Umberto Fracchia, Il perduto amore, 1921

mammola? domandò Silvina con una punta d'ironia. ¶ — Ma

e si ammalò con una febbre altissima. Il medico

gli alberi si spogliano, una settimana di piogge torrenziali

pioveva. Le gronde facevano una musica funebre gocciolando gocciolando

parata e immobile come una madonna di cera. A

profonda. Madama Humbert era una distinta signora, che vestiva

collo portava sempre annodata una trina nera, e il

su ella era di una magrezza quasi deforme; e

ventre enorme, ch'era una specie di mostruosa montagna

onore? ¶ Poi, senza attendere una risposta, presentò le sette

che s'inchinarono graziosamente una per una, e Silvina

inchinarono graziosamente una per una, e Silvina udì dei

sperare nel piacere di una sua visita, cara signora

sudare! Io immaginavo che una grossa coperta imbottita potesse

piccina... Non è che una bambina, lei! ¶ Toccò a

averlo più vicino! Anche una meno giovane di lei

Fosse Mimì fosse Odette, una ce n'era che

aveva l'aspetto di una bambina esile, magra, con

fulva e maliziosa come una volpe. Chi vestiva di

delle fogge più disparate. Una delle due più giovani

di Mimì ciondolava invece una rosa. Soltanto l'orrore

diviso in due da una perfetta scriminatura, vestito con

da fare a baciare una per una, chi sul

a baciare una per una, chi sul collo chi

povera sorella, disse malinconicamente una delle ragazze, aveva una

una delle ragazze, aveva una collana con uno smeraldo

che voglia ora rivolgerle una domanda indiscreta, e infatti

mai all'ospedale? ¶ — Con una gran febbre, soggiunge pronta

silenziosa. Ora c'era una ragione di tacere, e

ragazze rimaste nel salotto una se n'era alzata

finalmente si eran posati, una fissità meravigliata li dilatava

voce di Odette era una bella voce squillante. Ma

mia povera sorella aveva una collana proprio come la

si alzò, e, presale una mano, gliela accarezzò. ¶ — Perchè

l'aveva condotta in una camera foderata di rosso

ma casti, brillarono d'una strana luce nel cerchio

più gli occhi di una fanciulla. Poi fu la

divennero rosse, sbocciarono in una rosa purpurea e sensuale

più la bocca d'una fanciulla. Poi le dita

con tanta tenerezza, d'una pomata bianchiccia che rese

madreperla si annebbiò d'una opacità calda e vellutata

È vero, disse, con una voce che non era

la sua solita voce, una voce che vibrava tutta

pensava con gioia, con una specie di dolorosa, di

fu giorno, Soave con una carezza svegliò Silvina. Il

attorcigliò intorno al collo una volpe azzurra, e Silvina

mura sudicie. Nell'andito una vera moltitudine di miserabili

per entrare infine in una corsia squallida come tutte

fino a che punto una fanciulla possa mentire, fino

con effusione, a riconoscere una mano amica, una mano

riconoscere una mano amica, una mano fraterna. Poi le

potrebbe anche offrire ad una ragazza come te una

una ragazza come te una vita agiata e felice

vedere che ella portava una bella rosa rossa alla

l'universo intero con una legge sola, e fece

mantide assolutamente simili; l'una dotata di occhi dolcissimi

di occhi dolcissimi, di una bocca soave, d'una

una bocca soave, d'una carne diafana e profumata

diafana e profumata, d'una intelligenza sottile per sedurre

alfine all'ombra d'una foglia di zucca, sul

con spasimo. Divina creatura! Una Beatrice. Assorta nella mistica

tiene stretto come in una dolce catena; egli si

sulla via maestra, in una carrozza a due cavalli

al settimo piano di una casa di operai, in

casa di operai, in una piccola stanza illuminata da

di garofani rossi e una scatola di legno con

scatola di legno con una pianticella di salvia. Affacciandosi

sedeva sul bordo d'una fontana all'ombra di

era ancora posto per una mezza dozzina di fazzoletti

ad aiutarti, a darti una mano perché tu possa

un'altra stanza, con una veduta anche più bella

