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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

concordanze di «un»

nautoretestoannoconcordanza
1
1930
sulla camera mortuaria, come un’isola verde lontana in
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1930
isola verde lontana in un mare giallo, mettevano una
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1930
scavata di fresco, stendeva un telo d’oro nel
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1930
al di là, tra un tumultuare di cave che
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1930
giaceva come ucciso sopra un pancone, gorgogliando reciticcio di
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1930
il treno precipitava in un altra caverna. ¶ Amedeo, nei
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1930
sul ciglio delle vie. Un dì, senza ragione e
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1930
si era partita intuonando un canto funebre verso le
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1930
fumo scrivevano sentenze inesplicabili. Un gigantesco esclamativo di pietra
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1930
muovevano su ogni nave un cuore sovrumano che dava
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1930
inchiavardata di lamiere e un altro treno strepitando parve
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1930
con urli di muto, un altro mondo. Tutti si
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1930
spinge? ¶ — Monta a bordo! Un piatto c’è anche
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1930
là. ¶ — Ben detto — disse un vecchio. ¶ — Ma però — commentò
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1930
del mare. Tutti tacquero un momento raccolti nel pensiero
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1930
è più quella di un tempo! ¶ — In pelago lodato
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1930
nostri porti ci fosse un ponte, questo sarebbe sempre
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1930
maretta, il trepestìo d’un esercito innumerevole, un brontolìo
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1930
d’un esercito innumerevole, un brontolìo come di fiume
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1930
d’albero e carogne, un vocìo simile al sibilo
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1930
simile al sibilo di un vetriciaio molinato dal vento
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1930
Sono gli italiani — disse un vecchio — che li conducono
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1930
onde rompevano sull’onde; un’infinità di tumoli vacui
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1930
piano la terribilità di un cimitero sconfinato. Nessuna mano
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1930
partenza trasbordavano mercanzie da un barco all’altro, i
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1930
bocca marmata, tremolavano entro un camice nero come staccati
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1930
seduto, sopra uno sgabello, un vecchio marinaio del paese
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1930
coi piedi piagati come un Cristo, le mani insidrite
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1930
Argante. ¶ — Tuo padre era un galantuomo. E dove vai
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1930
il secondino — gli urlò un cliente. ¶ — Il viso ce
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1930
padrone si avvicinò a un tavolo e chiese: — Ma
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1930
a intervalli ferito da un gigantesco cardo luminoso con
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1930
non ti riportano. Qui un piatto ci sarà anche
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1930
pellegrini sul limitare di un santuario. ¶ — Mi alzo — disse
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1930
alzo — disse Amedeo. In un attimo fu in piedi
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1930
Il guardiano di bordo, un vecchio navarca dal viso
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1930
il vento, egli è un di quelli che non
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1930
e picche, ordigni di un esercito di affamati che
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1930
martoriata, ovunque s’udiva un bailamme di voci, un
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1930
un bailamme di voci, un urlìo come sopra un
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1930
un urlìo come sopra un mercato. ¶ — Ova, burro, insalata
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1930
il cielo salutava, con un grande arco luminoso, ma
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1930
percosse la carena con un colpo sinistro come un
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1930
un colpo sinistro come un’enorme campana; il mostruoso
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1930
tutti si abbracciarono in un gemito: Italia!! Italia!!! Amedeo
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1930
vociare intrepido degli uomini, un largo suono di campane
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1930
quasi a voler afferrare un po’ di quest’aria
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1930
entro il teschio. ¶ Da un caruglio scendeva gente arcigna
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1930
tonfare di cardi. ¶ IV. ¶ Un’alba radiosa d’autunno
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1930
scorsero approssimarsi dal paese un viandante con a tracolla
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1930
viandante con a tracolla un fardello da cui spuntavano
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1930
i rimorchiatori l’alzaia. Un vettone d’ontano era
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1930
