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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paola Capriolo, Mi ricordo, 2015

concordanze di «una»

nautoretestoannoconcordanza
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spingermi a osservare con una sorta di nostalgia le
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sulla collina. Quella faceva una fiamma ancora più alta
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avere… non più di una decina d’anni, senza
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violento rito sacrificale per una festa inattesa e da
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preso tra le sue una mano del vecchio e
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che avesse assistito a una scena paurosa. ¶ «È tutto
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calmarsi, vado a prepararle una tazza di tè.» ¶ Mentre
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intollerabile, da spingermi a una decisione estrema: e appunto
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permetto di scriverle ancora una volta, anche se la
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cinque del pomeriggio, Maestro: una giornata di pioggia, come
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vie del centro in una rassicurante penombra, e protetta
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le quali, obbedendo a una precisa ingiunzione di mio
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alla vita grazie a una sapiente spolveratura. ¶ Così, tutto
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infilerò la lettera in una busta per spedirgliela strada
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la schiena curva, in una posa singolarmente raccolta, quasi
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a un tratto incontrò una resistenza. Provò a tirare
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offriva, a quanto risultò, una protezione poco più che
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vide al suo interno una grossa pila di fogli
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solenne? Ma Sonja era una persona coraggiosa: lo aveva
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mutazioni improvvise. Ricordo vagamente una giovane donna che per
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per sfida, orgoglio, disperazione, una sera uscì di casa
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solita casa, sebbene da una stanza diversa, poiché quella
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che mi uccide, in una reticenza soffocante alla quale
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no: perché dovresti?) era una grigia e piovosa giornata
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davanti a me con una nitidezza così soverchiante da
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come la prua di una nave sulle acque dell
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non ottenni altro che una risatina sarcastica, cattiva. ¶ «Io
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l’ordine pubblico con una bieca «provocazione»: ciò che
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anni e mezzo sono una briciola nell’arco di
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briciola nell’arco di una vita; eppure se ti
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scosse nel seno di una «bella famiglia». Sì, davvero
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marito che mi adora, una figlia, la piccola Sonja
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me, io colga spesso una strana punta di soggezione
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nuovo a pieno titolo una di loro, con disarmante
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mia brevissima permanenza in una cella del carcere locale
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finalmente sarò anch’io una donna in divisa; ma
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figuravo, e neppure in una più spartana vettura di
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di terza, ma su una sorta di vagone merci
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si fosse trasformato in una campagna infinita, in un
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delle fronde. Rammentai confusamente una tua poesia dedicata alla
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benissimo) e così, ancora una volta, rimasi sola, affidata
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che zappa l’orto, una donna alla finestra; allora
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sopra il bracciolo di una poltrona, ero troppo stanca
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quale ha voluto insignirti una nostalgica giuria di provincia
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spiavo attraverso le sbarre: una vasta, pianeggiante estensione di
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portata a lavorare in una fabbrica, lavori forzati, una
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una fabbrica, lavori forzati, una pena come un’altra
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della gioia, confondendosi in una ridda feroce di incarnazioni
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aspettavo di trovare almeno una dedica privata, scritta di
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più cara), o anche una semplice firma, di quelle
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elargiscono a raffica dopo una conferenza o un incontro
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un tratto di penna: una prudente crocetta, accanto al
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accanto al titolo di una poesia che era appunto
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sentita calare sul petto una pietra tombale. E poi
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Maestro, ma questa è una piccola viltà: piccola, e
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forma quasi clandestina, bandire una volta per tutte dal
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tentato di infilare in una poesia, tanto meno nel
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meno nel titolo di una raccolta. L’ebreuccia e
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più veritiero. Ed è una fortuna che io mi
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guerra il lusso di una pubblicazione. Per pagarsi la
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di pensare, penso a una bellezza diversa: qualcosa che
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angeli travagliati della misericordia. Una principessa, che però sa
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Maestro, questa parola, che una volta piaceva molto anche
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molto anche a me. Una volta, in un’epoca
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di cristallo; sogno invece una voce che mi parla
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che non era stata una grande idea tentare di
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si decideva a compiere una mossa, la sua mano
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mamma.» ¶ «Sarò muta come una tomba. Sicché vi calavate
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un alfiere o come una torre, ma fare salti
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notturno; adesso è diventato una sorta di ossessione; era
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tornare alla mente, come una malinconica profezia, quel suo
