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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Savinio, Tutta la vita, 1945

concordanze di «una»

nautoretestoannoconcordanza
1
1945
mi diede lettura di una pagina scritta da lui
2
1945
surrealismo mio si cela una volontà formativa e, perché
3
1945
e, perché non dirlo? una specie di apostolico fine
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1945
a suo modo è una poesia «civica», per quanto
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1945
che tinniva rabbioso come una cicala meridiana, dormiva una
6
1945
una cicala meridiana, dormiva una città in mezzo alla
7
1945
d’essere, che in una delle sue case bianche
8
1945
marciapiede c’era soltanto una cesta, e accanto alla
9
1945
e il treno corresse una vecchia ruggine. Poi anche
10
1945
stazione si fermò, e una voce echeggiò prima vicina
11
1945
invece lo deformano in una specie di grido convenzionale
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1945
ferro battuto, aggomitata a una finestra accanto a un
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1945
e non si fermano; una ragazza guarda il treno
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1945
quella città ci fosse una sola donna, e questa
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1945
della tettoia, simile a una vecchia che va in
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1945
va in giro con una veletta sul naso, un
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1945
che Ettore Romagnoli in una discussione in casa Notari
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1945
come gli «utènsili» che una giovane e gallinesca commessa
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1945
sì e gli dava una cera da morto, ma
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1945
inutile, il ricordo di una delle sue tante occasioni
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1945
mosaicista che colloca a una a una le tessere
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1945
colloca a una a una le tessere sul sottofondo
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1945
della sua memoria e una dopo l’altra le
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1945
i muri. Davanti a una strisciata di sangue più
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1945
viaggi; gli ricorda che una partenza lo aspetta ancora
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1945
stazione. Che ci fosse una città in quei pressi
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1945
umana nel suono di una tromba che lentamente e
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1945
Città estremamente pudica, di una pudicizia grinzosa da vecchia
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1945
lato destro della strada una casetta a un solo
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1945
sulla soglia della quale una vecchia vestita di nero
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1945
con le gengive sdentate una pipetta bianca di coccio
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1945
il taccuino e rilesse una volta ancora l’indirizzo
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1945
cubica e bianca come una tomba imbiancata di fresco
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1945
in salotto, lei in una poltrona dalla spalliera altissima
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1945
di conchiglia, lui in una poltrona di dimensioni più
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1945
a far progetti su una occasione mancata, «io in
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1945
in penombra, essa, per una ispirazione da assassino che
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1945
svantaggio per sé, sì una condizione favorevole al suo
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1945
cieco, servirsene come di una strada battuta. «Enrico è
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1945
un pacchetto di titoli: una specie di patrimonio. Poi
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1945
Enrico gli aveva lasciato una eredità. Si convinse che
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1945
dichiarando per esempio in una lettera che il suo
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1945
piacque l’idea di una fortuna che giace in
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1945
disse, ritrovando a proposito una locuzione burocratica imparata durante
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1945
suo lontano tirocinio in una società di assicurazione, gli
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1945
ogni frivolità. E concluse: «Una bella barba!». Da quelle
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1945
il suo arrivo, con una certa quale esitazione ben
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1945
