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Tomaso Monicelli, Il viaggio di Ulisse, 1915

concordanze di «un»

nautoretestoannoconcordanza
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1915
di guerra, riuscì con un abile stratagemma a prendere
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1915
d'anni fa, in un tempo lontanissimo. ¶ Nella guerra
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entravano in battaglia sopra un cocchio tirato da due
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campo aperto, come in un singolare duello, i due
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1915
due schiere nemiche. E un giorno, nella guerra che
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1915
in riva al mare un grandissimo cavallo di legno
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1915
ventre enorme del cavallo un gran numero d'armi
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1915
nascose e aspettò in un remoto seno dell'isola
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1915
gioia e abbracciandosi l'un l'altro, uscirono dalle
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1915
e temo che racchiuda un tradimento. Precipitiamolo nel fondo
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1915
fondo del mare». ¶ E un altro: ¶ «Diamogli fuoco, e
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dalle fiamme ardenti». E un altro ancora: ¶ «Foriamogli il
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1915
il fianco. Se racchiude un tradimento, il tradimento sarà
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1915
Troia, a grandi passi, un vecchio sacerdote, di nome
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1915
ventre incavato. ¶ Si fece un grande silenzio: l'inganno
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grida, trascinando in mezzo un giovane prigioniero e presentandolo
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piedi e rispose: ¶ «Sono un greco». ¶ Il popolo troiano
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singhiozzi, così disse: ¶ «Sono un greco, soldato dell'esercito
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vivo e fiorente di un giovane. Dopo molto cercare
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e mi nascosi in un pantano. Dal mio nascondiglio
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offerta, l'adempimento d'un voto per placare le
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rovina di Troia». ¶ Ma un'orribile morte doveva soffocare
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1915
sangue. Egli cadde con un ruggito di dolore, spento
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spalancate dei fuggiaschi uscì un grido unico e immenso
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1915
cavallo di legno, parve un avvertimento del cielo, un
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un avvertimento del cielo, un castigo degli dèi contro
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1915
improvvisa fermata, rimbombò dentro un cupo suono d'armi
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1915
porte della città. Abbattete un lungo tratto di mura
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1915
soffocarono nei loro petti un grido di gioia. Essi
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1915
riposare dalla fatica in un placido sonno. ¶ Tutti, meno
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1915
presso il lido, fecero un segnale accendendo un gran
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1915
fecero un segnale accendendo un gran fuoco. Vide il
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1915
di valore. Ci fu un momento in cui i
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1915
e morte. Troia pareva un immenso rogo. Rimaneva ancora
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1915
combattimento si tramutò in un macello. A cento a
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1915
e famosa città, diventata un fumante ammasso di rovine
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1915
Ciconi. ¶ I Ciconi erano un popolo di guerrieri che
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compagni!». ¶ Sorse dalle navi un lungo grido concorde: ¶ «Sterminio
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1915
nostre case senza chiamarli un'ultima volta, nella speranza
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1915
sua voce che pareva un tuono, più alta dei
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1915
alba del terzo giorno, un'alba rosata e serena
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1915
i naufraghi, abbracciandosi l'un l'altro per la
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1915
la bionda barba. ¶ E un altro, quasi giovanetto, seguitava
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1915
morire in essa». ¶ E un terzo, di più maturi
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1915
fiori, ospite gentile di un popolo felice. ¶ Il re
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1915
fiori, o stranieri» disse un vegliardo di nobile aspetto
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1915
e fu obliato. Sentirono un languore in tutte le
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pace senza mutamento. ¶ Passò un giorno; e Ulisse non
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1915
terra di grazia». ¶ In un baleno, Ulisse capì. Guardò
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1915
mare. Al tramonto d'un altro giorno, la piccola
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1915
isole erano divise da un esile braccio di mare
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1915
capre e capre selvatiche: un numero non mai veduto
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1915
di Itaca, Ulisse, con un altro abile stratagemma, salvò
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1915
Felice gente i Ciclòpi! Un Dio possente li proteggeva
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1915
sempre verde come per un'eterna primavera, pascolando le
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1915
loro isola. Erano, insomma, un popolo di tremendi giganti
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1915
altri uomini, essi avevano un solo occhio nel mezzo
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1915
unico occhio dardeggiava come un sole. Se parlavano, la
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1915
Presso alla riva, sorgeva un'immane spelonca, entro la
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1915