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un tale isolamento, in una tale condizione di estraneità
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tornato in città per una licenza di qualche giorno
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dottorino «e si annuncia una bella serata. A questo
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sgomentasse non poco, dopo una reclusione così lunga. ¶ Eccomi
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darsi a sua volta una rinfrescata. Mi trucco con
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ville e giardini dove una volta portavo Tristan a
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mi sforzai di ostentare una baldanzosa sicurezza. L’idea
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locale appartato, fuori mano, una sorta di rifugio immerso
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margine della città, in una natura quasi intatta, dove
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nell’espressione sgomenta di una persona che affoga. «Mi
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il lungofiume senza scambiarci una parola. C’era di
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e immaginazione, sbiadivano in una nebulosità indistinta che rendeva
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quali il vecchio possedeva una discreta collezione; e leggeva
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finalmente in un segno, una crocetta tracciata con tocco
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accanto al titolo di una poesia: La ninfa e
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Ma doveva trattarsi di una semplice coincidenza, perché il
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scritta in ricordo di una persona, chiunque fosse, contenesse
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la parola «oblio». È una ben strana contraddizione, pensò
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si tratti invece di una figura retorica particolarmente raffinata
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musa leggera, ¶ resterà forse una pagliuzza d’oro ¶ impigliata
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mese scorso, nemmeno inviandomi una semplice busta con dentro
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ma anche questa è una preoccupazione fuori luogo, perché
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d’ingresso della panetteria, una locandina con il programma
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paragone sbagliato. Ho paragonato una grazia, una felicità, con
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Ho paragonato una grazia, una felicità, con qualcosa che
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dalla sua poteva venire una così splendida consolazione a
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ha voglia, anche soltanto una busta vuota con il
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due persone diverse: l’una stranamente docile, immersa in
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e sostituendo spesso l’una con l’altra secondo
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vuole piuttosto… un libro? Una tazza di tè?» ¶ Il
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Vado subito a prenderle una coperta più pesante: una
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una coperta più pesante: una coperta bella spessa, da
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confusa, ammesso che di una storia si trattasse e
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è nessuna cantina: solo una soffitta, a quanto mi
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comunque, parve altrettanto sorpreso. «Una soffitta?» ¶ «Sì, signore: qui
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al corridoio, c’è una porticina, e dietro la
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la porticina c’è una scala che conduce nel
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ebrea ha spedito davvero una busta vuota, e senza
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con fierezza, persino con una sorta di piacere; ma
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in realtà, avevo intorno, una città, un popolo intero
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nuda, esposta, vulnerabile in una misura di cui lei
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nostra casa come in una tenda nel deserto, come
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nel deserto, come in una fortezza assediata. ¶ L’unica
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di un ospite durante una cena; un sorriso ironico
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che non aveva più una mano adulta e protettiva
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penetri all’interno di una piramide intatta. Quella che
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violare, però, non era una tomba estranea: appena la
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trovò di fronte a una disordinata congerie di cimeli
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a quell’innovazione, almeno una parte della clientela perduta
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fiammanti sotto l’albero, una mattina di Natale, con
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un regalo splendido per una pittrice, ma io non
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a tracciare campiture su una tela vergine con aria
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evenienza, alla polvere di una soffitta, come i naufraghi
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qui l’anima di una casa, pensò Sonja, che
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casa, pensò Sonja, che una casa propria non l
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come le rime di una filastrocca, come l’eterna
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mia presenza sarebbe considerata «una provocazione»; guardo laggiù, verso
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parsa sproporzionatamente grande per una famiglia di tre persone
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ancora confiscata) che tra una sonata di Schubert e
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sonata di Schubert e una sinfonia di Bruckner ci
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alla vana ricerca di una sua lettera, trascorro il
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Anche questa, naturalmente, sarebbe una provocazione: come mostrarmi a
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di rado, e con una sorta di tediata insofferenza
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questo, dunque, la vecchiaia: una semplificazione, un ritorno; un
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polvere del passato. ¶ Così una volta venne alla luce
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chioma folta e lunghissima, una biondo platino, l’altra
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che Sonja pescò da una cassa semisfondata spiegandone con
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teatro, forse, o a una festa da ballo. Con
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di quella cassa. Dopo una breve esitazione, Sonja ripiegò
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con la grazia di una farfalla sull’alta pila
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senza mittente e trovandovi una copia della sua nuova