E Silvina assentiva con una piccola mossa del capo

E così, preso da una vaga malinconia, egli meditava

malinconia, egli meditava ad una ad una le sue

meditava ad una ad una le sue illusioni, l

con le proprie mani una ferita già chiusa, e

parola, poneva Silvina ad una grande altezza sopra tutte

debole, ma dotato d'una intelligenza superiore. Lo trovava

lamentevoli, il pericolo d'una esistenza scolorita, tutta solitudine

che lui. Essi possedevano una grande villa con un

al settimo piano d'una brutta casa, di mangiare

addormentarsi al lume di una candela, di andare in

sua famiglia, avrebbe scritto una lunga lettera al suo

Silvio, per mezzo di una vecchia nutrice, aveva potuto

sotto l'aspetto di una bella matrona con gli

e in equilibrio sopra una ruota, ma può anche

divisa in due da una irreprensibile riga, brillava di

brillava di profumati cosmetici una parrucca nerissima, purtroppo così

in collera. Voi avete una graziosa amica, un'amica

chi vi ha detto una cosa simile? ¶ — Amico mio

avessi veduto, invece, con una bellissima viola? ribattè il

Alhambra, in compagnia di una donnina bionda, molto carina

che accompagnavo non era una piccola amica. ¶ — Capisco, soggiunse

i miei complimenti... È una deliziosa creatura. ¶ Silvio s

così raffinato intenditore. Per una volta che aveva condotto

mai pensato! C'era una piccola viola nascosta: io

che portano collane con una pietra verde. Ora guardalo

raggio di sole. Era una stanzina umida piena di

e di bottiglie vuote. Una bilancia stava appesa a

ragnatele, si illuminassero di una luce stupenda, come se

dentro la luna in una notte serena. Ora egli

levò, e volle che una giornata tanto memoranda non

se qualcuno avesse perduta una collana con uno smeraldo

fazzoletto e sepolto in una tasca misteriosa che s

sua ora. Quando vedeva una bambina con un vestito

ciò che aveva fatto una volta. Ma una mattina

fatto una volta. Ma una mattina, mentre avrebbe dovuto

fu seppellito nudo in una cassa d'abete. ¶ L

che io, più d'una volta, avevo varcata d

cespuglio ancor verde, come una speranza subito soffocata di

tutte le cose ad una dolorosa cecità. Allora io

sui campi, sui boschi. ¶ Una di quelle sere si

con occhi che esprimevano una gran meraviglia, ne trasse

gran meraviglia, ne trasse una collana adorna d'uno

la minore, è oggi una principessa. Porta vestiti sfarzosi

la città adagiata in una grande carrozza a due

doppio e cerchiati di una spessa ombra. Ciglia e

pensieri, che erano d'una volubilità straordinaria e più

un gran giglio o una gran rosa rovesciata, entro

e che volasse come una farfalla. ¶ Mio padre era

paragonasse anch'egli a una farfalla o a un

oggi o fra poco una zitella taciturna ed arcigna

per di più con una grande e bassa terrazza

capisco benissimo che è una tentazione troppo forte questa

sia l'amore di una fanciulla, come nasca, e

che già era sfiorito, una delle sue foglie. Anche

ma nel sobborgo di una città; i mercanti girovaghi

che dall'alto di una delle nostre finestre, esclamava

teneva distesa sulla fronte una benda inzuppata d'aceto

ed era anche caduta una volta, inciampando in un

era stata presa da una crisi di singhiozzi, tanto

avvicinarmi a lei con una carezza, chiedendole, in nome

al lume giallo di una veilleuse il suo respiro

strappo un fiore o una foglia ai festoni di

giovane e anche con una leggera punta d'ironia

me il sorriso d'una donna, che specie di

Silvina! In fondo, nemmeno una donna... ¶ IV. ¶ Queste e

quando fu larga quanto una mano, allora, nella penombra

te? Ah! tu sei una bambina, una vera bambina

tu sei una bambina, una vera bambina! Rispondimi: che

Ma poi, soggiunse dopo una breve pausa e alzandosi

così. Non sei che una bambina, eppure non hai

scrutare nel cuore d'una fanciulla? Chi può indovinare

arrivi l'ingenuità di una fanciulla, che dovrebbe essere

