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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Il romanzo della fanciulla, 1886

concordanze di «una»

nautoretestoannoconcordanza
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1886
l’ascella aveva anche una bottiglia di Marsala, per
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1886
sarebbero sbrigate prima dell’una: ed Elvira Brown si
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1886
marito le avrebbe fatto una scena di gelosia, al
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1886
al ritorno. Margherita Falco, una creatura gentile, sottile, con
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1886
impazienza; la sorellina Adelina, una furba indiavolata, ridacchiava e
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1886
grosse e rincagnate come una mora. Avevano una dote
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1886
come una mora. Avevano una dote, le Galanti, erano
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1886
di aspetto. Era piuttosto una grande loggia coperta, poggiata
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1886
legata alla spiaggia da una viottola di legno che
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1886
passi delle persone. Era una loggia sfinestrata, dalle tende
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1886
anzi quando si sollevava una mezza tenda, a sinistra
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1886
di lei la madre, una donna piccola e gonfia
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1886
gonfia, sciammannata, vestita come una serva, con un cappello
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1886
incerta, stringendo nelle mani una sacchetta di pelle tutta
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1886
interdette. Povere come erano, una vedova, l’altra orfana
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marito, la inducevano a una esistenza umiliante che spesso
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casa alle tre, con una fame da lupo, dormendo
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1886
era seduto — e suonava una polka. Il pianoforte era
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accanto a sua madre, una bella donna ancora giovine
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1886
si occupava di lui: una voce era corsa: ¶ — Le
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1886
larghi cappelli originali, con una grazia fiera che incantava
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di canto, adesso. Cantava una femmina alta, scarna, bruna
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capelli radi, tinti, di una tinta color marrone, un
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1886
di paglia nera, con una penna rossa tutta strigliata
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1886
presso il pianoforte, in una posa romantica di cantante
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estatico sulle labbra. Con una voce flebile, falsa, ella
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1886
ella incominciò a gemere una vecchia romanza di Ciccillo
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in quaranta giorni, dedicata una quantità di sonetti e
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si sentiva presa da una malinconia indefinita, essa che
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come per piangere, con una smorfia che le veniva
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tenendosi a braccetto, cantando una strofetta, salutano cavandosi l
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Pietroburgo. ¶ Era Elisa Costa, una fanciulla lunga e magra
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1886
tutti la prendevano per una signora incinta, cosa che
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1886
malgrado che declamasse con una grossa voce stridente Ecco
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1886
ma senza guardarli: fece una crollata di spalle e
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1886
glieli aveva dati proprio una delle sorelle Cafaro, certe
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1886
grande impresaria di matrimoni: una bella donna borghese che
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1886
in colloqui, correva da una casa all’altra, rappattumava
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1886
erano troppo ricche: mentre una poveretta, come si collocava
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1886
ponente rinfrescava: era l’una: un acuto odore salino
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1886
lo si vedeva, da una tendina sollevata, mangiare allegramente
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1886
ritrovo serotino napoletano. ¶ Era una sfilata continua di abiti
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1886
un roseo molto tenero; una sfilata continua di visetti
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1886
cielo sereno, un albero, una nota musicale allegra o
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1886
tanto dentro vi trema una emozione: e dietro le
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1886
si dànno convegno da una domenica all’altra, che
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1886
vecchio che aveva sposata una giovane, l’aveva obbligata
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1886
vecchio fu assalito da una gelosia nera, si chiuse
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1886
le pieghe della tunica: una rondinella pareva spiccasse il
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1886
con ognuna di loro una tenerezza, una promessa, un
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1886
di loro una tenerezza, una promessa, un rimpianto, una
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1886
una promessa, un rimpianto, una speranza da scambiare: Massimo
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1886
parlar loro quietamente, come una vecchia nonna che predica
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1886
altra, fermamente. ¶ — La prendi una commissione per Pietroburgo? chiese
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1886
sposa. — È possibile avere una pelliccia di volpe russa
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1886
cose tenerissime, carezzandola come una bimba malata. Ma in
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1886
nera della chiesa, che una aureola di ceri pareva
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1886
