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interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Renzo Bistolfi, Il segreto del commendator Storace ovvero, quando si dice morire sul più bello, 2019

concordanze di «una»

nautoretestoannoconcordanza
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di cucina. Piegò accuratamente una federa e la depose
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devono restare seppellite sotto una pietra che ci piaccia
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di quel tassista. Era una macchina di qua, della
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balzò in piedi come una molla, con gli occhi
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affatto meravigliata; ormai era una settimana che il giovanotto
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ritirata nell’attigua dispensa, una stanza dove venivano riposte
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affacciavano sulla piazza, mentre una porta finestra si apriva
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finestra si apriva su una bella terrazza colma di
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sorpresa. «Quella è solo una piccola parte, poi ci
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infine ce n’era una quarta, in fondo al
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bianco, sul lato opposto una robusta porticina, anche quella
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destra, invece, c’era una lunga stanza dal soffitto
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ferro; in fondo, su una bassa credenza, spiccava il
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un’affettatrice a manovella; una grande tavola antica e
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pranzo da lui, all’una, e sono quasi le
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le rincresce, resterei ancora una mezz’oretta, così finisco
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portone fu investito da una ventata che rischiò di
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d’istinto si portò una mano alla testa per
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trattenerlo. In quel momento una delle due bottiglie gli
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lato, verso destra. ¶ Fu una vera fortuna. ¶ Un secondo
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È la spalla», disse una voce. ¶ «Vorrei vedere te
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gli occhi sgranati, afferrandogli una mano, il cappellino di
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ho visto tutto», disse una voce di donna. «È
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è scappata di mano una bottiglia. A momenti cadeva
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era scoperto padrone di una fortuna, gli era piombato
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ingessato. ¶ Il tutto in una settimana di tempo, anzi
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dopo anni trascorsi in una banale immobilità, avesse subìto
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ma in pizzo, in una posa provvisoria, con l
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verso suo zio, e una volta lo ha minacciato
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Il commendatore aveva affittato una villetta e siamo rimasti
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buia in volto come una che avesse commesso un
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quella storia vi fosse una nota stonata, qualcosa di
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dovette scucire in parte una manica per via del
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mi ha raccontato tutto. Una bella sfortuna.» Strizzò l
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tutto perché le dovevo una risposta. Una risposta a
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le dovevo una risposta. Una risposta a quella richiesta
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con un sorriso, facendo una pausa teatrale. ¶ A Nicolò
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uno che deve dare una cattiva notizia, che cerca
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ecco», sparò fuori come una mitragliata. ¶ «Come niente?» ¶ Ormai
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a disagio, e mandò una benedizione silenziosa a quel
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arrivare da solo a una conclusione così elementare. Tutte
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sulla faccia, trasformandosi in una smorfia di apprensione. ¶ I
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che era stata proprio una stupida l’altra volta
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sedere, «per piacere fai una telefonata all’anagrafe e
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sulla scrivania di Galanti una quantità di cianfrusaglie, infine
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scuri e perfetti, formarono una mezzaluna sotto il naso
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è morto. Doveva essere una cosa importante. Non so
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un bel giorno, dopo una scenata come tante altre
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ha fatto una malattia, una croce, ma se vuol
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per lui è stata una fortuna.» ¶ «Però», insistette Nicolò
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camera trovò sul comodino una tazza di camomilla calda
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camomilla calda, sul tavolo una pentola d’acqua bollente
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tormentava fin dall’infanzia: una improvvisa e violenta sensazione
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e ogni sera aveva una vaga paura di addormentarsi
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non avrebbe saputo ripetere una sola parola di quel
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che girava sui cardini, una sedia che veniva trascinata
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completavano il ritratto di una donna che non doveva
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cose strane, senza senso. Una volta l’ho fermata
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nevicato, buttò dalla finestra una padella rovente presa dai
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al portone c’era una macchina di piazza, era
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pelliccia della signora su una sedia.» ¶ «E poi è
