Edoardo Nesi, Storia della mia gente, 2010

Ettore e Angelica ¶ È una storia meravigliosa. ¶ È la

appeso l’ingrandimento di una foto in bianco e

della macchina fotografica. Da una parte, con l’occhio

sinistra della foto, con una camicia bianca, un corpetto

più vecchio almeno di una quindicina d’anni, c

a Pistoia. ¶ Seduto su una cassa di legno piena

non riesco a immaginare una cosa più lontana da

più casino portava sempre una fantastica giacca lisa da

la barba lunga e una fidanzata formidabile. Ci salutavamo

se non avevano almeno una filatura, una ritorcitura o

avevano almeno una filatura, una ritorcitura o un carbonizzo

erano il risultato di una selezione – perché se anche

università per aver organizzato una manifestazione studentesca si gettò

abruzzese quarantenne che aveva una Jaguar e guidava lento

tantoché ogni tramonto segnavo una tacca sul muro, come

tre cose importantissime a una particolare ragazzina – senza dormire

a Boston fresco come una rosa nel pomeriggio, pronto

mia irresolutezza e a una sapiente melina dei miei

non era aria. In una grande aula stracolma di

casino e si sentiva una parola su due, e

con nessuno. Avevo fatto una cazzata. Ero finito in

realtà del lavoro in una fabbrica, ma in pratica

lavorativa accelera, lanciandosi in una successione d’eventi minimi

di vita. Fate partire una canzone d’epoca (andrebbe

la versione pratese di una di quelle coppie irresistibili

impiegate, così da avere una valutazione globale del magazzino

a taglio vivo e una sciarpa di qualche colore

qualche colore vivace, guardo una sfilata di balle di

solo all’inizio di una grande carriera. ¶ 4. Iniziare a

il Portogallo, dove andavo una volta all’anno, nella

interprete, che era stata una sua allieva all’università

perché va tutto bene. Una lenta dissolvenza, lo sfumare

ho iniziato a portare una barba piuttosto stenta. Sembro

d’accordo, e vendemmo. ¶ Una volta conclusa la trattativa

sua storia. ¶ E noi una storia l’avevamo. ¶ Questa

come saltava in aria una ditta. Tutto ciò che

voi. ¶ E ora immaginate una città intera che si

che si occupano di una fase intermedia della lavorazione

provare a farlo con una certa possibilità di successo

il primo passo su una scala mobile sociale che

solo il fantasmatico telex, una specie di macchina da

di velocità autostradali. ¶ Era una strana figura d’uomo

era finita, e coltivava una vera e propria venerazione

per il fratello maggiore – una figura mitica che mio

mio padre aveva incontrato una volta, raccontandomi d’esser

da qualche parte su una specie di casa galleggiante

convinto Dieter a comprarne una, un barcone basso e

basso e largo come una chiatta, che teneva ormeggiato

di Garda, del quale una volta fui ospite anch

della città. Assistetti a una trattativa di quattro ore

credevo di aver acquisito una sorta di piccolo vocabolario

non avessero nominato nemmeno una volta il nome dell

in azienda sorridente, con una coppola in testa per

a venirmi ad abbracciare – una cosa che ancora non

nei momenti liberi di una giornata che iniziava alle

dei più importanti tenevo una copia anche in azienda

Così, per anni, complice una mia incrollabile tendenza a

mollare nulla, sballottato tra una passione ardente e un

e lo scrittore, in una folle commistione di ruoli

mai dare totalmente a una cosa sola finisce per

sola finisce per vivere una vita in attesa, frammentata

i telai, era probabilmente una parte fondamentale del mio

e infantile protendersi verso una moltitudine di traguardi vicini

sentire quasi ogni giorno una specie di vuoto struggimento

e alla mia famiglia una decadenza che sarebbe stata

richiamo e un augurio, una promessa fatta per me

ardimento del comandante d’una nave e fosse moralmente

come diceva Fitzgerald in una delle ultime disperate lettere

A Life in Letters; una cernita che prende il

ultimo, The Crack-up, una raccolta di saggi e

stizzose di Hemingway e una glaciale e perfetta di

Fitzgerald per averle inviato una copia de The Great

sulla spiaggia pettinata d’una Forte dei Marmi abbacinata

la lettura era solo una grande passione: fare gli

loro comprensione dura quanto una scintilla e poi sparisce

fragile e delicatissima come una pianta tropicale del pensiero

più vecchi del mondo: una vanteria sorprendente, che in

in Versilia è diventata una delle tante manifestazioni dello

e furbo desiderio di una città intera di voler

lungomare, la Capannina sembra una grande casa degli anni

ricordi. ¶ Non è stata una buona giornata. ¶ Un cartellone