con tanta solennità, in una chiesa, in un salone
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1886
salone da ballo, in una festa pubblica! Molti uomini
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1886
era spenta quietamente, in una serata di maggio, accanto
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1886
di maggio, accanto a una finestra del vecchio e
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1886
triste palazzo Cantelmo, tenendo una manina sul capo della
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1886
di rivoltella al cuore, una notte, uscendo da una
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1886
una notte, uscendo da una bisca, la gente era
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1886
fatto a Palermo, con una pompa immensa, coi valletti
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1886
morte le era parsa una cosa orrenda, nel delirio
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1886
ricco fermaglio al collo, una fibbia alla cintura; le
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1886
chiusi, ma senza serenità: una pace suprema era dipinta
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1886
sorriso, per sempre: formavano una linea composta, che nulla
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1886
la duchessa della Mercede, una spagnuola, magra, alta, dalle
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1886
sentono la solennità di una funzione e non osano
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1886
vestita di bianco come una sposa, tenendo in una
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1886
una sposa, tenendo in una mano una candela accesa
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1886
tenendo in una mano una candela accesa, nell’altra
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1886
candela accesa, nell’altra una croce d’argento, avendo
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1886
buttata coi gomiti sopra una sedia, con la testa
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1886
le mani, presa da una crisi nervosa di malinconia
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1886
nascondeva per sempre in una clausura, Giulia Capece pregava
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1886
turbarsi, presa sola da una pietà per la bellezza
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1886
un colpo di rivoltella: una ragazza che si faceva
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1886
si riscaldavano vividamente, mandando una luce rossastra sui marmi
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1886
accanto all’altar maggiore, una porticina si aprì, quella
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1886
e chinò il collo: una monaca si staccò dalle
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1886
nel pugno: la badessa, una vecchietta curva con una
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1886
una vecchietta curva con una grande croce gemmata che
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1886
sullo scapolare, appoggiandosi a una mazzettina, si avanzò lentamente
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1886
quei cinque minuti parvero una eternità straziante: il fascio
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1886
della monaca, molle come una cosa morta. Qualche viso
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1886
se ne facevano più, una così ardente vocazione sarebbe
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1886
circondarla. Le avevano data una lunga pergamena scritta in
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1886
nella voce, senza emozione, una voce che aveva già
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1886
petto, la coprirono con una coltre di velluto nero
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1886
spaventate, piangevano strette l’una all’altra, pensando che
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1886
le monache la baciarono, una alla volta. La porticina
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1886
quella monaca. ¶ NELLA LAVA. ¶ Una voce interna, lontana, rude
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1886
era stretta come in una morsa in un busto
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1886
di portare in giro una delle più belle ragazze
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1886
gelato di crema, poi una fetta di pasticcio di
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1886
da mangiare, come a una bimba, ridendo e scherzando
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1886
Chiarina cercava di farle una predica, traversarono tutta la
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1886
ore, quei giovanotti, in una stanza di albergo, intorno
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1886
che mai, come se una fiaccola fosse stata accesa
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1886
con la finestrella, dove una rosa fioriva: e la
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1886
Vargas che le regalasse una corazzata, la voleva per
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1886
pietra; Giulio, gliela prometteva, una nave, per quando si
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1886
le fedine brizzolate, appoggiando una mano sulla enorme culatta
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1886
donna Maria di Miradois, una spagnuola bionda, ardente, languida
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1886
bellezza italica, mescolata a una intonazione di colore e
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1886
Naturalmente: possiamo ballare insieme una quadriglia. ¶ — Finiamo di sentire
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1886
stringendo le labbra, con una ruga che le tagliava
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1886
tagliava la fronte, come una cicatrice, sollevò l’obice
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1886
dalla cameretta del cannone, una viva luce ferì il
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1886
dello Stabia’s hall una lampada elettrica dirigeva il
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1886
ponte, dove si ballava una gran quadriglia e nel
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1886
bianchissima luce circondava di una aureola nivale, e dietro
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1886
per la posa di una fotografia; dal castello di
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1886
invece vi si leggeva una stanchezza rassegnata, una pazienza