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per la gioia: è una frase fatta, lo so
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felicità l’avevo provata una volta sola nella vita
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sulle donne della famiglia una protettiva coltre d’ignoranza
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preoccupazioni. Ora invece, con una mortificazione che quasi lo
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non possiamo più permetterci una persona a servizio. Dovrai
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Ruth fu licenziata, con una liquidazione generosa che mio
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mano. La compassione è una così strana, potente cosa
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incontrastato. Rientrava, e dopo una frettolosa cena consumata in
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come si fa con una che «non è parente
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sollievo e insieme con una sorta di oppressione. Ora
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posto: scrostato e vacillante, una vite doveva essersi sfilata
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poteva parlarle. Aveva chiuso una porta per tenere fuori
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spetta all’ambasciata di una nazione straniera, il marito
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sorridendo si increspavano in una piega malinconica. ¶ «Sei stufa
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quel blasone leggendario, ma una nuova, atroce condanna, mi
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sforzandomi di arrivare a una decisione, quando il campanello
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anch’io: non era una, erano almeno due o
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ripetendo con vana ostinazione una domanda («Moorio?») che le
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dipanarsi, oggi come allora, una catena di lutti, anzi
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a quel pensiero provò una tale fitta di rimorso
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di punti esclamativi… ¶ Vincendo una sorta di ripugnanza, prese
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anno di pubblicazione: era una ristampa apparsa nel 1934. Se
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già riso amaramente di una frase del genere. «Bisogna
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e dal cielo cadrà una pioggia di manna…» ¶ Ma
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un tale struggimento che una lacrima le si formò
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anni… Ce l’aveva, una foto di sua madre
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così poche immagini, appena una decina, molte delle quali
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strenua e minuziosa di una figlia che voleva risalire
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città, riconoscesse in lui una chiara impronta giudaica. ¶ I
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vuole: lo sfogo di una giovane donna atterrita, straziata
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tavola della colazione, prese una fetta di speck che
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che nell’arco di una notte aveva disseminato nella
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trascurava mai di mandarci una grande cesta con spumante
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risoluta a rendermi conto una buona volta della situazione
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veicolo traballava nell’affrontare una curva gli stringeva il
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stringeva il braccio in una presa salda e protettiva
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salda e protettiva. ¶ Era una tersa giornata di sole
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ultime settimane dell’estate; una brezza amica spirava dalle
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dalla succursale cittadina di una grande catena americana di
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come dal filo di una lama crudele. ¶ Oggi però
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in fatto di modernità, una macchina per il gelato
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scendeva prodigiosamente nel cono una lenta, fluida spirale di
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quasi sottovoce: «Coraggio…», mentre una nuvola passava davanti al
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separati da noi da una di quelle spietate linee
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collocarsi? So che è una domanda difficile, quasi crudele
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dire di aspettarmi davvero una risposta. Da mesi, forse
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il lento accumularsi di una slavina sopra la valle
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perché dovrebbe compromettersi? Per una ninfa? No di certo
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mia aspettarmi da lei una diversa forma d’aiuto
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numero, ancora intonso, di una rivista letteraria di cui
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municipio rococò ora campeggia una nuova bandiera, ma il
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sempre fatto pensare a una torta Saint Honoré; di
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ha suscitato in me una rassicurante sensazione di normalità
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momento mi sarebbe parsa una vera e propria crudeltà
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lo ignorassi, ma era una circostanza vaga e remota
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ogni gesto, abbigliate secondo una loro moda immutabile che
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dell’Est, come dicevano una volta i miei concittadini
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scarnite nell’impasto di una torta o di una
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una torta o di una focaccia; se giardinieri, ostinarsi
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occhi fissamente chini su una pagina che, sospettava Sonja
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Ormai, quasi niente.» ¶ «Ma una volta? Cosa le piaceva
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bianca per toglierla da una posizione pericolosa. Chissà, pensò
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varianti? La prego, giochiamo una buona volta una partita
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giochiamo una buona volta una partita; e che sia
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breve, ma pur sempre una risposta) credo che non
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viaggio, così mi scrive: una lunga e impegnativa tournée
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ma ha saputo mantenere una calma perfetta e si
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eravamo in cerca di una nuova cameriera, e finalmente
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preso servizio da noi una signora alla quale né
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per la prima volta una partita spagnola, di cui
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studiare la mossa, costringendo una buona volta la sua
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di caffè e berne una tazza, per affrontare con
