Lorenzo Marone, Un ragazzo normale, 2018

mosse nel letto. ¶ “È una cosa brutta che intossica

le persone...” ¶ “Già, è una cosa brutta, Mimì, e

balcone e mi fumo una sigaretta, senza tua nonna

la quale avevo trascorso una piacevole serata a parlare

Lei aveva anche offerto una foglia di lattuga a

Viola non aveva detto una parola. ¶ “Non è giusto

esprimere un giudizio su una persona che non conosco

passare del tempo con una persona.” ¶ “E qual è

lavare) e lei con una gonna di jeans. Il

le porte, due squadre (una rossa e una blu

squadre (una rossa e una blu) e un set

si erano accesi di una luce che non conoscevo

eravamo intenti a infilare una moneta nel distributore pieno

facendo meno rumore possibile. ¶ Una volta dentro, ci eravamo

sopra il materasso. Era una stanza che mi incuteva

i capelli raccolti in una treccia e le labbra

bocca dando vita a una melodia conosciuta. ¶ “Per Elisa

colore del latte. “Sembri una fata...” avrei voluto dirle

pensato di ritrovarmi in una camera da letto, al

mi faceva pensare a una pioggerellina primaverile su un

della Sip, posizionato su una piccola mensola vicino alla

trovava solo lì) con una collega per un quarto

Antignano. La nonna era una maestra del mercato, conosceva

di turno cedeva, stremato. Una mattina restammo un’ora

la nonna conosceva solo una piccola parte del mondo

Eravamo invece diretti in una concessionaria della Fiat nei

si fermò davanti a una Cinquecento gialla che brillava

degli automobilisti meno esperti, una manovra orchestrata mano destra

me non sentirai mai una grattata!” ¶ Papà era fatto

gran segreto e inventammo una scusa con mamma, in

però tu hai pigliato una brutta fissazione con Viola

faccia di mio padre una volta scoperto quel che

stupida al telefono con una malcapitata signora e Fabio

come al solito, è una specie di rito per

graffiare l’intonaco con una chiave – perché un cacciavite

due si dedicarono a una gara di rutti mentre

di rutti mentre consumavano una sigaretta dopo l’altra

orecchie. ¶ “Ogni tanto fotto una sigaretta a papà,” aveva

altronde pesava più di una tonnellata, doveva aver superato

Fa’ vedé...” aveva detto una volta al fianco di

Ci eravamo diretti verso una rampa di scale nei

occhio. In mano aveva una bomboletta spray. ¶ “Che vuoi

leggerà e la conquisterai una volta per tutte”, e

volto, spesso senza dire una parola, a innaffiare le

ringhiera e si accendeva una Ms. Io restavo a

giorno?” mi aveva chiesto una volta la nonna. “Pensieri

l’idea di narrare una storia a metà tra

costruire sopra quei due una vicenda avvincente per riempire

essere sfuggita, anche con una florida situazione finanziaria alle

fuori nemmeno vi fosse una bomba in casa. Qualche

mito; d’altronde, aveva una moto potente, un giubbino

diedi la buccia di una mela mentre io, seduto

forse era un richiamo, una richiesta, un ringraziamento o

vita, in fondo, è una cosa semplice, solo giorni

indebolite dalle intemperie. ¶ Avevo una sensibilità troppo sviluppata e

dal frigo invece presi una confezione di würstel. Poi

sacco di cibo e una bella tavola con i

Ci stringiamo e trascorriamo una bella serata insieme. Voi

Le fate nascono da una risata ¶ “La zona notte

muove nella casa con una certa sicurezza e questo

di lui... ¶ “C’era una grossa libreria qui...” mi

se la mia fosse una domanda. ¶ Era di legno

per autore,” mi disse una volta, mentre studiava i

abbigliamento (nonostante si professasse una punk), amava i libri

i soldi per farci una vera calza e perciò

Mulino Bianco, conservate dentro una scatolina di carta con

nella calza infilava anche una banconota da mille lire

genio, che mi rende una mamma orgogliosa!” ricordo che

ricordo che aveva scritto una sera. Sul biglietto di

Be’, ripeto a memoria una trentina di libri. Quasi