bordone dello strano pellegrino, un cappello largo e sgrondato
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1930
nera parve quella di un incamminato verso lo sfacelo
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1930
campi scassati, appannati da un velo d’ombra si
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1930
rimasto, come sui campi, un latrato lontano che richiamava
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1930
come lo scheletro d’un tronco sfarinato dalle bùriche
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1930
ombra taciturna si accanisse un uccello nero col becco
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1930
nelle spranghe della gabbia. Un dì o l’altro
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1930
fiancate dell’Altissimo, come un gigantesco Crepuscolo precipitato dal
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1930
di monti ravvolti in un manto ceruleo. In quel
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1930
di Cuore era sopra un picco arduo ripido tra
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1930
monti. Il corso di un fiume sul cui greto
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1930
a grappoli accappiati a un canapo e davano a
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1930
chiostre. Alcuno, seduto come un patriarca nel vano delle
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1930
di una gran Nòva. Un mondo sepolto si disvelava
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1930
Nella spelonca c’era un forno scavato nella roccia
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1930
forno scavato nella roccia, un tavolo, un letto di
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1930
nella roccia, un tavolo, un letto di brenti, un
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1930
un letto di brenti, un libro e uno schioppo
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1930
acciecati. L’idea è un’altra, l’idea è
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1930
membra titaniche animate da un fuoco repentino fe’ balzare
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1930
nell’anima del Tarmito un’immagine avvolta di leggenda
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1930
immagine avvolta di leggenda: un giovane alto, fulvo, vigoroso
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1930
giustiziere. ¶ Il Tarmito come un fanciullo s’adagiò sul
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1930
omero bollente e sussurrò un nome: — Te? ¶ — Io! — assentì
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1930
vessillo della rivolta. Sopra un cippo colossale, erano state
78
1930
LA LIBERTÀ DELLA MORTE ¶ UN FUGGITIVO DELLA SAPIENZA E
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1930
INTEGRAR L’IDEA DI UN PIÙ CIVILE MONDO ¶ DI
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1930
di cipressi recinti da un muro e un praticello
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1930
da un muro e un praticello verde sbiancato di
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1930
quel proponimento manifestato con un tono di voce nuova
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1930
sangue al capo e un gelo alle gambe. Mille
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1930
spauracchio in mezzo a un campo di grano. Il
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1930
gobbo la fissò come un corvaccio. ¶ — Cos’ha detto
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1930
ha da finire in un fondo di galera. Ci
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1930
mettere veleno anche in un po’ di pane. E
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1930
signora Dina tragittò allora un ruggito di belva. ¶ Dopo
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1930
giubba, ci sgusciò sopra un occhio. ¶ — Sì, è lei
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1930
lusingare il fratello con un tono di voce più
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1930
allungò le braccia, come un granchio sulla brace, e
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1930
suscitò lo strepito di un ciocco che ruzzoli sulla
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1930
cima della torre balenò un pallore d’oro, oltre
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1930
celeste corrusca di faville. Un fischio gelido acuminato e
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1930
si sentì scombussolare dentro; un frullone di pensieri gli
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1930
mendichi al calcio di un pioppo, il Gobbo e
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1930
e turbati. ¶ — Si gela. ¶ Un uomo secco stoiato assiderato
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1930
bagliore della lanterna. Con un timbro di voce senza
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1930
sconosciuto sedette dirimpetto a un tavolo ov’erano seduti
100
1930
atona, serpata di pitiggini, un occhio di vetro riluceva
101
1930
orbita, l’altro sembrava un occhiello. L’uomo aveva
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1930
stata veduta impressa sopra un giornale delle Americhe con
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1930
sussurrò all’orecchio di un altro: ¶ — Carnente? ¶ — No! ¶ E
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1930
come se avesse piantato un coltello nella gola, e
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1930
tremava. ¶ L’uomo con un colpo di dito si
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1930
invocato tante volte, ma un dì comparve l’effigie
107
1930
parte del fosso per un vano del muro. ¶ Il
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1930
uomo. Egli brancolò come un cieco sulla calata. Il
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1930
