare da gamberetti
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uno sguardo ricambiato con un’inglese, innumerevoli spasmi sfogati
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spasmi sfogati. E poi un comandamento di mio padre
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lui. Mancava qualcosa: era un uomo privo di senso
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L’entrata era di un nugolo di ragazzini con
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Lorraine e Hélène Noisenau. Un nero e una biondina
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il traffico parigino e un uomo sbilenco dall’altra
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metà. Congolese e parigino. Un nero con la erre
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Occhi aperti. ¶ Trovai così un amico. Eravamo due metà
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metà che avrebbero fatto un intero. ¶ Quando tornai a
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tavola sedeva Emmanuel. Sforzò un sorriso, io non ricambiai
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primo mese di lezioni. Un piccolo coraggio per te
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cher Libero. ¶ – Ma è un ometto, – mia madre si
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la mia ansia atavica. Un orgasmo equivaleva a dieci
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scuola. Il risultato furono un’astenia cocciuta e due
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ragazze mi guardavano come un compagno a cui sorridere
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mi chiedeva se volevo un aiuto per la grammatica
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bassina, viso ampio e un seno che faceva di
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timida la trasformò in un’esca irresistibile. Cominciai a
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piccoli interventi e con un silenzio intelligente. Per Mademoiselle
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Mademoiselle Rivoli io ero un immigrato che si stava
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sua speciale attenzione e, un giorno, un consiglio: Marsell
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attenzione e, un giorno, un consiglio: Marsell, legga Lo
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pecca: non averle chiesto un rendez-vous e aver
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sera della pagella organizzammo un’uscita con i miei
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dai gesti accorti. Aveva un viso bruttarello, ma il
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mi aveva scambiato per un russo denutrito o per
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Avevo dodici anni e un mese, mamma riempiva i
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per studiare e conoscere un borghese che la mantenesse
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riportarmi al trauma di un mese prima, il giorno
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era uscito per comprare un trapano e passare in
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accanito con la mano un’ultima volta, la decisiva
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avrebbe dovuto educarmi. Ero un bambino autodepurato. Sereno e
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magnifico, attento e anticipatore. Un godimento barattava un paio
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anticipatore. Un godimento barattava un paio di piagnistei. Ricordo
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fioritura del cuore e un inaspettato ribollire cerebrale. Amplessi
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invitò ad assistere a un match sul Centrale degli
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vedere a casa per un mese, nessuno lo nominò
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servire cibo. Ricordo anche un paio di dettagli: Emmanuel
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in anticipo, anche di un’ora, perché sapevano che
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sull’orlo del collasso. Un seno in galera vale
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mi portò davanti a un crocifisso e disse – Libero
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Loro fiorivano, io ero un frutto acerbo con le
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gli occhi azzurri e un’aura che metteva pace
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chiesi a mia madre un costume nuovo. ¶ Lo indossai
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il giorno della partenza, un venerdì di luglio che
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che Emmanuel avrebbe portato un’amica. Lo aspettammo sotto
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la Peugeot 305 carica come un mulo e mamma in
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di mio padre e un silenzio prolungato di mia
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lentiggini. Si presentò in un italiano stentato: Marie. Ci
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Marie no, si aggiustò un foulard di seta e
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che facevamo i ritornelli, un cappello di paglia che
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dissi che no, ero un’isola senza mare. Un
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un’isola senza mare. Un’isola senza mare. Era
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le donne. Scavava in un fondo di verità, e
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e ad aspettare su un’amaca appesa tra due
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mostrò dove avrei dormito: un loculo ricavato da una
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mia Marie. ¶ Papà era un tipo pratico. Aveva preso
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nella Prima guerra mondiale, un temerario in grado di
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attraversava la Manica con un monoplano scassato. Come lui
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mi sentii chiamare. ¶ – È un’ingiustizia, Grand Liberò. – Marie
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salutai. ¶ Mi raggiunse – È un’ingiustizia che tu puoi
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Marie Lafontaine. Mi offrì un jus d’orange e
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orange e si ordinò un rosé. Scoprii di lei