Non ti direi mai una bugia,” risposi serio. ¶ Viola

libro di colpo (e una nuvola di polvere si

stanze da vedere...” ¶ Allungo una mano come a voler

ritrovare. ¶ Di sorridere a una fata. ¶ 10 giugno 1985 ¶ Quando aprii

ste zanzare?” aveva chiesto una mattina mamma, assonnata. ¶ “Voi

verso in lontananza di una civetta. No, qui i

casa: il trambusto di una vecchia motoretta che rimbalzava

lontananza, la risata di una ragazza forse seduta sulle

riesco a dormì, tengo una strana smania in cuollo

si trattava di spendere una parola contro il marito

si lasciò andare a una simile esternazione, in genere

non parlava molto e una delle sue massime ricordo

solo le mutande e una canottiera bianca. Mamma, al

proveniente dalla cappa, restò una specie di ronzio, come

grandi mi facevano sempre una testa tanta con il

con noi perché mostrava una sola faccia della città

su me stesso con una Bic e un foglio

aria bonaria. ¶ “Vorrei dedicare una lettera a Viola, ma

Sentirsi invincibili non è una buona cosa, perché ti

Parlava gesticolando, e aveva una strana luce negli occhi

La verità,” riprese dopo una breve pausa, “è che

sotto il rubinetto, sfilò una sedia dal tavolo e

display si illuminò di una luce azzurrina. “Mezzanotte e

e che potrebbe segnare una svolta anche nelle alleanze

di Torre Annunziata e una nuova distribuzione dei grossi

pure recati a vedere una partita di pallavolo!” ¶ “Te

fila. Di C’era una volta in America avevo

sabato, c’era soltanto una coppia che stava sfogliando

andare a scuola.” ¶ Fece una mezza smorfia, emise un

arraffò le banconote. Solo una volta uscito dal negozio

che avevo per noleggiare una pellicola che non mi

corto, nondimeno era di una bellezza straordinaria e se

cercare di accarezzarlo e una voce dietro di me

Sì, certo,” risposi con una certa fierezza, “ma non

si fermava e lanciava una monetina nel cappello ai

rideva sempre, aveva sempre una parola gentile per tutti

Si sarà sposata, rifatta una vita immagino, avrà dei

uomo triste, aveva avuto una vita disgraziata, invece sembrava

come potesse farcela senza una madre, un padre, dei

un padre, dei nonni, una moglie, dei figli, senza

moglie, dei figli, senza una casa, seppure minuscola come

passare la notte su una panchina, riscaldato solo dal

non aveva bisogno di una casa e che gli

aveva deciso di darmi una mano per staccare il

uno sfessato che da una vita cerca di fare

non l’avrei voluta una donna, ma, nel frattempo

cinque, quindi gli posò una mano sulla spalla e

invece, era infilato in una tuta sporca di una

una tuta sporca di una taglia più grande (di

a Fabio stonava come una macchia di vino su

macchia di vino su una tovaglia bianca. Ma a

se ne uscì con una frase che mi fece

mi sembrò di incontrare una certa resistenza, come se

si lasciò andare a una sfilza di parolacce in

il capo mentre sentivo una goccia gelida di sudore

che lì c’era una libreria di faggio lunghissima

il cammino e qui una sola vetrinetta posta al

è?”. ¶ “Ti volevo regalare una piccola cosa...” riuscii a

rosso che nuotava dentro una boccia di vetro sulla

strappati sulle ginocchia e una felpa scura con il

di viola come se una bouganvillea si fosse arrampicata

scorrere del tempo, come una moneta che ritrovi per

il tempo senza dire una parola, ogni tanto si

ogni tanto si accendeva una sigaretta, poi mi interrompeva

con un rutto, chiedeva una moneta a una coppia

chiedeva una moneta a una coppia di passaggio, afferrava

Ogni nostro comportamento genera una reazione. L’importante è

fai nascere in lei una risposta, che dovrai saper

alla libertà. Partimmo da una cantina di un locale

sfondammo il pavimento di una cantina di Berlino ovest

si sistemava di continuo una ciocca di capelli dietro

il mio amico Giancarlo, una semplice frase scritta era