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di sposarsi, di fondare una famiglia… Che dice, forse
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leggervi tra le righe una rivalutazione del tutto inattesa
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sfera statale, politica, comunitaria, una fiducia… ma in che
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di febbre, addirittura di una febbre maligna; e nonostante
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il suo avvenire per una causa non solo persa
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immergendo la stanza in una verde, ovattata penombra; le
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nelle alte vetrine illuminate. Una novità, o così le
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verde, giallo e rosso, una scala cromatica di cui
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di aver ormai acquisito una volta per tutte. Ma
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Allora, dottore?» ¶ «Lei è una parente?» ¶ «No: parenti non
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reparto e non dà una mano a sistemarlo? Ha
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2015
Sentiva il bisogno di una sigaretta, ma soprattutto sentiva
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2015
era trovato di fronte una ragazzina di dodici anni
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medico «allora devi essere una ragazzina coraggiosa. Sì, molto
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la strada principale di una città di provincia: terminato
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chiusura. Camminavo appunto in una simile calca, quando pochi
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sangue gli scorreva su una tempia. Adesso bisognava aiutarlo
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segnato sul margine di una pagina, ma piantato dritto
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finisse di parlare, iniziò una sorta di monologo nel
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storpiate, dotate appena di una lontana somiglianza con quelle
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dal loro silenzio immemorabile. Una parodia del linguaggio che
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di terribilmente simile a una rivelazione. ¶ «Non si preoccupi
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giungere da solo a una conclusione, bisognava avere il
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tramonto, si abbandona a una tenerezza di sfumature che
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uscire con Tristan per una passeggiata frettolosa, un breve
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comandante». ¶ Papà lasciò cadere una lunga pausa prima di
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XI ¶ «Ascolti, Sonja: per una volta posso fargliela io
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2015
volta posso fargliela io, una strana domanda?» ¶ «Dipende, signore
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lettera dei nostri rapporti. Una lettera alla quale, se
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se mi consente…» ¶ «Per una come me? Sì, ha
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è mio, questo bracciale: una volta apparteneva a mia
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dormire.» ¶ «Sì, mi scusi. Una volta non mi impicciavo
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guerra? Questa sì è una domanda strana. Dove crede
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mio mestiere.» ¶ «Brava. Allora, una volta per tutte, possiamo
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come credo si dica, una domanda retorica: deve sapere
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2015
alcune settimane. Non sono una virtuosa, ma a furia
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notturno che è come una lunga lettera in musica
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2015
dice e le ripete una cosa sola: «Mi ricordo
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solennità del tema iniziale una serie di citazioni da
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la breve reminiscenza di una canzone che la sorella
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sospeso nell’aria, come una presenza negata, un sogno
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2015
piano di sopra; e una precauzione altrettanto inutile era
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2015
Anche quella era stata una scoperta strabiliante, tanto che
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2015
sulla porta a recitare una scusa inverosimile, escogitata su
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ospite di passaggio abita una stanza d’albergo, senza
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2015
ne rendeva conto, era una differenza decisiva. ¶ Eppure, quanto
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2015
si sforzava di trovare una risposta, Sonja pensò che
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2015
tema, e insieme di una dolcezza che stringe il
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2015
memore e innamorato di una sposa in lutto. A
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2015
le nostre vite come una continua, lancinante trafittura di
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2015
e lieve melodia di una canzone polacca, un canto
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la crudele strozzatura di una clessidra: perché io le
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per guardare fuori. Era una bella mattina di sole
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bella mattina di sole, una delle prime da quando
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circondavano la città, e una luce nitida e azzurra
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2015
che farle bene. È una giornata magnifica, il clima
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farmi bene… Ma solo una mezz’ora, non di
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Vede? Quell’albero avrebbe una forma bellissima, se qualcuno
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laggiù, la vede? È una siepe di ribes…» ¶ «Vuole
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andava, su quell’altalena…» ¶ «Una bambina, forse; e quanto
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2015
si divertiva…» ¶ «Perché proprio una bambina e non un
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2015
padre, poveretto, ha perduto una buona metà dei suoi
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2015
o meglio ancora da una confusa, inarticolata sensazione di
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del resto sarebbe stata una frase idiota, date le
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2015
rispose. E poi, dopo una breve pausa durante la
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2015
a dire per fornire una parvenza di giustificazione a
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2015
sì ne avrei sentito una tale vergogna che forse
282
2015
nome. Non che fosse una grande celebrità; probabilmente lo
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2015
fosse mai esistita che una sola. «Credi che mi
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2015
di tutto ciò. Solo una volta, in un accesso
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2015