del batacchio che figurava una testa di negro agganciata
49
1945
del batacchio apparve a una finestra soprastante il portone
50
1945
finestra soprastante il portone una testa di vecchia che
51
1945
dentro la testa come una lumaca. ¶ Lodovico fu introdotto
52
1945
indovinare l’età di una donna? Troppe volte Lodovico
53
1945
Era arrabbiatissimo. Gli pareva una di quelle scene troppo
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1945
accennò con la mano una poltrona di fronte a
55
1945
gesto ieratico, depose come una santa reliquia il pacchetto
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1945
come dalla voce di una moribonda si posarono esangui
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1945
smorto, l’esangue di una voce di moribondo. ¶ Queste
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1945
della sua parete rigonfia una bocca morbida e grassa
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1945
un esercizio pericoloso, per una rischiosa spavalderia, assaporando il
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1945
narrazione, la minaccia di una dimenticanza che d’improvviso
61
1945
fragilissima finzione. ¶ Diceva: «Fu una vita di stenti continui
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1945
e contemporaneamente pensava: «Fu una vita di lazzarone e
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1945
coprì gli occhi di una résina purulenta». ¶ Lodovico stupiva
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1945
il suo discorso come una fuga a due voci
65
1945
fuga a due voci, una sonora e l’altra
66
1945
porto e puro. Pensa una «fuga a due voci
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1945
si era arricchita di una terza voce. Mentre Lodovico
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1945
dicono gli archeologi, di una presa di intimità. ¶ «Come
69
1945
il polso di Enrico una berna aveva nidificato, ma
70
1945
aggiunse Lodovico dando fuori una idea che gli parve
71
1945
miàgolo intermittente, come se una creaturina fosse nata nella
72
1945
avvicinarsi a lei, prenderle una mano, iniziare con quest
73
1945
lui; e Lodovico ebbe una illuminazione, capì in un
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1945
si mutò improvvisamente in una donna di luce, tutto
75
1945
il soffitto. E dopo una lotta di durata immisurabile
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1945
da sé, ingigantita, come una dea vendicatrice, come la
77
1945
ancora, si riduceva a una creatura miserrima, infinitamente pietosa
78
1945
ad allettare il passante, una affacciata sulla via Copernico
79
1945
oggetti a trucco, come una finta mosca posata su
80
1945
a statura d’uomo, una lastra di vetro opaco
81
1945
da tergo, sulla quale una ballerina araba in ombra
82
1945
ruotava i lombi in una infaticabile danza del ventre
83
1945
pudore e armarsi di una certa dose di intrepidezza
84
1945
soppresso per giunta su una delle due vie il
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1945
c’è impedimento che una madre non vinca per
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1945
e transito, e dunque una continua morte, e costruirsi
87
1945
anche quell’alberetto costituisse una minaccia per il suo
88
1945
armenti degli animali sono una sparuta minoranza. La terza
89
1945
al piccolo Didaco fu una impressione di «pensiero», e
90
1945
età di pensare a una professione o, come si
91
1945
e le «fermasse» in una condizione inalterabile: ritte sulle
92
1945
in miniatura, avvolto in una zimarra a stellone, fluida
93
1945
la voce avevano acquistato una divina pacatezza. Parlava breve
94
1945
umane. Qualcuno lo chiamò una volta Padreterno, senza ombra
95
1945
Didaco prese in moglie una donna di trent’anni
96
1945
arrivò al signor Didaco una lettera che era un
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1945
potenti e giaceva su una tavola in mezzo al
98
1945
cara spoglia. E dopo una pausa: «Pensare! lui che
99
1945
e lo stritolò come una cannuccia di paglia, dopo
100
1945
ricevé dalla giubilante gentildonna una somma tripla di quella
101
1945
sarà rotto. Potevo permettere una cosa simile, signor Presidente
102
1945
il convoglio stava descrivendo una curva fra due bocche
103
1945
bocche di gallerie in una valle traversata da un
104
1945
stesso nomignolo Fufù è una onomatopea ferroviaria, dolce ricordo
105
1945
alla testa del convoglio una specie di cassone chiuso
106
1945
scintillante al sole per una recente annaffiata, l’inquietante
107
1945
di fibra vegetale, come una madre si stringe al
108
1945
da un’onda in una vettura piena di piedi
109
1945
la signorina Fufù inferì una torbida opinione dei misteriosi
110
1945
il terrore misto a una certa quale ripugnanza la
111
1945
treno si fermò in una stazione priva di tettoia
112
1945
priva di tettoia, e una voce lontana che con
113
1945
tirò giù dalla rete una valigia stretta come un
114
1945
la mano vizza come una secca foglia di plàtano
115
1945
