Pietro Aretino, Angelica, 1535

de l'animo, ma una virtú piú d'ogni

rose il viso ¶ et una aria che ride senza

tratto spezza ¶ gridando: - Adunque una lascivia umana, ¶ di leggiadria

spada e scudo ¶ contra una donna e un giovanetto

Queto il pensiero, ecco una donna afflitta, ¶ vedova, sola

parme ¶ per impor l'una a l'altra servil

alma, ¶ due vite in una vita, e i loro

sue dolcezze affina, ¶ ch'una beatitudine han fra loro

de la sua palma una dubbiosa speme. ¶ 15 ¶ Mentre a

pronta e sicura ¶ per una ignota via angusta e

Sotto il palagio avea una tomba cava, ¶ fatta per

desio di sempiterno onore, ¶ una di gloria inestinguibil sete

tormi ad un tratto una noiosa vita, ¶ et mi

quello ¶ era gittata, ecco una orribil pioggia ¶ ch'avria

io, ch'ardea d'una piú strana foggia, ¶ non

carne e in ossa una insensibil petra. ¶ 56 ¶ Stetti in

la terza parte d'una fredda luna, ¶ tanto a

lontano. ¶ 59 ¶ Al fine elesse una superba torre, ¶ alta e

del mondo fora ¶ sola una volta et io vi