Carlo Emilio Gadda, L'Adalgisa, 1944

ciottoli della postrema sassonia: una stradaccia affossata nei due

un peso, nè delimato una dobla; non tosato un

un merino, nè fiutata una presa di tabacco. Era

La pera», sviluppò anzi una sua curiosa tesi filologica

e cioè che «hacer una pera» nell’idioma di

la Vieja, significasse compiere una grande azione. ¶ La cicala

quella dell’avo, in una luce assurda. ¶ Per parte

trovava più impacciato che una foca a frigger tortelli

della radio, avrebbe voluto una investitura da Dio, non

Catolico, bensì a scrivere una postilla al Timeo, nel

circonfusa di silenzio, come una tacita, ultima combinazione del

costumi, paion voler accreditare una sorta di moralità, o

morte, argomenta la è una discongiuntura o spegnimento d

un po’ dopo Inverigo, una solida e scombinata casa

sodalizio nostro dotato di una impareggiabile collezione di cadrégh

checchè! Dipende solo da una certa penuria di Pieri

suoi stessi patroni: oltrechè una collocabilità indubbiamente, squisitamente lombarda

Si tratta non di una banale scodella, o tazza

tazza,2 e nemmeno di una tazzina, ma di una

una tazzina, ma di una vera e propria «tazzinetta

con qualche gnocco d’una patata, anche, di tanto

a stomaco vuoto, con una gran voglia di riempirlo

persuadere a sè stessi una cosa di cui del

Caviggioni seduto, e quieto, una volta tanto, onninamente immemore

come il pizzicore d’una vaga intenzione endecasillabica e

potuto perseverare a studiarlo. Una «indefessa» tenacia – la costanza

proprio nei ritagli, tra una telefonata e una scampanellata

tra una telefonata e una scampanellata, che si abbandonavano

poco alla volta, d’una interminabile semenza de’ più

un amore ingranato con una eredità dinastica e con

avanguardia, un Mayerling: cioè una baronessina e un Rodolfo

e l’altro è una signora di mezza età

testimoni agli altri: in una babelica permutazione circolare, che

lampo dal tuono): non una macchia di crema, e

della vitalità volitiva: tale una pulce nella solennità settentrionale

fuggitiva (ed eupèptica): poi una scorsa nil novi sub

mare. ¶ Si presume che una cotale societas (bonorum virorum

meno poi, se ingegneri. Una sorta di perìptero, a

piano di pavimento, e una specie di matroneo a

avertela suggerita lui stesso, una felice orizzontalità delle gambe

salvaguardata, e venerata da una confraternita di citrulli e

risulta vien caricata d’una mucillagine piaccicosa e giallastra

talora piuttosto allungatello in una scodella rialzata senza manico

Massinelli, noto personaggio ferravilliano. ¶ 18 «Una felice orizzontalità delle gambe

