parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «una»

nautoretestoannoconcordanza
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1998
indossato per l’occasione una divisa nuova fiammante. L
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1998
era dovuta fuggire verso una zona inaccessibile del parco
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1998
gli fece cambiare ancora una volta direzione. L’Albino
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1998
Indicava con la mano una fila di anatroccoli che
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1998
sollevavano a ogni passo una zampetta palmata, molto più
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1998
era tutta spostata da una parte, gli svolazzava un
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1998
un po’ sfilacciata su una spalla. Il Nervo si
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1998
proprio posto e in una diversa posizione, sorpreso nei
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1998
centro del cortile, toccò una piega del proprio abito
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1998
diversamente con le dita. Una bambina si chinò a
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1998
che arrivavano in tavola una portata dopo l’altra
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colpiva il lucernario in una porzione di vetro successiva
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1998
sempre diverse di colore. Una grande torta nuziale color
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1998
il pranzo, mentre addentava una piccola oliva color rosa
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1998
entrando di colpo in una fascia di luce differente
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1998
Riuscivo a vedere, attraverso una fessura tra i tendoni
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seduto sul davanzale di una delle bifore della piccionaia
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1998
quattro ragazze di Ducale, una in particolare, che a
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1998
e le posate. Su una delle sue guance, di
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1998
Pesca, resa irriconoscibile da una nuova e diversa acconciatura
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1998
stava portandosi alle labbra una ciliegia perfettamente nera, quando
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nel cucinone, e sollevava una dopo l’altra le
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1998
piatti degli antipasti, piluccando una perlina dolce della torta
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1998
cortile. C’era già una pellicola di polvere sugli
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1998
Dea piangeva, affacciata a una delle finestre della villa
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1998
scuderie, stava già spalancando una dopo l’altra le
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troppa luce faceva scintillare una sua lacrima, ferma da
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1998
istante al centro di una guancia. Lenìn aveva spinto
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1998
le cassette, le rovesciava una per una e le
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1998
le rovesciava una per una e le scuoteva, mentre
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1998
nuovo in movimento. Dietro una delle finestre della villa
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1998
per un po’ battendo una sola ala ciascuno. Si
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1998
gatto ¶ Mi arrestai dietro una delle finestre della villa
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1998
torcendosi sul busto, con una gambetta oscenamente raccolta nello
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Stavo tutto inclinato da una parte, anche quando il
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un po’ inclinato da una parte, perché la Pesca
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non completamente diritto contro una parete delle scuderie. Dovevamo
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1998
scuderie. Dovevamo camminare con una nuova inclinazione, per controbilanciare
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riusciva a riempirgli ancora una volta il bicchierino. Lo
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Poggiava il palmo di una mano contro le pareti
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1998
la bocca per dare una risposta. Il Nervo cambiava
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fosse, sottovoce, avvicinandosi a una delle sue due teste
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su in piccionaia, per una nuova spedizione di colombi
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d’erba, passandomi macchinalmente una mano di dietro, sulla
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1998
piccionaia. ¶ Perfettamente visibili dietro una delle bifore, il Nervo
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1998
pareva a volte che una parte del suo corpo
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1998
inclinata e premuta da una parte, eppure mi pareva
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ancora tutto inclinato da una parte. ¶ Quando il cortile
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contro la dentatura di una sega da legno, che
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1998
muro della massa. Emetteva una nota stridente, prolungata, che
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1998
verso la villa. A una delle finestre era apparsa
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1998
si era arrampicato su una scala appoggiata all’albero
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1998
borchiato, stava lucidando con una pezzolina tutti i dischetti
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1998
piano e tastando con una mano le pareti, diveniva
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1998
manubrio tutto girato da una parte, il carrettino sbandava
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passavo ogni tanto su una guancia quella parte vellutata
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1998
la facciata della villa. Una delle ante a fisarmonica
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1998
testa tutta girata da una parte. La ghiaia del
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1998
acqua che schiumava, e una volta afferrati occorreva saperli
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1998