interrogarlo. Quando furono in un posto deserto, all’ombra
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1930
si può rispondere con un monosillabo. ¶ — Ma parlerai — soggiunse
111
1930
parola la bottega di un ciabattino s’aprì e
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1930
sopra una sedia come un fantoccio di legno colpito
113
1930
inseguirle sul terreno insidioso. Un polisse mi pedinava di
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1930
guardavano commossi. Mi credevano un Cristo. Era invece tutta
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1930
finestra alta si scorgeva un’altra parete che doveva
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1930
condotto scomparve ed entrò un uomo; uno spettro obeso
117
1930
e farmi precipitare in un pozzo. Certo per darmi
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1930
fissare gli occhi sopra un pertugio del muro. Da
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1930
affissare il sotterraneo di un gran palcoscenico. Appiccati a
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1930
mazze e torce. In un canto erano ammucchiate, come
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1930
come nell’anticamera di un santuario miracoloso, stampelle, crucce
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1930
penitenze, cappe, cappucci. A un grande attaccapanni v’erano
123
1930
sotto le gronde di un cappello da pellegrino ci
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1930
da pellegrino ci applicava un impalpo sicchè quasi lo
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1930
la vita, ravvolta entro un lacero saio, con un
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1930
un lacero saio, con un canapo e a questo
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1930
e a questo congegnava un rosario e una croce
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1930
penzolò nella gabbia come un uccello accappiato. La pelle
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1930
Passai qualche tempo dissennato. Un giorno trassi di sotto
130
1930
giorno trassi di sotto un pacco il giornale che
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1930
mi sembrò quella di un morto dissepolto. ¶ — E allora
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1930
le mani e dopo un istante lo rialzò. Egli
133
1930
come la chiudenda di un forno. La Delenda proclamava
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1930
Delenda proclamava la proprietà un furto, e il furto
135
1930
scienza, era per loro un compromesso. V’era chi
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1930
tempesta. Capitò al Casone un antesignano colossale, alto, membruto
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1930
di aver vissuto su un’isola disabitata della Patagonia
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1930
L’acqua ferma marcisce. ¶ Un veggente dalla fronte bianca
139
1930
petto si sollevava come un’onda. ¶ Se i nembi
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1930
e il fremito d’un’ala. ¶ Nei giorni di
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1930
selci, le chiostre echeggiavano un martellamento di passi. Le
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1930
frusciavano al rezzo antelucano. Un piccolo cimitero di valle
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1930
nel supremo addio facendo un cenno di minaccia al
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1930
selve s’udì come un fragoroso tonfare di cardi
145
1930
mezzo alla piazza in un giorno di libeccio. — Intanato
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1930
fosse il capo di un imbestiato. Ogni poco si
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1930
gobba gli sembrò diventata un cardo e corse a
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1930
corse a grattarsi a un platano scabro. ¶ — Si gratta
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1930
tuo corpo arderà come un tizzo e le parole
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1930
acqua ti sarebbe come un fiume, come il mare
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1930
d’averno e che un diavolo ti agiti al
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1930
nei pozzi delle corti. Un mozzicone di candela, acceso
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1930
di candela, acceso sopra un tavolo, feriva il volto
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1930
chi possiede una casa, un campo, una proda? E
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1930
piletta era d’osso. Un chiarore di teschio albeggiava
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1930
grande pietra percossa da un rovescio di pioggia. Il
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1930
pianti e preghiere e un gracchiar famelico d’uccelli
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1930
accecato. ¶ Il cieco era un tetràgono; nel vasto petto
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1930
ignee. S’irrigidiva come un immenso candelo nero e
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1930
peso in corte. ¶ — Ma un dì verrà, greve, tremendo
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1930
spettri di mota, in un avvallamento si eleva una
162
1930
e dentro v’è un silenzio sepolcrale e degli
163
1930
mi porrò sul capo un cappello da pellegrino e
164
1930
volta, al calcio di un pioppo, lungo l’argine
165
1930
l’argine rotto, a un enorme barcone. Saliremo con
166
1930
terra, incapaci di scagliarne un pugno contro la luce
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1930
traduceva i cartigli come un antico Scriba: — Un dì
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1930
come un antico Scriba: — Un dì in una città
169
1930
ripercotevano il volto. In un casone alto, plumbeo, quadrato