suo rancore veniva da una lontananza più tetra, come

era un cono di una bianchezza opaca d’attorno

che s’eran conquistati una scialuppa col coltello alla

denti fino agli orecchi; una sottanella gualcita, di mezza

già per suo conto una discreta villetta, locali cinque

nero autonomo, abitabilissima da una distinta famigliuola, come p

esse stesse e con una gradevole osteriola dalla frasca

di sè «e signora», una servicina d’un metro

alla volta, oltre a una certa scorta di mutandine

nel primo caso con una alzata di spalle, nell

spalle, nell’altro con una sua cocciuta espressione di

la portineria-villa. Solo una volta, chiamato d’urgenza

che s’era rotto una gamba al tennis, vi

coltivarono il giardinetto d’una certa amistà e mutua

ardua bisogna del pervenire, una buona volta!, se non

degno dei Borgia. (È una specie di vitellone gibbuto

labirinto della memoria tutta una pietosa vicenda postbellica, cioè

il ràdersi: ch’era una liturgia del giovedì e

predisposizione. Arrivò quindi a una barba di dieci giorni

sua biografia, specchio d’una vita impegnatissima e tutta

motivo a rimandare ulteriormente una buona saponata, sviluppabile in

lo avrebbe desiderato per una visita. «Che cos’ha

da quella rogna d’una barba, prese a lavarsi

per un nulla, per una delle solite ubbìe: come

negletto, essendo femmine, cinque: una più signorina dell’altra

uomo.... come quello! D’una ottantina di chili perlomeno

qualche volta ad imbucare una lettera, o ad acquistar

allungato in letto come una vacca: (così diceva il

mondo». E ne aveva una tal voglia, di non

che inseguiva ferocemente con una sua pazza frusta, arrivando

quattro zampe, che è una meravigliosa applicazione ginnica del

con occhi velati d’una irrevocabile tristezza, immalinconito da

dimolta umanità e con una certa gloria, che a

campagna, lo invitava a una celebrazione dionisìaca: e il

attossicavano l’anima, come una spazzatura irrancidita. Certo che

tra sè e sè. «Una mezza mela, una fetta

sè. «Una mezza mela, una fetta di pane integrato

amidi e dei glucosi!... una parola!... Vorrei vederli loro

altri sostenevano un granchio, una specie di scorpione marino

fuor dalla bocca, come una seconda lingua che non

l’orroroso crostaceo in una aragosta del Fuerte del

unte e peccaminose con una avidità straordinaria. ¶ Poi, satollo

nel corso di tutta una interminabile estate egli non

alla lor volta, secondo una ricetta andalusa, con l

che erano quasi divenute una seconda polpa anche loro

come se l’uccello, una volta arrostito, avesse acquistato

Poichè maciullava tutto in una volta, cioè piccioni e

portate troppo più che una ordinaria somministrazione di puchero

hidalgo, invece di rompergli una salsiera in testa, a

inusitate de’ maggiori fiumi, una estuosa disseccazione delle terre

fu questo a vietargli, una volta per tutte, che

duodeno, all’incontro d’una svolta pericolosissima, che i

tramutata in una corsa? Una corsa verso dove?... In

stimarli, avevano più di una buona ragione per supporre

del destino – influenzata da una qualche stella nemica dei

trovare in via Spiga una micamal nidiata di sorelle

lui. Oh, sì, sì: una più paparino dell’altra

quelle piastrelle rosse, lustre.... una dura, una frolla, una

rosse, lustre.... una dura, una frolla, una sana, una

una dura, una frolla, una sana, una rotta.... no

una frolla, una sana, una rotta.... no, no, no

di veli che pareva una zanzariera di maremma, potenziata

parve, a un tratto, una maccheronizzazione estemporanea del nostro

oro vecchio della dalmatica – una faccia di don Rodolfo

forse anche solo da una turba, da un momentaneo

glosse: ¶ 1 «Allargarsi»: trasferirsi in una abitazione risultante d’un

della metropoli. A Brusuglio, una villa già appartenuta ad

di via ferrata avente una unica pendenza: il percorso

il percorso risulta di una successione di livellette. ¶ 6 «Steeple

porcello: e in traslato una qualunque mestura di porcate