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vista.» ¶ Nicolò aveva ancora una domanda sulla punta della
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Chissà se era stata una coincidenza. ¶ Nicolò aveva appena
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mansarda all’ammezzato, quando una porta si aprì e
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bassa di lui di una testa almeno. ¶ Lei attorcigliava
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azzurra. Il salotto sembrava una bomboniera, tutto declinato nei
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e pizzi candidi dappertutto, una bambola di panno e
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in dovere di fornire una spiegazione. «Sa com’è
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Sa com’è, è una questione di sicurezza, in
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donna sussultò come se una vespa l’avesse punta
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parlava in francese, come una che avesse vissuto a
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accolto. «C’era stata una gran lite, sa, un
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andata alla finestra.» ¶ Indicò una delle due finestre del
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trattenuti sul davanzale da una piccola ringhiera verde. «Era
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che usciva. Più tardi, una mezz’ora, è arrivata
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mezz’ora, è arrivata una macchina di piazza. Il
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il bisogno di fornire una spiegazione non richiesta. «Sa
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venuto, l’Ersilia: era una che più domande le
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discernendone le voci l’una dall’altra. ¶ Qualche secondo
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avanti e indietro, come una belva in gabbia: la
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Ma come fare? Era una parola. Ci sarebbero voluti
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come un bufalo inferocito. ¶ Una telefonata? Ma no, non
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Macché. Poco cortese quanto una telefonata, forse addirittura peggio
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che c’è stata una lunga telefonata. Ho fatto
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in faccia. «Dovendo dare una notizia delicata a un
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famiglia. Ebbene... dovendogli dare una risposta un po’ scabrosa
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Fargli un disegnino? Mandargli una cartolina?» ¶ Monsignore levò gli
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com’è, dovendogli dare una brutta notizia, povero figliolo
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telefonate, che dovendogli dare una risposta delicata non sta
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pugno come per acchiappare una mosca a mezz’aria
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diventa più che altro una faccenda di cortesia e
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da ridire.» ¶ Diavolo di una donna! Aveva pensato a
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era troppo asciutta. ¶ Provava una specie di intorpidimento alle
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subito che c’è una telefonata per lei!» ¶ E
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a trovarlo in parrocchia una sola volta, con una
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una sola volta, con una certa trepidazione. Era un
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il collo avvolto in una sciarpa enorme, che pareva
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le coperte, tante coperte... una bella sudata e alé
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benedetto figliolo? È stata una sorpresa anche per me
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commendator Storace partì per una vacanza a Montecarlo, stette
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Era un tipo strano: una mezza matta. Avevo ridotto
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si comportava esattamente come una signora, ecco. Una volta
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come una signora, ecco. Una volta, mentre ero in
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del tutto. Pensi che una volta mise sul fuoco
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volta mise sul fuoco una tazza di porcellana per
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all’ospedale intossicata da una dose eccessiva di sonnifero
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Se ne è andata una bella mattina e chi
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di casa.» ¶ Nicolò fece una smorfia dubbiosa. «E ci
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Così, inerme, si beccò una bella lavata di faccia
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rumore del treno in una galleria, chiese perdono al
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fazzoletto sul viso con una smorfia di ribrezzo. Ma
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collegate tra loro da una ragnatela di cavi scuri
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alti nel cielo senza una nuvola, segno che per
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senza soprabito, magari con una sciarpa incrociata sotto la
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galosce di gomma, in una serie di grigi e
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o scuotendo la testa. Una stufa a carbone, in
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brunendo le pareti d’una bella patina ambrata. C
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uomini come se fosse una di loro, chiamandoli per
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un bel bianco? Magari una grappa?» chiese a Nicolò
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con quel raffreddore lì una grappa le cava l
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tutti.» ¶ «Che aveva sposato una donna più giovane?» ¶ «Sì
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se la facesse con una vicina di casa e
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e sgranò gli occhi. «Una vicina di casa? Ma
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dette e vespri cantati.» ¶ Una vicina di casa! ¶ Nicolò