pubblicità si centellinò a una a una le richieste
116
1945
centellinò a una a una le richieste d’impiego
117
1945
Blüthner, Beckstein, Steinway...». E una volta ancora, come la
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1945
a sé riempirsi di una dorata sonorità. ¶ Fufù è
119
1945
fiume degli spettatori dentro una specie di scatola bianca
120
1945
Era l’interno di una scatola di giochi: di
121
1945
ogni suo fiore è una luce. ¶ Poi il mazzo
122
1945
accendevano le barre di una gabbia d’oro. ¶ Era
123
1945
è egualmente chiara di una vita tutta lindore e
124
1945
amato si confondevano in una medesima persona. Dall’ombra
125
1945
aspettare e sparve. ¶ Era una lunga infilata di sale
126
1945
un tecnico». ¶ «Allora diremo una coda», concluse l’untuoso
127
1945
untuoso signore. «Ho appunto una coda che fa benissimo
128
1945
del la perpetuo. In una sala, circondato di pianoforti
129
1945
la sua guida con una certa quale apprensione. ¶ L
130
1945
coda e lungo come una balena, basso sulle zampe
131
1945
alcuni accordi perentorii, con una forza insospettabile in uomo
132
1945
aveva dato a costei una oscura e imperfetta conoscenza
133
1945
al pianoforte come a una creatura viva ma addormentata
134
1945
con dolce condiscendenza, e una volta ancora fece quel
135
1945
fronte, come per dissipare una distrazione. ¶ «Una svista» disse
136
1945
per dissipare una distrazione. ¶ «Una svista» disse la sua
137
1945
Fantapié un pianoforte femmina: una pianessa, che i fabbricanti
138
1945
di pianofortini neonati... capirà... una signorina che vive sola
139
1945
c’era in negozio una pianessa piena di uova
140
1945
in mezzo ai giochi, una lite scoppiava fra due
141
1945
cagnolino di litigare con una cagnetta, ma non però
142
1945
uomo di litigare con una donna. La pianessa quanto
143
1945
si vede circondata di una vita rigogliosa e sonora
144
1945
aiutato dal portiere. E una mattina si presentano in
145
1945
vestite di grigio a una villa fuori porta, circondata
146
1945
sera per dormire, ma una volta sola per morire
147
1945
la manica della giacca una soprammanica di alpaca, mettono
148
1945
campo di grano con una stella nera in mezzo
149
1945
scendono dai treni reggendo una valigia in mano, si
150
1945
lavoro determinato, non esercitano una professione precisa ma si
151
1945
è per gli uomini una organica necessità. Ma a
152
1945
uomini a partire da una certa età si uniscono
153
1945
vive, è perché anche una foglia galleggia immobile sull
154
1945
grande fatto o di una grande idea, e ora
155
1945
come voler far crescere una pianticella sotto un ferro
156
1945
sono come velati da una membrana. La faccia tutta
157
1945
è come contenuta dentro una ineffabile guaina. Indifferenza perfetta
158
1945
apparsi. Tuttavia, e per una maggiore premunizione, Leone ha
159
1945
visibile a occhio nudo una piccolissima cometa, ma Leone
160
1945
nella via intenebrata tracciava una pallida guida. Le strade
161
1945
pericolosa. ¶ D’un tratto una voce spaventosa ruppe sopra
162
1945
quella voce doveva seguire una grande fiammata accompagnata da
163
1945
alcuni uomini correndo, passò una motocicletta tossendo fragorosamente; poi
164
1945
totale. Leone intuì che una volontà perentoria aveva dato
165
1945
un albero che per una improvvisa voluttà di movimento
166
1945
per la costa di una collina, che era cinta
167
1945
sulla vita perché anche una foglia galleggia immobile sull
168
1945
mezzo del salotto come una piccola nave in alto
169
1945
protese come per afferrare una immagine che gli sfuggiva
170
1945
proprio in quel tempo, una sera, mentre era solo
171
1945
il piccolo Nìvulo udì una voce che diceva: «Nìvulo
172
1945
e assieme senile. Invano. Una volta, torturato dalle domande
173
1945
sentiva dentro di sé una voce». Uno psichiatra più
174
1945
animoso degli altri arrischiò una diagnosi di «engastrimia del
175
1945
impartire delle cognizioni a una creatura incomunicabile e che
176
1945
senza aver dovuto vincere una certa quale resistenza dell
177
1945
movimenti in mare di una nave priva di equipaggio
178
1945
era anche lui come una nave priva di equipaggio
179
1945
un apparecchio radiocomandante, ossia una coscienza, dirige di lontano
180
1945
a un congegno, a una macchina, e li guardava
181
1945
Nìvulo si arrampicò su una sedia, tirò giù dalla
182
1945
farsene. Visse in formazione una vita già formata. E
183
1945
non avevano mai scambiato una parola: quel figlio che
184
1945
morire». ¶ Nìvulo piombò in una indicibile tristezza. In capo
185
1945
con grande sforzo avanzò una mano per carezzargli la
186
1945
come un bambino. ¶ Venne una commissione di medici che
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1945
sottili come cannucce e una testa grossa e «inutile
188
1945
ragazzo stupendo, lustro come una maiolica, raggiante di vitalità
189
1945
zenit. ¶ Prese moglie. Sposò una fanciulla di due anni
190
1945
sul serio». Per darsi una cera più grave e
191
1945
formava nuove nazioni e una volta ancora mutava la