specializzate, e infine, consultando una prolissa storia della letteratura
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2015
ragazza (perché ormai era una ragazza) si era imbattuta
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per lo stile di una frase o il pensiero
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2015
verso le scale, mentre una nebbia di parole le
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suscitavano in lei solo una vaga ripugnanza. Anzi, era
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castani erano pettinati in una di quelle alte, gonfie
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Gli occhi invece avevano una tinta incerta, indefinibile, la
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del letto, e con una mano le accarezzava la
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fiera e raggiante come una regina in incognito. E
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ho tra le mani una lettera di ben tre
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modeste capacità intellettuali di una ragazza di provincia. Lei
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contraendo le labbra in una piega strana. Quando stringe
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la bellezza, non certo una rivoluzione o men che
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sarà così, ammesso che una salvezza sia possibile per
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prima di poter concedermi una simile avventura. Eppure qualche
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lei. Mi scusi, è una cosa talmente stupida che
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quella nebbia, evocato per una sorta di violenta magia
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A volte (quante? Forse una sola: in quei ricordi
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allungava verso la mamma una mano supplice, quasi a
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capriolo, un animale selvatico, una di quelle creature elegantemente
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nascosta dietro i libri una bottiglia di acquavite. È
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bottiglia di acquavite. È una spirale perversa, una china
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È una spirale perversa, una china che porta irresistibilmente
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un’idiota e farei una meschina figura; per me
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non riuscissimo a scambiarci una parola. Ho mille piccole
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suo studio ristagna perennemente una tenue nebbiolina dolciastra. Ecco
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compone versi o scrive una lettera alla sua indegna
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detto, le scrivo da una camera tappezzata di rosa
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di rosa, davanti a una grande finestra all’inglese
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e oltre il giardino una brusca discesa, in fondo
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se provo ad azzardare una risposta: nessuno. Non perché
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nessuno. Non perché sia una stanza particolarmente silenziosa (se
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me, dopo alcuni giorni, una prolissa conferenza medica sull
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mostruosa, perciò le accludo una mia foto: solo a
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abitava nella casa da una settimana quando un giorno
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la ninnananna infantile e una scherzosa civetteria, bisognasse rassicurarli
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solo, vede, che ho una gran voglia di una
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una gran voglia di una tazza di tè, e
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sono ritrovato sulle dita una sgradevolissima patina grigia.» ¶ E
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immobiliare. Comunque c’era una discreta biblioteca di testi
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che conteneva, fittamente allineati, una ventina di volumi dello
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impertinenza, per non dire una stolta, miserevole civetteria. ¶ «Bella
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non può che esserlo una ninfa.» Poi però confessa
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immaginato l’esatto contrario: una creatura afflitta e umiliata
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cercasse nella contemplazione estetica una rivalsa per la propria
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da sé che è una soluzione provvisoria, di cui
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qualche tempo sto facendo una cresta rapace sulla spesa
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in grande stile esibendo una magnificenza sontuosa, appena velata
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mai a convincermi di una simile assurdità. Il vero
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di noia: glielo dice una che conosce fin troppo
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Adela, dopotutto, sia davvero una ragazza un po’ gelosa
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della mamma che è una fervente wagneriana. Ma perché
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di astenersi dal rispondere. ¶ Una formula usuale, di cui
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annunci di chi cerca una badante senza la minima
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che… ¶ Sonja non era una perditempo, non per caso
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un ponte o su una panchina del parco e
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angolo della sua mente, una voce insisteva a ripetere
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ancora a dodici, in una misura che normalmente non
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ne serbava e a una consumata serie di fotografie
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un bovindo o a una facciata dipinta d’azzurro
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indietro, fu tramutata in una statua di sale; ma
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sale; ma era appunto una leggenda, un polveroso spauracchio
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permetta all’ammirazione di una diciottenne di cercare in
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bastassero. Io però sono una ragazza coraggiosa, lo sono
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fare l’impertinente!» è una delle frasi che mi
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l’ascoltava affascinata da una poltroncina in terza fila
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nel ridotto del teatro: una delle poche occasioni, per
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per gli abitanti di una cittadina di provincia non
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come i suoi versi. Una purezza simile, Maestro… la
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palco giunse a rivolgermi una breve occhiata interrogativa. Imperdonabile
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meritano le parole di una pazza, impertinente fanciulla di
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affacciata sul fiume, che una padrona di casa precedente