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1886
leggeva una stanchezza rassegnata, una pazienza dolorosa e muta
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1886
della luce elettrica, acquistava una seduzione quasi diabolica, mentre
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1886
la facevano rassomigliare a una smorta Ophelia guardante il
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1886
scintillare, come quelli di una gattina feroce: mentre la
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1886
tre suonatori, aveva formata una orchestrina e andava in
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1886
in giro, per combinare una tarantella, la vera tarantella
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1886
vecchia zitella. E con una certa morbidezza tutta gaia
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1886
Eva era nata, fluiva una novella, infinita, irrimediabile tenerezza
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cara Chiarella, è tutta una poesia.... ¶ — Bah! troppi alberghi
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1886
ella stessa componeva, con una veletta bianca, che cercava
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1886
tutta questa notte in una bisca, a giocare, e
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1886
venuta anche lei con una giacchetta di lana nera
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1886
profonda di chi vuole una sola cosa. ¶ La sala
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1886
tutte le sue amiche, una dopo l’altra, con
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1886
giacinti, bianchi, rosei, violetti, una rarità, in autunno, che
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1886
con lui, ogni tanto, una parola, crollando il capo
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1886
ragazze, prese dalla curiosità. ¶ — Una ballerina, la Fiammante: non
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1886
più Angiolina, non più una donna, ma uno stelo
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1886
sangue sotto la pelle, una cintura così piccola che
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1886
la magrezza del corpo, una sciarpa folta di merletto
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1886
collo bianco e scarno, una veletta bianca punteggiata di
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1886
guancie a dar loro una vivacità fittizia. Gli occhi
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1886
ella parlava poco, con una voce fievole, ma dove
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1886
ma dove tremava sempre una emozione. Entrando ella vide
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1886
la circondarono, guardandola con una grande tenerezza, non osando
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1886
azzurro cupo rialzato sopra una gonna di casimiro rosso
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1886
rosso, tenuta ferma da una rondinella nascosta fra le
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e sorrise fievolmente, increspando una gonnelluccia. ¶ — Ecco qui la
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lo nega? Non sono una bestia, io, malgrado le
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1886
vita un po’ allegramente. Una, troppo pretenziosa per i
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si vada in provincia; una ha un capriccio, un
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1886
capriccio, un’altra ha una fissazione, a questa non
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1886
che preparava lei stessa, — una delle sue stravaganze, — restò
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1886
quotidiana di casa Doria: una madre che aveva troppo
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1886
ai vent’anni in una specie di adolescenza oscura
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1886
specie di adolescenza oscura: una madre a un tratto
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1886
altre, cercò di mettere una parola dolcificante: ¶ — Ecco qui
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Tecla aveva approntato coraggiosamente una seconda fodera da materasso
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innanzi agli occhi tutta una visione di stoffe, di
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1886
nuovo. ¶ — Usano moltissimo, di una seta floscia e leggerissima
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1886
sa come, era nata una grande amicizia fra lei
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1886
avevano gli occhi rossi, una medesima malinconia le rodeva
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1886
lotta così disuguale contro una rivale preferita costantemente; Giulia
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1886
può essere altrimenti d’una discendente dei re siciliani
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1886
Ella si gettò sopra una sedia, accavalcò una gamba
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1886
sopra una sedia, accavalcò una gamba sull’altra e
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1886
Orléans di Francia, era una figliuoletta che il duca
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1886
Aragona aveva avuto da una sarta. La bella e
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1886
adottiva. Ella aveva conservata una semplicità un po’ rude
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1886
inglese aveva potuto modificare, una bontà chiassona e aveva
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1886
che debbo mostrarvi e una scimmietta che ho comprato
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1886
a queste imbambolate; ho una carrozza fuori, ci stiamo
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Ci accomoderemo, tutte; sembreremo una scuola. ¶ E per vincerle
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1886
ombre del porto, descrisse una parabola fulgida nel cielo
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1886
dopo il razzo-segnale, una fila di fuochi di
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1886
come la poppa di una corazzata, la sua piccola
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1886
fanciulle, che salivano con una certa paura, non priva
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1886
rarità se le prendeva, una grande curiosità le afferrava
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1886
di sorpresa, di piacere. Una fanfara era piazzata nel