192
1945
mezzo a questo, come una immobile nave, avanzava la
193
1945
La casa simile a una prora enorme imponeva alla
194
1945
voce fosse calata da una delle finestre che in
195
1945
parte, troppo lontane perché una voce mi avesse potuto
196
1945
così da vicino. ¶ Era una voce aspra. Più aspra
197
1945
avevo udite fino allora. Una voce pietrosa. E così
198
1945
viscere di un monte. «Una voce da Encelado» pensai
199
1945
e nel cuore di una città moderna, tra mezzanotte
200
1945
tra mezzanotte e l’una di notte; e dopo
201
1945
quella serata passata in una casa nella quale ero
202
1945
terra i grani di una collana rotta, riannodai i
203
1945
perpetrato dai loro connazionali». ¶ «Una bella iniquità far espiare
204
1945
che non rispondesse a una ragione morale; e chi
205
1945
impassibile, e ostentano persino una certa quale libertà di
206
1945
reggessero sul capo, ma una conca d’acqua attinta
207
1945
come tu sai era una specie di Michelangelo in
208
1945
chi un balcone, chi una volta, chi una mènsola
209
1945
chi una volta, chi una mènsola, chi una sedia
210
1945
chi una mènsola, chi una sedia per espiare l
211
1945
tradimento dei Carii, facciamo una fatica del tutto inutile
212
1945
che non rispondesse a una ragione morale?». ¶ «Penso che
213
1945
giusto che per espiare una colpa commessa non si
214
1945
è intorno a te una leggera luce che io
215
1945
ma di notte dà una luminosità opaca come il
216
1945
di nascosto, quasi compissero una operazione vergognosa. Un vecchio
217
1945
il boccone ridotto a una informe poltiglia che passava
218
1945
nera dalla fronte sudata una ciocca di capelli grassi
219
1945
potenti e lanciato a una velocità folle, convogliò indi
220
1945
nel suo trionfante fragore una ciurma di sballonzolanti cadaveri
221
1945
Quel treno lanciato a una corsa regolare, ritmato come
222
1945
più mutare e che una strana eternità sbattuta e
223
1945
da renderlo incomprensibile; onde una strana geografia notturna si
224
1945
riaccendeva nei suoi fianchi una colonna vibrante che rapidissimamente
225
1945
ancora nel corridoio. ¶ Dopo una delle tante riprese del
226
1945
quello che vedo e una zona d’incertezza sempre
227
1945
Io so di aver una piccola precedenza su lui
228
1945
porta dello scompartimento, in una situazione assurda e apparentemente
229
1945
e specie da quando una certa quale disfunzione del
230
1945
diverse facce, riunite in una sola neutra e amorfa
231
1945
e ogni volta è una pestata ai miei piedi
232
1945
pestata ai miei piedi, una pedata ai miei stinchi
233
1945
liberatrice mi illumina di una luce improvvisa, mi sento
234
1945
compagno di viaggio. È una faccia problematica e inquietante
235
1945
io avevo pensato. È una faccia «a telescopio». Una
236
1945
una faccia «a telescopio». Una faccia nella quale come
237
1945
altre e tutte in una faccia sola; la quale
238
1945
si rinnova. Ora è una faccia di leone, ora
239
1945
di leone, ora è una faccia di iena, ora
240
1945
di iena, ora è una faccia di gufo, ora
241
1945
di gufo, ora è una faccia di casa e
242
1945
di casa e dunque una facciata, con la porta
243
1945
fossero morti, ora è una faccia di armadio a
244
1945
quadro in bianco, ossia una cornice intorno a una
245
1945
una cornice intorno a una tela sulla quale nulla
246
1945
un sedere, ora è una parte del corpo umano
247
1945
si è soffermato a una città senza nome, e
248
1945
posso guardare senza sentire una profonda nausea, come se
249
1945
compagno ha tirato fuori una lingua così lunga, che
250
1945
di questa bottiglia ermetica (una delle maggiori invenzioni del
251
1945
ogni volta per me una sorpresa o lieta o
252
1945
là dalla vita» su una terra così levigata e
253
1945
nello scompartimento, mi do una rassettata agli abiti, torno
254
1945
fronte comincia a gonfiarsi, una forma si delinea rapidamente
255
1945
mezzo del cielo sopra una terra che sembra un
256
1945
finestra della nostra casa una donna è affacciata, bellissima
257
1945
così spesso in viaggio... Una mattina Rutiliano aprì la
258
1945
lucono come gradini di una scala d’oro le
259
1945
pallore del muro. Su una sedia albeggia la biancheria
260
1945
di un balbuziente, di una creatura debole! Quanto estraneo
261
1945
notte sta ripiegata su una sedia. Rutiliano guarda quelle
262
1945
intonati alla camera di una giovane sposa. Ismene difese
263
1945
la prima qualità di una padrona di casa: ricòrdatelo
264
1945
cui al margine di una lunga lacerazione della cute
265
1945
della cute pende come una perla nera un grumo
266
1945
dolorosa e cocente come una staffilata, che oltre a
267
1945
dell’«onore» della battaglia. Una spirale rossa gli ruotò
268
1945
quel petto molle come una imbottitura di bambagia e
269
1945
fiori di lana con una straordinaria precisione, con una
270
1945
una straordinaria precisione, con una straordinaria fantasia. Lui è
271
1945
opaco che circonda Luigino, una direzione nel confuso, una
272
1945
una direzione nel confuso, una linea di precisione nel