occhi sulla villa. A una delle finestre era apparsa
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1998
scatto, perché non pareva una delle solite irruzioni involontarie
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1998
rotolo pulito. Passandomelo da una mano all’altra, lo
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1998
le lenzuola, c’era una valigetta mai vista vicino
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1998
solo alcune mattonelle e una sdraia vuota, dopo avere
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1998
era già addormentata, non una brace di sigaretta pulsava
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1998
po’ assonnati, sorpresi in una lunghissima pausa della conversazione
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dietro i listelli di una delle ante, al primo
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dietro si stesse spostando una lucina. ¶ Non avevo idea
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1998
immobili nella loro teca. Una strisciolina di luce, filtrando
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1998
di luce, filtrando da una fessura tra i tendoni
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spigolo di sdraia e una piega di stoffa, forse
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piega di stoffa, forse una giacca ripiegata, forse un
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1998
metallo, forse poggiate su una credenza, riflettevano chissà come
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1998
cibi assolutamente sconosciuti. ¶ Attraversai una nuova porticina. Alla mia
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1998
Scorgevo dall’altra parte una scala che portava al
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1998
piede. Nello stesso istante una piccola striscia di luce
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pavimenti, bustine di sementi, una zuppiera coperta da un
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da un piatto rovesciato, una pila di indumenti da
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strada nella stanza, rischiarando una piccola striscia di pavimento
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1998
piedi spuntavano appena da una vestaglia esageratamente lunga e
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1998
subito dopo riemergeva con una bombatura inaspettata, era tutta
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1998
varco senza porta, tra una stanza e l’altra
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1998
puntando la torcia su una parte di cuscino libera
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1998
per un po’. Vedevo una porzione di spazio sfilacciato
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1998
si fosse assestato in una nuova posizione, con metà
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1998
Mi giravo piano cercando una nuova posizione, perché qualcosa
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1998
era stato un ginocchio, una mano oppure una bocca
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1998
ginocchio, una mano oppure una bocca, o un coperchietto
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1998
coperchietto di bibita o una briciola di pane o
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1998
uno spazzolino da denti, una gommina tutta rosicchiata, un
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1998
per alcuni istanti in una piega del lenzuolo per
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1998
di tempo interminabile sotto una guancia addormentata della Pesca
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1998
di gatto scompariva ancora una volta sotto il trasparente
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1998
sempre mentre si carica una sveglia. Dovevo avere spinto
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1998
sfiorare con le dita una spina della luce. Poi
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1998
la Dea, affacciandosi a una delle finestre della villa
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1998
al margine estremo di una delle prolunghe, guardavo fuori
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1998
Bortolana in piedi dietro una bifora, esattamente alla mia
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1998
che parevano fondersi in una sola brace, o spegnersi
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1998
l’intermittente pulsare di una nuova brace altrettanto invisibile
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1998
piano dalla testa, distendeva una per una le sue
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1998
testa, distendeva una per una le sue pieghe che
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1998
Lenìn. Mi sedevo su una macina quasi interamente affondata
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1998
lì potevo vedere chiudersi una dopo l’altra le
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1998
Poi le luci cominciavano una dopo l’altra a
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1998
ammassate sopra il parco. ¶ Una di quelle notti, mentre
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1998
piombo, era stata messa una forbice. ¶ Mi sfilai la
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1998
vedere distintamente fino a una decina di metri di
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1998
volte rimanevano impigliati in una porosità dell’intonaco esterno
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1998
avvolto nella fasciatura come una mummia. ¶ Al suo interno
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1998
diventate scure, smisurate, formavano una cupola compatta sopra la
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1998
nuovo risaliva tornando ancora una volta alla sommità della
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1998
mi pareva che, per una serie di semplici considerazioni
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1998
ce ne fosse apparentemente una ragione. La ghiaia frusciava
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1998
cotonava staccando le ciocche una per una, li aggrovigliava
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1998
le ciocche una per una, li aggrovigliava così inestricabilmente
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1998
specchio. Sopra di me una miriade d’insetti di
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1998
piedi e a tratti una delle rotelline girava da
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1998
premuti col palmo di una mano, molto in alto