170
1930
cassa in cui giaceva un ribelle. La cassa fu
171
1930
sfiancasse sull’impiantito. A un mio cenno altri tre
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1930
acque fendute, sparì in un sobbollito di schiuma. ¶ La
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1930
Gente! — disse qualcuno scuotendosi. ¶ Un’intera famiglia fradicia fino
174
1930
Una donna simile ad un’annegata in piedi s
175
1930
dosso e lustrava come un albero infradiciato dall’uragano
176
1930
il viso emunto tra un impalpo di capelli. Gli
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1930
ognuno c’era legato un fagotto il cui peso
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1930
denti recise a tutti un tenue sorriso. L’uomo
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1930
fronte aperta era di un candore immacolato, i capelli
180
1930
Egli traeva di tasca un vecchio libro tarmolito e
181
1930
come il corpo di un naufrago contro una rupe
182
1930
Lo stradone maestro pareva un fiume, i pioppi bianchi
183
1930
e trainava i deportati. ¶ Un giorno lasciati i suoi
184
1930
lasciati i suoi in un fienile, andò in meditazione
185
1930
vestito di nero come un abate. Il bavero felpato
186
1930
sembrava il labbro di un lebbroso che gli leccasse
187
1930
capo lo spettro aveva un cappello da prete. Si
188
1930
Si sedette e domandò un bicchiere d’acqua. I
189
1930
uomo trasse di tasca un portafoglio di pelle di
190
1930
di biacco, legato da un cordino giallo, lo snodò
191
1930
snodò, l’aprì, trasse un libretto rosso e fe
192
1930
cadavere fu messo in un sacco e gettato nel
193
1930
sul suo conto. ¶ — Ha un letto di quelli verniciati
194
1930
suo riguardo, accennava a un vecchietto rispulizzito il soffitto
195
1930
voltavano le spalle, e un lume a ventola. ¶ — Le
196
1930
a cento, che da un lato c’è una
197
1930
è una culla con un bimbo color rosa, e
198
1930
rosa, e dall’altro un vecchio centenario che pronunzia
199
1930
su quelle delle Cateratte un cliente fisso si precipitava
200
1930
la tentazione meridiana, portava un cappello digrassato con la
201
1930
pesci sul ratto di un fiume, i baffi erano
202
1930
che il cliente avesse un impalpo di seme di
203
1930
quest’era aggraziata da un fiocchettino nero, simile a
204
1930
abati sul raccètto inamidato. Un gilè felpato gli abboccava
205
1930
sventolava l’ombellico rattratto. Un tàitte a crescenza con
206
1930
tàitte a crescenza con un unico occhiello che ciucciava
207
1930
alto, tarchiato, sanguigno, con un paio di baffi ritorti
208
1930
come le corna di un becco, gli occhi lucevano
209
1930
portava, vento o sole, un cappottone con pelle di
210
1930
In uno ci teneva un anello con una pietra
211
1930
dalla catena gli pendeva un brillòcche celestone montato d
212
1930
gli venivano incontro — con un pedatone gli farei ruzzolare
213
1930
devozione. ¶ Le scendeva ratto un altro cliente che aveva
214
1930
altro cliente che aveva un vestitino fatto di una
215
1930
Gl’ infermi s’alleccurivano. Un gobbo smanganato con la
216
1930
travolgeva gli occhi tremando. Un tarpano di pel gattino
217
1930
torpido, ciccioso, ascondeva sotto un mantile di balla le
218
1930
balla le coglia di un toro. Quando ebbro arribisciava
219
1930
s’erano appollaiate a un tavolo, e tiravano la
220
1930
Cinque — sospirava. ¶ — Cataletto! — commentò un’altra. ¶ — Ci vorrebbe per
221
1930
inferno io non erediterei un par di corna. A
222
1930
budella mi ci faccio un ciarpino. ¶ — Sulla pancia non
223
1930
Casone era frequentato da un vecchio padre scolopio alienato
224
1930
che si recava, da un infermo il quale dai
225
1930
con il viso aggufito. Un occhio aveva gelato e
226
1930
tonaca. Il padre portava un ombrellone verde anche i
227
1930
numeri svolazzava via come un corvo. ¶ — Buzzone, t’ha
228
1930
entrò anche il gobbo. ¶ Un casigliano per levar ormeggio
229
1930
Casone. ¶ Per trasportarlo nacque un putiferio. Tostochè apparve il
230
1930
anfanava il gobbo. Nacque un pigia pigia, un tira
231
1930
Nacque un pigia pigia, un tira e molla, il
232
1930
il panno volteggiava come un coltrone battuto. Con uno
233
1930
della cassa gli schiacciò un orecchio. In Chiesa si
234
1930
verso il cielo. Ma un diavolo che si fingeva
235
1930
essere stato preso per un orecchio e spellato. In
236
1930
tempesta di mente allungò un braccio, rufolò sull’inginocchiatoio
237
1930
gobba si rassodò come un nodo di quercia ove
238
1930
spezzato il becco di un picchio. ¶ — Ieri sera ho
239
1930
tutta la mattina lesse un libro di devozione. ¶ “Io
240
1930
rovesciarono il bugliolo sopra un tabernacolo di pietra ov
241
1930
dette un raglio come un ciuco. ¶ — Sì! — ruttò la
242
1930
artigliò il petto, alzò un braccio: — Ora ti leggo
243
1930
vessillo di morte sventolerà un giorno sulla rovina delle
244
1930
del sacerdote, passò come un nembo. ¶ Quando uscì la
245
1930
è di sasso, è un libro chiuso, è un
246
1930
un libro chiuso, è un avello. — Il gobbo spennava
247
1930
Il gobbo spennava come un tacchino e investiva la
248
1930
c’era la prigione, un torrione largo, alto, nero
249
1930
l’orologio dei poveri. Un disco bianco calcina con
250
1930
dentro, l’orologio pareva un girarrosto gigantesco. Su quel
251
1930
due gambe di ferro. Un pendolo sosteneva una luna
252
1930
e disegnate: il carceriere, un otre di vino che
253
1930
era raffigurato appiccato a un albero e trafitto da
254
1930
avete a rispettare come un San Pietro — e scampanava
255
1930
sotto il Casone che un tempo l’abitavano le
256
1930
in Carbonaia, su di un pancaccio ci facevano il
257
1930
Lasciai il corpo per un ingiustizia, casomai! ¶ Lo chiamavano
258
1930
diceva al censito dandogli un torcicollo, e soffiandogli alito
259
1930
canti, la madre con un figlio in collo che
260
1930
rappattumava una famiglia posticcia. Un vecchio lattato di pelo
261
1930
e da padre a un uomo d’età, con
262
1930
di legno, fatta con un baston di granata. Nei
263
1930
d’ova da caricare un bastimento, perchè stentava più