invece, andò di traverso una noce e cominciò a

prima di aver tagliato una fetta di Zoccola da

aveva risposto: “Ecco, appunto, una volta tanto. Non mi

non faceva quasi mai una battuta, come invece capitava

sommessa. ¶ Non disse mai una parola in quei frangenti

che non gli apparteneva, una boccata d’aria prima

quella di entrare in una giungla, una foresta esotica

entrare in una giungla, una foresta esotica, un luogo

bisogno di sole, appunto. Una volta lui tentò di

ma non dotato di una gran sensibilità verso gli

povero Bagheera, più di una volta schizzato in aria

di me. ¶ “Qui abbiamo una finestra”, e la apre

qui c’è anche una piccola dispensa a muro

giorno, però, era successa una cosa incresciosa: il signor

né la capacità, ancora una volta, di trovare una

una volta, di trovare una scusa. Il risultato era

gioia. Avevo appena lanciato una fetta di lattuga a

del cuscino, ho messo una caccola sotto le coperte

mi stava chiamando con una bella ciotola di crema

e moto rotatorio tramite una fetta biscottata sulla quale

quanti lavori avesse cambiato: una volta mi aveva raccontato

lui non piaceva. Poi, una sera in cui aveva

di come, secondo lui, una donna di classe è

come camminare e infilarsi una calzatura con grazia. Me

avrei reso più giusto”. ¶ Una sera nel letto avevo

non è vero, è una palla che dico a

rispose che aveva visto una bottiglia, quindi mi disegnai

istante di stare commettendo una grave violazione, invece, quando

grido, mi aveva afferrato una ciocca di capelli e

sentito salire dalla pancia una strana rabbia e mi

con la testa. ¶ “Sono una razza di dromedari. Quest

erano scritti a penna una ventina di titoli di

parabrezza iniziava a leccarsi una zampa. ¶ “Entrambe le cose

qualcosa di diverso, è una percezione extrasensoriale. È dall

il pensiero. Utilizziamo solo una piccolissima parte del nostro

manca un requisito fondamentale: una cavia.” ¶ “E dovrei essere

Io penso che con una persona speciale come te

si voltò per fare una rapida retromarcia. Poi disse

Poi disse: “Non sono una persona speciale, Mimì, non

vita, andare a mangiare una pizza, uscire con gli

prenderesti due piccioni con una fava, come si suol

ma essendo la nostra una strada chiusa, e trattandosi

E semmai scrivile anche una dedica...” ¶ “Dove?” ¶ “Qui, all

faceva assomigliare più a una caffettiera sul fuoco che

e si accompagnava a una sensazione di libertà sconosciuta

al cinema?” chiese Mauro, una volta per strada. ¶ “Ma

cinema,” proruppe lei, “era una bugia per i miei

alla lacca e a una fascia dello stesso colore

Era truccatissima e masticava una gomma con la bocca

specchietto prima di partire. Una volta rimasto solo, raggiunsi

io le ho fatto una cassetta con le mie

Che fai, le regali una cassetta piena di canzoni

Già, lo so. Sei una specie di supereroe,” aggiunsi

mi poggiò di nuovo una mano sulla spalla e

nella trasmissione per caso, una sera in cui la

mi si era arrampicata una vampata di calore dai

sentivo strano, pieno di una energia che non riuscivo

Jack, il videogioco di una nuova salagiochi del Vomero

pannelli riflettenti e almeno una boccetta di crema alla

due del pomeriggio di una domenica di fine febbraio

a calci!” aveva detto una volta papà e la

a posto, ricchi da una parte e poveri dall

da calciatore e indossava una maglia pezzotta del Napoli

Díaz, in realtà, per una stagione aveva portato proprio

d’altronde, che indossavo una calzamaglia rosa imbottita di

dalla bocca mi pendeva una pipa giocattolo comprata da

all’edicola in piazza, una di quelle in cui

di quelle in cui una piccola sfera di plastica

di tenere botta a una vita strana e difficile

strana e difficile, con una madre malata e un

infanzia all’adolescenza, infatti, una cosa il mio amico

