Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

poco, conservando, senz'alterigia, una grande distanza. Anche lui

aveva, un certo spirito, una certa coltura: e si

intervallo: alla Villa, in una passeggiatina su e giù

ballo, la durata di una quadriglia; e sempre presente

mutua convenienza e sopra una incipiente simpatia. La rigorosa

è un inganno reciproco, una reciproca inconscia illusione, in

vale a dire in una forma così mite, così

tutto, poi, vi era una pungente curiosità di conoscere

che ella aveva avuto una grande passione infelice e

infelice e che, dopo, una malattia l'aveva messa

sogni, egli vedeva che una immensa scossa aveva subìto

la sua allegrezza scompariva, una tetraggine invincibile vi succedeva

possibile più di strapparle una parola. Ma se era

a un amore, a una delusione, al crollo di

delusione, al crollo di una speranza, alla follia della

amato? Mah... un'esaltazione, una fantasia, ciò succede alle

Caracciolo era voler prendere una fortezza inespugnabile. Ma con

adesso ella fatta di una docile cera, dove la

già si ribellava. Con una irritazione latente, intravvedendo le

era donna, perchè era una cara persona che gli

che portano in sè una gran parola segreta, Anna

anche sembrare, a volte, una vivace antipatia. Finì per

Caracciolo, lo trattò con una esagerata dolcezza, in cui

era il dovere di una fanciulla costumata, ecco tutto

il suo silenzio era una concessione; ma tacendo si

non solo, ma anche una certa serietà di condotta

un giorno, presa da una vivace impazienza, non sopportando

proposito? - egli riprese, con una velatura di disdegno. ¶ - Sissignore

disdegno. ¶ - Sissignore, ne ho una anch'io. ¶ - E perchè

persuadermi che Caracciolo è una persona di talento? ¶ - Sì

disse lui. ¶ - Che è una persona di cuore? ¶ - Sì

del contrario. Quello è una bambola, non un uomo

po' pallido, ma serbando una apparenza glaciale. - Io non

ancora, a vostra disposizione, una quantità d'indulgenze per

senza neppure scrivere lui una riga di risposta, che

giuocare di finezza, con una giuocatrice di audacia e

lui, proprio da lui, una simile intenzione? Fino a

dargli di sè ancora una pessima impressione, ella aveva

Cesare Dias le cagionò una cocente amarezza. Il suo

mano e di dirgli una leale parola di scusa

finì per convertirsi in una smania segreta, che la

disoccupate, egli non avesse una donna che amava, ove

vedere? In capo ad una settimana il movimento psicologico

amava, aveva per lei una devozione così assoluta, che

là, ma sempre con una vaghezza di notizie? Ma

nell'originale audacia, lei, una incantatrice irresistibile! Ahimè, la

al tavolino per scrivergli una lettera, dicendogli di ritornare

bigliettino, tutto timido, ora una lunga lettera passionale, piena

vi è chi possiede una divina incoscienza e vi

mente, che immobilizzava in una morbida meraviglia ogni potenza

sua sorella Laura: trasalì. Una fredda e pura sorgente

che costei le rispondesse, una lievissima ombra fugace appannò

abbassate, attenta, non pronunziava una parola. ¶ - Stagno ha un

si va così restringendo. Una folla di mediocrità, con

bionda forse, bionda, in una delle moltissime manifestazioni della

si è bruna a una sola maniera? E Cesare

o del loro carattere, una di quelle interiori mortificazioni

la guardava ridandoglielo, mentre una lieve punta di sorriso

trascorreva la sera, tale una lenta ebbrezza le saliva

vivere ormai circonfusa in una gran luce, luce calda

orecchio le voci di una passione irruente e straziata

con precisione, con nitidezza una sola felice impressione: quella

un gesto, di dire una parola, quasi che tutto

speranza; e mentre, in una visione, il cavaliere ugonotto

quanto l'amava, con una languida cantilena ogni tanto

anche Valentina, tormentati da una passione irrefrenabile e impossibile

che non volevano perdere una sola nota di quella

vita alla patria, a una nobile causa, aspetta forse

aspetta forse un ricambio, una riconoscenza? Chi dà la

E vi fu come una fuga di tutta la

dramma poteva parere anche una commedia, e la tristezza