264
1930
lercia e sboccata, con un pancione pesante sordo e
265
1930
gli occhi freddi di un lupo. ¶ — Sta zitto, cieco
266
1930
Senza chitarra non faresti un duino. A te, cèo
267
1930
ora sareste sacrificati a un mestiere! E silenzio. Te
268
1930
allo Zoppo: ¶ — Tu sei un digrumatore di sangue umano
269
1930
umano. ¶ — E tu sei un malfidato ingrato. ¶ — Smettetela, svituperarvi
270
1930
inferocito il vecchio piantando un dito in faccia al
271
1930
e lo Zoppo in un impeto d’ira con
272
1930
impeto d’ira con un colpo a martello gl
273
1930
dove fui incicciato, da un vile di coltello, a
274
1930
ci pensava nemmeno, era un po’ lusco sì, ma
275
1930
battezzato or ora con un colpo di chitarra, lo
276
1930
padrone allo Zoppo. ¶ — Dammene un goccio ma fammi disfogare
277
1930
disse al padrone schiacciando un occhio. ¶ — Bada a te
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1930
specchiati chi c’è. ¶ — Un drittone — disse impettito lo
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1930
come quello dei fantocci, un braccio aveva anchilosato e
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1930
perchè sarebbe schiantata. Invece un giorno la videro girare
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1930
se ne fosse giovato un venditore di spille di
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1930
di spille di sicurezza, un’arnese che aveva un
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1930
un’arnese che aveva un viso come il polmone
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1930
spille, l’arnese sembrava un porcorpino, e quando camminava
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1930
chiotto al sole come un biacco e diceva contrito
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1930
componenti la famiglia di un imbianchino tutt’occhi e
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1930
ravvolto in casa in un telo d’ombrello di
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1930
su cui era imbullettato un telo di iuta, il
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1930
potevano mettere alla bocca un rutto di radice, se
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1930
due dita si faceva un capestro alla gola. Quando
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1930
Signore perdonatemi. ¶ Presa da un’improvvisa mattana urlava: — Farei
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1930
improvvisa mattana urlava: — Farei un pianto solo,... uno solo
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1930
aveva le movenze di un toro. ¶ La madre e
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1930
da terrore gli accennavano un Crocifisso imbullettato al muro
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1930
placido ci fu imporporato un cardinale; più tardi il
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1930
l’orrendo carcame di un mostro divorato da spaventosi
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1930
la balaustrata gialla, come un antico falpalo di gonna
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1930
i quali avevano aperto un forno di paste nel
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1930
per il collo con un canapo di nave un
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1930
un canapo di nave un cagnaccio pien di tigna
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1930
Bruno. Il vessillo sociale, un telo nero imbullettato sopra
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1930
parete. Tre panche pesanti, un lume a petrolio, il
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1930
il ritratto del Nolano, un tavolino, erano gli arredi
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1930
due, come scolopi sopra un campo fangoso. Dai fori
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1930
che si cibavano in un cunicolo dove fermentava una
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1930
dove fermentava una verminaia. Un cannello e un calamaio
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1930
verminaia. Un cannello e un calamaio facevano da posa
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1930
da posa-carta su un quaderno con una copertina
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1930
sul quale vi era un talloncino bianco con su
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1930
tasche gli fu rinvenuto un foglietto: Cremazione. ¶ Le donne
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1930
le gambe tutte d’un corso glie le infilarono
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1930
glie le infilarono in un paio di calzoni di
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1930
cucchiaro. ¶ Da piedi, ronfava un vegliatore. Alcune donne si
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1930
e il vegliatore scriccò un fiammifero alle brache dei
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1930
Il Tarmito, vestito di un abito buono gli faceva
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1930
una preghiera angosciata come un sospiro, a lui rispondeva
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1930
sospiro, a lui rispondeva un coro sommesso di voci
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1930
la fè sventolare come un gonfalone. Tutti furono presi
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1930
piovana sulla groppa trainavano un carro funebre grande come
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1930
carro funebre grande come un serbatoio d’acqua incatramato
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1930
una fiamma simile a un melegrano, il vetturale vestito
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1930
spuntavano dal bavero di un cappotto di bordato nero
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1930
il naso inviperito pareva un fungo avvinato. La livrea