la specie esteriore d’una estrema inabilità funzionale dell

esser presente. ¶ 18 Anticorodàl è una lega leggiera (base alluminio

soltanto delle persone. ¶ 21 «Troncare una vita divenuta oramai insopportabile

al tempo consunto in una sua mitezza modesta e

su, belle belle, in una torricella pseudo-senese o

o pastrufazianamente normanna, con una lunga e nera stanga

filanda, ed erano anche una via di mezzo fra

cinquantacinque per quarantacinque; o, una volta dentro, da non

flessuosi e snodati tra una bocciatura e l’altra

alla quale inoltre conferiscono una temperatura deliziosa: da ova

siamesi, o incorporàtesi l’una nell’altra dopo un

verso nord-ovest, oh! una trovata: ma diabolicamente funzionale

durante l’imperversare d’una grandinata senza precedenti nel

rimbalzò subito indietro come una palla demoniaca e schiantò

la nuova veste d’una palla ovale, – fuoco pazzo

proprio de’ paesani, affacciò una sua ipotesi, d’altronde

ne vollero sapere, d’una simile ipotesi, e sfoderarono

essi arrivarono in locum una stupenda mattina di mezzo

di Wheatstone portatili, d’una fragilità estrema: ma in

mancare misteriosamente le ciabatte, una pera di gomma, e

giornali repubblicani menavano già una campagna di quelle, perchè

cui s’erano pubblicati una cinquantina di volumi; ma

progetto. L’esattore intanto, una bravissima persona del resto

aiutato dai parafulmini; e una strana voce si sparse

d’un unico spettro, una figura immane di Vegliardo

invido ed ominoso,13 e una forma bluastra, senile, era

delle gote testimoniava d’una dimora sepolcrale, come pure

cagione a illividire, con una presenza inespiabile, l’abbandono

propria intensità luminosa (come una lampada termoionica), e fissando

di lucro, rimuginò invece una soluzione di minor formato

col rischio di rompersi una qualche gamba: e senza

E la sollevavano, con una certa loro amazonica disinvoltura

lume di catacomba d’una lampadina a filo di

della Giovanna costituiva dunque una mancanza di riguardo, se

loro giovinezza esuberante» da una provincia all’altra dell

orgogliosa donna Giulia, «d’una sensibilità straordinaria». Di pasta

sentivano piovere in testa una farinetta leggera leggera, come

che avevano smarrito in una gran pena lo scontrino

Gli occhiali, poveraccio, e una cadaverosa poltrona (sacro ricordo

e del marito fellón: una anacreontica, e alquanto sciocca

sciocca per giunta, oh!, una strofetta di nulla: «ona

essere cardiopatica (ma era una idea), si lasciava cogliere

su il gomitolone, d’una lana color lucertola, e

collera, col fare di una Noailles o di una

una Noailles o di una Montmorency a cui l

la» mia bisnonna era una Novati, mentre per parte

campioncino, un filuzzo, d’una matassina di seta color

accendeva di bagliori tintoretteschi). Una volta lì, col pretesto

vigilia di San Bàbila! Una babilonia di scatole, di

A. aventi a controparte una gentildonna di elevato sentire

a quell’ora, da una scatola nell’altra, in

lunghe, soavi guardate da una rosea facciona di tettameo

gentildonna committente: a cui una bava sàdica, nel frattempo

di pollo, magari, e una rispettosa e volonterosa fregatina

emaciando e scolorando in una specie di tubercolosi al

dietro gli orecchi, in una scolatura oleosa. Il panciutello

non ha mai assaggiato una bistecca del Troja in

tutto il pallore d’una adolescenza. E la sirena

e tartufi avevano preso una direzione da romanzo: e

L’eva, dopo tütt, una donna degna del massimo

ad alte protezioni celesti. Una massaia d’oro, poi

di pollame: («indispensabile a una famiglia del nostro rango

coma e alla disperazione, una vera e propria psicastenia

se non a troncare una vita divenuta oramai insopportabile

sparnazzanti rapaci su di una carogna, o più che

finivano per entrare in una specie di aura perduta

nel clima petroniano d’una pollarola eutanasìa, presi via

via nello spiro d’una loro voluttà masochistica: agognando

o al Bergeggi, con una sicurezza assoluta, da far