273
1945
non può durare. È una vita da schiavo. A
274
1945
un poco pensa a una finta morte. Ma come
275
1945
è grande e possiede una rivoltella. Lui che può
276
1945
dice che gli viene una crisi di fegato. Stupidi
277
1945
sua madre gli dà una stretta allo stomaco, Luigino
278
1945
dà l’immagine di una cosa rotonda e rotolante
279
1945
faticosa! ¶ Luigino si farà una nuova vita. Camminerà, camminerà
280
1945
magnificamente vestito, tornerà dentro una splendida automobile e dirà
281
1945
andò indietro barcollando come una grossa bambola ubriaca; e
282
1945
giorno si dissolve in una luce più morbida. Comincia
283
1945
sua madre per terra. Una volta Luigino ha veduto
284
1945
Luigino ha veduto in una rivista illustrata un matricida
285
1945
ringhiera della scala come una barca dalla boa, traversa
286
1945
batte in petto come una campana di piombo. ¶ È
287
1945
dei cortinaggi. Brilla da una parte la cornice dorata
288
1945
sul tappeto, simile a una breve gonna a strisce
289
1945
assaporava le delizie di una felicità gelosa, perché allora
290
1945
per gradi, come in una calcolata operazione sessuale, toccava
291
1945
ingombrante? Il professore tentava una timida difesa della poltrona
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ditta ATMA che è una sigla composta delle iniziali
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di Schopenhauer. «Vicino a una finestra dello studio, accanto
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studio, accanto alla scrivania, una pelle di orso stesa
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dei mobili Novecento, era una squisita espressione della nostra
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sbeffeggiamenti. Altri nasce con una voglia di fragole sulla
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un tetto che copre una intera casata, e il
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lontano antenato; e a una offesa recata al nome
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fa chiamare Dazio. Toccò una volta ancora a Dazio
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intorno alla scollatura di una camicia da notte di
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salotto e adorna come una vecchia zia sul sedile
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e lo schienale di una trapuntina rosa legata all
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velluto crèmisi pendeva da una parte sulla cornice. Il
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naso adunco, chiuso dentro una cornice a piani sovrapposti
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occhi aperti ritto dentro una bara di lusso. Niuccia
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sarebbe dovuta entrare in una clinica per malattie nervose
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riuscita a trasformarsi da una fanciulla tutta dolcezza e
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dolcezza e candore, in una moglie piena di acrimoniosa
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dominata nel mezzo come una chiesa in un giorno
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il viaggio di nozze una squadra di arredatori guidata
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soffitti, passò sui muri una uniforme tinta bianca e
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intestato a sua moglie una parte cospicua del suo
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dai ricordi. Dazio ebbe una ispirazione di carattere masochista
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ritornare lui solo per una notte all’Albergo degli
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di origliare, di cogliere una parola, una voce, un
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di cogliere una parola, una voce, un sospiro e
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posti. Dazio ritrovò, come una calda protezione, l’aura
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l’infelicità arriva a una perfezione tale, l’infelicità
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tale, l’infelicità diventa una forma di felicità: la
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squisita. Cercar di rompere una siffatta forma d’infelicità
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pensò Dazio e in una brevissima ricapitolazione mnemonica ricordò
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di tendaggi, simile a una foresta di stoffa odorosa
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dondolo era occupata da una Niuccia che era Niuccia
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assieme non era Niuccia. Una Niuccia più matura di
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più molle di forme. Una Niuccia nella quale Dazio
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la canna lucida di una rivoltella. ¶ «Che fai? Che