pento, diceva guardandomi come una madre guarda il suo

bara (ero disteso in una lunga bara), aggredirlo, insultarlo

accorsi di correre lungo una strada buia, sulla quale

di molle, correva saltando una torma di folletti e

mi ritrovai solo, sotto una luna livida che sbavava

cosa che era in una delle mie tasche mi

e di salire sopra una torre. Ad un tratto

sottile di luce: scorgo una fessura illuminata, una piccola

scorgo una fessura illuminata, una piccola striscia gialla e

mia testa gira come una banderuola, e sono pietrificato

quel tintinnìo assordante, odo una voce, la sua voce

lo abbasso lentamente, lentamente. Una voce rantolante sospira: — Daria

per la stanza. Rovesciai una sedia e quel rumore

le tende semichiuse filtrava una luce scolorata e falsa

e falsa: era come una mano fredda che mi

spiegarmi che cosa fosse una macchia nera che vedevo

mani, si scorgeva anche una macchia rossiccia, come un

garbuglio di cose, non una fine, e nemmeno un

membra di stracci; ora una rosa purpurea che vedevo

petto e che pareva una bella macchia di sangue

quelle due mani abbandonate. Una voce interna mi diceva

meduse. Ora invece era una verde pupilla che s

altro non era che una delle tante toppe dei

in attesa di vestire una livrea gallonata e di

udirono invece cantare, con una bella voce di mezzo

voce di mezzo soprano, una delle tante canzoni che

uovo, ma grossa come una zucca. Quel ragazzo era

collana di smeraldi per una lisca di triglia. Ma

e tirò via verso una barca tirata a secco

aveva che dodici. Era una bambina rotonda come una

una bambina rotonda come una palla, due gote rosse

e legati dietro in una treccia così grossa e

barca e sgranocchiava tranquillamente una crosta di pane, quando

ridendo silenziosamente le dette una gomitata nel fianco. ¶ — Stupido

bene, Egle, che era una bella collana con una

una bella collana con una bella pietra verde tutta

Bombita, e poichè certamente una collana così bella costava

perchè non ne avevano una che potesse valere quanto

era proprio verde come una goccia di quell'acqua

Porfirio guardava, appoggiato a una mezza botte, certi pescatori

C'è chi sogna una donna amata, c'è

verde, stava fermo come una statua, incantato dalle magiche

era posata a secco una barca, mezzo rovesciata, con

bambina che giocavano con una pietra verde, simile a

pietra verde, simile a una di quelle scheggie di

pietra così verde, era una bella collana; ma il

paura e rispose: — È una collana, non la vedi

Rosina. Nella vetrina d'una bottega di merciaio, ne

allo stesso modo. Per una donna no; ma per

per un uomo incomincia una età quasi beata. I

età. E vi sembra una cosa da nulla? Accontentarsi

possibili? Non scartarne neppure una piccolissima parte? Ah! che

se permettete, vorrei raccontargliene una brevissima a questo proposito

un pizzico di caviale... una presa di sale... E

sapere la verità? Siete una bimba maliziosa! ¶ — Io? — domandò

nella Bibbia, alcune parole, una frase, un pensiero sulle

sentivo nascere in me una viva antipatia, un senso

non finge? Bisogna portare una maschera. Per questo fu

e allora si porta una maschera. ¶ — È purtroppo vero

ambiguamente. Alfine mi toccò una mano e mi disse

si toccavano. Allora, improvvisamente, una gran luce si fece

sporcò di sangue; sentii una goccia calda scendermi dalla

lontano ma molto distinto, una fanfara marziale, con prevalenza

dietro un arco, vidi una luce scialba nel buio

luce scialba nel buio, una porta illuminata. Dall'osteria

gonfio fosse liscio come una zucca, e che quell

Aveva la voce di una chitarra, di una chitarra

di una chitarra, di una chitarra fessa. ¶ — Va bene

la mia attenzione sopra una qualunque delle cose che

e pareva che avessi una voce tonante e assordante

voce tonante e assordante, una voce immensa. — Daria! — e

male era tutto dentro, una piaga dolorante e spasimante

