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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, I racconti della quiete, 1896

concordanze di «una»

nautoretestoannoconcordanza
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e di tenebre. Era una giornata di marzo, una
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una giornata di marzo, una irosa giornata di vento
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un convento o di una chiesa. Il cielo, sopra
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lo aveva veduto che una sola volta, tanti anni
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Poi mi condusse ad una scranna, mi fece sedere
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lì a poco. Era una alta fanciulla bionda, troppo
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che lo velava d’una sottil trasparenza cilestrina, il
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rame. In fondo era una lunga fila di cipressi
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pur dire ch’era una ben paziente artefice, quella
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pomeridiane della Villa in una sottile occupazione: ricopiava le
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Io, seduto su di una larga scranna del passato
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per addormentarmi, e sognava una fantastica creatura bianca, dagli
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fortemente ancora legati, udii una parola che la ricordasse
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Feci un giorno, ancora, una ben strana scoperta, che
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scaffali che lasciavan come una nicchia, sotto una tenda
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come una nicchia, sotto una tenda che ben dissimulava
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quella, in altro paese; una villa gaia, nel verde
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le parlava dolcemente, tenendole una mano.... Ah sì! Ricordava
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il suo sguardo avea una fiamma severa che mi
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declinare latinamente; io, tra una lezione e l’altra
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quietissimi tre mesi, quando una mattina levandomi non vidi
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Un silenzio tedioso e una calma paurosa pesava in
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terrore e nel singulto. Una sola volta lo zio
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venne. Appena levato, dopo una notte affannosa, tutta sogni
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ma dal di dentro una tenda oscura era calata
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la visione rapida di una chiesa, piena di fiori
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il letto candido, come una costellazione di fiamme gialle
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su cui posava, come una delle Sante vergini e
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bianchissima la povera morta, una visione di neve. ¶ Ma
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un lato, per terra, una figura quasi accovacciata, una
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una figura quasi accovacciata, una testa tutta bianca anch
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non ravvisai. ¶ Riguardandolo ebbi una stretta al cuore: lo
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legava a fraülein Delfina una ben cara e dolce
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la solita lezione per una settimana.... ¶ Questo era un
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in compenso, in lui una inalterabile bonomia faceva nel
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tra un coseno ed una tangente, tra i termini
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tra i termini di una formula zeppa di esponenti
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professore. Prima di entrare, una cara improvvisa stretta di
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al telescopio, perchè osservassi una bella nebulosa che egli
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con insolito atto affettuoso una mia mano tra le
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Pisa quando mi colpì una bella figuretta snella e
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le pesava addosso come una cappa di piombo. E
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Essa capiva di essere una straniera in mezzo a
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non sentiva più che una grande sensazione di freddo
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volto. ¶ Io piangeva. ¶ * ¶ * * ¶ Era una ben dolce mattinata estiva
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mi aveva ospitato studente, una insolita gaiezza di luce
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vocetta afflitta arricchiva d’una dolcezza ineffabile. Ed ancor
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Ed ancor oggi, quando una avversità mi addolora e
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lasciati due anni avanti.... Una cara visione che per
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furon più altro che una lontana cara visione nella
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lunga pipa seduto sur una panca, mentre un primo
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piccola città, accennò ad una viuzza a destra: ¶ — Prenda
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si troverà lassù. Sarà una oretta di cammino. ¶ E
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alti raggi del sole. Una volata di rondini empì
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viaggiatore aspirò intensamente, mentre una lieve fiamma gli si
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aveva veduto passare, in una notte paurosa. ¶ Ma vano
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un momento immerso in una idea profonda; dal rapido
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credere mormorasse qualcosa, forse una breve preghiera. ¶ Poi si
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poc’anzi sì triste, una serenità mite, una tranquilla
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triste, una serenità mite, una tranquilla dolcezza di pace
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erbe del viale e una vecchissima figura contadinesca s
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è mai salito quassù? ¶ — Una sola volta.... una donna
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quassù? ¶ — Una sola volta.... una donna. Fu pochi anni
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anni dopo.... il fatto. Una signora; era vestita a
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si provò a introdurne una, la più grossa, nella
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che seguivano si aprirono una dopo l’altra: in
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lontane, e riconosceva. ¶ In una di queste sale una
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una di queste sale una vecchia pendola, forse per
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filtrava discreta dall’alto, una donnina civettuola, scollata e
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Furon così davanti ad una porta. Il visitatore si
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gettato il cappello sur una scranna vicina, aperse ed
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di nuovo religiosamente, mormorò una breve preghiera, e andò
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ricordo! Ne aveva rotto una stecca, un giorno. Oh
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s’era coperta d’una lieve patina giallastra. La