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scura e forte in una tazzina piccola e spessa
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era tornato sposato con una donna di trent’anni
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nessuno. Prima aveva avuto una storia con una vicina
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avuto una storia con una vicina. Prima o dopo
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Però era già qualcosa, una sagoma nebulosa che ancora
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spallucce. Senza parlare posò una moneta sul banco. Lei
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come un cavallo raffreddato. ¶ Una donna si voltò a
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Sulla credenza c’era una torta ancora calda di
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Jole posò sul tavolo una zuppiera di minestrone fumante
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piace per niente? Ha una faccia... non mi meraviglierei
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al tavolo e piazzò una mano autorevole sulla fronte
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apro lo stesso. È una questione di principio, e
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principio, e di lealtà. Una brava fantesca quel che
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è mica più come una volta, quando le mogli
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deve fare ogni volta una strada diversa, se non
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Se la sorella è una pianta debiti di quella
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moralità, dia retta a una stupida. Tutta la famiglia
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sembrava tutt’altro che una poco di buono, anzi
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anzi, gli aveva ispirato una genuina simpatia. Prosciugò due
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commendatore ne ha fatto una malattia, una croce, ma
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era stata un’occhiata. Una sola occhiata gelida, inquisitrice
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osso del collo. Perciò, una volta tornata nella mansarda
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commendatore, decise di prepararsi una minestra. Giusto per non
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faccenda del commendatore. Quasi una beffa del destino. E
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assistere alla rappresentazione di una commedia in cui gli
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a varcare la soglia una volta per tutte? ¶ Lei
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occhi aperti. ¶ Poi, dopo una pausa di immobilità che
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suoi romanzi gialli, dove una poltrona, l’unica davvero
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si avvolse voluttuosamente in una spessa coperta di lana
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un’usanza deplorevole per una donna e lei non
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esser viste fumare, tra una lezione e l’altra
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era acqua passata. ¶ Ficcò una mano sotto il cuscino
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poltrona e ne estrasse una piccola pipa curva, dal
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invece... ¶ Se fosse spirato una delle innumerevoli volte in
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altri sei mesi come una larva, poi tutto lascia
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a pensarci bene! ¶ Quasi una beffa del destino, considerate
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dove esse vivevano e una piccola rendita a ciascuna
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in via Garibaldi e una rendita. Le sue collezioni
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dell’Assunta, insieme a una natività di Guido Reni
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di Guido Reni, a una Madonna di Gregorio De
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Gregorio De Ferrari e una certa somma in denaro
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in testa e di una moglie che non era
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che doveva aver condotto una vita grama fino a
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A Damonte quella sembrava una vera beffa del destino
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vera beffa del destino. Una beffa che insieme alla
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che riuscisse a farsene una ragione. ¶ «Se oggi non
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in tempo a disinnescare una miccia che adesso si
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si era ritrovato in una realtà sconosciuta, in una
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una realtà sconosciuta, in una casa estranea, tra gente
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un momento all’altro. ¶ Una cosa da non credersi
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gli aveva immediatamente trasmesso una sensazione di rassicurante fermezza
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sussurrando, a volte posandogli una mano sull’avambraccio per
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Non è stata certo una sorpresa, questa. È da
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qua si passava da una crisi all’altra! L
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il petto abbondante come una nutrice, ispirava fiducia e
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tavola, adesso. Ho preparato una cena fredda. Bisognerà pur
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a fette, del formaggio, una ciotola di maionese, un
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insalata, del pane e una bottiglia di vino. ¶ Nick
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sospirò come se facesse una certa fatica a proseguire
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la donna parlava con una voce roca e profonda
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aveva bisogno di prendere una boccata d’aria. Quand
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a maglia. C’era una abat-jour accesa e
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moglie del commendatore era una mezza matta! E un
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ci penso io.» ¶ Prese una stoffa a motivi fantasia