intorno alla spelonca, correva un alto recinto di pietre
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1915
spelonca. Portava con sé un otre, fatto di pelle
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1915
gonfio di vino, di un vino di tal forza
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1915
forza inebriante che pareva un liquore, di soavissimo profumo
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1915
avuto in regalo da un pio sacerdote di nome
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1915
venne. Aveva sulle spalle un enorme tronco d'albero
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1915
i montoni. Quindi, sollevato un masso che pareva una
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1915
e di rimandarci con un tuo dono, che ci
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lieti». ¶ Polifemo rise d'un riso cattivo, si avvicinò
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1915
gridò piangendo: ¶ «Ahimè! Ahimè! Un vento avverso ci ha
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1915
vista, i superstiti ebbero un grido d'orrore. Polifemo
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1915
divorò e consumò in un batter d'occhio. Poi
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1915
d'occhio. Poi, tracannato un vaso di latte, giacque
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1915
compagni. È meglio aspettare un momento più propizio». ¶ In
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1915
fuga. Egli aveva veduto un enorme tronco d'olivo
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1915
Lungo e grosso come un albero di nave, il
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1915
Ulisse l'affilò da un lato, abbrustolì la punta
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1915
quel vino inebriante come un liquore, regalo del sacerdote
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1915
e la bevve d'un fiato. ¶ «Oh, com'è
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1915
come la prima, d'un sorso solo. ¶ «Che delizia
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1915
io possa compensarti con un bel dono, che ti
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1915
piaga il sangue: e un fumo nauseabondo si sparse
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1915
accecato. Si alzò, con un ruggito che pareva quello
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1915
che pareva quello di un leone, con un grande
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1915
di un leone, con un grande urlo di spasimo
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1915
e mise in atto un nuovo e magnifico stratagemma
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1915
pianto. Ma Ulisse, con un gesto, ordinò il silenzio
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1915
con le mani, gettò un ultimo saluto a Polifemo
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1915
non tua». ¶ Quindi, sollevato un masso di smisurata grandezza
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1915
pareva il cocuzzolo d'un monte, Polifemo lo roteò
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1915
si sollevò come per un turbine, coprendo la nave
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1915
con furia, giunse in un baleno al placido porto
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1915
con gioia. E, dopo un breve riposo, Ulisse, rivolto
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1915
Giunsero all'Eolia, presso un'isola circondata tutt'intorno
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1915
circondata tutt'intorno da un muro d'infrangibile rame
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1915
infrangibile rame e da un'altissima rupe che scendeva
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1915
protetta dalle tempeste, in un palazzo splendido di ricchezze
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1915
sua mensa, e, per un intero mese, lo trattenne
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1915
compagni. Io ti darò un dono che ti sarà
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1915
Eccolo». ¶ E gli presentò un otre fatto di pelle
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1915
giorno». ¶ Tutti proruppero in un coro di festa. Spiegarono
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1915
di Itaca nostra». ¶ E un altro con la fronte
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1915
morire in essa» ¶ E un terzo, già quasi bianco
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1915
il timone per riposarmi un poco. Quando le navi
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1915
addormentò. ¶ Ed ecco che un compagno di Ulisse, dalla
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1915
balzò in piedi con un grido di furore, si
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1915
non ebbero tregua. Con un ultimo assalto rabbioso, buttarono
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1915
i cattivi venti in un altro otre. Ulisse, muto
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1915
dunque, accaduto?» ¶ Piangendo come un fanciullo, Ulisse rispose: ¶ «Ospiti
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1915
dei miei compagni e un mio breve sonno, furono
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1915
lavoro degli uomini tace. ¶ Un bello e ampio porto
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1915
del porto, legata a un'alta rupe. Salito sulla
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1915
interno del paese. Dopo un tratto di strada, videro
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1915
A me! C'è un buon carico di uomini
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1915
il loro sangue come un rosso vino. ¶ La Maga
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1915
La Maga Circe ¶ Ora un solo naviglio batteva il
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1915
a nessuno, salì su un colle e guardò intorno
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1915
e guardò intorno. Vide un fumo uscire da una
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1915
cibo che mancava, quando un magnifico cervo dalle ramose
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1915
cadde nella polvere, con un rauco grido. Il gran
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1915
magnifico cervo che prometteva un lauto banchetto, apparecchiarono il
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1915
Vidi da quel colle un fumo salire verso il