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aveva voluto tappezzare con una delicata fantasia floreale. Un
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fredda, grigioazzurra approvazione. Solo una volta si interruppe per
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che allora era semplicemente una provincia dell’Impero, ma
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gran lunga affidarmi a una donna matura come lei
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come lei che a una delle solite trentenni piene
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allora perché ha scelto una casa come questa? Mi
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sembra più adatta a una famiglia che alle esigenze
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me ne ricordo. Era una buona occasione, e la
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mi sento di offrirle una certa cifra, anzi, una
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una certa cifra, anzi, una cifra ben precisa, sulla
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l’onore di parlare? Una principessa in incognito? La
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è piuttosto sconcertante, in una trattativa d’affari…» ¶ «Mi
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di intavolare con lei una trattativa d’affari. Se
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un banchiere e nemmeno una principessa, però quello che
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soffitta, si rassicuri: è una piccola ma ariosa camera
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avesse scelto di affidare una virile, risoluta presa di
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sorpresa!) viene incontro come una nebbiolina accogliente alla debolezza
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i maldestri tentativi di una dilettante. In realtà, prima
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anche per me è una patria, l’unica che
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l’unica che riconosco. Una patria lontana, quasi sconosciuta
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e cullanti, pronunciate in una lingua che non avevo
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mie domande trovassero infine una risposta da quelle labbra
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la prima notte in una camera estranea. Il letto
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alla nuova funzione di una stanza destinata a ospitare
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modo da poter servirgli una colazione accettabile: non per
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già allora, ricordò, per una famiglia composta soltanto da
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furono ridotte a due, una delle quali, per giunta
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Complimenti, Sonja, lei è una cuoca eccellente» disse infatti
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mi disse in seguito, una violenta e quasi invincibile
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assegnazione in cambio di una somma ridicola (essere ariani
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tempi, poteva essere davvero una circostanza redditizia). In quei
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dorme Sonja, ma da una stanzetta appartata al pianterreno
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affluiva alle guance come una fiammata improvvisa. Ora invece
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Eppure, se c’è una cosa di cui sono
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i modi alteri di una regina. Una regina, capisci
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alteri di una regina. Una regina, capisci? Morirei, piuttosto
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di essere nata. Ero una fra tante, lo dimostrava
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mia volontà, ma a una forza esterna, impersonale, dalla
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su chi fosse stata, una volta, la figura sudicia
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dormiva accanto avvolta in una coperta maleodorante. Di lavarsi
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tra le prescelte per una visita alle docce: erano
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nella vita normale, incontrassi una delle mie compagne di
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in fretta, senza scambiare una parola. ¶ VI ¶ Voglio rassicurarti
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un gentleman reduce da una cavalcata, ma i suoi
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ti porto a fare una bella doccia: ne hai
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caposquadra, ridendo, mi batté una mano sulla spalla. «Ma
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mi sentii inondare da una riconoscenza sconfinata per quell
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mi lasciò, affidandomi a una donna in divisa da
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il getto, accogliendolo con una sorta di beato stupore
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attendermi, ben ripiegato su una sedia, trovai l’abito
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tailleur verde muschio, ma una nuova divisa, fresca di
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ma lui non rispose una parola. Eseguì l’intera
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del campo, stavano scavando una fossa comune per seppellire
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di fiori come in una campagna qualsiasi. ¶ Pensai che
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e la vidi, a una certa distanza, sul viale
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che stavamo percorrendo: era una casa isolata, dai muri
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ausiliaria, sulle prime ebbi una confortante sensazione di familiarità
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dove ero cresciuta, in una buona, vecchia anticamera d
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Proprio come da noi, una scala di quercia conduceva
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ausiliaria e sparì oltre una grande porta ad arco
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cranio rasato restava soltanto una triste lanugine, o cancellare
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del tutto insperate di una doccia e di una
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una doccia e di una divisa pulita, tra poco
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stracci per opera di una fata in grado di
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più anziana, avvolta in una vestaglia di ciniglia rosa
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E forse obbedire a una signora in vestaglia rosa
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donna in vestaglia posò una mano sulla mia spalla
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dalle camere veniva solo una luce debole e incerta
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donna, e io provai una stretta al cuore nel
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stracci sul pavimento di una delle stanze. ¶ «No, il
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rosa mi condusse in una stanza da bagno e
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bagno e qui, come una madre, si prese cura