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1998
con l’aiuto di una lente, all’interno della
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1998
aria altrettanto preoccupata. ¶ Dietro una delle bifore della piccionaia
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1998
Le stanze venivano sconvolte una dopo l’altra, le
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1998
cacao, nella carne di una ciliegia o di una
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1998
una ciliegia o di una perolina. Mi capitava di
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1998
in abito nuziale a una delle finestre della villa
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1998
carrettino di ferro con una sola ruota, che veniva
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1998
che veniva attaccato a una bicicletta. Andavano a buttare
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1998
Lo trasportava Bortolana con una carriolina, mentre Lenìn murava
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1998
testa tutta inclinata da una parte. Stendeva meticolosamente il
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1998
la punta della cazzuola una così piccola porzione di
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1998
consumato, la Dirce innestò una rosa di ferro all
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1998
con le dita di una mano, ed era impossibile
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1998
ridisegnandole con pazienza a una a una. Restringeva ulteriormente
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1998
pazienza a una a una. Restringeva ulteriormente la rosa
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1998
fino ad avvolgerla in una nube iridata di vapore
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1998
vi si sovrapponeva, come una fotografia che ritorni indietro
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1998
immondizie. ¶ Si era formata una montagnola molto alta proprio
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1998
foglie accatastate c’era una sdraia sfasciata, frammenti d
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1998
veste prima di risalire una montagnola più alta e
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1998
istante dopo si portava una zampetta all’altezza della
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1998
quando l’Albino oltrepassava una radice molto grande, rimaneva
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1998
avanti o addirittura in una zona diversissima del parco
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1998
aveva tentato di staccargli una zampa, tenendola con entrambe
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1998
prima di lanciarlo in una zona ancora più lontana
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1998
primo piano era esplosa una grande animazione. Qualche testina
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1998
Vedevo Turchina spuntare da una parte e dall’altra
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1998
a volta. Mi girai. Una lunga fila di auto
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1998
successione nel cortile, sobbalzando una dopo l’altra sopra
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1998
bocca nell’acqua. Salii una delle due piccole rampe
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1998
grotta. Mi sedetti su una delle panchine porose che
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1998
dei rampicanti che formavano una seconda volta sopra quella
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1998
quella minerale della grotta, una fila di case matte
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1998
mentre altri facevano scorrere una prolunga attorno a un
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1998
corrente. ¶ Pochi istanti dopo, una musica si diffuse all
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1998
nella zona della montagnola, una coppia stava già ballando
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1998
stesso modo, passando da una zona all’altra, e
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1998
far parte della danza. Una coppia ballava lentissimamente sopra
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1998
il grembiule. Seduto su una seggiolina, Bortolana contemplava beatamente
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1998
premute con forza l’una contro l’altra, come
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1998
ancora in funzione in una zona confinante. Alcuni ballerini
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1998
inclinarsi di colpo da una parte. Sollevai entrambe le
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1998
a lei disteso su una sdraia. ¶ Dovevo schermarmi la
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1998
neanche un piede, ma una complessa costruzione calcarea ancora
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1998
le dita. Le separava una per una rifacendo il
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1998
Le separava una per una rifacendo il taglio tra
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1998
come sul pavimento di una fabbrica di ceri. Quando
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1998
piede, dopo avere intagliato una per una anche le
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1998
avere intagliato una per una anche le dita, la
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1998
callista li raccolse con una scopina e ne fece
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1998
proprie gambe. Teneva con una mano il fucile nuovo
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1998
grossi e trasparenti, con una zampetta sollevata per la
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1998
reggendosi ai pioli con una sola mano, perché con
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1998
perché la presenza di una persona sconosciuta e la
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1998
precipitasse. Si era acceso una sigaretta, con le mani
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1998
fermato a bere in una cisterna di petrolio, lungo
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1998
tra le piume, o una delle zampette spezzata e
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1998
penne, fili di tabacco, una graffetta di metallo, frammenti
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1998
di giornale scritte in una lingua del tutto sconosciuta
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1998
le ultime boccate da una cicca ormai quasi inesistente