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1915
udirono venire dall'interno un canto leggiadro, come di
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1915
somigliava al canto di un usignolo: – venite nella mia
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1915
uno: Euriloco: che, temendo un inganno, restò fuori a
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1915
aspetto: la testa diventa un muso porcino, il corpo
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sottili, la voce è un grugnito. Potenza malefica della
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1915
argento, appese alle spalle un tremendo arco, e comandò
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1915
gli si fece incontro un giovanetto di gentile volto
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1915
Il giovinetto, che era un Dio protettore di Ulisse
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1915
Ulisse, sradicò dal suolo un'erba salubre da lui
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1915
somigliava al canto di un usignolo. «Dimmi da dove
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1915
entrare e sedere su un seggio d'oro: quindi
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di ferirla. Circe mandò un urlo di terrore, sfuggì
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1915
uno a uno di un soave unguento, a uno
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1915
di Circe: e, per un intero anno, passarono di
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1915
con la grazia di un usignolo e teneva avvinti
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1915
tutti partivano: uno restava: un caro compagno, di nome
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1915
nella nera terra, con un remo piantato sulla fossa
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1915
travagliata esistenza di navigatore. ¶ Un vento benigno, mandato da
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1915
fatali Sirene. Sedute in un bel verde prato sulla
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le Sirene, si elevava un monte di ossa umane
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Scilla e Cariddi ¶ Ma un più tremendo pericolo sovrastava
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Ecco apparire sul mare un denso fumo, ecco colpire
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grandi bocche armate di un triplice giro di denti
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onda del mare creava un tempestoso gorgo e rintronava
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fermo la giusta via. Un minuto, un altro minuto
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giusta via. Un minuto, un altro minuto: e i
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vi crescono prati di un bel verde smeraldino sui
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la veloce nave. È un'isola cara agl'Iddii
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di nuovo, insensato: ¶ «Sei un barbaro, Ulisse, – esclamò – se
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giurassero, nella sua mano, un sacro giuramento. ¶ «Giurate – disse
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che non ucciderete né un bue né un agnello
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né un bue né un agnello». ¶ «Giuriamo!» esclamarono in
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nave, si rifugiarono in un'ampia, asciutta luminosa caverna
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tacquero i venti. Per un mese intero soffiarono e
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greggi, non uccidete né un bue né un agnello
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né un bue né un agnello. Cibiamoci di uccelli
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parte, con raddoppiata violenza. ¶ Un giorno che la caccia
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1915
la pesca avevano offerto un ben magro pranzo, Euriloco
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1915
compagni assentirono. E, in un baleno, fu fatta strage
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di sentire nel vento un odore di carni arrostite
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parte si udiva come un prolungato muggire di bestiame
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di Itaca nostra». ¶ E un altro, di veneranda fronte
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1915
morire in essa». ¶ E un terzo, di grande vecchiezza
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1915
troveremo i padri con un piede nella fossa, le
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dietro una nera nube un terribile vento scuote e
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scagliano contro il naviglio un fulmine di fuoco: tutti
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sopra di sé che un uomo solo: il re
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si erge sulla cresta un'onda come sulla cima
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1915
cielo e del mare? Un'ondata, più furibonda d
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affida agli elementi scatenati. ¶ Un vento cattivo ricaccia Ulisse
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sua nave. Allora spicca un salto, si attacca allo
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e le foglie di un immenso fico, e aspetta
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1915
resti della nave. ¶ Passa un tempo breve: ed ecco
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sul suo legno natante. Un vento fortissimo lo salva
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1915
tutt'intorno si stendeva un vastissimo mare senza ombra
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solo e disperato, in un'isola perduta in mezzo
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vita, ma tu dammi un'altra nave, che io
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sopra poderose assi, formò un solido tavolato. Disegnò ai
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e il volto di un fitto velo per nascondere
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e va sospinto da un vento benigno. Lascia i
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sorge incontro dai flutti un'isola ombrosa di monti
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pene non sono finite. Un Dio, che ti è
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nemico, ti lancia contro un terribile vento che agita