nero in capo e una sciarpa intorno al collo

di un monte, di una montagna altissima tra le

ma nella penombra scorsi una forma umana sul letto

acqua. M'è rimasta una lisca in gola... ¶ — Che

fratello mio... — continuò prendendomi una mano e stringendola fra

venuto proprio per rivolgerti una domanda. Ho detto fra

un bacio tepido come una colomba, non pensi: — Contentiamo

un mazzo di fiori, una bottiglia di vino leggiero

soffio di vento o una mano leggiera lo sospingesse

oscurità fonda del corridoio, una ombra confusa di cui

chiudendole la bocca con una mano, e afferrandole un

non riusciva a spiccicare una nota. Improvvisamente si ode

per la scesa come una pazza, mi nascondo in

pazza, mi nascondo in una pianta di oleandro e

il cancello era aperto, una finestra era illuminata, sono

mia! — esclamai, trascinato da una specie di esaltazione ironica

avevo il tumulto di una burrasca. Non ci vedevo

casa o nella strada. Una solitudine sconfinata. E in

doloroso ricordo già lontano. Una commozione insensata. Uno smarrimento

d'indietreggiare, di resistere! Una voce è sempre presente

voce è sempre presente, una voce imperiosa che dice

stesso. Anche questa è una salvezza, un rifugio, uno

mi pareva di udire una soave musica di trombe

si avanzava lentamente, tenendo una rosa rossa fra le

vicino il ritratto di una donna giovane, molto giovane

due tacchi di legno. Una vecchia strega e una

Una vecchia strega e una ragazzina di quindici anni

la sua voce aveva una soave musicalità: era calda

non sapevo di avere una voce così sottile, sottile

sottile, sottile e stonata; una voce così ridicola. ¶ — Che

buon ragazzo. Soltanto hai una cravatta orrenda, veramente brutta

giudicare. Quell'impassibilità è una maschera, signora, niente altro

signora, niente altro che una maschera, una tristissima maschera

altro che una maschera, una tristissima maschera. Chi indovinerebbe

andrò per sempre. Immaginate una realtà più angosciosa, un

fiore, un fiore rustico, una di quelle piccole violacciocche

Ora sono felice. È una morte storica, un esempio

carità! — esclamò Daria posando una mano sulla mia bocca

come un fiore? Come una violaciocca, un piccolo fiore

di più tenero che una carezza, di più dolce

di più dolce che una parola d'amore), — che

perdere un gran bene, una gran gioia, non potendole

veranda, nell'intimità di una piccola tavola imbandita. ¶ — Ma

di lui? — gridai. — È una grazia che vi chiedo

sentii un contatto caldo, una calda carezza sui miei

contro la mia bocca), una carezza assai lunga e

perdono. E soggiunse, dopo una pausa, parlando ancora più

guardarla in viso, ancora una volta le baciai le

che saltava dinnanzi ad una porta rossa; tutto quel

paradiso, lo stesso candore, una grazia uguale, una dolcezza

candore, una grazia uguale, una dolcezza altrettanto soave e

donna, ai nostri occhi, una creatura celeste. ¶ M'ero

alla mia memoria ad una ad una le fugaci

memoria ad una ad una le fugaci impressioni di

guarda dal basso, come una colomba innamorata, col capo

un braccio, e poi una gamba sottile e lunga

Non mi riconosci? — domandò una voce acuta come un

tagliato a metà da una bocca carnosa e sanguigna

capire? Perchè sembro ancora una bambina? Ma non sono

Ma non sono più una bambina... È un pezzo

ho veduto ieri in una vetrina del Corso... Era

uccellino piccino ma con una coda lunga e sottile

di rugiada. Quella era una bella cuffietta! Coi capelli

quindici, quasi sedici... ¶ Ancora una volta mi guardò, ma

un mercante e comprai una cravatta, una bella cravatta

e comprai una cravatta, una bella cravatta azzurra con

quella, in fondo a una scatola e la riconobbi

noi fumavano delicate vivande: una moltitudine di gamberetti galleggiava

di gamberetti galleggiava in una salsa verde, fra ciuffi

Un grano di sale... Una presa di pepe... Un