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testa del morto, facendogli una gran coccarda sul capo
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comunista insomma. ¶ Per monsignore una bella fregatura. Allo SCI
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di interessarsene. Doveva essere una barriera anticomunista, quella, e
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in gloria, lei era una brava donna, onesta e
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con voce tenorile, attaccava una canzone, e un certo
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ne andava senza dire una parola, salutando gli altri
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quella di «riposo». Fumava una sigaretta infilata in un
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sospettosa, il tono tradiva una sfumatura di disapprovazione. «Ah
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melensa e condiscendente. ¶ Era una donna grassoccia dai denti
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la domanda se avesse una fidanzata oppure no, se
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all’assalto più tardi, una volta instaurata la necessaria
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seguito in America?» ¶ Era una vecchietta rinsecchita e vestita
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simili a quelli di una gallina che becchetti. La
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strada, ce ne sarà una di sicuro, ma io
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e si consolò con una manciata di anacardi tostati
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Nick sembrò intendesse manifestargli una certa solidarietà. Si limitò
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sommessamente. «Dunque. Questa è una sorta di riunione plenaria
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sorriso del sacerdote con una smorfia sarcastica. «C’è
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Nella sala c’era una strana calma. ¶ Le volute
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anni fa ho sposato una donna bellissima, molto più
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è saputo più nulla. Una storia davvero incresciosa, specialmente
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guance gli si arrossarono, una vena prese a pulsargli
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da tempo senza darvi una risposta, o almeno così
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a finire mia moglie. Una faccenda di cui mi
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si schiantava al suolo. ¶ Una smorfia grottesca. ¶ Il commendatore
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si lasciò cadere su una sedia, accanto al tavolo
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il commendatore voleva dire una cosa a tutti loro
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giungendogli ovattata, come attraverso una cortina. ¶ «Che poi adesso
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arrossisce facilmente. E con una vocetta acuta, squillante...» ¶ «Ah
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con sguardo critico in una casseruola, poi alzò un
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fessa, si ritrova con una bella fortuna, no? Perché
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san Vincenzo, e che una volta se non mi
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annoiato, arginando sul nascere una delle interminabili divagazioni della
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e macinò sul tegame una spruzzata di peperoncino. «Bene
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E quindi...» ci fu una pausa melodrammatica. «Cappelle di
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Dapprima c’era stata una pausa di immobilità e
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a non aver profferito una parola, a essere rimasto
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il cielo plumbeo come una scenografia teatrale. ¶ Galanti incrociò
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lo sarebbe mai aspettato, una morte così improvvisa... macché
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ragionare per bene. E una prima domanda gli era
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nella propria testa. ¶ Mica una bella cosa per un
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I fatti, piuttosto, erano una questione seria. ¶ Ricapitolando. Il
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della sessantina. E bella. ¶ Una vera ingenuità sposarsela. ¶ Come
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di tenere a bada una fuoriserie del genere alla
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eccellente mezzo toscano. ¶ Capitolo 10 ¶ Una cosa dell’altro mondo
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specchietto era quello di una donna sfatta. Una settantenne
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di una donna sfatta. Una settantenne che si ostinava
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rotta di collo lungo una discesa ripida, e tutto
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era meglio non pensarci. Una storia andata male, che
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giorno all’altro, come una mosca nella minestra. Perché
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commendatore era uomo d’una parola sola, su questo
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manopola dell’apparecchio radio: una Allocchio Bacchini nuova di
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sembrava l’effetto di una magia. ¶ Ben presto distinse
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Un colpo di sirena. ¶ Una pilotina si staccò dal
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del porto, simile a una scimmia che scala una
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una scimmia che scala una palma, salì a bordo
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fuori, in mezzo a una gran confusione di taxi
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La via risuonava di una cacofonia di clacson e
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Assunta. Ci sarebbe voluta una mezz’ora, forse più
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Nick si ritrovò in una bella piazza alberata, dove
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l’imponente facciata di una antica chiesa, all’estremità
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bronzeo e circondato da una ringhiera di ferro. Sotto
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2019