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vento chiamato Aquilone. In un baleno, nubi tempestose scavalcano
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lo sconvolge. Ahi! ahi! Un'onda immane urta la
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sbattuta sulle onde come un fuscello: le assi congiunte
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mare a nuoto. In un modo o nell'altro
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1915
isola". ¶ Si abbandona a un'onda che viene con
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e sospirano. Ulisse riprende un poco di lena. Nuota
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Ed ecco, una foce, un fiume argentino che scende
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mare, una spiaggia serena, un approdo felice. Il nuotatore
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pelle. Scende la notte: un grande sonno grava sulle
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sono?". ¶ Poco lontano è un bosco. Egli vi si
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più fitti, si fa un letto di foglie, vi
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il senno simile a un Dio, traeva i giorni
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svegliò e, vestitasi in un batter d'occhio, andò
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Arete portò sul carro un grosso paniere pieno di
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pieno di cibi e un otre gonfio di vino
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Cinse intorno ai fianchi un ramo frondoso, e uscì
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1915
fanciulle, ascoltami. Io sono un triste navigatore che il
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Date una tunica e un manto a questo forestiero
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1915
del manto, e trasse un grido di meraviglia. ¶ «Bel
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cittadine. Sarebbe sconveniente che un uomo sconosciuto fosse visto
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1915
davanti alla reggia ebbe un grido di meraviglia: più
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meraviglia delle meraviglie – era un orto grande, cinto da
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orto, verdeggiava e odorava, un giardino variopinto di tutti
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ascoltare le avventure di un re così illustre e
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stringeva e ammutoliva. ¶ Dopo un lungo silenzio, il re
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occhi, si addormentò di un sonno profondo, come di
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1915
quel mentre gli apparve un giovane pastore. A lui
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1915
dalla gola. Balbettò come un bambino: ¶ «Itaca?... Itaca?...». ¶ «Itaca
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1915
sussurranti acque dove egli un tempo soleva riposare: l
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1915
ti trasformo, invece, in un vecchio mendicante: nessuno ti
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il falso mendicante di un mantello bucherellato, gli mette
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gli dà in mano un bastone. ¶ «Va', – dice – e
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di Eumèo. Eumèo abitava un'ampia casa, circondata da
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ampia casa, circondata da un grande recinto, sulla cima
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recinto, sulla cima di un colle solitario. Presso la
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fuoco, e riposa di un felice sonno». ¶ E tutto
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Sta certo per giungere un uomo di questa casa
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1915
avvicinano. Egli entra». ¶ Entrò un giovane riccamente vestito, armato
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Eumèo si alzò con un grido, corse ad abbracciare
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vieni?». ¶ Ulisse rispose: «Sono un mendicante, o Telemaco, e
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1915
tuo servo è stato un ospite buono. E io
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mendico si trasformò in un uomo vegeto e grande
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1915
meraviglia, Telemaco, trasecolò. Ebbe un grido di stupore. ¶ «Ospite
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1915
occhio. Egli è ancora un cadente mendico, irriconoscibile a
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1915
a tutti, appoggiandosi a un nodoso bastone, e riguardava
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in uno specchio. E un furore terribile gli arse
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1915
sotto le spoglie di un vecchio mendico, per sfuggire
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1915
la reggia. Ma incontrarono un pastore di capre, di
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1915
lurido mendico? È certamente un vecchio ghiottone che si
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1915
mendicante!». ¶ E gli sferrò un calcio. Ulisse sopportò l
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1915
Cara Itaca! Dolce casa! Un cane, di nome Argo
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davanti alla porta. Era un cane vecchissimo, malato, prossimo
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suo cervello di cane, un'immagine risorse: l'immagine
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gli venne alle narici un odore di tempi lontani
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1915
Penelope, intanto, saputo che un vecchio mendico forestiero è
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Euriclèa affinché gli prepari un bagno. ¶ La vecchia Euriclèa
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1915
bagnarsi, Euriclèa dà in un grido di meraviglia e
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1915
tirar d'arco contro un bersaglio. Chi vincerà la
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nutrice Euriclèa piangono in un angolo. Tutta la famiglia
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Per sempre! ¶ Ulisse volge un pensiero ai cari compagni
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1915
a noi. La udì un vecchio poeta cantastorie che
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il travagliato viaggio di un uomo molto ingegnoso, che