paese, Sasà si faceva una risata. La sua scala

mio comportamento era stato una grave offesa, una ferita

stato una grave offesa, una ferita ancora da cicatrizzare

sì tropp’ difficile per una vecchia comm’ ’a me

ho detto, ritenevo fosse una perdita di tempo, e

a tavola e all’una e trenta davanti alla

Alle ventitré e trenta una scritta era apparsa in

indecifrabili, via Toledo era una fiumana di gente che

Trento, papà aveva cacciato una bandiera fino allora rimasta

vita non cambiò di una virgola, se non per

quel periodo aveva preso una brutta fissa con il

mantenere gli occhiali con una mano altrimenti sarebbero rovinati

Nostra madre non era una grande intenditrice di musica

cantante. Lei aveva fatto una faccia stranita e aveva

portato i ragazzi su una cattiva strada. Poi, però

tempo divenne anche lei una fan, lei che ascoltava

piccolo grande amore, che una volta mi aveva svelato

loro due appoggiati a una vecchia auto targata Na

lasciava il passo a una gonna larga che si

zampa d’elefante e una camicia con il colletto

avesse notato che in una piega del sorriso di

bella mostra di sé una libreria zeppa di romanzi

le tante piante, viveva una tartaruga di terra, e

perché lì è maschio...” ¶ “Una tartaruga maschio?” era stata

sala papà aveva comprato una pizzetta alla moglie e

non era voluta venire. ¶ “Una volta tanto che facciamo

volta tanto che facciamo una cosa tutti insieme...” aveva

disse Sasà e cacciò una nuvola di fumo dalla

portata di mano. Per una decina di minuti fui

finito di parlare che una spranga si infilò sotto

forze dell’ordine,” balbettai, una volta nell’androne del

lui e non dire una parola. Io, invece, sarei

Avrei mai fatto ridere una ragazza come Nick Kamen

di chiunque, anche di una persona normale come me

con le persone. Fu una folgorazione. Nessuna diavoleria, niente

la sera si preparava una tisana e alle dieci

quando sarebbe tornata da una delle sue uscite. Una

una delle sue uscite. Una volta infilato nel letto

trovarmi nel ventre di una balena, o nel cono

che avevo bisogno di una persona fidata, qualcuno che

paziente. ¶ L’avevo coinvolto una prima volta nella ricerca

n’era uscito con una frase del tipo: “Mimì

l’acqua piovana con una bacinella. Avevamo sistemato il

avrebbe potuto davvero toccare una meteorite. Perciò, quando ero

aveva estratto dalla tasca una figurina Panini. ¶ Nessuno dei

incontro di Sasà con una Harley quando un tizio

credeva ai suoi occhi, una Harley luccicante a pochi

Fonzie?” avevo chiesto io. ¶ “Una delle prime moto di

Triumph...”, e aveva poggiato una mano sulla sella. Non

sapevo neanche cosa fosse una Triumph e Fonzie non

Decisi che avrei tentato una prima trasmissione base di

disse mai apertamente, era una cosa che avevo capito

pranzo, si sedeva su una cassetta di legno all

fra le dita e una biro infilata dietro all

perché sapeva celare bene una battuta dietro quel volto

stima di Sasà, che una simile ignoranza non me

i miei genitori parlarne una sera in bagno, il

magazzino sbucò Viola. Ancora una volta una vampata di

Viola. Ancora una volta una vampata di calore mi

tagliere. ¶ Se c’era una cosa che faceva imbestialire

a fissarla senza dire una parola, nella solita posa

intromise nella discussione con una frase a effetto. ¶ “Se

ma Sasà fu ancora una volta più lesto di

negli eroi?” domandò Viola, una volta fuori. ¶ “Io non

non sapendo come dare una sterzata alla conversazione, così

ti sbagli,” ruggì con una smorfia, “sul letto ho

l’ho fatto per una buona ragione,” ribatté sorridendo

erano tutti indirizzati a una sola persona: Vasco Rossi

conquistare Viola e dare una svolta alla mia vita

a un muro dove una scritta rossa fatta con

scritta rossa fatta con una bomboletta spray recitava “ama

che qualche emittente trasmettesse una canzone del cantautore emiliano