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1998
sue spalle, vedevo da una vicinanza estrema il padiglione
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1998
piccionaia, accalcandosi attorno a una ciotola. Ora Bortolana si
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1998
macchinalmente la testa da una parte, scuotendo due o
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1998
veste di ricambio su una gruccia, che si poteva
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1998
vi si riflettevano avevano una luce come di piombo
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1998
luci si andavano spegnendo una dopo l’altra nella
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1998
rispondeva a tratti con una piccola risata, mentre aveva
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1998
andava a conficcarsi in una zona appena scortecciata, la
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1998
appena tirati fuori da una pesante scatolina. Luccicavano al
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1998
raggi del sole da una particolare angolazione, irradiava tutt
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1998
fosse illuminato soltanto da una debole luce artificiale. Il
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1998
asimmetrici sul volto. Finché una giovane coppia faceva irruzione
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1998
cortile a cavalcioni di una moto, capovolgendo di colpo
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1998
suo alto cavalletto, con una ruota un po’ sollevata
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1998
Entrammo nella sala dove una volta c’era la
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1998
molto la mandibola, come una seconda pelle. Durante la
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1998
il Nervo fissò con una cinghia di cuoio a
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1998
la mia testa. «Sosterrai una prova. Dovrai subire anche
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1998
dalla moto, invadeva ancora una volta il mio sedile
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1998
in movimento, oppure dentro una sala dai pavimenti così
200
1998
La motocicletta rombava in una piccola strada tra due
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1998
Girò tutt’intorno a una piazzetta, imboccò una nuova
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1998
a una piazzetta, imboccò una nuova stradina polverosa, cominciò
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1998
ad arco. Stavamo attraversando una vasta costruzione semibuia, si
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1998
la forma perfetta di una bifora al piano superiore
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1998
rumore si disperse in una vastità vegetale. Si fermò
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1998
al quale si ergeva una villa ancora addormentata, sullo
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1998
zoccolo in vetro di una serra. ¶ Ora la motocicletta
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1998
fanale, prima di sollevare una gamba lucente per smontare
209
1998
spingeva la motocicletta dentro una legnaia. Avevo già imboccato
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1998
prima dell’apertura di una grotta, dalla cui bocca
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1998
di ferro che oltrepassava una grande vasca di cemento
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1998
posta al culmine di una montagnola. L’acqua sul
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1998
radichette. Passai accanto a una vecchia ghiacciaia merlata. Il
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1998
nell’aria trasparente. In una grande voliera ai limiti
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1998
viali, uscivano zampettando da una casetta in muratura. Mi
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1998
accanto all’imboccatura di una scala, una teca di
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1998
imboccatura di una scala, una teca di cristallo contenente
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1998
cortile. Mi sedetti su una sdraia. La tela era
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1998
era aperta all’improvviso una nella casa vicina, del
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1998
si era improvvisamente spalancata. Una ragazza ancora semiaddormentata era
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1998
come se niente fosse una parte del cortile. Non
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1998
vetro di diversi colori. Una delle sue mani, quella
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1998
afferrava la ringhiera, reggeva una macchinetta per radere i
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1998
diverse attività. Passavamo dall’una all’altra, seguendo un
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1998
d’un tratto, spalancando una porta. ¶ Doveva essere disabitata
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1998
ante a fisarmonica. Era una stanza d’angolo perché
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1998
bollente appena versata da una delle brocche. La Dea
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1998
antico affresco che rappresentava una cancellata ormai quasi completamente
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1998
sormontate all’esterno da una lunetta cieca. Provai a
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1998
passando di fronte a una fila di stalle vuote
231
1998
in verticale, mimetizzato dietro una rientranza. Girai la testa
232
1998
poggiassi la schiena contro una delle sue pareti, coi
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1998
di braccia. Fermo dietro una delle bifore, vedevo dall
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1998
zoppicava sul davanzale di una delle bifore, camminando nervosamente
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1998
portone e arrivava per una strada diversa alla legnaia
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1998
da solo e senza una ragione. Tutta la luce
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1998
della costruzione. C’era una lunghissima scala di legno
238
1998
stretta, tutta inclinata da una parte, sembrava non poggiare
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1998
arredate ma disabitate. Attraversai una saletta da pranzo semibuia
240
1998
giù. ¶ Al volante di una macchina scoperta c’era
241
1998
una generale risata, con una nota infinitamente più alta