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1886
attaccava i ballabili con una certa foga militare, con
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1886
certa foga militare, con una furia di soldati che
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1886
arrembaggio. Qui, giù, da una parte e dall’altra
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1886
lusso permesso solo ad una fanciulla viziata, ballava sempre
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1886
guance accese, divertendosi come una bimba: invano il suo
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1886
di riposarsi: ella faceva una smorfia deliziosa, poi gli
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1886
portava l’uniforme con una grande eleganza, e che
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1886
da due mesi, lentamente, una dolcissima simpatia si era
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1886
e l’abbandono di una casa dove mancava il
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1886
e amici, sottostando a una lunga e dura carriera
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1886
si può fare a una donna maritata, seguendola dovunque
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1886
poteva ottenere da lei una sola parola d’amore
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1886
ottenuto di poterle fare una visita, nelle due stanzette
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Willy la trattava come una ballerina, — Willy l’avrebbe
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1886
il suo cavaliere, con una seduzione muta e sicura
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1886
sua fisonomia d’imbecille una espressione di beatitudine, lo
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1886
della macchina per sentire una piccola vibrazione, passante dalle
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1886
paura. Peppina Sanna aveva una smorfia nervosa della faccia
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1886
sezione era Agnese Costa, una alta, snella, con un
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1886
un bel collo bianco, una nuca grossa e due
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1886
inutile di poter avere una risposta dai corrispondenti, dalle
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1886
morta, anche più pallide. Una disgrazia, quella della Juliano
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1886
colpiva tutta la sezione: una disgrazia non chiara, ma
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1886
delle macchine, vi era una lieve scintilla. ¶ Gli isolatori
201
1886
un momento, innanzi a una misura così grave, che
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1886
il capoturno. ¶ Subito dopo una quiete si allargò nell
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1886
isolatori, parevano colti da una improvvisa morte: la corrente
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1886
PER MONACA. ¶ I. ¶ Canterellando una canzoncina popolare, Eva Muscettola
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1886
agoraio, le forbici; facendo una quantità di smorfiette carine
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1886
mettendo degli aghi da una cartina, nell’agoraio di
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1886
va? — domandò sottovoce, con una inflessione affettuosa, Eva. ¶ — Malissimo
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1886
ragazze; — soggiunse Eva, con una filosofia inconscia. ¶ — Sarà, ma
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1886
altre, ne cavò fuori una rude tela a righe
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1886
rude tela a righe, una fodera da piccolo materasso
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1886
quel cappellino, Giulia, fa una circolare alle amiche, facendo
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1886
Chiarina, ridendo. ¶ Giulia diede una spallata. Tanto, era povera
213
1886
a cucire di malavoglia una camiciolina da bimbo, dando
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1886
soddisfatte della propria recitazione, una quantità di fascie da
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1886
al suo posto, con una misurata armonia di movimenti
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1886
la mano destra dove una piccola macchia rossa era
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1886
il suo lavoro con una certa lentezza solenne, con
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1886
un lavoro umile, con una disinvoltura affettata di spirito
219
1886
la fortuna d’indossare una gonnelluccia bianca marcata da
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1886
miniere di zolfo e una intiera provincia di aranci
221
1886
allungato come quello di una capra, dal paltoncino di
222
1886
Elfrida fu accolta con una gradazione di sorrisi più
223
1886
un grandissimo bene. Era una zingara scappata dalla tribù
224
1886
nobile, ma povera, — era una stracciona, — aveva una quantità
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1886
era una stracciona, — aveva una quantità di terre confiscate
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1886
Ungheria, — era figlia di una cavallerizza, — sua madre era
227
1886
cavallerizza, — sua madre era una Radziwill, — ella si faceva
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1886
Maria Gullì-Pausania, guardando una pila di strofinacci nuovi
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1886
delle cuffiette, — stanotte a una cena, fra giovanotti, egli
230
1886
un debole sorriso. Era una persona delicata e alta
231
1886
casa, si andava perpetuando una tradizione di sventura: una
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1886
una tradizione di sventura: una grande fatalità morale e
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1886
sempre un Cantelmo o una Cantelmo moriva di morte
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1886
moriva di morte violenta. Una disgrazia terribile aveva portato
235
1886
già un fratello e una sorella bellissimi, biondi e
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1886
lagnata, non aveva detto una parola con nessuno; a
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1886
pregar monsignor arcivescovo, scegliere una chiesa privata: il discorso
238
1886
dissero ambedue insieme, come una lezioncina, anche Elfrida Kapnist
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1886
essere la madrina di una straccioncella qualunque. ¶ — Non potremmo
240
1886
Angiolina, — ma io preferirei una chiesetta qualunque, dove ci