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amavo John McEnroe, ero un campione di puzzle e
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braccia calde. C’era un profumo di torta in
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con Marie, lei ha un vestito scollato. Ha già
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finito male. Lui era un poco di buono, solo
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sgattaiolai fuori e iniziai un piccolo puzzle della Tour
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tavolo del giardino. In un’ora incastrai una miseria
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e lo raggiunsi. ¶ – Facciamoci un bagno. ¶ Dissi che non
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cappellino, – Avanti Grand Liberò, un piccolo tuffo – sorrise, e
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fissava, lo presi per un braccio e lo trascinai
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sposa da più di un decennio. Mi lasciò con
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lei. ¶ C’era stato un intreccio di uteri, e
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Si erano viste per un aperitivo, come potevo non
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e Frida scopammo. Fu un appuntamento che lei pretese
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abbracci, per averli recitava un eros che non le
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il suo potere emotivo. Un martedì sera passò a
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cedrata. In compenso aveva un talento nascosto per le
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una donna intricata con un senso di dedizione. Si
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e mi indicò Mauro, un trentenne che beveva Sangiovese
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sapevo mettere. Però avevo un’intuizione su come provare
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i comandi al volante, un giochetto che era costato
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giochetto che era costato un occhio della testa. Nel
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allungai una mano su un seno, sul collo. Presi
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seno, sul collo. Presi un preservativo e migliorai, tentennai
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continuò a muoversi. Era un piacere attenuato che la
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dal mio luogo emotivo. Un pomeriggio bussai, mi disse
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gloria sfiorita, e quanto un tempo gli uomini avessero
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Fu Mario a mostrarmi un’altra piccola bellezza: la
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del Manzoni, labirinti di un’aristocrazia decaduta e di
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viuzza dimenticata. Lì accesi un cero, Pour toi, mon
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il bivio: ritrovarci in un nuovo legame dopo qualche
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dicembre germinava in me un senso di possibilità. Glielo
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della Vigilia mentre sostituivo un fusto di Moretti nella
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che Giorgio aveva organizzato un veglione a base di
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tombola con in premio un cotechino, un disco dei
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in premio un cotechino, un disco dei Queen e
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i clienti sgranocchiarono in un’ora. C’erano Gengiva
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in imbarazzo, mi diede un bisou veloce sulla guancia
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quelle ore scrisse su un quaderno e ci guardò
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bionda acqua e sapone, un po’ hippie. Bellissima. ¶ Passammo
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di Titta, quando disse Un babbo fa per cento
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figlioli non fanno per un babbo, questa è la
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a Parigi, viveva in un appartamento con soffitti di
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Milano, copie del Caravaggio, un De Chirico originale, cucù
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liberty, e parcheggiammo in un cortile stipato di berline
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arrivammo sul pianerottolo sentii un assedio di voci dietro
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parenti che si presentavano, un brindisi in mio onore
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e mi introdusse in un salotto dove si accalcavano
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parlai in francese, e un altro gruppetto. Si fece
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affusolate, non magre, e un modo curioso di pendere
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era ampio e di un biancore assoluto: aveva molto
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il soldato Joker, imbracciò un fucile immaginario – I morti
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così Anna Cedrini. Con un’imitazione del soldato semplice
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l’avrei fatta? ¶ – Ho un po’ d’ansia. ¶ – Segui
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sul bancone dell’osteria. Un’amica niente male di
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mamma che mi offrì un tè di benvenuto milanese
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Libero, sto lavorando. ¶ – Solo un attimo. ¶ – Volevo parlartene da
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attimo. ¶ – Volevo parlartene da un po’. Penso... ¶ – Solo un
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un po’. Penso... ¶ – Solo un attimo, Frida. Solo stasera
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ribattezzati il corpo, e un pezzetto di spirito. E
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chiacchierato di tutto e un po’. ¶ – Anche di Emmanuel
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che la spaventarono per un decollo pazzo, e giù
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giù a Brera per un caffè da Moscatelli. Come
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feci desistere dal trovarsi un hotel. Le giurai che