ricordo, nella memoria. ¶ - Fo una passeggiata, è una bella

Fo una passeggiata, è una bella sera - spiegò lui

la carrozza. Nell'ombra una mano guantata di bianco

Giustino Morelli. ¶ Laura fece una risatina breve. Anna aveva

che vuole assolutamente maritare una sua figliuola e che

già infranta nel dolore una prima volta e minacciante

occhio sagace, lo teneva una continua segreta inquietudine sulle

in un'esclamazione, in una frase, in un singhiozzo

e si dispiace che una malattia morale sussista ancora

ancora, sempre respinta da una parola mordente, da un

senso di tenera obbedienza, una rassegnazione senza dolore, una

una rassegnazione senza dolore, una umiltà affettuosa trapelava da

il suo spirito in una regione alta e sterile

obbedienza, espressioni passive di una volontà piegata, domata, gli

ogni giorno aveva cancellata una riga dal libro del

avrebbe fatta da sè una buona scelta. Egli era

anni, che quando vedono una fanciulla di venti, dicono

le fanciulle intervenivano se una loro lontana parente, una

una loro lontana parente, una marchesa Sibilia, una siciliana

parente, una marchesa Sibilia, una siciliana, le poteva accompagnare

Luigi Caracciolo. Era, certo, una tacita intesa fra quei

intesa fra quei due, una cosa forse neppure detta

di voler bene maritare una sua pupilla? ¶ Anna aveva

di modi che era una delle sue seduzioni, ella

il suo contegno trapelava una benevolenza umile, di essere

uomo per bene o una donna per bene, nessuno

li disprezza, senz'altro. Una sciocchezza, la vita! Ci

e nel mondo intorno: una paurosa confusione aveva sconvolto

dentro il cuore tutta una nostalgia di amore, di

tenerezza, di entusiasmo: provava una infinita malinconia a non

Dias, assai duramente, in una forma brutale, corrispondeva alla

era un frammento sdruscito, una tavola rotta, un albero

chieder più nulla, prese una rosa e gliela offrì

rosa e gliela offrì; una piccola rosa. Cesare Dias

venivano, portando un ventaglio, una pelliccia femminile: e dei

aria di emergere da una rosea e azzurrina nuvola

nero velluto, scollacciata, sembrava una statua, sgorgante dalla linea

vestite di bianco, di una seta bianca, fine e

tutto il busto in una candida e verginale vaporosità

bigi e sereni, aveva una freschezza ammirabile. Anna portava

e le tempia, con una linea curva ferma e

non un ricciolo, non una ciocca si abbandonava: i

dietro, sulla nuca, in una grossa massa che posava

neri occhi buoni, e una piccola ombra vi rimaneva

erano belle, attraenti, avevano una grossa dote: solo di

grossa dote: solo di una, della bruna, si diceva

alla morte; ma era una diceria incerta, niente altro

di rosso vivo, con una collana di grosse perle

piena per lei di una devozione e di una

una devozione e di una tenerezza, tanto più grandi

statura media e prestante: una barbetta bionda, tagliata rada

vividi nella loro nerezza, una luce li allargava, e

segrete passioni; nasceva da una causa interna, ignota ancora

un fumo chiaro, come una chiara nuvola e che

affittivano, sino ad avere una densità impenetrabile: ondeggiava, sì

Cesare Dias gli disse una parola; si levarono e

quella tenebra, smarrendovisi, in una notte lunga, simile al

parendo di gittare così una notizia, a chi voleva

La contessa d'Alemagna, una viennese assai intelligente, assai

atto... non proverete forse una impressione molto forte? ¶ - Non

licenziamento discreto, nei palchi, una stretta di mano, una

una stretta di mano, una parolina sussurrata, lasciandosi. Qualcuno

giro pei corridoi, fumando una sigaretta, si rimettevano ai

mano ignota, rapita in una speranza e in un

in un palco dove una snella donna stava assorta

fuoco famoso, senza scambiare una parola con suo marito

le candide spalle di una signora, dietro la testa

quanti volti concentrati in una sola espressione, quanti occhi

immersi nel languore di una lunghissima contemplazione, quante rosee

trasformavano, unico segnale di una emozione repressa: quanti vividi

loro l'esaltazione di una celestiale speranza! Ella, sì