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1930
appiccata al collo parve un fiotto di sangue coagulato
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1930
per la stanza come un uccello che bramasse becchettare
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1930
becchettare il morto; trovata un’apertura s’allargò e
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1930
asta gonfiava le ritorte. Un incerato che sapeva di
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1930
il ribrezzo del teschio, un altro lo sollevò per
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1930
inceratino fu bagnato da un rovescio di pioggia. ¶ La
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1930
ammainata all’asta come un velaccio, quando s’aprì
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1930
provinciale che era come un fiumara torba in piena
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1930
acqua ai mozzi, parve un barcone con la vela
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1930
friggere ed estinguersi come un carbone acceso. ¶ Quella sera
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1930
Dina ci sembrò disteso un morto. Il gobbo slacciato
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1930
gola. Filiberto era come un cero spento con delle
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1930
il gobbo e dette un raglio come un ciuco
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1930
fiori delle rape in un campo insidrito dal vento
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1930
alba spense tutto in un bianco lattato, apparve lontano
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1930
sfociature diventavano d’argento. ¶ Un ardito s’alzò dal
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1930
alzò dal carnaio come un ferito da un cumulo
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1930
come un ferito da un cumulo di morti e
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1930
che era potata come un magliolo di vite. ¶ — Chi
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1930
ganascia e gli scopriva un filare di denti, gli
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1930
la Torre cantava come un paretaio gigantesco; sul cornicione
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1930
sul cornicione più alto un uccello bianco pareva battesse
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1930
alzò una mano. Era un fazzoletto agitato da un
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1930
un fazzoletto agitato da un detenuto che dalle celle
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1930
della bussola, avendo scorto un soldato, lo salutava fremente
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1930
bianche e listate di un fiocco celeste e su
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1930
delle campane: aculeato, sopra un fusto di bugnature grige
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1930
ardito, col cuore diventato un gocciolone di sangue palpitante
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1930
volandole d’oro sopra un campo di cielo. I
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1930
ella aveva adorno d’un vezzo di coralli, dagli
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1930
tolta in isposa da un marinaro del luogo a
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1930
tempeste e gli uragani, un dì rimasto sempre ignoto
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1930
e oggetti minuti in un chiosco che era situato
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1930
momento qualcuno gli chiedeva un giornale Federigo lo pescava
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1930
Molte ore prima di un acquazzone gli prendeva un
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1930
un acquazzone gli prendeva un gran prurito nella gobba
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1930
al calcio scabro di un platano fino a strapparsi
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1930
Giuseppe, rosso lupinaro, pareva un pappagallo rimbozzolito, col collare
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1930
rimbozzolito, col collare celeste un verdone intignato. Ai funerali
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1930
ciocche degli orecchi sembrava un monatto sacrilego; quando attizziva
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1930
torcia sul selciato pareva un demone che desse fuoco
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1930
perchè ne sapeva quanto un Pievano. Coi suoi discorsi
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1930
sembrava il miagolìo d’un gatto infilato nella cappa
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1930
infilato nella cappa di un camino. ¶ Un giorno il
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1930
cappa di un camino. ¶ Un giorno il gobbo s
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1930
gavorchio è innamorato come un gatto rosso — diceva ridendo
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1930
chiosco s’informava come un pesce grattale sciangottando parole
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1930
orticaia si fregava come un ciuco in amore. ¶ Un
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1930
un ciuco in amore. ¶ Un giorno in cui il
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1930
si narrò: ¶ — Ci fu un’orrido nano sterposo, sordo
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1930
nano sterposo, sordo come un nodo, cieco e lercio
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1930
portò in vetta a un campanile: ¶ — Narra. — E poi
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1930
poi Federigo rifletteva malinconicamente: — Un vero amore privo è
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1930