241
1886
o l’altro, era una impiegata provvisoria, di passaggio
242
1886
alle nove, sembrava di una lunghezza interminabile. Quelle che
243
1886
permesso, erano prese da una esasperazione nervosa: il direttore
244
1886
qualche cosa? — le chiese una voce, alle spalle. ¶ La
245
1886
attorno ai tavolini, con una lentezza che faceva fremere
246
1886
senza gestire, ma con una forza e una intensità
247
1886
con una forza e una intensità che trapelavano: ella
248
1886
con gli occhi abbassati, una mano bianchissima allungata sulla
249
1886
parole, come se fosse una obbiezione, che il direttore
250
1886
rispose il direttore, con una grande severità, questa volta
251
1886
Le telegrafiste sfilarono, a una a una, senza fretta
252
1886
sfilarono, a una a una, senza fretta salutando solo
253
1886
Nell’anticamera, rischiarata da una vacillante fiammella di gas
254
1886
biondo e flessuoso, indicava una stanchezza infinita. Esse uscivano
255
1886
po’ curve, come se una improvvisa vecchiezza le avesse
256
1886
prestar servizio straordinario. Era una oppressione, un martirio anche
257
1886
questione, parteggiavano chi per una ribellione intiera, chi per
258
1886
curioso fenomeno psicologico, tutta una rivoluzione in quegli spiriti
259
1886
La prima, Rachele Levi, una israelita, piccola, bruttissima, sempre
260
1886
di promesse disperate. Poi una circolare politica, del Ministero
261
1886
quattrocentosettantadue gruppi di numeri, una fatica immensa, con la
262
1886
le ausiliarie, ognuna a una macchina; la direttrice andava
263
1886
piccolina, coi capelli corti, una testolina simpatica di garzoncello
264
1886
garzoncello svelto, correva da una macchina all’altra, riordinando
265
1886
si finiva di trasmettere una serie di dieci, ne
266
1886
con Genova, trasmettendo con una lestezza di dita di
267
1886
sopra un occhio, aveva una macchia d’inchiostro azzurro
268
1886
fortemente piantate sul naso, una gamba incavalcata sull’altra
269
1886
ancora? ¶ — Moltissimi. ¶ — Quanti saranno? ¶ — Una settantina. ¶ — Date. ¶ E ricominciava
270
1886
falange. Poi, presa da una specie di delirio telegrafico
271
1886
la trasmissione, rapidissima, di una velocità quasi irraggiungibile e
272
1886
corrispondeva con Peppina Sauna, una delle più forti, se
273
1886
mattina si erano scambiata una sfida gioconda, da campioni
274
1886
del corrispondente di Catanzaro, una bestia che non sapeva
275
1886
tepido di primavera, e una grande fioritura di rose
276
1886
o tre ore, con una monotonia di rumore che
277
1886
faceva stingere; finanche sopra una macchina Hughes che serviva
278
1886
si prendeva il cioccolatte, una bevanda nerastra, pesante, caldissima
279
1886
le dovevano dei denari. Una le faceva i cappellini
280
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un paio di guanti, una terza le prestava il
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guardavano il cielo, facevano una smorfia di sfiducia e
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e la prostrava per una giornata, che la faceva
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o la immergeva in una debolezza mortale: il fluido
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un’ora, o per una giornata. E con questa
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inutili, provando, riprovando, con una costanza di coraggio, con
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costanza di coraggio, con una rassegnazione tutta giovanile. Ogni
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del tasto: potreste prendere una scarica, — aveva raccomandato la
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quel giuoco, di prender una scarica. Bastava toccare uno
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irascibile, cocciuto e insolente: una linea da crepare. ¶ — Io
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rispondeva la Markò con una voce che pareva un
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soverchio chiacchiericcio; univa sempre una brava, a una più
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sempre una brava, a una più debolina. Così queste
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simpatia fra loro: l’una disprezzava l’altra, e
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sua compagna, Sofia Magliano, una brunetta, dal lungo viso
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il dispetto, lavorando a una sua stella all’uncinetto
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o in educandato, in una castità naturale di temperamento
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sopraggiungeva. Era Peppina Sanna, una magrolina e snella, tutta
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Maria Immacolata Concetta Santaniello, una fanciullona bianca, grassa e
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l’andatura indolente di una creola: impiegata svogliata, che
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calligrafa; appena ella udiva una voce troppo forte, o
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voce troppo forte, o una risata troppo alta, levava
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quel riposo festivo pomeridiano, una lieve chiamata telegrafica s
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mani ficcate nel manicotto, una piccola pelliccia al collo
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più viva: veniva da una macchina solitaria in un
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ed era diretto a una Maria Talamo, in Napoli
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veniva a confortare, desiderando una parola di affetto dalla
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vedo che un nulla, una scempiaggine vi distrae, v
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elsa a croce di una spada. Qualche punto lucido
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poi con la censura, una pena gravissima; al corrispondente
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al corrispondente, si faceva una lettera risentita dalla Direzione
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che l’amore era una bellissima cosa: il corrispondente
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ella parea dormisse con una manina bianca allungata e
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accorgeva di nulla. Scriveva una lettera a una sua
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Scriveva una lettera a una sua compagna di scuola
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in penombra, innanzi a una macchina silenziosa, nel giorno
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mondo, era presa da una nostalgia della casa, delle