In fondo c’era una bella chiesetta e accanto
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ampia terrazza sul fianco. Una costruzione solida, antica, come
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2019
chiesa che risuonasse in una caverna. ¶ La donna alta
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aprì la porta dimostrava una sessantina d’anni: aveva
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raccolti a crocchia, indossava una lunga veste nera e
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marrone che teneva in una mano; nell’altra reggeva
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non aveva mai visto una casa simile. Si trovava
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invitò a seguirla. Attraversarono una seconda sala più vasta
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lo fece entrare in una porta che richiuse subito
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scarlatta. Nel camino ardeva una bella fiamma e la
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ma autoritaria, proveniva da una poltrona a rotelle sistemata
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a guardar bene, distingueva una mano rinsecchita posata sul
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Il vecchio, imbacuccato in una vestaglia granata, teneva una
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una vestaglia granata, teneva una coperta a quadri sulle
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famiglia, ma piuttosto come una faccenda che non mi
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che non mi riguardava, una possibile seccatura. Quando si
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magro si storse in una smorfia ironica. «Detto fra
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mano, come a scacciare una mosca. «No, non adesso
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occorre.» ¶ La donna diede una rapida occhiata a Nick
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Nick la seguì attraverso una porticina in fondo alla
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altra porticina lasciava intravvedere una vasta camera con un
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un’altra porta ancora, una figura completamente vestita di
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lontananza a Nick sembrò una suora, o forse un
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azzurro, e disponeva di una stanza da bagno privata
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scrittoio tra due finestre, una vetrina piena di libri
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dal commendatore ci andava una volta la settimana, il
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lesse. ¶ E no, eh! Una merenda? Di domenica pomeriggio
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raccontata da Nicolò Carosio. ¶ Una merenda! ¶ Ma non ci
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commendatore di invitarla a una merenda quel pomeriggio? ¶ Offrire
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merenda quel pomeriggio? ¶ Offrire una merenda nelle sue condizioni
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lungo e magro come una canna, a detta di
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commendatore: prendere o lasciare. ¶ Una merenda con qualche amico
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amico, recitava il biglietto. Una cosa davvero strana. Erano
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di Sestri, trascinato da una inquieta curiosità. ¶ Doveva impiegare
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doveva esserci un bar. ¶ Una porta verde si apriva
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spogli di un albero. Una targa indicava: CIRCOLO CORALE
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bocce inzuppati di pioggia; una bassa costruzione di legno
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e un biliardo in una nicchia. ¶ Gli avventori, tutti
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contorto che finiva, con una sorta di boccaglio da
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di matematica in pensione. Una vecchietta rinsecchita e vestita
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asciugandosi le mani in una salvietta a frange che
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un tavolino coperto da una tovaglietta candida. La fantesca
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sospiro profondo e prolungato, una lunga pausa di silenzio
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un bussolotto scagliato da una cerbottana. ¶ «Ptciù!» ¶ Uno spruzzo
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capo di lato con una smorfia di disgusto. ¶ «Beva
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figliola, se vuole guadagnarsi una parte del lauto onorario
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con aria rassegnata, afferrò una poltroncina Retour d’Egypte
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ribalta, sul quale ticchettava una parigina di bronzo, dando
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in un sussurro. «Ho una bella commissione anche per
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Nel frattempo i visitatori, una volta usciti dalla camera
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in stile Luigi XVI. Una enorme stufa barocca in
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e si rifletteva in una gigantesca specchiera che, sulla
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si era seduto su una poltrona e aveva accavallato
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a disagio: aveva fatto una gaffe. ¶ «Da quando?» aveva
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altro. Poi c’è una ventina di questi accidenti
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avevano risvegliato in lui una ridda di ricordi che
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parte un’orchestra suonava una musica allegra, lo scalandrone
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porto. Era passata tra una luce rossa e una
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una luce rossa e una verde e si era
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aveva regalato due sigari, una fiaschetta di scotch e
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Forse abbastanza per camparci una settimana, forse due, non
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e prese a scrivere una serie di prescrizioni. Per
