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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Teofilo Folengo, Orlandino, 1526

concordanze di «una»

nautoretestoannoconcordanza
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forza d'incantato foco; ¶ una vecchiarda in volto malenconica
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usò la lanza: ¶ l'una magrisce e l'altro
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parea fra cento stelle una Diana. ¶ Pensate che triunfo
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tien in cuore. ¶ 50. ¶ Dunque una giostra nova fu contento
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balcone; ¶ e mentre s'una man la guancia posa
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sempliciotto cervo! ¶ 60. ¶ Per far una leggiadra tua vendetta ¶ e
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è da ridere; ¶ perch'una tramma occulta e solaccievole
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dividere. ¶ Ecco improvisa venne una festevole ¶ vecchiarda, che comincia
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cimer ha in capo una cornacchia, ¶ ch'ivi legata
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or guadagne. ¶ Ecco s'una cavalla, che si duole
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di lasagne; ¶ e porta una pignata per elmetto, ¶ la
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del suo cazzetto. ¶ 14. ¶ Abbassa una cannuccia e fassi targa
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ch'un'oncia, ch'una mica ¶ non vi lasciò
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non have for ch'una pancera ¶ di ferro tutta
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un lavezzo e quell'una padella. ¶ 23. ¶ Ciascun il suo
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un bastone; ¶ le targhe, una barille et un cestone
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resta; ¶ cavalca di gualoppo una muletta, ¶ et ha cusito
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sopravesta ¶ gonfie vesiche, et una assai mal netta ¶ bragazza
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tien in testa, ¶ et una conca per sua targa
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al galon di legno una gran storta. ¶ 27. ¶ Ma per
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guizza, ¶ come sòl far una luserta monca. ¶ Eccoti Bovo
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son attacati stretti in una calca, ¶ e van facendo
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al torbo lume, ¶ ch'una man fredda al cor
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che m'ornati d'una simil giostra! ¶ 52. ¶ Qual meraviglia
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tale che 'l Danese ¶ una stretta da mulo ebbe
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ché vermiglia ¶ v'era una petra dal sin Etiopo
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l'altre, impaziente, ¶ per una sua fidata messaggera, ¶ a
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chi l'assale. ¶ Stava una torma de Spagnoli stretta
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in giuso. ¶ Ruppesi d'una spalla il nervo e
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manco di natura, ¶ perch'una lenta febbre al mio
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l'universo mondo, ¶ et una feminella ti governa? ¶ In
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n capo biondo ¶ d'una (non anco so s
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procaccia ¶ in preda ad una belva e mostro enorme
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la sua man arguta ¶ una gierlanda d'amarissim'erba
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mai si ferma in una allegoria; ¶ e già qualche
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rotto avria, non ch'una torre; ¶ ma Satanaso volsel
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Quel stridulo cantar ch'una cicada ¶ muove quando sul
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l piú ¶ impaziente d'una amante donna, ¶ ch'ogni
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le vivande son rimosse; ¶ una sonora musica e diversa
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tira Milone a drieto una colonna, ¶ mentre che 'l
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segue. ¶ Un trepidante affetto, una sciagura ¶ lo batte sí
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iniquo, acerbo ¶ e d'una mente a me stesso
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piú, quando questa sol una ¶ grazia ch'or tengo
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forse piangerai. ¶ 2. ¶ Ché s'una fiata mi concedi un
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co le man, s'una Sicambra ¶ o Mora fusse
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rabbia, quando mi rammento ¶ una Taís aver Lucrezia spento
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canna ¶ gli caccia d'una punta benedetta, ¶ onde 'l
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meschin ne cade, et una palma ¶ di lingua sbocca
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al petto, ¶ e vibra una stoccata cosí presta ¶ ch
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gli dà sol d'una notte, ¶ perché già Febo
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pietre e sassi ad una massa ¶ venuto, di salirvi
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un lenzolo e d'una gonna ¶ in un fardello
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trova un villano addosso una cavalla, ¶ lo qual s
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E, ciò parlando, trasse una sua daga ¶ lucida quanto
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ch'elli arrivaro ¶ d'una grossa fiummara in capo
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un azzaio ¶ e d'una selce il foco su
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che ben l'intende, una parola, ¶ piangendo tuttavia, disse
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Qui narra il vecchio una faceta istoria ¶ d'un
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vi lasso. ¶ Penso mangiar una cornacchia piena ¶ de sogni
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poscia vo' bere d'una certa vena ¶ d'acque
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corcata in grembo d'una schiava, ¶ col sonno le
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non va piú, anzi una frezza. ¶ 15. ¶ Volendo, in mille
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di mezza notte ¶ d'una sibilla nacque e di
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Guidon Selvaggio! ¶ 28. ¶ D'Orlando una colonna nascer deve, ¶ che
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un instante, ¶ ch'in una notte mandò quasi al
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a quella ¶ perfidia d'una donna d'Alemagna; ¶ ma
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di Sutri giunse ad una tana. ¶ 48. ¶ Taccio la fame
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dissi poco avanti) ad una ¶ spelunca, ove trovò che
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Insubria ricconduce; ¶ e come una citade grossamente ¶ edificaro e
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assai paesi. ¶ 57. ¶ E vederassi una mirabil guerra, ¶ fra loro
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chi un braccio, chi una man, chi un piede
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onde nel moto d'una picciol canna ¶ ratto si
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ecco de lupi arrivavi una frotta, ¶ di quelle selve
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fresch'onde; ¶ poi chiama una capretta bianca e negra
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suo armento grato. ¶ 21. ¶ Cavalca una cannuccia e con la
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serra. ¶ 40. ¶ Berta, che d'una lepre in foggia vive
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si ponno bastonare: ¶ s'una tal bestia fussi, patirei
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dipinto: ¶ non sol d'una prigion i' son idonio
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frate dianzi fece ¶ prudentemente una pietosa impresa, ¶ dandol a
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urtasse al scoglio d'una gobba, ¶ gobba che, al
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pel mondo scorre ¶ s'una mulazza vecchia con le
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pò salvarsi un frate) ¶ una gaioffa e di braghesse
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et fratris scapulare. ¶ 34. ¶ Et una chiosa canta quod praelatum
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sospiro tale monsignore ¶ ch'una correggia si allentò per
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oriente a l'occidente ¶ una giornata fa, se 'l
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che d'un rubaldo una lagríma ¶ dal cor, lo
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lasciasse un pegno ¶ et una tal memoria che per
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credo al garrir d'una cornacchia ¶ che al predicar
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qual persona dovendosi recitar una comedia, ragionamenti soluti e
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cotal mia satisfazione in una notte impetuosamente composta, essendomi