lucevano come quelli d’un polpo. — Specchiatevi! Io quando
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1930
il gobbo a simulare un suicidio. ¶ — Vai in corte
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1930
bevuto e risputato fuori un braccio: — Aiuto — sgrogolò il
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1930
matta risata scoppiò quando un’uomo grande e grosso
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1930
e la castità di un giglio. Sul viso di
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1930
si sedeva sfinito sopra un pancone e fantasticava sulla
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1930
Tarmito perchè, da bimbo, un attacco di vaiolo nero
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1930
lo avevano mandato ad un mestiere. ¶ Il Tarmito diluviava
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1930
che puntava sul capo un carico più pesante di
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1930
di lui incurvato come un vecchietto, fece intenerire il
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1930
acerbito del Tarmito. In un attimo intorno al Tarmito
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1930
al Tarmito si radunarono un branco di ragazzi, tutti
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1930
strilla misero sul Rio un chiacchierio d’uccelli. ¶ XV
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1930
il ripido precipizio di un monte, abitava un uomo
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1930
di un monte, abitava un uomo che aveva girato
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1930
egli nella casa nascondesse un tesoro entro il coppo
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1930
il coppo dell’olio, un altro sotto il saccone
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1930
che nell’anulare, portava un anello con una pietra
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1930
monti, questi sarebbero sprofondati. Un vecchio che viveva in
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1930
vecchio che viveva in un crepaccio di monte sapeva
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1930
a tre piani, a un altro ho fatto comprare
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1930
ora che vi darei un triste esempio. Vedete questa
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1930
i capelli ed ho un limìo dentro che mi
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1930
ossame. Se m’infilassero un palo in corpo e
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1930
e mi piantassero in un campo di canapaglia spaventerei
402
1930
delle Pizzorne, essa aveva un ombrello verde a tracolla
403
1930
verde a tracolla, e un pezzo di pane di
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1930
pareva d’oro, dentro un canestro — Pioverà prima di
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1930
aprì. Niccolao, asciutto come un tronco di castagno al
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1930
aprì davanti alla donna un foglio bianco tutto irto
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1930
irto di croci come un cimitero. ¶ — Ogni croce è
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1930
cimitero. ¶ — Ogni croce è un ragazzo che ho ingaggiato
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1930
la bufera e mettevano un fiume sul capo, le
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1930
ceppa di castagno e un picchio vi beccotti il
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1930
Gesù — dissero le donne. ¶ — Un santo protettore. ¶ — Non è
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1930
aveva infilzato al braccio un canestrone di giunco, e
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1930
all’occhiello della giubba un ramoscello d’olivo e
414
1930
ali fuori dei finestrini. Un foro di monte li
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1930
gli si chiuse come un cardo su cui spuntarono
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1930
gli divenne scabro come un tronco centenario. Fu Isaia
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1930
tronchi giganteschi, recidendo di un colpo gli arbusti più
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1930
sue foglie carnose diventano un materasso soffice. Lui con
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1930
colse vedendo sul ciglio un tumulo scavato di fresco
420
1930
croce fatta di rami. Un uccello s’attristava nell
421
1930
a coda in giù. ¶ — Un passante?!!! ¶ — Entri! — s’urlò
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1930
pelle dei volatoi rapaci. Un teschio di pietra qua
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1930
essiccata faceva da tabacchiera, un cappello di foglia di
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1930
sedia di rustico noce, un piattello d’ottone con
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1930
le mani stecchite formavano un cerchio intorno all’astro
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1930
v’era collocato sopra un tronco di ginepro un
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1930
un tronco di ginepro un gigantesco feticcio plasmato di
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1930
vecchia nuda, increspata come un cuoio disseccato al sole
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1930
orribili e mostruosi. ¶ Da un usciuolo apparve la servente
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1930
Isaia aveva comprato con un pugno d’orzo la
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1930
come invasata, battè con un legno tamponato di cuoio
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1930
tamponato di cuoio sopra un vaso sottile coperto con
433
1930
ciampicava a fermo sopra un lastrone come se la