242
1998
forati, dall’alto di una finestra della nuova costruzione
243
1998
momento all’altro in una nuova, irrefrenabile risata persino
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1998
soffocare l’erompere di una nuova, incontenibile risata. ¶ Continuò
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1998
vicino, mi batteva persino una mano sulla spalla, per
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1998
mimare a mia volta una piccola risata di consenso
247
1998
sua risata fosse morta una volta per tutte. ¶ 5 ¶ Viaggio
248
1998
scricchiolando. Era stata costruita una cisterna dell’acqua nel
249
1998
dell’acqua nel solaio, una piccola sala giochi sotto
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1998
di neve o già una goccia d’acqua, ma
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1998
sorgevano accanite discussioni quando una briciola si staccava dal
252
1998
le passava in rassegna una per una e mi
253
1998
in rassegna una per una e mi pareva che
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1998
piatto. Sollevava nell’aria una fetta di formaggio, l
255
1998
osservava i denti di una forchetta troppo convergenti, o
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1998
si fermava a fissare una crepa che attraversava da
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1998
fondina, ci passava sotto una mano e poi se
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1998
si ricordava di riaccenderla, una grande fiammata illuminava per
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1998
dal fondo della terra. ¶ Una di quelle sere, mentre
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1998
mi capitò di fare una scoperta. ¶ Avevo dovuto controllare
261
1998
si può inscrivere in una più generale regola dei
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1998
linguaggi di trovare per una frazione di tempo il
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1998
e involontario poteva avere una certa relazione, o averne
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1998
seduto sul bordo di una delle vaschette per il
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1998
facendo tintinnare per sbaglio una delle ampolline mentre versavo
266
1998
spalle lo spostamento di una rotula sulla dura base
267
1998
di un santino su una pagina, per il desiderio
268
1998
qualcuno di poter leggere una dopo l’altra le
269
1998
a sua volta, per una serie infinita di minuscoli
270
1998
piano di sopra, dove una potente lucidatrice era infatti
271
1998
si sovrapponevano perfettamente l’una all’altra, si producesse
272
1998
proprio in quei momenti una beatitudine totale. Lo immaginavo
273
1998
messa senza mai pronunciare una parola, sull’altare, e
274
1998
scorgere, invece della pisside, una scatolina di lucido da
275
1998
le tenevano legate l’una all’altra si fosse
276
1998
e in attesa, con una piccola ostia già sollevata
277
1998
parve che più di una volta la mia vista
278
1998
lucido da scarpe con una leggera pressione della mano
279
1998
per aprirla, guardandolo ancora una volta mentre la riponeva
280
1998
non completamente girata da una parte sola, che potevo
281
1998
spiraglio l’immagine di una lunghissima lama che attraversava
282
1998
attraversava a regolari intervalli una grande forma di formaggio
283
1998
per la prima volta una piccola porzione nera e
284
1998
percorso diversivo, uscendo da una finestra e camminando per
285
1998
cosa si trattasse perché una nuvola spessissima di fumo
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centro, a cavalcioni di una motocicletta di grandi dimensioni
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dopo il lungo viaggio. Una cerniera luccicante gli attraversava
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la richiusi, cingendola con una cintura elastica sfilacciata, perché
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cravatta al colletto di una camicia che non gli
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gli era rimasta sopra una basetta. In chiesa erano
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alzi dal letto dopo una lunga e prostrante malattia
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quasi schizzare alternativamente da una parte all’altra in
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si era inclinato da una parte sull’inginocchiatoio, per
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meglio mentre passavamo. Portavo una cotta nuova e molto
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verso il basso, provava una sensazione crescente di vertigine
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chiuso sul davanti da una grande borchia. C’era
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imponendogli nello stesso tempo una forza centrifuga sufficiente a
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destra mi segnalò che una delle carbonelle roventi era
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vidi inclinarsi pesantemente da una parte. Fissava la carbonella
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sembravano assonnati, come di una persona svegliata improvvisamente in
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dopo lo vidi allungare una mano di scatto. Afferrò
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abbastanza forza perché ricadde una seconda volta sul tappeto
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bruciatura, si girò con una torsione quasi completa su
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molto tempo dopo. Era una notte serena, lancinante. La
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che pareva avessero scartavetrato una per una le sue
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avessero scartavetrato una per una le sue luci. Brusii
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il gelo. Era come una gocciolina incandescente che si
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trattava della brace di una sigaretta che qualcuno stava
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quelle cadevano piano piano una dopo l’altra, lasciavano
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altissima, come sprigionandosi da una lingua di lamiera presa
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Seduto sul bordo di una vaschetta per il pediluvio
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vociando nello spazio “ero una liberissima, magmatica poltiglia che
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numero di anni, attraverso una serie di reazioni a
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intestinale perfettamente udibile, in una notte qualunque eppure irripetibile