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le nasceva in cuore una pietà profonda di loro
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è un sacrifizio. ¶ Era una soavissima creatura, magra, bruttina
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peggiori linee, dotata di una pazienza angelica, non lagnandosi
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rendeva alle sue amiche una quantità di piccoli servigi
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tappezzeria per pianelle a una, un figurino di mode
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quarta; si sedeva a una linea che andava male
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cambiar di turno per una, a restar due o
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questo senza pompa, con una dolcezza silenziosa, con una
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una dolcezza silenziosa, con una naturalezza affettuosa tale che
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Ho pranzato sola, all’una e mezzo, sopra un
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figli; ma questa è una vita troppo dura. Quando
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mormorò Giulietta Scarano. ¶ — Sei una fanciullona, Vitale, — intervenne Annina
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Ma che! è meglio una buona tazza di thè
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Napoli-prefettura aveva comunicato una circolare all’ufficio centrale
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confusa, non osando intraprendere una conversazione proibita e temendo
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ella lo guardava con una tenerezza infinita, senza ringraziarlo
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pubblicato dei versi a una viola, in una strenna
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a una viola, in una strenna religiosa. Maria Immacolata
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a ballare. ¶ — Andate a una festa? — chiese la direttrice
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trenta minuti implorati come una grazia. Adelina Markò andava
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agli uomini, cui presento una materia ad essi sconosciuta
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alle donne, cui raccomando una materia ad esse ben
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e trascinata poi da una forza contraria d’impulsione
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e lei s’apra una corrente di comunione; deve
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consumatrice, un desiderio gigantesco, una volontà infrenabile di aggrapparsi
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nulla dovrebbero pensare, hanno una intuizione potente, e una
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una intuizione potente, e una favolosa tenacità di memoria
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avete lasciato un solco, una impronta, un fantasma, o
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un chiasso confuso come una volta: rammentate? Io rammento
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miei nervi tremano, che una commozione di tenerezza e
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pento. Invece di fabbricare una fanciulla, ho rievocato tutte
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piazzetta, non compariva nessuno. Una nitida luce bigia si
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solitudine, fu côlta da una vaga inquietudine. ¶ — Sono forse
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nella stessa stanza, dietro una tenda. Andava a lavarsi
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Maria Vitale aveva pagato una lira di multa. Accadeva
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ella era presa da una gran tremarella: e talvolta
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se le avessero fatto una grande ingiustizia, come quando
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piccoletta, la battevano per una colpa non sua. Che
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quell’ora, sola, come una pazza, fra i venditori
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Che! Caterina Borrelli era una dormigliona impenitente, che si
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marmoreo. A un tratto una voce le mormorò nell
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Maria, svegliandosi. ¶ Giulietta Scarano, una fanciulla dai bei capelli
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Spirito Santo risplendeva in una raggiera d’oro. ¶ — Mi
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Giulia Scarano camminando come una sonnambula, senza parlare. ¶ — Che
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con la malinconia di una voce giovanile che i
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Ecco, ella non era una testa forte come Caterina
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ancora Giulia Scarano. ¶ — Scrivigli una letterina. ¶ — Gliene ho scritte
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di quattro foglietti l’una, da ieri, ma non
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suoi muri oscuri era una fioritura verticale di funghi
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sottilissimi, dieci, dodici da una parte, tre da un
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quattro o cinque da una terza, trama leggera che
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di due treccioni neri, una ricchezza strabocchevole di capelli
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di panno verde cupo. Una piuma bianca volitante sul
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aspetto di amazzone giovanile, una figura di fanciulla inglese
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popolana, Adelina Markò: era una delle due o tre
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suoi profumi squisiti, pareva una giovane duchessa che si
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quella casa del lavoro, una infante reale e benigna
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che si compiacesse passare una giornata fra le umili
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tavolino di mogano: a una parete un divano di
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l’ultimo editto direttoriale, una carta geografica e telegrafica
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per quel giorno, a una speciale linea. La direttrice