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1930
Tarmito s’attediava in un parco, all’ora in
435
1930
Dietro la ceppa di un albero comparve, silenzioso come
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1930
albero comparve, silenzioso come un rettile, un accattone; le
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1930
silenzioso come un rettile, un accattone; le spalle dilogate
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1930
in fondo tamponate da un tubo di gomma, il
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1930
corpo aveva ravvolto in un cappotto color erba ingiallita
440
1930
l’impalcatura del cranio, un pelame bestiale, nero, gli
441
1930
Tarmito e gli fe’ un cenno di quelli che
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1930
mise una cruccia da un lato ed una dall
443
1930
davanti al viso ridotta un bidente ed esclamò ghignando
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1930
delle braccia vigorose, artigliò un braccio del Tarmito nella
445
1930
gli occhi freddi di un lupo e gli fe
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1930
com’acqua di stagno. ¶ Un mormorio di foglie, il
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1930
testa era come lievitata, un globo pesante dondolava sulle
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1930
così piccole che con un sorso avido le avrebbe
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1930
ingabbiato come una belva. Un esercito alzava contro di
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1930
alzava contro di lui un numero sterminato di lance
451
1930
aggelò e lo ridusse un mostro di ghisa arroncigliato
452
1930
avessero diacciato in bocca un ferro rovente. Il cuore
453
1930
tante gocciole d’argento, un uomo che aveva la
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1930
una statua, allampava sotto un lampione acceso su una
455
1930
e lo pertugiò con un ferro acuminato. Ogni battito
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1930
batteva l’ali come un corvo e aggranfiava le
457
1930
ritmo del cuore di un colosso dormiente. Ratto traversò
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1930
nero come dovesse passare un funerale, risalivano sulle facciate
459
1930
mola d’asfalto tra un favillìo crepitante. Tutto il
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1930
colorata che popola di un silente carnevale la notte
461
1930
immerse nell’acque correnti, un subisso di smeraldi gli
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1930
nell’intrico della foresta. ¶ Un desiderio di terra lo
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1930
si sentì ridotto come un verme. La fauna tropicale
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1930
ridivenne viscosa e trasparente. Un necromante parve averlo toccato
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1930
foresta si destò con un canto steso. L’alte
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1930
cuori verdi trafitti da un ramello di bacche rosse
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1930
arsiti a tavelloni mettevano un colonnato tra ardori di
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1930
bianco e lilla espandendo un odore di tossico. Le
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1930
abbarbicamento delle liane, tra un palmizio e l’altro
470
1930
al cui centro irradiava un bozzolo d’oro. Dei
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1930
labbra asciutte, tremolando come un paralitico: — Dio vi rimeriti
472
1930
quando gli avessero fatto un’opera di carità. ¶ — Chi
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1930
strisciare sull’erba come un serpe gigantesco. ¶ Il quadro
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1930
trave gigantesca dondolava come un pendolo tragico l’impiccato
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1930
che parlavano con Cesare un linguaggio incomprensibile. ¶ — Cercavano un
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1930
un linguaggio incomprensibile. ¶ — Cercavano un libro — diceva Cesare col
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1930
il suo paese. A un tratto gli parve che
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1930
qualche cosa lo frastornasse, un uccello che gli battesse
479
1930
sulle mani. Si destò: un ragazzo che parlava italiano
480
1930
tritolò coi denti come un chicco di zucchero. Quell
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1930
cigolava sull’asse come un girarrosto squinternato. Qualcuno si
482
1930
compagnia, venivano ruzzolati sopra un altro tavolo da uno
483
1930
pentagoni erano racchiusi entro un cerchio, ogni lato era
484
1930
dadi su cui cantavano un galletto marzuolo, una scala
485
1930
una tromba, la scure, un teschio con due tibie
486
1930
tirano tre palle per un soldo. A intervalli giungevano
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1930
di sulle pagine in un’estasi da indovine con
488
1930
entro la cavità di un popone intero, quando alzavano
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1930
massime del vero. ¶ In un canto dicevano le devozioni
490
1930
occhietti di topo sopra un naso a castagna, dei
491
1930
testa di macrocefalo sopra un corpicino asciutto. Quegli occhietti
492
1930
la parola “Stabilimento” con un tono di voce come
493
1930
Stabilimento? La pena è un contratto tra il reo
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1930
cacciato dal paese come un lebbroso. I terzi: la
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1930
a pietrate voleva infliggergli un castigo tramandato in eterno
496
1930
le narici dilatate entra un alito denso di effluvi
497
1930
lastra di rame rovente. Un flagello d’innocenza smarriva
498
1930
collo si piegava come un cero vicino alla fiamma
499
1930
l’acre succo di un sangue non più vegeto
500
1930
verde rospo, con sù un chicco di vetro simile