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potevo tagliare più di una, anche tutte, se volevo
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a creare tra l’una e l’altra un
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spegnitoio. Bisognava sempre abbassarlo una seconda volta, una per
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abbassarlo una seconda volta, una per ciascuna sezione della
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Avevamo da poco festeggiato una ricorrenza sacra, in refettorio
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e c’era stata una partita multipla di football
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Sembrava buio, trasparente, come una grande goccia molle. Mi
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sull’esatta estensione di una rete, che non era
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più avanti era scoppiata una lotta feroce e assolutamente
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improvviso, aveva colpito con una riga chi stava nel
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conficcandogli la punta di una squadra nella schiena. Se
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Il Gatto, che aveva una cattedra rialzata di fronte
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da quel medesimo istante una lunga, estenuante trattativa. ¶ All
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le fette di salame, una delle quali rimase incollata
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passava il palmo di una mano sul mio banco
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torcendo la testa da una parte. Il Gatto aveva
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Gatto mi aveva messo una mano sulla spalla. ¶ «Ma
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sollevato dal passaggio di una veste, e allora mi
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dico di no... sarebbe una soluzione, non c’è
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tasca dei calzoni, perché una mezz’ora dopo, mentre
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lato per afferrarlo, staccando una mano dal lampione. Riprendeva
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Penetrava all’improvviso in una generale risata, con una
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svegliava prima dell’alba una preghiera vagante lungo i
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file di inginocchiatoi e una piccola quinta alle spalle
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dell’altare, per isolare una zona adibita a sagrestia
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dalla piccola quinta, con una curva vicino ai gradini
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aveva spostato all’indietro una delle parti, in verticale
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di cui sembrava composta, una l’avevo chiamata “paleolitica
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istanti dopo vicino a una testa completamente diversa all
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ora irripetibile solo perché una pila di mattoni forati
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o da molti per una figura ritta nel buio
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nuovo in dormitorio, dopo una sosta in chiesa per
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come nel plastico di una città futura irta di
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esercizi spirituali, camminando in una zona appartata del cortile
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Quest’ultimo stava tenendo una meditazione sullo “stato di
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cancello c’era ora una piccola ressa di parenti
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in grado di dare una risposta. ¶ «Apri il cancello
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Non era difficile, con una piccola smorfia infinitamente calcolata
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calcolata, col dono di una mentina tenuta da lungo
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alta voce senza pronunciare una sola parola, e spingermi
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degli angoli c’era una giostra di legno, attraverso
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riuscivo a scorgere, in una striscia sottilissima di luce
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schettini, mi diressi verso una zona diversa del cortile
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intento a pregare. Girava una paginetta del messalino che
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inclinava un po’ da una parte perché la luce
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fissando la fiammella di una candela sull’altare, il
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gli occhiali. Ponendomi a una distanza calcolata, un millimetro
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nitido, intento a esaminare una forchetta, lo sorprendevo mentre
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nel secondo piatto. Sollevava una delle due fette di
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teste leggermente inclinate da una parte, fino in fondo
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emozionato, stringeva in mano una valigetta molle con due
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propria camerata. Ma, passati una decina di minuti, mentre
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al Gatto. ¶ Ci fu una discussione un po’ concitata
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lamette e il rasoio, una saponetta e un dentifricio
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il sacerdote reggendo con una mano la patena. ¶ Durante
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riuscire a imboccare ancora una volta quella stessa strada
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fino a me. ¶ «Era una sera come questa...» stava
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pensata, cadesse giù da una volta sotterranea sopra uno
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sospettata l’esistenza di una casa. Da un cascinale
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Riuscivo appena a schivare una palla di neve scagliata
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incastrate tra i dentini. Una dopo l’altra, le
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se gli fosse scoppiata una vena nel cervello. Li
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ruotato la testa da una parte. L’altro prefetto