Righeira, tutte mischiate in una gran zuppa che negli

Miracoli. ¶ Non è stata una buona giornata, davvero. ¶ Durante

senza farne cadere nemmeno una. Frena e si siede

e dell’estate, insomma. Una cosa abbastanza fitzgeraldiana, devo

vento, e devo tessere una rete grande abbastanza da

via dalla mia testa, una testa piena del tintinnio

molti anni dopo, in una lettera dalla clinica psichiatrica

fatto bene – cioè con una presenza infinitesimale di vermouth

d’essere sopravvissuti a una guerra mondiale e impazienti

dentro gli italiani alberghi una specie di geniale spirito

Non so, forse è una cazzata. ¶ Ordino un altro

gentile e premuroso cameriere, una specie di sosia di

racconto, il barista con una poesia, costruirsi una casa

con una poesia, costruirsi una casa con un romanzo

mi dice che sarebbe una favola bellissima, e mi

terra e ci rimane una decina di minuti, immobile

il 2003 o il 2004 – scrissi una lettera a Francesco Giavazzi

è infinitamente difficile mantenere una propria, personale opinione sulle

il mondo sembra averne una diversa e radicalmente opposta

via dalla modernità globale; una specie di ridicolo luddista

lo chiamò Byron in una famosa ode, ripresa in

lodi del Cotonificio Albini, una grande azienda tessile del

bene da poter reinvestire una grossa somma per acquistare

e così gli scrissi una lettera. C’era un

per provare a ottenere una tribuna equivalente a quella

ultras del Prato in una lontana domenica sera d

sera d’inverno, dopo una partita nella quale un

divelta dai cardini da una falange di uomini furibondi

e sordo, come se una specie di memoria medievale

e mi dissi che una mia lettera non sarebbe

era partita per essere una sberla forte e indignata

tagli poco più d’una puntura di spillo, che

dito per difenderli. Era una sensazione meravigliosa, mi sentivo

ancora più basso, in una spirale perversa che mostrava

degli anni ottanta, in una rincorsa insensata a offrire

l’ordine, vittime di una follia che sembrava contagiare

cacadubbi impauriti, prigionieri di una mentalità da ragionieri che

come il morso di una vipera, ossessionati dall’incubo

diventata in pochi anni una maledetta macchina mangiasoldi, nei

che ti tocca sopportare; una tassa vecchia nata con

libro e stavano leggendo una cosa fantastica del Barrocciai

poi, sempre, tutti, facevano una pausa perché anche da

i soldi per comprarsi una copia delle riviste su

nessuno, nessuno che spenda una parola per dire quanto

svilito da rappresentare solo una minima parte del costo

il guadagno si sostituisce una furibonda battaglia per assicurarsi

assicurarsi niente più che una sopravvivenza tiepida e sempre

arrabbiato. Tutti i giorni. Una volta mi espulsero dal

facevo il guardalinee in una partita in cui giocava

macchina, sotto il sedile, una sbarra di acciaio pesantissima

no. ¶ Pare che, attraverso una specie di interfono, una

una specie di interfono, una voce informò le persone

mentre state per farlo, una voce arriva dall’interfono

spegneranno l’incendio. ¶ È una catena di già che

scendere le scale, sarebbe una serie infinita di scalini

di scalini. Ci mettereste una vita, e sapete bene

vita vostra, anche se una parte di voi continua

La mia vita è una lacrima di cristallo, diceva

mani la letteratura diventa una cosa viva e preziosa

nel mio cuore come una delle più eleganti e

tante fotografie, avvolta in una stola di cashmere bianco

e la seconda a una bellezza hawaiana – e due

hawaiana – e due fontane – una ornata del leone alato

vivace e puntiglioso a una mia domanda su Infinite

risponde: ¶ A Edoardo. ¶ Avevo una versione di una delle

Avevo una versione di una delle prime stesure in

parlare, evidentemente attingendo a una specie di riserva segreta

il mio intervento con una domanda a Richard Ford

fare. ¶ Penserete che sia una domanda ingenua e fuori

sia troppo poco, per una vita? Fare il casellante

forse nessuno poteva dare una risposta alla mia domanda

tutto a causa di una crisi che aveva spazzato

dodici a cinque, in una serata felice e confusa

di Natale del 2006 lasciandomi una decina di quaderni incartapecoriti

il lago i turisti: una meraviglia fascista di tek

Strozzi, a Firenze, in una mostra antologica di abiti

per me, chiuso in una cassaforte, à la Salinger

mi proponeva di aprire una nuova azienda tessile, fare

e a Montevarchi, fondare una galleria d’arte contemporanea

d’arte contemporanea, creare una linea d’abbigliamento, con

a dar vita a una casa editrice tutta mia