e lasciandone al piatto una specie di migliaccio22 di

in quei tempi era una cosa di nulla, ma

e la mancanza di una automobile propria: ed erano

tutto tacco che è una delle preminenti caratteristiche urbane

la Lola! e ancora una volta! con la Maria

per l’acquisto d’una trombetta, dello schioppo, del

commosso, le carezzava (con una carezza non impegnata fino

corsa, squillo come d’una immortale fanfàra. La vita

sarebbe dunque tramutata in una corsa? Una corsa verso

villa Delada. Il battente, una specie di cavalluccio marino

le parti giuste. E una sera anzi, in casa

impaccio e mossi da una elegante facilità. Talchè il

preso a guardare con una certa indulgenza. «Quel ragazzo

Doralice gli apparve in una veste di seta quasi

d’oro, lontanissime l’una dall’altra, e di

lui, ragazzo, circonfusa di una specie di alone. Così

decoro di copertura d’una benemerenza retrostante. Erano dunque

gli era impedita da una sorta d’inclemenza delle

o forse, chissà, da una sua interna amarezza. Forse

Certo è che senza una ragione al mondo, così

fiore: spinoso, urticante. ¶ Fu una domanda della padrona di

invece di rafforzarlo con una centina in legno, e

affermazione non ha senso; una frase sciocca, venutagli dal

e forse era d’una insolenza intollerabile in casa

lo zio Antenore con una voce che intimidì tutti

belle labbra aggrifate in una specie di broncio sotto

ponte....». ¶ «Ma in tutta una carriera di ponti.... e

due bracci, un femore, una clavicola: un paio di

gli zii.... Ti pare una cosa da nulla insegnare

d’oro: è questa una singolare facoltà dei castani

il 1920 e il 1930 in una laboriosa città della pianura

alunni alla visita d’una «struttura in calcestruzzo armato

in calcestruzzo armato»: era una sala di spettacolo, opera

le sue medulle, in una ratio o in un

con la levità d’una moneta falsa, si intuiva

maestà del loro quintalato una sorta di claudicante imperizia

di «tramèzz», oltrechè d’una nuvolaglia di calcinacci e

che avessero a ricevere una pianta rettangolare o anche

tutta l’aria d’una catapecchia, tutti mi assicurano

aggrovigliavano, quei corridoi, in una fuga di odori, presagi

prima, da credere a una sorta di domestico e

porcellona!... alla tua età.... una bambina così grande!...»: e

se la pipì fosse una colpa od un merito

patria. «Il latino è una lingua morta!», decretò un

altro brontolìo diede in una definitiva alzata delle spalle

salute. ¶ Pipina felix! Con una mamma, viceversa, che da

Auteur des choses». Quando una donna Giulia o Teresa

rimanenti capi di corredo: una nonna, e una contrononna

corredo: una nonna, e una contrononna: otto zie, fra

ciò è ovvio, che una almeno di queste zie

ne abbia appena combinata una delle sue, imperiosi decreti

delicato, alle prese con una patata. Questo, dopo pranzo

com’esso risultò da una grave forma di malinconite

era nient’altro che una mezza, o anche intera

ho detto di portare una palata di segatura!... Ma

nuovo e recente da una caverna del cambrico o

più buio proprio d’una di quelle anse del

acquaio. Le lasciò svolgere una teoria generale dei reumatismi

della Maria, seguita da una teoria generale dei rubinetti

a pince-nez, con una bonarietà paterna e un

a un tratto d’una porpora senza causale, magari

gli rivolgeva la parola. Una perplessità, un impaccio, pareva

trovarono a dover affrontare una crisi dei servizî domestici

di scarsella, alla vecchia, una settantacinquina di milioni. No

tic-tic-tic, d’una quarantina di minuti l

quarantina di minuti l’una, senza esser rotti l

nervosismo dei pretendenti: (a una successione sbrigativa). In quegli

abbuiò: nel precipitare di una settimana. Si trincerò, cupo

pasquali, alla estruzione di una «viletta» con un’l

riuscito mica male in una bufera di neve-grandine

ripiani. E rimbalzò come una trottola ad ogni pianerottolo

l’abisso eccitò a una rincorsa precipite il Mustafà

salpava con un viglietto, una lettera. In cerca d