tre sole canzoni, e una nemmeno per intero, perché

simulò l’altezza mettendo una mano a mezz’aria

non ne avevo mai una di scorta. ¶ “Non so

pochi a potersi permettere una sala giochi in casa

sfilò davanti senza dire una parola e senza voltarsi

iniziato a urlare come una matta più per gli

mondo doveva zittirsi. ¶ Per una settimana me ne andai

mi interessava esserlo. Poi, una mattina, Sasà mi aveva

portavo dentro sarebbe stata una delle emozioni più intense

A ogni modo, è una menzogna...” replicai, cercando di

puoi sapere come arginare una cosa così immensa. ¶ Le

e per tutto a una pantera (da lì il

come se volessi fare una piroetta su te stesso

occhi. “Come volessi fare una piroetta su te stesso

risolto la questione con una delle sue massime mentre

sul nascere. ¶ Fino a una certa età la mia

di ragazzino nato in una famiglia povera, in una

una famiglia povera, in una casa che era un

un’aura magica. Su una spalla portava lo zaino

passo felpato, quasi fosse una modella a una sfilata

fosse una modella a una sfilata. Anche la mattina

sua seggiulella per cacciare una sfilza di parolacce contro

mia madre, la quale una sera commentò: “Che sfizio

Avrei avuto bisogno di una vasca, ma in quel

era spazio che per una doccia striminzita. ¶ Furono giornate

ben presto sprofondai in una crisi senza ritorno e

capo e non dissi una parola. Fu Beatrice a

resto, che era ancora una donna avvenente e gli

Anche a scuola era una delle ragazze più invidiate

confidato Sasà, che aveva una cugina al Mazzini. Io

maschi fa proprio sangue”, una di quelle frasi strane

carattere aperto, non era una che passava inosservata. Lei

in bocca, e aveva una miriade di braccialetti colorati

potresti tentare di farti una cultura...” insistetti. ¶ “Uffa,” disse

noioso, Mimì! Dovresti crescere una buona volta, la vita

Sul calco bianco splendeva una scritta rossa contornata da

ancora più carino. E una firma: Debora. ¶ “Chi sarebbe

chiesi subito. ¶ Beatrice fece una smorfia divertita. “È quella

risposi però, “è solo una trovata stucchevole di mia

nemmeno dovesse andare a una festa, aveva detto: “Quando

nervoso...”, e mi mostrò una videocassetta. ¶ Mi destai del

Per tutta risposta infilò una mano nella tasca e

nella tasca e cacciò una chiave. ¶ “Cos’è?” ¶ “La

mio viso dovette subire una notevole trasformazione perché Sasà

mani del mio amico. ¶ Una vampata di calore mi

e nonna Maria abbozzò una specie di sorriso che

per metà nei giubbini. Una parte di me ancora

suo padre ne ha una copia in portineria.” ¶ “E

il fatto poi che una simile frase provenisse da

sfilava i jeans in una lavanderia e si sedeva

pomeriggio ero caduto in una crisi profonda. ¶ “È ora

andava in giro con una strana auto decappottabile verde

verde, un’agenda e una biro. Si chiamava Giancarlo

da ginnastica ai piedi, una brutta cravatta verde fosforescente

lunghi, pieni di gel, una cartellina pure questa verde

pure questa verde in una mano, il cellulare nell

di tanti giovani. Avrà una ventina d’anni, anche

e ci troviamo in una strada chiusa dietro piazza

sto per visitare è una casa che non posso

non si vede da una vita. ¶ Mentre l’agente

Poco più in là una volta c’era il

saracinesca di quella che una volta era la salumeria

inseguire un Super Santos. ¶ Una volta mio padre inchiodò

che si sono amate, una volta cambiato lo sguardo

l’ascensore. ¶ Forse è una questione di luce, ai

asettica e a mostrarmi una stanza più scura e

rientrano in quel vuoto una volta recintato dal legno

mio piccolo mondo, in una piccola casa, una piccola

in una piccola casa, una piccola portineria, soffocato e

da letto, sali su una sedia e...” mi scrutò

particolari avvisaglie. ¶ Proprio come una nevicata. ¶ Le espadrillas color