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alla cassa. Le servii un Sangiovese, quando Giorgio arrivò
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cosa si dissero, a un certo punto anche Marie
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mezzo stipato, avevo messo un disco di Serge Gainsbourg
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la invitò a bere un bicchiere con lui e
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insistente di Giorgio per un pranzo e anche dalla
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scoprii che Marie russava. Un sottile brontolio che mi
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la coperta le scopriva un fianco. Sentivo l’odore
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una mano e strinsi un lembo di lenzuola. Lo
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i sorrisi sornioni e un attaccamento ancora più vivo
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qualcosa di sconosciuto, forse un accenno del suo carattere
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il padre era stato un professore di francese. C
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a vent’anni con un compagno di liceo, il
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disse mentre sfilavamo per un parco Sempione calato nella
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che lo strozzava come un boa. Mi voltai piano
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in biblioteca per lasciare un biglietto con un titolo
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lasciare un biglietto con un titolo scritto di fretta
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io. ¶ Riattaccai imprecando: rimaneva un quarto d’ora per
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la pizza era di un piccolo amore. Dissi che
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sapevo, era tutto aggrovigliato. ¶ – Un segno – lo disse in
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lo disse in italiano. – Un segno e capisci, Grand
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il ritorno mi concessi un altro taxi. Durante il
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Milano che adesso era un impasto di due Libero
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mio cuscino, c’era un libro. Mi avvicinai e
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ordini a denti stretti, un incontro nell’alloggio segreto
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finimmo a letto. Sentivo un’immobilità, e il rischio
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scrivania due biglietti e un post-it con scritto
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it con scritto È un invito. ¶ – Sai Libero cosa
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milanese che poteva sembrare un cannibale, che per certi
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non importava che fosse un certo tipo di uomo
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intenzione di fidanzarmi con un’avvocatessa. ¶ – No di certo
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spiccia e scheletrica, con un tatuaggio vistoso sulla mano
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vistoso sulla mano e un cappello da uomo. Con
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casa della Laide di Un amore. Passeggiavamo tutti insieme
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ci raggelò. Kubrick era un visionario neorealista. Frida aveva
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a Lorenzo di sentirsi un pesce fuor d’acqua
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che avevo bisogno di un aiuto per ammassare dei
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Palmiro. La guidai d’un fiato fino ai Navigli
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il tocco finale fu un fiocco blu. Il resto
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intorno al pacco, scartò un pezzetto e si bloccò
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a incitarlo, quando diede un colpo alla pedalina e
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mi fa sognare. Facciamo un patto, tieni d’occhio
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Per festeggiare ho passato un fine settimana alle terme
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in bibliò è venuto un sedicenne che mi ha
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che mi ha chiesto un consiglio di lettura. Ho
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si era sistemato in un quadrilocale con la carta
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a scaldare per me un paio di pantofole. Le
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la portò già inscatolata: un bollitore elettrico e una
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distacco dal fidanzato come un’opportunità perché eravamo isole
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dopo ancora, finché diventò un appuntamento fisso. A metà
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per merenda. Ci davamo un tempo massimo di dieci
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Mi disse di avere un debole per l’arte
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L’alloggio segreto era un riparo che faceva sentire
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volta che entravo avvertivo un eros incalzante, premeva, cercai
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diventò solo mio, come un bracciolo della poltrona dove
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occasioni. E le mani. Un giorno appoggiò la testa
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l’impeto ritrovato. Fu un acme primordiale. Quando finii
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mi guardai allo specchio: un quasi uomo che non
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alzare gli occhi. ¶ Sentivo un astio preistorico, veniva da
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era: me stesso. Rivolevo un’avventura, forzare i freni
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sentimenti. ¶ Marie, ¶ ho comprato un tavolino da campeggio e
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finestra. Mentre scrivo vedo un palazzo con i mosaici
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ai balconi, c’è un uomo che con una
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caso nel quartiere Isola, un quadrilatero ricavato tra la
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accettò una birra in un bar di via Borsieri