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alla camera del commendatore: una stanza rettangolare con la
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cassettone con specchio e una comoda poltrona foderata di
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piccolo delizioso arazzo raffigurante una scena di caccia e
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scena di caccia e una dozzina di disegni di
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di Giovanni Battista Piranesi. Una scaletta d’ardesia si
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Poi alzò le spalle. «Una cosa è sicura: il
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suo cuore è come una pompa che perde colpi
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colpi in continuazione e una volta o l’altra
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certo appetito.» ¶ «Be’, magari una bella tazza di brodo
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quello buono, ecco... magari una fetta di salame di
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che me ne farò una ragione. Ma il brodo
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aver mal di stomaco: una brodaglia calda che sa
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come se avesse avuto una prugna in bocca, «ha
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anche la perpetua quando, una volta tornato a casa
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sulla faccenda per afferrarne una qualche logica, se mai
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fratelli non avevano accumulato una solida fortuna, metà della
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Eppure... Eppure c’era una cosa, una specie di
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c’era una cosa, una specie di tarlo che
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come si trattasse di una confessione che tuttavia confessione
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stesso. «Se c’è una cosa che non sopporto
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andava e veniva con una certa eccitazione, trascinando i
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terza classe e ordinò una colazione americana. In breve
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appariva ancora lontana, come una striscia scura e irregolare
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punto inaspettato. ¶ Dapprima vide una specie di mezzaluna biancastra
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aveva appena suonato l’una. ¶ Ma il Nizza non
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si lasciò cadere su una panchina imbrattata dalle deiezioni
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disteso. ¶ Si sarebbe arrotolato una sigaretta, ecco cosa avrebbe
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avrebbe provato, perché arrotolare una sigaretta da brillo non
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Pensa te che roba! ¶ Una volta, mentre era col
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stava per tirar su una cicca lunga così, quasi
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cicca lunga così, quasi una mezza sigaretta buttata a
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finito lungo disteso, come una salacca. Invece, per fortuna
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capostazione (il Nizza mimò una riverenza storcendo la bocca
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storcendo la bocca in una smorfia di disgusto) e
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sembrava d’esser diventata una marchesa: si vergognava del
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vergognava del padre come una ladra, specialmente quando lo
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di catrame schifoso e una dose di nicotina tale
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trafficare con le tasche. Una parola! ¶ In una ci
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tasche. Una parola! ¶ In una ci trovò un buco
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c’era, ma sembrava una saponetta bagnata: sgusciava di
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ancora illuminate, ma era una luce strana. ¶ Pensò di
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lo sembrava. ¶ Ellamiseria! D’una miseriaccia vacca e ladra
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stridore di gomme giunse una camionetta dell’esercito, seguita
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dell’esercito, seguita da una Topolino blu. ¶ Dalla camionetta
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lo conosceva bene perché una volta, quando s’era
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moglie dopo avergli fatto una gran ramanzina. ¶ In quel
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aprì e ne uscì una figura rinsecchita e vestita
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come se avesse avuto una patata in bocca. ¶ I
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costrinse a sedere su una panchina, poi la fece
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quel punto si aprì una finestra al primo piano
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al primo piano e una figura nera si stagliò
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Ma... dev’essere morto!» ¶ «Una tragedia!» rincarò una donna
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morto!» ¶ «Una tragedia!» rincarò una donna grassa con un
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con un foulard verde. «Una tragedia mai vista sotto
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moglie? ¶ PARTE PRIMA ¶ Dove una morte che non si
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appartamento era immerso in una penombra ovattata e tranquilla
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preziosi e arazzi francesi, una porta socchiusa lasciava trapelare
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che langue, e causano una inspiegabile mestizia: qualcosa che
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membra, nel cervello, provocando una voluttuosa melanconia, come un
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amore adolescente e acerbo. ¶ Una giornata perfetta per morire
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per morire. ¶ La fantesca, una donna imponente dallo sguardo
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decidersi. Delle due l’una: o andava e non
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creare un gran trambusto una volta la settimana e