sorso, un sorso solo, una goccia Daria! No? Non

Clauss. — Non è poi una cosa tanto ridicola. La

tumultuò. Giovani o vecchi: una strana umanità imberbe o

toccarmi mi accarezzavano. ¶ Salimmo una scaletta a chiocciola ed

chiocciola ed entrammo in una piccola stanza azzurra. Clauss

brandiva il bicchiere come una clava, il bicchiere che

tragico e buffo di una furia. Clauss levava ogni

forti. Caio soffre per una delusione amorosa, e invita

padre, e si regala una eccezionale pietanza di tartufi

spalancò e tutti ammutolirono. Una donna, avvolta in un

ella si appoggiò con una mano all'orlo del

si abbattè piangendo sopra una sedia. ¶ Un profondo silenzio

avvenimento inaspettato. ¶ — Piange? — mormorò una voce alla mie spalle

volto di Sterpoli esprimeva una vera costernazione. Anch'io

noi le cadenze d'una danza turca, e un

colpo sugli occhi come una frustata, restò un istante

è nemico peggiore di una donna... ¶ — Come è possibile

Questo è straordinario! ¶ — È una donna, — soggiunse Clauss sorridendo

diventa l'orgoglio di una donna che piange? In

risposto: — Non è vero! Una terza immagine s'illuminò

maggior chiarezza, contorni precisi, una consistenza quasi materiale. ¶ Daria

uscio della mia camera, una voce, un nome. L

L'uscio si spalancava. Una donna velata compariva tutta

richiamò alla realtà. Sentii una vacuità dolorosa in me

vacuità dolorosa in me, una disperazione insensata. Mi pareva

fosse a spiarmi dietro una tenda, da un foro

foro della parete, da una fessura dell'uscio; il

loro miseria, ero davvero una persona molto compassionevole e

polso, e un altro una cravatta meravigliosa di fili

argentei e violetti, e una gardenia all'occhiello. — Che

Mi ha respinto con una mano e, credo, anche

e le hai detto una parola buona. Non mi

sopra la punta di una penisoletta, la casa di

fatta così. È come una bambina capricciosa. Una bambina

come una bambina capricciosa. Una bambina cattiva e viziata

mie forze. Quando scaglio una pietra, non so forse

S'interruppe e guardò una farfalla sopra una rosa

guardò una farfalla sopra una rosa, un'ape sopra

un palpito. ¶ — Daria è una donna. Bisogna essere pietosi

avevo paura, un'indicibile, una pazza paura. Se mi

caso, all'angolo di una strada, sentivo che avrei

incontro, di inabissarmi in una buca profonda mille metri

a inchinarmi senza pronunciare una parola, o muovere un

era un campanello. Bussai, una vecchia mi venne ad

piuttosto l'aspetto di una bottega; tutto era gualcito

musica sul leggio. Da una stanza vicina giungeva il

affatto turbato: anzi avevo una grande lucidità di sensi

da un davanzale, e una portava una maschera da

davanzale, e una portava una maschera da arlecchino. Poi

tre parole tedesche e una frase italiana — lento, con

abiti, volto, silenzio, in una comitiva di gente allegra

della natura, di violare una legge assoluta. La mia

lande della tragedia, di una triste lontana e invisibile

vestito di nero, con una grande cravatta pure nera

volto ovale, circondato da una rada barba bruna e

bruciato dalla fiamma di una logorante passione. Allora il

nessuno se l'aspettava, una lettera munita d'un

a mio padre da una città il cui nome

allora felice. Parlava di una lunga malattia, dei molti

Mia madre pianse. Fu una triste sera in cui

vivere ancora! — disse egli una volta, nel silenzio di

stacca le labbra da una tazza dopo aver bevuto

esempio, non desideravo che una sola cosa: morire. Ma

non l'amore di una donna: senza avere nè

Non credi che sarebbe una pazzia degna di te

sua voce, pacata, come una musica sopra una nota

come una musica sopra una nota, stanca. ¶ — Ti racconterò

nota, stanca. ¶ — Ti racconterò una storia, — disse, — e tu

essere semplice e sano, una creatura riccamente dotata. Lo

avevo raccolto fanciullo in una strada. Era cresciuto con

mormora: — Behela... Behela era una fanciulla della fattoria vicina