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scattato nella ressa, agganciando una guancia dell’altro prefetto
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e portarsi subito dopo una mano contro il volto
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sfilai il collare, slacciando una buona metà dei bottoni
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dell’acqua benedetta in una madonnina di plastica trasparente
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sottovoce, guardandoli ciascuno con una faccia differente. ¶ Ebbe inizio
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non batteva. In refettorio una tovaglia era stata posta
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gli occhiali aveva annodato una piccola cravatta al colletto
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lontano...» ¶ «Indicavo qualcosa?» ¶ «... faceva una nuova pausa ancora più
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tratto. ¶ Si era passato una mano sulla cresta dei
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che si trattasse di una piazza. Scendevo con la
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cominciava già a incastrarle una per una, tastandole con
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a incastrarle una per una, tastandole con le mani
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nella macchina, si fumi una sigaretta guardando distrattamente da
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compiere qualche operazione in una zona diversa del palchetto
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tempo di modellarsi diversamente una piega dei suoi larghi
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cieco doveva avere scambiato una gamba con una delle
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scambiato una gamba con una delle sbarre più lunghe
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pedana cedeva decisamente da una parte, mentre il corrimano
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ruotano a volte l’una contro l’altra e
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nuovo. ¶ Il cieco faceva una piccola smorfia, si stupiva
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fascio degli addobbi su una spalla, e mi impediva
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tenevo fermi afferrandoli per una stanghetta, con due dita
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stendendo la colla su una garitta dei piumanti, e
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reggendo il manifesto, sopra una pompa di benzina, sulle
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benzina, sulle ante di una finestra chiusa, a pianterreno
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pennellessa sulla nuca. ¶ Sentivo una goccia di colla scendermi
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insaccava di colpo dopo una frenata. ¶ «Perché non viene
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Sonnolenza ¶ Mi avevano consegnato una nuova macchinina di colore
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di me, mi appoggiava una mano sulla spalla perché
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tenere ginocchia. Si avvertiva una sensazione di non più
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un piumante che teneva una ragazza inginocchiata di fronte
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assieme, di colpo, da una parte. Un istante dopo
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piccola folla di bendati una figura nera che avanzava
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Perché dicono che fosse una suora, una volta! È
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che fosse una suora, una volta! È lei che
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i guerrieri guardavano da una certa distanza verso quella
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tutto quell’ago in una narice...» sentii bisbigliare al
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prima di rimetterlo ancora una volta, pazientemente, nelle maglie
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quel fetore... Mi mettevo una sigaretta tra le labbra
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ne affumicava per metà una lente, passava vicinissimo alla
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solo alla fine di una frenata interminabile e deviata
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pian piano, annaspavo con una gamba di fuori, nello
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era molto bombato, come una grande testa. Il cieco
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ancora nude. ¶ «Posso darvi una mano?» suggerivo. ¶ Il cieco
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dalla vetrina come da una grande lontananza, sfogliando un
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volta gli appunti, con una mano sulla fronte pensosa
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non ho appunti!» ¶ Sorgeva una nuova contesa tra Sonnolenza
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che tipo è?» ¶ «Ha una grande falce e martello
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È un combattente!» ¶ «Davvero? Una falce e martello? Come
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i comizi...» ¶ Mi passavo una mano sul volto. Sonnolenza
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suo turno seduto su una seggiolina. Lo sentivo sbadigliare
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lontana della portineria di una fabbrica. Non si doveva
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fine a Sonnolenza. ¶ «È una parola! Ha una faccia
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È una parola! Ha una faccia talmente bianca!» ¶ La
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stagioni, si caricava di una dolcezza snervante, in primavera
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di statura avvolto in una vestaglia di seta, sprofondato
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di seta, sprofondato in una grande poltrona piena di
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Mi fermavo vicino a una casa isolata, salivo senza
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senza fare rumore per una scaletta esterna, col pacco
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un ballatoio, fino a una porticina. Mi arrestavo di
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ultimo momento scorgevo dietro una finestrella appannata, lì a