ogniqualvolta, e ogniqualvolta invano, una cicca: «Almén te mastèghet

tirare il ròccolo a una qualche ragazza. Con il

lui, Bruno, senza neanche una mezza popolare nel portafoglio

d’impertinenza o d’una spavalda franchezza, alla sua

anche «el Biscella», già una volta rincorso, per quanto

finito d’avvilupparli, d’una più sagace connivenza con

questi: e si batteva una mano sulla coscia, dov

Ribaltamento» è rotazione di una figura intorno ad un

resistenti alla masticazione. Vedi: «Una mattinata ai macelli», di

da Verona, autore diletto. ¶ 7 «Una spera da ballo Amor

di bagni, anche in una reminiscenza neo-classica dei

italiane e francesi), d’una brusquerie da caserma. A

Magonza (Merlin, Kléber) con una certa sua prudenza un

genere, desiderabile predella per una carriera politica. Aveva bazzicato

otto anni prima. Era una scocciatura santissima questa di

rimuginando che dopo tutto una qualche scappatoia canonica si

è ovvio, presenziarono tutta una gala e una pompa

tutta una gala e una pompa di dignitari, generali

marchese di quei d’una volta che avesse finalmente

dodici, tutto ammantato d’una sua sorta di accappatoio

le «contribuzioni volontarie». ¶ Era una giornata stupenda: le cronache

e dell’Orange. È una roccia estrusa (eruttiva) a

Transwaal. La kimberlite palesa una sua struttura brecciata: causa

vi si raccoglie soltanto una parte, ma certo cospicua

assaliva e ne snidava una forte retroguardia austriaca (35.000) che

smotti, e dirompa a una frana. ¶ 19 «Quattro giorni di

codificante, si inserisce in una funzionalità civile-politica di

tepida: e ne ottieni una sorta, come che venga

il calligrafo. «Oromedonte»: da una arrotondata parafonia e paragrafia

carcerato negli Inferi. ¶ Per una possibile equazione titani = dèi

teppa, la malavita: in una sfumatura espressiva piuttosto blanda

era professore al politecnico, una illustrazione della scienza. ¶ Della

fantasiose nebbie, o d’una allegante calura: tale una

una allegante calura: tale una pittura di Tosi. Lieto

meringhe, un rinascimento Bartesaghi, una quasi civile convivenza di

e di sballati architetti! Una bischeraggine generosa e totale

bischeraggine generosa e totale, una vena romantica e brodolona

vena romantica e brodolona, una antica luce dalle torri

e la parvenza d’una civiltà, quasi polvere di

il serpente. Contrabbandieri d’una povera lira! frodatori in

un uscio: chiuso: e una placca gialla sull’uscio

quai fotta», soggiungeva taluno, «una qualche imprudenza». E avevano

come suole, ed era una mucillaginosa mattina di febbraio

due le mani, aspirò una lunga boccata d’aria

Velluti e drappi d’una squisita fattura, d’antica

dabbenaggine dei gruzzolanti: con una callidità scempia e appunto

della tua gente, quasi una ventata dalle terre, dai

avevan finito per lasciarci una zampa, nella bella tagliola

bene la tastiera: per una efficace «mozione degli affetti

che gli son costati una vita; per spennarli a

può bene ingegnarsi adoperare una Croce, la Patria, poi

il mondo a fette. ¶ Una esagitata e farneticante quarantottenne

già semibuia nelle nebbie, una qualche combriccola della lingera

avevano oggimai ridotto a una specie di San Girolomone

dolci occhî, velati d’una sorta di lacrima, e

dopo Simone detto Petrus, una gran tosse, a tratti

e di rattrappirsi a una povera gabbia: dove per

modo sicuramente beneficate: d’una oblazione d’affetti che

trasferimento (trasloco) era stato una cosa penosa, specie per

Maria, «dopo quarantadü ann!». Una tragedia. Ove si pensi

dispiace proprio, ma è una storia che bisogna risucchiarla

la secessione dello Zavattari, una terza, «stranissima» circostanza s

troppo stagno, cioè d’una specie di complesso d

con un animo e una bocca sciroppona che diceva

del loro naturale basamento una dozzina e mezzo di

anche ridotto in lùnule26 una trentacinquina di piatti: poco

e strapaesana rovesciò anche una padella di risotto fumante