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perduto e provò l’una dopo l’altra, sulla
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sulla mia testa nuda, una serie di parrucche dalle
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la chioma sostituendola con una parrucca per tutta la
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della lussuria. Ne ricordo una in particolare, che portava
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fibra… Allora forse sarei una donna felice. Una moglie
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sarei una donna felice. Una moglie, una madre, non
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donna felice. Una moglie, una madre, non una profuga
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moglie, una madre, non una profuga che la casa
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e la bellezza era una testa di morto con
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baciavano sulle labbra, come una fidanzata. Di tutti i
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padre è fuori per una visita toccherebbe a me
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come un fantoccio, come una bambola dal sorriso vuoto
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loro (altra confessione difficile) una sera, prima di condurmi
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contemplavo il dissiparsi con una sorta di immobile stupefazione
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treno (quante volte? Forse una sola: in questi ricordi
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mi pareva di scorgere una donna giovane o una
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una donna giovane o una ragazza, mi domandavo se
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arricciando il naso in una lieve smorfia di disgusto
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avevo visto risplendere di una luce quieta sul fiume
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della parrucca: potevo sfoggiare una bella acconciatura a caschetto
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volle schiarire ancora con una tintura e arricchire di
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la nostra attenzione su una circostanza così ovvia. «Sei
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raggelate nella fissità di una ripetizione meccanica e priva
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me stessa. ¶ Sì, era una vita molto diversa da
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intatti, ma appartenevano a una creatura estranea di nome
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non basterebbe a offrirmi una distanza sopportabile. ¶ Questo pianeta
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anche soltanto: «Stasera ho una sete del diavolo, potrei
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del diavolo, potrei prosciugare una cisterna». Perché a volte
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condurrò ad assistere a una di quelle nostre serate
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Questa, però, non è una sera come tante: è
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le mie compagne consumo una frugale merenda seguita, secondo
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in funzione, esegue scricchiolando una lenta musica di sottofondo
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Alcuni scelgono quasi subito una ragazza e salgono con
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coperti di neve, e una ragazza osa accostarsi a
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ragazza osa accostarsi a una finestra e socchiudere le
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su me stessa in una goffa piroetta e anch
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raso si mescolano in una calca scomposta alle uniformi
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il corridoio, lentamente, con una sorta di riluttante cautela
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nessuno mi spingesse, da una normale vettura di terza
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era degno neppure di una tua parola, e io
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marito che mi adora, una graziosa bambina, quando vado
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vergate senza esitazioni in una scrittura elegantemente obliqua, e
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poco. Sarebbe stata comunque una digressione irrilevante rispetto alla
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epistolare si trasformava in una sorta di diario o
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non era né l’una né l’altra cosa
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intollerabile. ¶ Al momento, per una sorta di istinto di
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istinto di sopravvivenza, in una zona inaccessibile dell’anima
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scena formando un ordine, una precisa connessione logica, quasi
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comodino, le basta allungare una mano per prendere il
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Ci vivevo io invece, una volta, tanti anni fa
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Central si dotava di una nuova macchina dei gelati
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come si suol dire, una bella famiglia: suo marito
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figlia nutriva per lei una sorta di timida venerazione
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affidavano alle cure di una baby-sitter e uscivano
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qualche volta persino a una festa elegante in casa
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esile stoffa bianca di una camicia da notte. Lei
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sia appena stata narrata una fiaba oscura e terrificante
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sguardo del vecchio brillò una vaga, mesta consapevolezza. «Mi
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no» rispose lei dopo una breve pausa. ¶ «Allora, Sonja
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si fosse illusa che una qualche forma di comprensione
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corsa, si stiracchiava in una gora sinuosa, oppure, nel
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scaraventato a riva con una pioggia di ciottoli e
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le tornò in mente una scena che aveva sempre
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uno dopo l’altro, una gonna, una camicetta, alcuni
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l’altro, una gonna, una camicetta, alcuni capi di
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goffaggine e infilava in una piccola valigia aperta sul
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stesse emozioni come da una lastra di vetro che
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nei piattini di plastica una merenda inesistente, aveva sentito
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rivestirlo; bisogna comporlo in una bara che poi va
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leggermente sollevato, lasciava scorgere una sottile smagliatura sulle calze
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il tempo sembrava fermo. Una mattina, aprendo le tende
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che un gesto o una parola da parte sua