cane arrivato da poco, una specie di pastore maremmano

con i miei, in una brandina che papà si

divano letto. Non era una vita comoda la nostra

sempre qualcuno lì fuori: una vicina che chiedeva di

palazzo, che veniva per una chiacchierata sul Napoli con

Napoli con il nonno, una delle tante stupide amiche

sulle bancarelle di Antignano. Una sera d’estate si

calci al pallone contro una saracinesca chiusa. La nostra

chiusa. La nostra era una strada poco trafficata, perciò

fatto la fame per una vita vendendo mutande alle

aveva convinto ad aprirsi una videoteca in piazza fornita

Per me era stata una manna; ero, infatti, un

l’immagine recuperata in una delle riviste che ogni

anni già avevo letto una serie infinita di classici

figlio!” le aveva detto una volta e lei si

mi perdeva il segno. Una volta avevo provato a

un pazzo e Bea una volta mi aveva bloccato

non scoperai mai, fattene una ragione”. ¶ Ma io non

grande lo devo a una donna. ¶ Mia madre. ¶ La

vicino alla sua auto, una specie di jeep, ma

scollo dal muro con una spugnetta e una spatola

con una spugnetta e una spatola. Ultimamente mi aiuta

e papà si portò una mano al volto. ¶ “Ve

spesso recitava sottovoce con una nenia che in famiglia

altro giorno ho visto una che si chiamava ’a

altri. Non che avessi una personalità debole, è che

età, un maschio e una femmina – che tra l

noi la sua ColecoVision, una console di videogiochi di

dono dei miei per una Befana dopo che avevo

adocchiato il libro su una bancarella di piazza Mercato

ogni genere. E su una di queste avevo visto

convinto papà ad aprire una trattativa con il venditore

alla tv senza dire una parola. La sera avevo

moriva un amico o una persona che meritava il

al petto, a masticare una Big Babol nonostante l

viola ai piedi e una camicetta scollata. Appena mi

mondo...” ¶ Non avevo detto una parola e mi ero

provarci neanche ad avere una vita migliore, l’accontentarsi

noi stiamo insieme da una vita, i primi tempi

cinquant’anni per fiorire una sola volta? E utilizza

cercare di fiorire, almeno una volta, anche se c

al mare, a mangiare una pizza...” ¶ “Le cucine dei

con Bea.” ¶ Lui prese una Ms e l’accese

adesso, che ti prendi una mazziata seria stasera!” ¶ “L

di fermarmi, ero come una valanga che cede senza

terra e scappai via. ¶ Una domenica di tre anni

sarebbe andato a prendersi una birra con un amico

quali andarsi a prendere una birra, in realtà, non

verde ferma al semaforo, una Simca come quella di

vettura era partita con una sgommata e la gente

ti volevo parlare di una cosa... non so se

con papà, ma era una bella giornata di sole

fermare per consigliarmi ancora una volta di lasciarla perdere

senza neanche pensare a una vita diversa, migliore? ¶ “Sei

superpoteri ed eroi, fattene una ragione e inizia a

per quale ragione vuole una riposta da te?” ¶ “E

dal palazzo con indosso una polo, un paio di

vorrei portarlo a fare una passeggiata, ma oggi fa

troppo caldo.” ¶ Mi posò una mano sulla spalla e

ti voglio far vedere una cosa”, e si infilò

ancora in buono stato. Una tinteggiatura certo occorre, anche

sono belle.” ¶ Potrei iniziare una sterile discussione sulla qualità

treno che punta verso una casa che è la

affitto. C’è stata una famiglia numerosa per una

una famiglia numerosa per una decina di anni. Il

a modo...” ¶ “Allora era una famiglia numerosa e religiosa

un crocifisso. O attraverso una mattonella scheggiata che porta

parete per un armadio, una cassettiera o, che so

i capelli raccolti in una treccia che le lascia

di Maradona era diventata una specie di ossessione, non

propormi un piano folle: una rapina all’edicola in

se ce l’aveva una famiglia. La mia, invece

aveva commentato mentre dipingeva una circonferenza in base alle

il povero scarafaggio con una sola zampata, se ne