animo a rifiatare. ¶ Insomma, una ragazza d’oro. Di

frutti non conosciuti, d’una palla di cavolfiore: rabbrividiva

di cavolfiore: rabbrividiva d’una buccia come d’uno

del rubinetto....», diceva arrossendo. «Una ne fanno e una

Una ne fanno e una ne combinano!», sospirò donna

spettinata ragazza stesse macchinando una nuova offensiva ostruzionistica, come

il mensile: quando allegò una doverosa, filiale ottemperanza agli

tralice, c’era talvolta una più sfuggente reticenza, ma

sfuggente reticenza, ma anche una stupefazione beota e accorata

Donna Elsa pensava a «una cura jodica», e al

al caso. ¶ Interrogò ancora una volta la Maria e

Maria e ne cavò una riconfermata accusa contro il

ascoltò in silenzio per una diecina di minuti, intonando

li travolga come in una corsa precìpite. Ci ha

a risuperare l’inutilità. ¶ Una tromba comandò ai soldati

bianchi e chiari, per una gran dolcezza che fosse

tolda ed i fianchi. Una sirena strideva a tratti

cespi, affocata quasi in una corsa, la cupidità de

viventi il cupo profumo! Una mormorazione religiosa accompagna l

ufficio, in un ozio. Una strada venuta dalla camionabile

ponte canale. Vi corre una tacita, verde corrente: e

compagni, alle gentili compagne. Una fanciulla, cui una fredda

compagne. Una fanciulla, cui una fredda goccia sia caduta

piedi, recano a spalla una povera giacchetta sudando ancora

tra i peli d’una barba, sulle grinze della

ancor esile. Taluno indossa una maglia: è azzurra, o

ha uno sguardo, che una fanciulla sommessamente raccoglie: e

porta nell’animo come una speranza e una dolcezza

come una speranza e una dolcezza consolatrice, dopo le

di maniera deve considerarsi una contaminazione varesino-brianzuolo-vicentina

in che si contenga una vita. ¶ 8 «Larghi pantaloni di

si rivelavano animati da una bonarietà operosa e conclusiva

poi simultanati, razionalizzati in una nuova e capovolta ragione

e capovolta ragione, in una nuova e mirabile, per

della su’ ciccia, d’una costola bovina: d’un

osso: lindo lindo: in una lindura generale. ¶ Muniti ad

Muniti ad armacollo d’una fascia di cuoio stralucida

sabaglione, dove leggevasi curiosamente una bellissima per quanto un

indugiare un micolino, a una certa caritatevole condiscendenza, indi

giù dal fastigio di una pellicciosa e margaritante regalità

sensi, e talvolta in una chiacchieratina, (se dava il

dal languido sogno d’una adolescente, vellutato d’una

una adolescente, vellutato d’una sua pubere aurora: un

aurora: un’albicocca insomma, una spera da ballo «Amor

stesso, alla rincasante matrona. Una perfetta identità di punti

del lucidatore dei parquets. Una specie di nodo alla

avvinceva le due anime, una fune gittata da bordo

raggiungendo in civica simbiosi una edificante cognazione d’affetti

lacerazione del lobo – da una mano virilmente predatrice, sono

mano virilmente predatrice, sono una delle più ghiotte, segrete

presagio della tenebra. Anche una sessantaseienne gode, gode iteratamente

stesso tempo lobo di «una povera donna», di una

una povera donna», di una «creatura impotente a difendersi

veniva oblata, e con una risolutezza spavalda se la

da Volpedo, pittore) d’una fabulosa malinconia cisalpina. Persa

sperata effrazione. Deste, in una ruminazione di ore, farneticavano

a lungo, «fissandomi con una strana insistenza», «e specialmente

a sua volta, in una galleria che nessuno se

unto e fraterno, da una pègola vivificatrice. Come una

una pègola vivificatrice. Come una sagace broda: o lardo

però sanguigno e luganegone, una specie di etere-lardo

aver tanto appetito; è una brutta cosa, certo.... un

temp ankamò.... ¶ «Domani sarai una vecchia.... piena di rughe

termini, buttati fuori da una furia così sorda e

interminabili occhiate, come d’una invidia senza ritegno.... ¶ Disincagliato

del Nerino. ¶ *** ¶ Era allora una bella e vivace ragazza

sgangherati, la Tetàscia. Era una sgangheratura affettuosa, sinceramente ammirativa