era stato preso da una così violenta passione per

Questa, — disse, — non è una storia straordinaria. Questa è

la storia dell'amore, una storia d'amore, cioè

storia d'amore, cioè una delle innumerevoli storie che

io gli avessi rivolto, una dopo l'altra, tali

disse che voleva comprare una casa. Confesserò, senza vergogna

potevano tutte riassumere in una sola parola: amare. Avevo

confuse allucinazioni: visioni di una realtà inverosimile. ¶ La mia

un paese c'era una fiera. Suonavano le campane

sopra due mule grige. Una processione di donne e

e di chierici, con una croce e lanterne e

contro le porte di una chiesa. Quella chiesa era

di mare chiaro, vivace, una vela. Muri bianchi, muri

banco, bambini che mangiavano, una donna in camicia, grandi

sull'uscio, vestito d'una palandrana color tabacco; mi

mi guidò su per una scala semibuia e mi

semibuia e mi assegnò una camera al secondo piano

A mala pena, oltre una interminabile fila di tetti

la cena, servita da una bambina zoppicante, in compagnia

in tre, intorno a una tavola da refettorio, immensa

i suoi piedi disuguali una bizzarra musica sull'impiantito

Ti stupisce? Innamorato di una donna (si sa), di

donna (si sa), di una donna che si chiama

è bella? C'è una canzone che dice (mi

E Clauss? ¶ Entrammo in una sala piena di luce

dipinti alcuni pavoni su una pagoda. Gli spettatori, intorno

orchestrina cominciò a miagolare una polka, il velario si

infermo, e senza rivolgergli una parola, senza sfiorargli la

sfiorargli la fronte con una carezza, senza compiere nessuno

palme incappucciate, Silvina vide una serra piena di fiori

i vaghi riflessi di una aurora il candore nudo

breve sorriso. Gli indicò una sedia, ed egli subito

l'aveva paragonata ad una viola mammola. Ma dovette

carne, ma impastato di una carta pesta ingiallita. Poteva

quale, passata sul viso una prima mano di vernice

sul tondo della zucca una parrucchetta di peli neri

e ai suoi pomelli una spennellata di rosso carnicino

in un guanto. Ma una volta scoperto che quel

Mentre in Silvina avveniva una così ardua revisione della

composto il gesto in una specie di ieratica immobilità

Silvina, (e si premette una mano sul cuore) come

ancora oggi soffro di una ingenuità quasi infantile. La

a parlarvi... Forse commetto una pazzia, giuoco disperatamente la

fatalità? Mille volte, incontrando una donna non mai veduta

averla ammirata per tutta una sera, dopo aver costruito

ieri sera, incontrandovi inaspettatamente una seconda volta, pensai (debbo

Ma quali sofferenze, dopo! Una voce interna mi diceva

separarti da lei ancora una volta. Tu perderai anche

sfiorò il capo con una lieve carezza. ¶ — Addio, disse

Avresti carrozza, cavalli, servitori, una bellissima casa con tutti

Qualcuno gli disse che una mattina, quand'ancora aveva

ancora aveva il delirio, una ragazza era venuta a

tanti giorni. Appoggiandosi, dall'una all'altra, alle spalliere

fondo al largo d'una strada, con la sua

buon Fortunato curvo sopra una vecchia ciabatta su cui

nè il balsamo di una carezza, abbandonato come un

senza un sospiro, senza una lacrima, e certo sulla

deserta. Egli cercò febbrilmente una candela, l'accese, ed

sua cara Silvina d'una volta oppure un'altra

cento volte pensiero, distruggere una dopo l'altra tutte

le spalle fasciate da una pelliccetta grigia, un cappellino

confusa un solo pensiero, una sola parola per Silvina

tutto, poi avvampare d'una fiamma che gli serpeggiò

e gli dette improvvisamente una forza meravigliosa. Si alzò

verso Silvina, le prese una mano e con voce

di ospedale, solo, senza una tua parola di conforto

deformato il viso come una maschera. Deliravi e sembrava

tu solo. È stata una grama vita la mia

questi mesi è stata una grama vita, Silvio mio

di pensare di trovare una qualsiasi occupazione remunerativa. Egli