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a lui, misteriosamente, come una sottile sensazione di sollievo
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ho voluto viverlo tutto, una volta, questo terribile passato
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calessino si fermò, ed una voce giovanile chiamò forte
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signor Conte ha preparato una sorpresa pel sior Tonino
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sorpresa pel sior Tonino! ¶ — Una sorpresa, per me?... – chiese
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certo preoccupato troppo! Ma una scolarina di quella sorta
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scolarina di quella sorta, una contessina, che veniva da
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in cambio di trovare una monelluccia di una dozzina
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trovare una monelluccia di una dozzina d’anni, si
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si era trovata dinanzi una bella signorina bionda di
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solitario come il solito; una allegra turba variopinta e
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sior Tonino. Nientemeno che una mezza dozzina buona di
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stava in questi termini: una fortunosa spedizione da Milano
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Sior Tonino arrossì come una fanciulla a quest’ultimo
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Conte, il buon Giaco – una buona vecchia figura avvezza
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gli disse, battendogli famigliarmente una mano sulla spalla: ¶ — Ora
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il pranzo, servito sopra una loggia aperta, sull’alto
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aperta, sull’alto d’una delle torrette del castello
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delle torrette del castello: una delizia di prospettiva. Si
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trovò fatto cavaliere di una rispettabile dama, buona mamma
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dama, buona mamma di una delle signorine amiche della
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incosciente.... ¶ Ad un tratto una manina si posò sulla
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soggiunse, come colpita da una idea: ¶ — Per me sola
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della contessina c’era una sfumatura accorata che turbò
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avea sognata anch’io una testa bionda ¶ poggiata sul
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eremo, alle porte di una piccola città di provincia
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tuttavia, in piena campagna. Una stradella, che ben pochi
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meglio, nessun’altra, tranne una piccolissima casa, dietro la
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della mia e, come una buona figlietta, si riparava
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le foglie enormi d’una foltissima zucca in fiore
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era dato al commercio: una vera testa per fare
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e nervi, vivo come una anguilla, solo, abbandonato dalla
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idee e degli entusiasmi, una cosa gli era rimasta
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Era un tesoro. Diceva una scritta appiccicatavi che su
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cespo stantìo o ad una piantolina anemica o invasa
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buon maestro. Poi ancora, una intera famiglia di violini
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legato, tenuto insieme da una corona di metallo – di
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subito l’attenzione. Erano una bella donna, giovane ancora
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sua esclamazione vi fosse una lontana sfumatura di melanconia
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la sua vita tra una zappatina nell’orto e
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al loro posto sorgeva una elegante casina bianca a
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Uno zampillo scaturiva da una vaschetta di marmo, piena
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dunque era avvenuto? ¶ — Oh, una cosa molto semplice – mi
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osai dirgli altro. ¶ Ad una finestra della palazzina era
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mezzo al giardinetto, da una pergola pendeva un grosso
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e m’infastidivano, come una cosa molesta. ¶ Quale cambiamento
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giardino la sposa. Era una bella giovane prosperosa e
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domandò se voleva accettare una piccola bibita. ¶ — Senti.... – mormorò
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sonno. Ora precisamente in una di coteste sue gite
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lontano dal suo maniero, una fanciulla di straordinaria bellezza
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dell’elegante stanza di una delle torrette del castello
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castello del conte Oldrado. Una lunga ora era trascorsa
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non ricordava più nulla. Una lunga ora era trascorsa
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Spagna per curarsi d’una grave ferita di punta
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mezzo allo stagno, sopra una piccola isola vestita di
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cantuccio, che è come una piccola grotta tra le
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musco morbido, e volge una breve invocazione a Morfeo
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si svegliano tutte, l’una dopo l’altra, e
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a volta un cigno, una perla, una conchiglia, una
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un cigno, una perla, una conchiglia, una nube, un
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una perla, una conchiglia, una nube, un fiocco di
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un fiocco di luce, una goccia di diamante, un
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di diamante, un fiore, una femmina.... ¶ Geme sempre e
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piccole erbe del prato. ¶ Una visita. ¶ Mentre il treno
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notte, entrava ora in una grande valle verde e
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ai finestrini sente spuntare una lagrima.... Ma non c
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discendere alcune ore, fare una visita al suo caro
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tavola nell’orto, sotto una grande pergola di vite
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fuori del paese sopra una collinetta: vi si giunge
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vi si giunge con una stradella selvatica, fra bosco
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riceveva, a dir molto, una o due visite di
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e confusa mi porse una seggiola. Poi fattasi alla
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al camposanto: – Marietta! – E una bella ragazzina bionda corse
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Se la curava come una piccola mammina o meglio
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bambina. ¶ Allora ella colse una bella rosellina bianca con