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tutta svolazzi, scriveva da una parte in colonna, il
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linee dove ci vuole una pazienza infinita e linee
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linee dove è richiesta una sveltezza singolare, così le
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È vero che sono una scema e che non
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le diceva Emma Torelli, una biondona alta e bianca
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lavorare: figurati, cara Markò, una mummia di settant’anni
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precipitosamente e vi fa una sfuriata. A ogni parola
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Finoia, primo commesso in una banca privata e fidanzato
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capelli, come se fosse una bambina. ¶ — Vanno al caffè
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se non ci fossero. Una di loro, intanto, Concettella
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anni, quando avesse avuto una clientela, avrebbe sposato la
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trovava più sedie, era una processione fittissima e lenta
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gli occhi, tremava come una colpevole, voleva andarsene e
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aveva persuaso alla passeggiata una quantità di persone che
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sposare con Enrichetta Caputo, una buona azione, proprio una
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una buona azione, proprio una carità fiorita; Giovanni Pasanisi
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che ella destinava a una delle Cafaro, le riccone
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sul cui viso lucido una grande soddisfazione si diffuse
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di disinvoltura troppo spiccata. Una sola di esse discorreva
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fra loro, senza scambiare una parola con la vecchia
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si andava svolgendo, con una certa lentezza. Annina non
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aveva finito di farle una predica piena di rettorica
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matrimonio: e la madre, una vecchia rabbiosa e stizzosa
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inibite, questo le dava una grande attrazione di malinconia
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della Villa, preso da una profonda collera gelosa, poichè
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l’Orfeo all’inferno, una delle sorelle ambiva di
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Amore, ambedue dovevano cantare una sola strofetta, ma ambedue
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ma ambedue avrebbero avuto una tunichetta bianca e breve
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stanco di piaceri. E una discussione nasceva, sulla pizza
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Jacobucci disprezzava, avendone preso una indigestione, che Giovanni Laterza
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conoscendo solo lo scagliozzo, una specie di panino gravido
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sul suo stomaco atonizzato una strana attrazione. Le ragazze
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Pasquale; ma era stata una illusione. Ora, tutte le
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si vuotava, ogni momento una famiglia si levava su
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si avvolse al collo una sciarpa di lana bianca
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anatra di Eugenia. Era una lunga processione di donne
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umile e volgare come una serva, trascinando il suo
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che Riccarda specialmente, aveva una testolina capricciosa, che non
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sospetti che può avere una fanciulla ricca, contro un
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malgrado la lassezza di una giornata passata a spazzare
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con Carolina, ritrovandosi ancora una lira in tasca, propose
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le Sanges abitavano. E una furia le prese, poichè
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spense le fiammelle, lasciandone una ogni otto, una luce
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lasciandone una ogni otto, una luce fiochissima. La notte
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tutta tagliuzzata e stinta: una quarantina di sedie di
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diviso in due da una tenda, dietro la quale
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era in sottanina bianca, una gamba accavalcata sull’altra
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uno specchietto verdastro con una ciera da ragazza annoiata
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rispose la madre, appuntandosi una camelia di battista nei
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le loro conversazioni intime una guerra continua. Enrichetta si
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Le ragazze sedevano l’una accanto all’altra, in
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sei mesi, enorme, con una faccia estenuata di donna
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di Denza, parlando di una ragazza morta. La Malagrida
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che avrebbero ballato in una piazza e al suono
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che cantava o declamava una scena in dialetto, la
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il vecchione geloso aveva una parrucca rossa, nuovissima, e
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ingordigia, la ritenevano per una venduta del matrimonio. Ella
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propria famiglia, immersa in una decente ma crescente miseria
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dandogliela, ma probabilmente dopo una lieve esitazione. ¶ Ella riattraversò
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per darle da bere: una cucinetta nuda, con parecchi
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Enrichetta. Poi, Emma Froggio, una biondona prepotente, aveva fatto