avevano un cuore ardente, una fantasia mobile, dei nervi

molti avviantisi così a una tragedia imminente e irreparabile

fittizia esaltazione, come se una bevanda sorbita gli suscitasse

intuiva che, volendosi tentare una guarigione morale della giovanetta

Anna Acquaviva era in una prostrazione così grande, che

testa: al più, con una parola, con voce fiochissima

li aveva guardati, con una espressione così intensa di

di mesto pentimento, con una tale domanda di perdono

caso che restassero soli, una mattina, la inferma e

dite che avete commesso una follia giovanile, e niente

giovanile, e niente altro. ¶ - Una colpa, una colpa... ¶ - Dite

niente altro. ¶ - Una colpa, una colpa... ¶ - Dite le cose

la sua freddezza dominatrice - una follia giovanile. ¶ - Quel che

al poco chiarore di una lampada accesa innanzi a

lampada accesa innanzi a una immagine della Madonna Addolorata

che parea le facessero una domanda, ella si scosse

non l'amava, per una creatura inetta e crudele

lacrime, ella si sentiva una creatura miserabile, senza forza

le si accordava, era una grazia. Ogni tanto, ella

febbre, era per lei una dolcezza non voler più

lentissimamente, di rinascere a una nuova esistenza, quieta, placida

decidere niente, passiva, in una passività senza sofferenza, in

passività senza sofferenza, in una tenerezza timida, in una

una tenerezza timida, in una dedizione di tutta se

malattia, non altro che una immensa prostrazione di forze

stanza, di non levare una mano, di tenere gli

voi! - esclamava Anna, con una intonazione di rispettosa ammirazione

tutte le generosità nascondono una segreta ragione di egoismo

le virtù dipendono da una debolezza del carattere o

lo trovava sempre. Era una creatura schiva, silenziosa, che

amorosi il passaggio di una emozione, egli fingeva di

ritornando a casa da una passeggiata con Laura Acquaviva

amorosi dei momenti passionali; una lieve ombra passò sulla

forse, che quelle parole, una volta, dovevano essere state

un po' nervosamente. ¶ - Volete una rosa? - chiese ella, per

Vi sono cose che una ragazza deve cominciare dal

dice troppo, si perde. Una volta, sei mesi prima

disse. ¶ Pure, dentro sè, una tristezza nacque, come se

in un sorriso, in una lacrima, in un bacio

veramente... ¶ - La vita è una cosa seria e sciocca

bisogna esser morali a una certa maniera, e quando

coraggio, senza pietà. ¶ - ... era una persona seria, un uomo

oscurità, aver danari, aver una bella moglie, una moglie

aver una bella moglie, una moglie che amava, poichè

accusa di aver sedotto una ragazza pei quattrini, per

dovere, per parlare con una frase vostra... e invece

Permettete che vi dica una cosa dispiacevole in apparenza

così. La vita è una cosa seria. Anna. ¶ Avvilita

sì. ¶ - Ed è anche una cosa sciocca, Anna. ¶ Era

e scoraggiata. ¶ - Sicuramente, è una cosa sciocca, perchè il

impietosita: ¶ - Povera figliuola... ¶ E una forte mano sollevarla, poi

questo assai indistintamente, in una nuvola fitta. Dopo, un

malgrado le scosse di una carrozza che correva attraverso

notte, verso Napoli. Talvolta una mano gelida le prendeva

mani brucianti, carezzandole, con una carezza di gelo; talvolta

ronzanti; impossibile di pronunziare una parola, la gola serrata

sollevasse il peso di una montagna, con un enorme

perdonami... ¶ - Povera sorella!... - mormorò una musicale voce pietosa e

di Anna si addensò una tenebra fitta, profonda. ¶ III

nerastre, come quelle di una echimosi: e quelle degli

quel temperamento sanguigno, assumeva una forma violenta; e il

suor Crocefissa, che vegliavano una notte per ciascuna, si

alle sue sofferenze. Anzi una notte, mentre parea riposasse

orribile, come se provasse una sofferenza intollerabile. Alle tre

capelli sulla nuca. Con una infinita pazienza, Stella Martini

inaridisca la sorgente. Allora una delle tre donne che

ma col segno di una mano, movendo un dito

e profondo tributo a una cosa morta, come la

va a deporre sopra una tomba ignota agli indifferenti

noie per lui, con una correttezza di gentiluomo, senza