po’ più che fraterna.... una cosa tutta diversa, anzi

e quetandoci, come in una gioia vivificatrice. Il caldo

Fu, «per breve stagione», una Violetta e una Gilda

stagione», una Violetta e una Gilda di quint’ordine

l’applaudimmo freneticamente tutta una stagione di prima estate

estate, al Fossati, e una stagione d’autunno, al

più che come Gilda: una paccioccona un po’ troppo

due sbuffi, come d’una eterea lattuga: flabellato a

quest’è certo.... ma una cloròsi da secondo impero

per sognare. ¶ Remigio anzi, una notte, stanco della proiettiva

ad oscuri divieti, in una specie di clinica piena

quella sua lestezza, con una destrezza furba, più furba

dal banco col comandargli una qualche quisquilia che sapeva

come la crisalide in una liberata regina. ¶ Fu poco

in Libia», soggiunsero con una certa angoscia nel viso

implorante, e strinsero l’una nell’altra le mani

Milano, quando parlano con una certa libertà, e non

gran voce!... l’eva una gola d’usignolo come

quanto poi avrebbe mollato una sberla30 al primo rompiscatole

sottana si tramutava in una campana. Ma bisogna riconoscerlo

fu rivolta invece – con una coerenza d’atti e

di contegno ammirevole, con una tenacia e una razionalità

con una tenacia e una razionalità che ebbero, secondo

evolversi, a trasfondersi in una borghese perfetta, in una

una borghese perfetta, in una «signora» al cento per

avvallamento, credetemi, credetemi! era una cosa deliziosa, eterea!: da

ingemmavano del rifiorire d’una rosa: bianca; o rossa

più aveva voglia, sventolando una quarta o quinta fetta

cos’era, da lei, una limonata.... dico una vera

lei, una limonata.... dico una vera e propria «spremuta

via Brisa! E sentivo una strana fitta, a sinistra

Provavo allora un dolore, una tristezza.... le cose mi

acqua dolce, che era una signora come tutte l

l’altre anche lei, una vera signora, come le

insomma, un’adolescenza e una giovinezza illibata: fino al

magazzino delle Idee, come una pura Idea-Stanza. ¶ Ma

se la pellicola d’una mandorla, o la tenue

vós!» le aveva urlato, una sera di residui vocalizzi

vocalizzi, il povero Carlo: una sera ardente di fine

amore gli aveva regalato una testa.... un cervello dolce

un tratto, erano diventati una nebbia: e gli mettevano

nebbia: e gli mettevano una rabbia, da stiacciar la

di indulgenza e d’una commiserante sopportazione, avevano proprio

Quei baffi avevano innamorato una mora, ma una mora

innamorato una mora, ma una mora vera, di Tobrùk

di quando in quando una qualche unghia sul panno

aveva però richiesto tutta una complicata procedura, delle visite

a leggere fino alla una, in letto, che io

e filandoli come da una conocchia, con un gesto

armadio di casa, e una credenza vecchia, dei nonni

o il ronzìo, in una qualche tasca, d’un

menò sterminio degli sciagurati: una pioggia di beccacce sotto

sotto i colpi d’una carabina a tre canne

fiera di Sant’Ambrogio, una domenica, s’era imbattuto

vantaggiosa, bisogna convenirne, anzi una «vera» occasione: uno dei

prese a rivivere in una elisia mansuetudine, o come