la sua macchina bianca. Una manovra attenta, una sventagliata

bianca. Una manovra attenta, una sventagliata di quei fari

e stringo in pugno una copia dell’atto che

nulla. Non so distinguere una nota dall’altra, anzi

so neppure cos’è una nota. Non so e

piace, nella musica. A una canzone, per esempio, chiedo

o perlomeno che contenga – una narrazione. Cioè, vorrei che

dopo, un inizio e una fine. Non so se

qualche settimana che sento una formidabile canzone dei Sigur

finché arriva la voce, una specie di falsetto maschile

ritorna strumentale, rasserenata, quasi una ninnananna carezzata dalle note

intensità, più dolore. ¶ È una preghiera, ecco cos’è

sta in fondo a una strada di città, a

la spingo e, dopo una ventina di passi, arrivo

ha raccolto foglie, cartacce, una pagina di giornale, il

giornale, il volantino di una pizzeria. Infilo la chiave

è mai entrato in una tessitura che lavora non

fare. Il rumore di una tessitura è una cosa

di una tessitura è una cosa densa, quasi solida

ingobbisce. Il rumore di una tessitura ti fa socchiudere

nevica. Il rumore di una tessitura ti fa trattenere

faccia. Il rumore di una tessitura è continuo e

eppure a volte sembra una risata. Il rumore di

risata. Il rumore di una tessitura non ha origine

immobili. Il rumore di una tessitura tocca e spesso

Ulisse. Il rumore di una tessitura somiglia al clangore

esosi dei Nesi, forse una citazione letteraria, magari il

rimasta in attività per una serie di ragioni non

un lieve utile e una lieve perdita. Sostanzialmente, chiudeva

dei telai illuminati da una luce diaccia che penetra

son quelli che vivono una rovina? Perché ho sempre

ricordi un’altra, in una catena di comprensioni che

star certi che percorrerà una strada tortuosa e imprevedibile

e rassomiglia più a una corsa frenetica sull’ottovolante

sull’ottovolante che a una gita in carrozza. ¶ Ecco

perdute, nel quale se una signora soffia in un

proiezione pubblica davanti a una platea di ragazzacci, incaricarono

film sugli Amberson, almeno una volta lo vide di

Welles gli rispose scoccando una freccia incantata che è

la memoria piena di una canzone islandese e gli

te, l’ultimo di una fila di ventenni, un

le spalle minute dentro una camicia di maglia a

cadenti sulle orecchie, in una pettinatura bizzarra e vagamente

siete entrati. Non sa una parola d’italiano. Non

non puoi capire. ¶ Saranno una ventina, ma è difficile

fuma con gesti lenti. Una donna cerca vanamente di

la si può chiamare. Una ragazza si presenta in

entrati da tempo in una crisi forse irreversibile dovuta

vita, si è installata una delle comunità cinesi più

un fornello collegato a una bombola del gas in

vedi e senti. Hai una funzione, che tu lo

di cartongesso c’è una serie di cubicoli in

non son altro che una richiesta d’intimità, un

un grosso cartone da una ragazza con gli occhi

scatola, ma c’è una scatola più grande delle

un’etichetta diversa, e una volta aperta rivela una

una volta aperta rivela una confezione piuttosto strana, di

occhi e risponde con una certa animazione. L’interprete

ne mette in bocca una manciata, dice qualcosa di

personaggi sono vittime di una catena di disonestà dalla

quello che succede in una città invasa da un

comunità cinese come tratteremmo una comunità di finlandesi o

e anche se è una splendida serata di primavera

visto che non sanno una parola d’italiano. Ti

e fatti accomodare in una stanza dove i poliziotti

un foglio scritto in una lingua che non capiscono

di particolari. Sta diventando una specie di film, e

giorno d’autunno, in una città italiana, a un

nella fessura della macchinetta una banconota da cinque euro

uomo è italiano, ha una cinquantina d’anni. È

lavoro è sempre stato una necessità, non un mezzo

ha mai visto. È una di quelle persone che

il mondo, stacca. ¶ Ha una famiglia: una moglie che

stacca. ¶ Ha una famiglia: una moglie che lavora in

e vanno all’università. Una fa psicologia; l’altra

mille ripensamenti, mille riguardi, una mattina Fabio è finalmente

titolare, perché sarebbe stata una consolazione poter dirigere la

susseguite in pochi anni, una dietro l’altra. Gli

sogno ricorrente. È in una gigantesca fabbrica vuota, illuminata

sembrava d’aver riscoperto una specie di libertà, e

sua macchina quasi nuova, una Grande Punto a benzina

Sta cercando di infilare una banconota da cinque euro

cento euro, tutte pulite, una di quelle rare gialline

gialline da duecento, e una da cinquecento. ¶ Fabio inspira

la macchinetta, e ancora una volta la fessura gli