di liberarsene, costretto a una quantità di occupazioni poco

gli diceva che era una fortuna per lui esser

ella avesse vissuto tutta una vita anteriore di delusioni

le nebbie della fantasia, una figura indefinita ma rassomigliante

Niente più che questo. Una indistinta ammirazione, che era

leggendo in un libro una idea che si è

che si è avuta, una volta, che si ha

degnamente. Non era neanche una simpatia; era una rassomiglianza

neanche una simpatia; era una rassomiglianza. Invece il carattere

capace di entusiasmarsi per una romanza, per un paesaggio

volto di sofferente, per una voce commossa, quel carattere

pena di riscaldarsi, per una creatura bizzarra, degna figlia

tutto di discutere, con una ragazza che non ragionava

rassegnato, il giovane innamorato. Una delle teorie di Cesare

sè la visione di una forza ignota e veramente

veramente, egli era sgomento; una fanciulla che giuoca il

così, è mossa da una leva possente, che deve

trovava di fronte a una crisi morale e materiale

inquieta assai più di una parola della gente. Avrebbe

gioventù con l'amore. ¶ Una pietà lo animava per

se fosse stata proprio una sua figlia, egli le

bisognava perdonarle, perchè era una povera creatura in balìa

sovra tutto di esercitare una influenza seria, su Anna

sorprese del sentimento, perchè una simpatia improvvisa sorgesse in

accennava che stava meglio, una lieve luce appariva sulla

aveva pranzato, andava a una partita di bèzigue, o

di bèzigue, o a una prima rappresentazione. Egli restava

subiva in quelle ore una breve e fittizia esaltazione

erano passati, le ispirò una diffidenza, un ribrezzo da

tavolino da notte, con una toilette assai gramamente coperta

fievolmente. ¶ - Tu mi credi una miserabile... supponi che io

supponi che io sia una creatura perduta? ¶ - No, cara

lega, a nessuno. ¶ - Nemmeno una promessa? ¶ - Nemmeno. ¶ - E allora

ripeto, Anna. Questa è una rovina che io ho

parso di trovarmi a una oscura catastrofe. Anna, Anna

Sicchè - riprese ella, dopo una lunga pausa, con voce

non vi era che una sola decisione da prendere

per salvarla, le infliggeva una tortura ineffabile, ed egli

portavano l'impronta di una tenerezza infinita... ma è

per cui non basta una esistenza... Ma non è

son sola, qui, in una stanza d'albergo con

perduta, così, senza essere una poveretta e senza aver

del tuo cuore, per una persona che non lo

bene, bene. Io sono una ragazza folle, che ha

folle, che ha fatto una scappata giovanile, fortunatamente senza

Dias, quasi avessi fatta una innocente escursione, e chi

la buffa avventura! Tentare una fuga e non riescirvi

vi sono catastrofi! È una soluzione ridicola, lo capisco

come se entrasse in una perenne solitudine, in una

una perenne solitudine, in una tenebra perenne dominata dal

senza poter piangere neppure una lacrima sola. Ardeva tutta

adesso, in preda a una febbre furiosa, con la

a cui hanno commessa una grande ingiustizia, o sussultava

sussultava di sdegno come una donna offesa in tutta

mezzo a tutto ciò una frase sola, angosciosa, fatale

del dolore, quando tutta una battaglia di opposti sentimenti

la confusione della mischia, una frase si presenta, netta

e di ogni desiderio, una frase la abbatteva, in

frase la abbatteva, in una disperazione incommensurabile: tutto è

questa breve frase avevano una sonorità fatale, di martello

di martello che inchioda una bara, di pietra che

pietra che ricade sopra una dischiusa tomba di pietra

avvenire, il mormorio di una prece mortuaria, il rassegnato

risuonavano implacata ripetizione di una sentenza. Pure, quando bussarono

il cameriere, che portava una lampada accesa. ¶ - La signora

tre volte: si passò una mano sulla fronte che

andò a buttarsi sopra una poltroncina della grande stanza

aridi e brucianti, escisse una lacrima, nè un singhiozzo

cessato ogni odio, in una rassegnazione consumatrice nel desiderio

Sola, nell'ombra, in una volgare stanza d'albergo

alla vita, arsa da una febbre che le metteva

nulla, non sentiva che una interna forza di consumazione