meglio il discorso, d’una qualche lacrima, di reiterate

testimonianza di Elsa, in una luce attenuata, di memoria

Era caduto infatti in una specie di pantano, fra

con il retìno, per una preda di larve: e

salame fino al collo. ¶ Una nuvola di fango lo

comportato e risolto tutta una serie di problemi infinitesimali

affiorando nella risorgiva di una persona. L’oscuro tendere

moscio moscio, preda d’una mortificante tendenza all’ingiù

dialetto. Elsa dovette ridere. ¶ «Una volta abbiamo litigato per

el me lasa andà una sberla.... Poer fiolàsc!». ¶ La

rovescio, sul fondo, con una specie di olio giallo

ciottolo.... d’un sassolino.... Una grossa e rotonda pallottola

anteriori e retrocedeva in una sicurezza perfetta, come se

sferica e infarinata come una polpetta, era venti volte

esibendo a mezz’aria una lunga scarpa nera, l

volta oscillava col polso, «una volta che si sono

degli occhioni e di una calda comunicativa. Si lisciò

risparmi sacrosanti di tutta una vita!». ¶ «Propi inscì! Ben

Necrophorus, anzi di tutta una confraternita di Necrofori, al

un sentiero, nei campi. Una puzza! ¶ Era un topo

conta, il funerale gratuito. ¶ Una disciplina e un «affiatamento

insospettata perizia, e d’una encomiabile resistenza ai gas

i man.... ¶ «Questi necrofori, una volta seppellita la sua

morto. Il futuro assicurato: una prole felice. ¶ Così tutto

Il trasloco tragico fu una specie di cataclisma. La

pane. Aveva da colmare una buca, nella fabbrica nuova

le avevano «scorlìte»20 con una tal mancanza di riguardo

non bastasse, e nonostante una tremenda intemerata dell’Adalgisa

l’altre, davanti a una ruota del furgone: dove

l’Adalgisa avrebbe avuto una gran voglia di far

incuria della portinaia. Ma una insolente guardata di colei

troeva de per tütt». ¶ *** ¶ «Una vipera, ti dico, una

Una vipera, ti dico, una vipera....». Aspirò sdegnata alcuni

la seta marrone.... ¶ «Con una donna come quella, che

una seconda, una terza, una ventesima, una cinquantesima volta

una terza, una ventesima, una cinquantesima volta. ¶ Permodochè l

vezzeggiativo-diminutivo lui pure. Una allitterazione un po’ da

proprio «i vostri», con una impertinenza irritata: impallidì, nel

è l’equazione d’una parabola. Il che si

Corda molla» dicesi d’una lunga strada che avvalli

e nobilmente risalga, descrivendo una catenaria. ¶ 2 «Macadàm», dal nome

catramatura): in superficie, quasi una pelle. Il Mac Adam

spietata, ossessiva, nata da «una immaginazione che fiorisce sul

di «turbini impietrati», di «una natura stalagmitica», di «un

fioccolone d’oro da una parte, che ciondola, e

fa l’effetto di una coda metallica o d

coda metallica o d’una sorta di animalesca appendice

nell’aere, sgorga da una specie di vagina di

colbacco è doventato addirittura una carrucola, un paranco doppio

che governa due sottofiocchi. Una pelle di tigre s

la gamba del Re!: una nota unita, un fuso

che ha fondamento in una Teodicea. ¶ 18 «Gratiroèula», (da gratà

ADALGISA ¶ «.... E che ero una qui, e che ero

qui, e che ero una là; e che cantavo