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uno stagno. Roba che, una volta rientrato in canonica
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non s’era guadagnato una bella polmonite. ¶ La volta
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dovuto piantare a metà una sinfonia di lasagnole al
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da fare, quella era una faccenda delicata, sommamente delicata
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come si conviene in una casa dove c’è
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da due mesi, e una di queste volte, come
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di Meissen posato su una consolle. ¶ «Ahi!» si lamentò
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bambino. ¶ «Non toccare! Che una volta o l’altra
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del letto, sprofondato in una montagna di cuscini candidi
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celibe...» ¶ «Cosa?» Galanti calò una manata sulla scrivania facendo
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accese, sparendo subito dietro una nuvola di fumo. ¶ Sì
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fumo. ¶ Sì, non era una cosa facile. Avrebbe dovuto
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piazza di santa Caterina. Una figura rintanata sotto l
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fiacco, doveva camminare con una certa lentezza perché dopo
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lasciato il posto a una brezza calda e bagnata
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fermarsi e ripartire: era una perdita di tempo e
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gente che marciava in una direzione e un fiume
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lui la folla era una massa amorfa e priva
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ma finivano per avere una struttura tecnica quasi perfetta
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sempre in dialetto. Tuttavia una volta avevano cantato alcuni
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della piazza, era parcheggiata una fila di taxi, disposti
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marciapiede, un palo sosteneva una sorta di armadietto metallico
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l’espressione spavalda, fece una smorfia e sogghignò. «No
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il giornale seduto su una panchina in disparte, con
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altri risero. ¶ «Pensi che una volta doveva portare degli
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braccio ingessato del giovane. ¶ Una figura, poco lontano, si
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Mai un incidente, mai una multa in vita mia
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bruciata la frizione di una macchina, altro che micce
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mia macchina», e indicò una vettura tutta lustra parcheggiata
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mi ricordi? Per me una corsa vale l’altra
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ancora la Lancia Artena, una limousine a sette posti
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a sette posti del ‘32, una meraviglia di macchina che
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vista.» ¶ «Eppure», insistette Nicolò, «una volta lei l’ha
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e delle valigie. Era una signora alta, con un
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memoria, poi si dette una manata sulla gamba. «Ah
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Così sono salito: era una bella casa, di lusso
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sette posti dietro aveva una griglia che si abbassava
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piaciuto per niente avere una moglie come quella.» ¶ Nicolò
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miei gusti. Per me una donna deve essere seria
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se non è più una sgarzellina, come quella lì
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a farfalla, «e poi una pelliccia...» agitò una mano
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poi una pelliccia...» agitò una mano dall’alto in
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e sgranò gli occhi, «una pelliccia da un sacco
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visiera e si diede una grattata in testa. «Se
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giornale in attesa di una chiamata, oppure di qualcun
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posta, c’era anche una lettera indirizzata a lui
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un panettiere, un elettricista, una pasticceria, un paio di
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la stazione ferroviaria. ¶ Lesse una targa su un portone
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uscio e sedette su una sedia ad aspettare il
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proprio turno, insieme a una quantità di persone dall
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in escandescenze e che una volta è scappata nelle
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appoggiò indietro e accese una sigaretta senza filtro. «La
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Storace, insomma Gilda, aveva una personalità da paranoica. Mania
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davvero violenta. Più di una volta mi hanno chiamato
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la vicina, che è una mia paziente, mi ha
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si sedette, si passò una mano sui capelli radi
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che è qua, facciamo una bella visita.» ¶ Nicolò si
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un cucchiaio e di una lampadina. «Mmm. Ha la
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abitudini, alimentazione, ha avuto una malattia da raffreddamento... sarebbe
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sarebbe bene che facessimo una bella analisi del sangue
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le farò fare anche una radiografia, per vedere se
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normale controllo, così apriamo una bella scheda e lei
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Salvo poi uscirsene con una frase che lei non