udì il trotto di una carrozza che veniva da

il cappello e mostrava una bellissima fisonomia di persona

di là, posandolo sopra una mensola, cercando con gli

udì e vide: con una volontà immensa vinse il

senza ricovero, che cerca una casa, una famiglia, un

che cerca una casa, una famiglia, un nido. Io

tuo petto: ti amo. Una vita intera nella santa

e fatti portare da una carrozza alla stazione. Ivi

Salerno, che parte all'una precisa pomeridiana e arriva

tomba di Nevoleia Tyche, una fanciulla pompeiana dolcissima, dice

dalla tua casa; all'una, partenza dalla stazione; alle

preci. Stella Martini aveva una di quelle facce scialbe

di lana nera, con una giacchetta bigia all'inglese

suo viso non aveva una goccia di sangue sotto

cercando di ricondurla ad una contemplazione pacifica dell'esistenza

le ebbe chiesto, con una certa ansietà: ¶ - Ma che

in grave pericolo - rispose una voce sorda. ¶ Invano egli

questo: ¶ - Padre, mi minaccia una disgrazia. ¶ Allora egli si

indietro ed entrata in una cappella, sparve dalla porta

Santa Chiara, salì in una carrozzella da nolo, facendone

sonnambulismo di chi compie una grande azione decisiva ella

rispose, sussultando simile a una sonnambula che si svegli

che non deve dimenticare una parola: ¶ - Pompei, Pompei, Pompei

sullo scalino: pareva che una forza l'avesse respinta

morale di chi attraversa una grave crisi: dormiveglia che

dello sportello, passava da una grande, confusa e dolcissima

rincantucciare, più timida di una fanciulletta che si sia

Anna viaggiava sola, in una landa sterile, dove il

che pensò aver fatto una scelta malaugurata, andando a

si mise dietro a una famiglia di tedeschi, anch

delle persone assorbite in una passione. Solo, quando tutti

in un angolo, presso una finestra, guardando il sentiero

sotto l'arco di una porta, osservava con indifferenza

oscuro, si mise per una scaletta che sale al

di Pompei che ha una bottega colà, nè quelle

danari del suo biglietto, una vecchia guardia degli scavi

vaghe, che pare abbiano una nebbia innanzi a sè

si lasciò cadere sopra una pietra, stanca, e il

stanchezza, e quando, dopo una lunga pausa di riposo

erano trascorse: ne mancava una sola all'arrivo di

faceva. Ella sedeva sopra una pietra, di fronte alla

ultima ora le parve una immensa discesa, interminabile, in

immensa discesa, interminabile, in una grande ombra, dove il

che la guardava con una infinita e disperata tenerezza

mai la fanciulla, e una lieve contrazione attraversò il

di cui è capace una umana persona. Andarono, così

onesti: ¶ - Che hai? ¶ Era una domanda affannosa: la voce

andiamo. ¶ Egli, rassegnato a una passiva obbedienza, obbedì. Tacevano

altrove, dove possa dirti una parola! ¶ Egli titubò: ella

un quartierino, composto di una camera e di un

e di un salotto; una grandissima camera e un

juta color nocciuola, da una mensola con un piano

bruna testa inclinata sopra una spalla, con un soffio

corpo pareva quello di una statua e la sua

lume si era spento, una fiamma le era salita

Simile ai colpiti da una forte febbre, ella si

ora detta. ¶ Allora, con una cautela paurosa, che ad

palpito più violento, con una lentezza di mosse da

stretto al collo con una mano, e con l

cento stanze, cento appartamenti, una interminabile, favolosa fuga di

che, per mezzo di una scaletta nel muro, portava

al muretto di divisione: una voce tenera rispose: ¶ - Eccomi

mormorava lui teneramente, con una carezza compassionevole nelle parole

paura... - singultava lei come una creaturina sgomenta. ¶ - Cara, cara

a mormorar lui, con una tenerezza piena di malinconia

malinconia. ¶ - Ah, io sono una poveretta... sono una poveretta

sono una poveretta... sono una poveretta, - disse lei, intendendo

freddo? - chiese Giustino con una gentilezza fraterna. ¶ - No: divampo

egli, brevemente. ¶ - Ma è una crudeltà, quella che egli

Non hai ripetuto, ancora una volta, che mi vuoi

segreto e profondo dolore, una forza grande per affrontare

vuoi bene, perchè sei una cara creatura amorosa, ma