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dietro la tenda, con una stearica tolta dal pianoforte
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Quando ritornarono nello stanzone, una quadriglia monstre si combinava
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amici, si abbandonava a una violenza feroce di temperamento
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suo cavaliere. Mancava sempre una coppia: Gennaro Mascarpone, con
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disinvoltura, ma erano turbate: una sedia, appartenente alla suocera
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portò prima a Gennaro una bugìa di ottone sporco
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cavalieri erano presentati a una dama, con due nomi
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suo lettino, sottile, con una foderetta di una dubbia
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con una foderetta di una dubbia biancheria: e la
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il divertimento di tutti. Una dama che doveva ballare
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Caterina Borrelli, maligna come una scimmia grassa, a cui
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la gran figura finale. Una dama sedeva nel centro
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non voleva ballare; dava una spazzatina, come un frego
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come un frego, come una cancellatura; e posava lo
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IV. ¶ Si entrava per una larga corte di un
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rimessa, si saliva per una grande scala, ma infangata
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senza farsi annunziare, in una anticamera dove gli ombrelli
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Franceschina, aveva ceduto a una sua nipote l’agenzia
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loro, un divano rosso, una poltrona azzurra, un orologio
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tavolino di legno scolpito, una tenda di broccato, un
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quadri religiosi tutti affumicati, una Venere di marmo con
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un medaglioncino che portava una delicata miniatura, una donnina
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portava una delicata miniatura, una donnina, un ritratto, chissà
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un ricordo di famiglia, una tenerezza, forse. Ma coloro
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era così piacevole trovare una casa grande, bene illuminata
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parlando ancora di musica; una voce circolava, Maria Fusco
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che era afflitto da una strana sordità, e che
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che la rompeva e una quantità di altri bei
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notte per premio e una quantità di doni umoristici
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ve ne fosse che una sola al mondo, e
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portarono, tenendola pei manichi, una grossa pignatta rosso-bruna
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con due mani, come una clava e diede giù
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che doveva sapere, esservi una burletta nella pignatta, diede
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maglia, col fiocchetto bianco, una larga tabacchiera di cartone
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smeraldo, e tremavano che una delle prime rompesse la
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Ci vuole il ferro, una cura di ferro, signorina
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Sanges e Federico Pietraroia, una pretendeva che le aveva
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colpo sulla spalliera di una sedia, spezzandola. Federico fece
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alla piccola De Pasquale, una biondinetta così carina con
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con la parola ricordo, una cosetta graziosa, ma che
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valore. Le Sanges schiattavano; una aveva avuto due bottoni
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di similoro; un’altra una scatoletta di polvere per
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un calendarietto; la quarta una immagine del Redentore; l
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giorno ventidue aprile 1872, all’una pomeridiana. Era un rumore
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giornata era purissima, di una grande dolcezza primaverile: i
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Sul Vesuvio s’innalzava una lunga e fitta nuvola
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scuola si chiudeva all’una e non alle tre
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si sparse il terrore: una delle ragazze aveva la
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lavoranti, oziosi, pareva venuta una grande furia di tornarsene
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dalla bocca del cratere: una d’esse cadeva sul
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il cielo — e insieme una pace profonda delle cose
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Principessa Margherita, a prendere una granita: esse resistevano, prese
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esse resistevano, prese da una grande stupefazione, dimenticavano di
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la storia delle vittime: una bella signora, un dottore
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che dà sul mare, una folla di invitati si
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gola; le Fusco avevano una cugina a Resina, la
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tutta la eruzione. ¶ Sopra una finestrella di Capodimonte, Annina
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a prenderla. E in una villa di Posillipo, i
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sulla scala, incorniciata da una raggera di ferro, per
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muraglia sinistra, chiusa, senza una porta, tutte le esterne
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l’alunna De Donato, una giovanottona di ventotto anni
500
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libri sotto il braccio, una scatola di compassi in