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fianco, un uomo e una donna intenti ad accoppiarsi
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quasi completamente vestiti, su una sedia. Mi allontanavo in
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scappava a nascondersi dietro una tenda nella stanza vicino
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divincolare, nello stesso istante, una curva si raddrizzava balzando
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colpo dal tornante. Fumavo una sigaretta, la spegnevo gettandola
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strade. Curvavano leggermente da una parte all’altra quando
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lontano il bagliore di una grande esposizione di canotti
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il busto girato da una parte, contro lo schienale
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abitate. Il contorno di una delle mie lenti luccicava
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acqua, la testa come una punta di freccia per
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fiocco di mollica sfaldato, una garza vagante gettata fuori
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Filavano tutti assieme verso una zona diversa del lago
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gradino più basso di una villa, gli stivali affondati
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diversi della rete. ¶ Raggiungevo una casa sbilanciata sopra un
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un crinale. Salivo per una scala. Spalancavo una copia
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per una scala. Spalancavo una copia del nuovo giornale
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inavvertitamente un’orecchia a una o più pagine del
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mobili vecchi, accanto a una casetta isolata che stava
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circospetti prima di imboccare una scaletta mai vista, correndoci
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già spenzolati fuori da una piccola ringhiera. ¶ Si aggrappavano
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aggrappavano di colpo a una grondaia. Sentivo a ogni
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slittare sul ghiaccio con una sola mano. Entravo nel
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mio passaggio. Distinguevo infine una testa dai capelli bianchi
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L’uomo apriva pianissimo una porticina. Metteva il piede
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dopo dovevo pulirli ancora una volta perché il calore
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Vedevo l’uomo passarsi una mano in mezzo ai
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di stare seduti su una poltiglia. ¶ «Tieniti un po
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due le mani! Ripiega una gamba, falla girare su
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rise il Sempio, passandosi una mano sul mento reso
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prefabbricato era apparsa improvvisamente una ragazza, stava battendo con
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foglie. Il ticchettio di una macchina da scrivere arrivava
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penombra, si distingueva soltanto una piccola luce, non si
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in quello stesso momento una boccata. ¶ «Dov’è finita
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Uscimmo in strada. Cadeva una pioggia sottile, distillata. L
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macchina di plastica, con una sola mano, di lato
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un istante dopo, da una leggera vibrazione, capii che
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possa far pensare a una piazza...” mi dicevo, mentre
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occhiali, li infilai in una tasca, dietro i ferri
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un po’ sollevato... dare una grattugiata al microfono con
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volume, di staccare l’una dall’altra le parole
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sommità della sua testa una cresta di capelli irrigiditi
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più forte...» ¶ «Ho fatto una pausa?» ¶ «... allora hanno cominciato
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Mi guardavo intorno, masticando una piccola forma di pane
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tutte le parti come una poltiglia. ¶ Richiusi piano lo
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luce dappertutto. Tenevo aperta una fessura molto sottile delle
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tanto la veste con una sola mano, perché non
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per un istante a una delle costole angolate del
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appariva all’improvviso, in una nuvola di borotalco. Mi
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aprendo la porticina di una cella. ¶ C’erano piccoli
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erano piccoli oggetti su una cassettiera, un crocifisso, una
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una cassettiera, un crocifisso, una statuina segnatempo, una scodella
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crocifisso, una statuina segnatempo, una scodella. ¶ Mi abbassai piano
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luce all’altezza di una tempia. Nessuno dei due
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spigolo che portava in una zona diversa del convento
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cortile avvallato, fino a una piccola porta laterale che
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celestino aveva già imboccato una scaletta segmentata, a poca
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pieno di tastiere. ¶ Allungai una mano verso il mantice
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che sbattevano piano l’una contro l’altra nel
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fissava sorridendo sfuocato, emozionato. Una delle sue mani si
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contro il vetro, come una decalcomania. ¶ Poi il vento
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occhi e vedevo luccicare una macchia di colore diverso
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distinguevo le sue colonnine una per una. L’aria