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storie: delle due l’una. E l’Ersilia lo
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si era bevuta quasi una caffettiera, oltre a un
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Quindi c’era solo una cosa che lei potesse
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Poco oltre il portone una figura smise di guardare
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figura smise di guardare una vetrina e si incamminò
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dietro di lui, a una certa distanza. ¶ Gli girava
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dottore gli aveva cavato una mezza bottiglia di sangue
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come se navigasse in una nebbia fredda e ovattata
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cui vivevano e addirittura una rendita, che motivo potevano
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ferito. Un’imprudenza, insomma, una fatalità. ¶ Ci rifletté meglio
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cui era rimasto vittima? Una nota stonata, del tutto
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certo punto ci fu una scampanata. Il tram si
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di pietra del marciapiede. ¶ Una macchia rosso cupo si
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recitava il rosario con una monotona cantilena, laggiù davanti
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Madonna. ¶ Ersilia sedette su una panca defilata, verso il
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i suoi pensieri: sembrava una macchia d’inchiostro sbilenca
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Gazzo ci ha messo una pezza, anzi una mano
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messo una pezza, anzi una mano. Così il poveretto
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altezza della pretura, vero, una croce verde ferma davanti
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e si portò teatralmente una mano al cuore. «A
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ciondoli. «Ci ho pensato una mezz’oretta senza riuscire
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Cos’ha fatto?» ¶ «Be’, una cosa intelligente ho fatto
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soddisfazione. «Mi ha risposto una signora tanto, ma tanto
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guardare si trattava di una sceneggiata di prim’ordine
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si fermò. ¶ No, ancora una cosa lei la poteva
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sacrestano intervenne, lesto come una formica operaia, e prese
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vesti sulla credenza, l’una sopra l’altra, nell
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esaminare, lettere da scrivere. Una barba. Aveva giusto il
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Il sacrestano, secco come una cepola fritta, sgusciò tra
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a riferirgli faccende di una certa importanza nel momento
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tavolo era apparecchiato con una linda tovaglietta all’americana
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vassoio d’argento, spiccava una busta bianca. ¶ Monsignore lanciò
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la testa rotta in una settimana è un bel
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non dimenticate di dargli una benedizione. Povero ragazzo, avrà
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della posta. Che fosse una lettera anonima? Che tempi
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lettera anonima? Che tempi! Una grana tutti i giorni
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prima immagine che affiorò una volta raggiunta la superficie
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inoltrato. ¶ Si trovava in una stanza d’ospedale dalle
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letto, vuoto. Doveva essere una stanza destinata a degenti
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dall’infermiera, procedette a una visita accurata. ¶ «Bene», concluse
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rallegro! Mi rallegro augurandole una pronta guarigione. Tuttavia...» Il
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mio parere occorre prendere una decisione piuttosto in fretta
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ingessato, si trovava in una camera d’ospedale, e
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fare deciso. Gli mise una mano sulla spalla. «È
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spiegazione. Sì, ma chi? Una cosa era certa: lui
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e aveva paura. ¶ Capitolo 33 ¶ Una giornata d’inferno. ¶ Il
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per monsignor Malacalza fu una giornata d’inferno. A
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piantato sullo stomaco, quanto una pietra miliare sull’Aurelia
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di non tralasciarne neppure una. Aveva tenuto conto dell
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piombo. Aveva convenuto che una mossa affrettata e impulsiva
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dell’insinuazione gratuita di una mente malevola, giusto per
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del collo. Poteva rischiare una figura simile, lui? ¶ Il
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e di fronte a una situazione inedita e imprevista
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modo, si consumò come una candela fra borbottii e
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d’indisposizione, quanto per una sorta di auto flagellazione
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reverendo quando doveva assumere una decisione complicata e quella
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dopo essersi tormentato per una giornata intera, giunse finalmente
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prossimo e sta emettendo una giusta sentenza. ¶ Lo studio
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di bianco, davanti a una piccola scrivania altrettanto candida
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disse il medico consegnando una busta a Nicolò. «Le
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si rivolse a Jole. «Una sola raccomandazione, signora: se
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passi, parenti in attesa, una suora che spingeva il