continuò ella, pianissimo. - Sono una debole donna, eppure resisto

più grande, colpito da una morale incapacità a misurarlo

la mia patria. ¶ - Fuggire, una fanciulla onorata! Fuggire come

fanciulla onorata! Fuggire come una avventuriera? ¶ - L'amore assolve

avrei potuto scegliere fra una pleiade di giovani uomini

ti vengo dietro come una povera pazza, e inganno

collera, lo sbalzava da una emozione all'altra, ora

sottile sui capelli, in una carezza materna; ed egli

che non crede; è una creatura miserabile ed arida

un cuore folle, come una mente esaltata, mentre lui

pronto - diss'egli con una lieve malinconia nella voce

crisi morale che attraversava; una immensa debolezza la curvava

povera Anna, tremando come una foglia, perduta, folle di

cortesia di tutore abbia una tinta ironica, sprezzante. Laura

distratta, e ha fatto una lieve alzata di spalle

Cesare Dias, seduto in una poltroncina, giuocando con una

una poltroncina, giuocando con una stecca di avorio, sorrideva

trovassi in presenza di una persona che non amo

allora ha avuto principio una scena atroce, in cui

cuore arido e duro, una volontà ostinata, e tutto

al teatro si ammira una scena drammatica e dopo

mi credono un'esaltata, una pazza. ¶ "Amor mio, dolcissimo

questa casa che è una prigione: tutto è meglio

pel mio cuore, dandomi una fortuna e togliendomi il

di niente. Io sono una creatura solitaria e sconosciuta

altre fanciulle che hanno una casa, una famiglia, un

che hanno una casa, una famiglia, un nido: io

nido: io sono invece una povera pellegrina senza tetto

po' dovunque... ¶ - Che dite? ¶ - Una delle solite volgarità inevitabili

allora - diss'ella con una certa imperiosità. ¶ Ma per

mise a fumare, fissando una delle scarpette di raso

di non avervi dato una grande idea del mio

disse, vagamente. ¶ - Avete avuto una felice idea di vestirvi

letto di Anna, dove una delle grandi lampade coperte

suoi capelli, riducendoli in una sola grossa treccia nera

attendesse, la notte. Aveva una chiavettina inglese, bizzarramente lavorata

quasi si disponesse a una lunga lettura, udì che

con più forza, con una intensità che si accresceva

animo di Anna diventava una parola solenne, un tremolìo

di Cesare, e provava una necessità ardente di essergli

in quest'ora con una passione umana, femminile, che

che Anna n'ebbe una impressione di sgomento. Ah

invadeva a intervalli, come una tempestosa raffica di amor

preghiera; ma pregava quando una forte ansietà, quando una

una forte ansietà, quando una forte pena la tormentava

all'Inconoscibile. Spaventata da una visione tetra, nella duplice

nella lama snudata di una sciabola, sul calcio di

sciabola, sul calcio di una rivoltella, sopra una coppa

di una rivoltella, sopra una coppa di metallo lavorato

lavorato a cesello bisantino, una scintilla di luce brillava

la seguiva, fluttuando come una bianca onda. Perchè non

di nuovo, mossa da una forza ignota, passandosi le

appesantiva sul capo. In una delle sue giravolte di

posto, ma rodendosi di una suprema impazienza, ella schiuse

vede attraverso le muraglie. Una persona sola, questa volta

quella carezza: e ancora una volta, più dolcemente, la

suo marito, era presso una donna. E l'acuto

il cuore, nuovamente. Presso una donna, era certo. Questa

quell'ora, che presso una donna. I mariti amorosi

i più brutali, presso una donna, presso una donna

presso una donna, presso una donna. La verità risuonava

udire quel clamore: presso una donna, presso una donna

presso una donna, presso una donna. Ma qual donna

mettere un nome, dare una forma vivente muliebre alla

coi nervi vibranti di una passione e di un

donna? Oh certamente, non una signora, non una dama

non una signora, non una dama, poteva trattenere nella

aveva veramente, in pubblico, una grande libertà di contegno

nessun'altra: nessun'altra: una gentildonna, anche folle, anche

dovere, della convenienza: solo una di queste seducenti e

era rientrato: era presso una femmina qualunque. Questo era

in rosso, o fosse una di quelle creature pallide