ammalato. Silvina poi era una donna, e non poteva

chiusi, cercava cercava inutilmente una via di salvezza. Sperare

fermarsi sia pure con una vaga speranza. Dopo un

Silvio si voltò ancora una volta a guardare Silvina

fra le braccia come una bambina piccina, pensava in

questa mantellina? domandò con una vaga inquietudine nella voce

viso dai vetri, è una piccola cosa... Me l

Ricordati, gli disse, scandendo una per una le sillabe

disse, scandendo una per una le sillabe, che senza

avessero suscitato in lui una viva collera, s'infilò

mani. ¶ Allora Silvina prese una subita risoluzione, si buttò

alla casa. Là, in una stanza semibuia, disteso bocconi

e le braccia buttate una qua e una là

buttate una qua e una là, stava il principe

Silvina, scuotendolo violentemente per una spalla. Che cosa sono

riducete voi, quando amate una donna? ¶ — Dov'è? dov

ha ridotto così? Basta una vostra parola, perchè io

ieri. ¶ Silvina non parlò. ¶ — Una piccola elemosina di speranza

e attese in silenzio una parola di perdono. Silvina

prese la punta di una mano e gliela baciò

Silvina s'attaccò ad una speranza, e cioè che

i capelli, e, affondata una mano in una delle

affondata una mano in una delle ampie tasche del

profumato, dicendole: ¶ — Ti regalerò una collana più bella di

mio povero cuore ebbe una trafitta dolorosa, come se

mi vedresti qui senza una grave ragione... La mamma

le spalle abbandonato sopra una sedia, le rose bianche

si mise in capo una cuffietta di lana, e

la metà di settembre, una mattina, la trovammo svenuta

per pregare dinnanzi a una madonnina di marmo, un

stata messa là, in una nicchia d'edera, il

soavi occhi di prima. Una tristezza infinita vi aveva

Dio la fine di una vita ormai divenuta insoffribile

inquieta per quelle stanze. Una mattina volle come sempre

un ritratto di Silvina, una miniatura di lei bambina

come se avesse preso una penosa risoluzione, chiudendo le

sprangare l'uscio. ¶ Passai una notte angosciosa. Vidi l

non fosse dominato da una così imperiosa necessità di

mettessero tutti due addosso una bella coperta de tera

volontà al difetto d'una gamba. Ma ora quella

come un pino, e una fila di cipressi neri

muro, c'era allora una capannuccia di paglia, che

oltre. Mi avvicinai a una finestra che s'apriva

le mandai Marta con una tazza di latte caldo

caldo, del pane e una coperta di lana. ¶ Più

si sarebbe alzato all'una di notte, per assisterla

cappellino, e, accanto a una borsetta aperta, aveva posato

mi abbandonò, e presa una spugna inzuppata d'acqua

Rifatti la pettinatura d'una volta! Non mostrare le

lungo così strette l'una all'altra, senza un

senza un movimento, senza una parola. Poi mia madre

leggevo nei suoi occhi una sofferenza penosa, perchè avrebbe

e presami con fatica una mano la unì alle

ardente desiderio, sarebbe stata una colpa di cui avrei

mi guardava, non diceva una sola parola. Gli occhi

anche semplicemente quella d'una corriera, non finisce, non

caduta di un cavallo, una frana che precipiti attraverso

via, la rottura di una ruota o di un

poi la collana. ¶ Ancora una volta ho dimenticato la

sentirei molto mortificato per una distrazione di questo genere

per via, non dico una collana, ma addirittura uno

essere di pensare che una volta si nasce uomo

si nasce uomo, e una volta, forse, smeraldo. ¶ Quando

volta del mercato. Faceva una bizzarra impressione vedere tutte

vedere in che modo una qua e una là

modo una qua e una là se ne spalanchi

Re in persona, in una berlina dorata con sedici

così. Se non sarà una collana con uno smeraldo

principe la mise in una bella carrozza tirata da

certi begli occhi stanchi, una luce che parea consumata

in silenzio. Prima fu una collana di perle e

lacrima d'opale; poi una collana di perle candide

ametiste e zaffiri di una profondità notturna; poi ancora