fatto?” ¶ Mi ero dato una certa aria rispondendo: “Mi

Mi sono servito di una Blattodea, che ha immolato

diressero al bar per una partita di biliardino e

cavaliere. ¶ “Un Piedone e una Coca,” rispose subito lei

le due mani unite, “una cosa da paninari insomma

comprato un gelato e una Coca-Cola a Viola

ricordai che dovevo fare una precisazione urgente. ¶ “Nonna...” ¶ “Che

alle sue spalle, cacciò una banconota da cinquantamila lire

Carmelo ed era considerato una specie di guru del

impuntava e rispondeva come una belva: “Ma quale caldo

Aveva l’alito cattivo, una peluria nera sopra le

non ti piace? È una vita che ci vai

Nike. Sasà, invece, portava una camicia a quadrettoni arrotolata

cinque rimarcando che stava “una bomba!”. Viola, al contrario

al pub Napoli Centrale, una delle prime birrerie della

per dar vita a una discussione. Le avevo parlato

ragione la nonna, pensai una volta a casa, in

di lui, spedito in una colonia estiva per “fargli

tutto il tempo su una poltrona con un ago

braccio non era mica una gran vita. E poi

mi ero imbattuto in una rivista nella quale era

Quella volta mi presi una bella ramanzina da papà

il che si rivelò una bugia perché una sera

rivelò una bugia perché una sera in cui era

rampicante degli Scognamiglio. ¶ “Mangiare una pizza,” risposi senza distogliere

è un’ottima idea, una delle migliori dell’ultimo

attutiva il frastuono di una sirena in lontananza e

sarei dovuta vedere con una vagonata di domande e

teca di vetro su una sedia di plastica e

sul metallo dell’apparecchio, una cosa che faceva spesso

Via Lattea, che è una galassia di medie dimensioni

il mio contributo, lasciare una traccia della mia esistenza

Già,” aveva replicato con una risolutezza mai vista prima

non riuscisse a trovare una via di fuga, e

le collezioni. ¶ “Mi togli una curiosità?” aveva chiesto poi

rotto per difendermi era una bugia, vero?” ¶ Ero arrossito

avrei di certo raccontato una menzogna. Viola però aveva

giorno, per caso, per una coincidenza, proprio quando hai

che non si scambiavano una parola e sembravano guardarsi

pesce mi cadeva come una cascata ora su una

una cascata ora su una mano ora sull’altra

gabinetto, in preda a una crisi isterica, tanto che

alzare il volume di una spanna per cercare di

tuo padre poteva prendere una posizione una volta tanto

poteva prendere una posizione una volta tanto!” chiosò lei

se a casa hai una famiglia.” ¶ “Allora adesso chiediamo

occhi e non disse una parola. “Che significa?” chiese

sulle quali si arrampicava una barba di tre giorni

intente a chiacchierare mentre una stirava e l’altra

esisteva che un obiettivo, una missione: avvertire il mio

Papà, invece, non disse una parola, almeno fino a

dopo aver concluso con una frase dedicata a me

rispondere: “Perché devo fare una cosa che farebbe solo

madre si ritrova. Dopo una rapida occhiata circolare, capii

traccia. Incappai soltanto in una coppia che si baciava

dissi, “devo parlargli con una certa urgenza. Per caso

non è stata proprio una bella giornata...” esordì mentre

casa si è accesa una discussione sugli eroi e

meglio”, e si passò una mano fra i capelli

palazzo. ¶ “Ti devo dire una cosa...” riuscii a bisbigliare

Non so, probabilmente è una sciocchezza...” ¶ Lui, forse stanco

parola ama. ¶ Risposi con una smorfia che non voleva

avere anch’io, finalmente, una risposta. ¶ “Bella la Puglia

attendevo con lui; aveva una leggera abbronzatura sul viso

tutt’altro. ¶ “Sto scrivendo una storia...” dissi d’un

te avrei voluto fare una figura diversa. Il problema

poi l’amore è una delle emozioni più potenti

pomeriggio, di ritorno da una sortita per impossessarmi di

mai, l’amore è una gran fottitura!”. Quindi si

due anni, di Marianna, una ragazza del Vico, il