perfidamente brutale, per abbandonare una moglie, una giovanetta, che

per abbandonare una moglie, una giovanetta, che vi adora

e vincolarlo, bastava essere una creatura vile in cui

la testa. Era giorno. Una luce verdina, livida, entrava

tutto ciò le faceva una gran ridda nella fantasia

ne andavano, ella sentì una così orribile stretta al

dignità? ¶ Capiva di essere una creatura pretensiosa ed ingiusta

capiva di aver preso una mala strada, anche questa

anche di appartenere a una categoria di donne che

signore ridevano, eccitate, con una fiammolina sulle guance già

stesso inganno, poichè tutta una folla non può errare

d'amore, che dava una forma artificiale a un

via - mormorò lui, con una certa emozione nella voce

completamente alla passione di una donna per un altr

di fiamma. ¶ - Voi siete una donna troppo alta, per

me - soggiunse Caracciolo, con una sincera, ma non ingenua

al mio livello, sarebbe una cosa impossibile e anche

guardarlo, quasi rispondesse a una vaga voce della propria

superiore affatto; io sono una donna, umana, terrena, come

disse Luigi, inchinandosi, con una certa esagerazione di ossequio

dell'abbandono. Fu con una certa difficoltà che trovarono

tragitto, non si dissero una parola. Erano abituate a

segni della felicità, in una bella giornata di sole

Per le vie era una folla immensa popolana e

borghese, che si fa una festa di questo spettacolo

e delizioso trionfo di una primavera naturale e umana

Posillipo: i lampioni avevano una fioca fiammella, in quel

ella si buttò in una poltrona, in una crisi

in una poltrona, in una crisi di singhiozzi e

le ferì gli occhi. Una figura alta e bianca

mano la fìammella di una candela, le apparve. Il

di buon appetito, narrando una quantità di storielle, che

a sua moglie, per una elegante vestaglia, che ella

salotto di Anna: era una serata pari del mese

sgabelli, e tavolinetti, e una gran fioriera, alle spalle

Cesare stava sdraiato in una poltrona, col capo arrovesciato

di stomaco: Laura sopra una sediolina bassa, giuocava coi

i piccoli dolori... ¶ - Dammi una sigaretta, allora - diss'ella

sì - concluse Cesare, dopo una brevissima esitazione. ¶ - Ti aspetto

volto, l'ironia di una vergine glaciale, che non

Cesare; li trattenne, con una repressa letizia, poichè aveva

poichè aveva in cuore una divina speranza. Quando il

indefinita aureola di romanzo, una storia poco conosciuta, e

così, malgrado non fosse una regina alla moda, Anna

sue lente parole avevano una certa poesia, la gran

o fissava, senza vederla, una pagina dell'Adolphe, che

sorridendo vagamente, come a una musica che si dilegua

invece la passo fra una quantità di persone che

si era ingolfata in una pericolosa via di parole

che! - egli disse con una vivace negazione. ¶ - Caracciolo, credo

rispose egli subito, con una desolazione vera nella faccia

è - diss'ella superando una improvvisa emozione. ¶ - Mai, mai

la nota vivace di una cravatta, si rilevavano, e

aveva spalliera posteriore, e una antica coltre di broccato

anche, e sovra tutto, una cosa seria. Anche la

lo portava all'occhiello una giornata, talvolta aveva l

di non accorgersene, per una settimana, e le giunchiglie

segnava qualche cifra, con una matita. ¶ - Tu vieni con

vero? - ella soggiunse, con una certa ansietà. ¶ - ... sì. Avremo

egli disse, mettendo ancora una cifra sul taccuino. ¶ Ella

di lana color nocciuola, una grossa lana chiara di

di argento, sospeso a una catenella, dove ella, in

ella, in vece di una sacra reliquia, portava, minutamente

sottili di oro, con una perla sospesa a ogni

sopra ogni cerchio, incisa una lettera del nome di

troppo semplice, degno di una passeggiata a piedi, di

sua voce armoniosa. ¶ - Dammene una, dammela - disse, stendendo le

innocente; ma spesso, dicendo una frase, una delle sue

spesso, dicendo una frase, una delle sue brevi frasi

a parlare: e quando, una volta, gliene parlò, scherzando

Dias, ella dette in una risata così offensiva per

e per l'amore, una risata così sanguinosa nella