incurva la schiena sente una leggera fitta e, d

a cinquant’anni, dopo una vita di lavoro, non

è la mia, ma una immaginaria –, gli ha rubato

e la supera. È una disciplina e un dovere

disciplina e un dovere, una danza e un supplizio

in piedi e dà una spinta forte al ragazzo

l’aspettava. Scivola su una di quelle subdole, viscide

Per un attimo è una scena comica, e basterebbe

spinto dal vento di una rabbia e di un

in faccia “Vaffanculo” ancora una volta, proprio in faccia

cazzotto al volto. È una sventola da dilettante, tirata

chiusi e mano aperta, una di quelle che non

quando si sbatte contro una parete di vetro, e

lì fermo. ¶ C’è una pausa lunghissima. Nessuno dice

cazzotto, ed è anche una maledizione per lui, perché

privilegi, il nostro futuro una quantità immaginaria. Chissà se

il dito e indicare una data da ricordare e

ubriachi di desiderio in una concessionaria Ferrari per comprarsi

concessionaria Ferrari per comprarsi una Scaglietti o una Fiorano

comprarsi una Scaglietti o una Fiorano o una California

o una Fiorano o una California, che avrebbero guidato

Tod’s, abbracciati da una camicia di Giorgio Armani

e dissolte poi in una dorata utopia in cui

e la Coop avranno una convenienza a spedirmi i

bisognava svegliarsi e smettere una volta per tutte di

più destinato ad accogliere una statua. Continua, il dizionario

alpinisti si chiama nicchia una piccola rientranza in una

una piccola rientranza in una parete di roccia, sufficiente

sufficiente al riparo di una sola persona, e per

che la nicchia è una specie di tana, dentro

mondo ce n’è una sola. Se c’è

coetanei, quasi tutti ultrasessantenni: una generazione d’imprenditori selvatici

stato il risultato di una serie di circostanze straordinariamente

straordinariamente favorevoli e irripetibili, una lunghissima e fortunatissima cavalcata

cavalcata sull’onda di una crescita epocale che era

che avevano fatto diventare una nazione moderna la mediocre

nemmeno uno sciopero, nemmeno una manifestazione di piazza. Nemmeno

manifestazione di piazza. Nemmeno una legge, nemmeno un progetto

davanti a Montecitorio. Nemmeno una di quelle miserande piazzate

televisione. Nemmeno un appello, una petizione, una raccolta di

un appello, una petizione, una raccolta di firme per

ritrovano in balia di una versione nuovissima e crudele

nostri stessi articoli a una frazione del nostro costo

Mercurio bifronte, che tiene una faccia sempre al buio

sempre al buio e una sempre rivolta verso il

col braccio economico di una dittatura? ¶ No, l’apertura

belga, perché era per una buona causa. ¶ Poi, certo

Il verdetto c’è una perla. ¶ Lame di luce

totale – e comincia con una frase formidabile che, credetemi

vivido mentre cammino in una Piazza Mercatale piena di

Mercatale si sarebbe svolta una manifestazione a sostegno del

in quella che è una delle più grandi piazze

curiosamente, l’iniziativa ha una parola d’ordine, forse

cantori spezzini che eseguono, una dopo l’altra, tutte

cosicché più che a una manifestazione par d’essere

par d’essere a una veglia funebre. ¶ Non c

di ordine pubblico da una manifestazione organizzata da gente

al palco, e regge una bandiera con lo stemma

aeroporto e pulita come una sala operatoria. Sembra un

com’è sempre stata, una galassia d’imprese piccole

la sorte aspra, ma una vera comunità economica capace

di ritrovarsi a vivere una tregua, circondati da coloro

lo stesso nemico, in una riedizione modernissima delle unioni

fallite da tempo, parevano una delle mille arlecchinate di

occhi diventano un’invocazione, una supplica leggibile solo dal

scritta non rappresentino anche una tacita, disperata, potente preghiera

governo di Berlusconi almeno una parte dell’attenzione e

di ritrovarsi insieme in una piazza, e così, quando

svedese, si capovolgeva e, una fune per mano, a

stracci, poi mise su una tessitura. ¶ Non si chiama

come se si aspettasse una risposta seria. Io lo

va di cavarmela con una battuta, non ora che

guardo in silenzio per una trentina di secondi, e

è uno striscione – sembra una bandiera, una bandiera infinita

striscione – sembra una bandiera, una bandiera infinita. O forse

brutto. Lo tocco. Ha una bella mano piena, da

CHIUDERE è realizzata in una fantasia scura, a quadri

più americano; ed era una fantasia scozzese la flanella

Ralph Lauren ispirandomi a una camicia che avevo visto

neanche uno, invece d’una maledetta Cassandra di novantotto

mancare, che questa è una testimonianza, che è importante