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resse e schiantò in una stella scintillante. ¶ Quando il
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regge in piedi, come una colonna reggerebbe un cadavere
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cadavere a essa legato. Una logica adamantina lo illucida
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madre e Niuccia sono una persona sola, prolungata nel
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ricorda, oscuramente ricorda che una volta, molto tempo addietro
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era stato necessario mettergli una luce nuova. ¶ A questo
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specchio è ormai tutto una macchia scintillante, Dazio guarda
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tuttavia il ricordo di una voce. Quale?... Candido volta
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fosse faticosamente chiuso dentro una cassa di cure diatermiche
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Di fiori freschi odoravano una volta anche le ascelle
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paio di giorni presso una sua sorella in campagna
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oro, e fece anche una freddura: mise il p
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i dolorosi palpiti di una carie. Baciò a lungo
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e qui Candido precipita una volta ancora nell’orribile
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abisso. ¶ Morta! ¶ Candido precipita una volta ancora nell’orribile
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Candido è teso in una ascoltazione spasimante. Ascolta con
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è solo? ¶ Ora è una vocetta molto giovane che
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suono di voci riunite, una luce improvvisa si accende
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povera Teresa. Ma è una sorpresa senza paura, una
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una sorpresa senza paura, una sorpresa quasi senza sorpresa
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stesso è coricato. ¶ Dice una delle poltroncine: ¶ «Noi ti
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molle rotte». ¶ Domandano a una voce le due poltroncine
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Perché? perché?», domandano a una voce i mobili del
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mobili del salotto. ¶ «È una storia che riguarda la
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così sospesi!» invocano a una voce i mobili del
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anni e questa è una circostanza fondamentale. Voi sapete
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nudi, scomodi: voialtri in una parola». ¶ «Mobili scomodi noi
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Mobili scomodi noi!» protesta una delle poltroncine. ¶ «Bada come
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bel salotto era questo una volta, caldo di fascino
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salotto la penombra di una piccola foresta. Me sola
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io avessi mai conosciuta». ¶ Una profonda commozione irrora il
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giustificare nella sua Teresa una tanta fama di amante
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salotto. Tutti la credevano una donna di costumi illibati
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modello di fedeltà e una santa, e più di
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voleva combinare con lei una specie di luna di
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tenore Franz farsi buttare una frittata bollente sul sedere
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che se invece di una poltrona da salotto io
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da salotto io fossi una poltrona da dentista, non
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si tiene in casa una vecchia e fedele domestica
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la nostra rovina!». ¶ Dice una delle poltroncine crèmisi: ¶ «Sicché
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moglie, che lui crede una santa, era invece...». ¶ Risponde
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buon acume critico. Domanda: ¶ «Una curiosità mi dovresti levare
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signora Teresa, che aveva una casa così grande, e
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casa così grande, e una bellissima camera da letto
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che per piacere” come una volta la udii che
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la verità che sentirei una certa quale gelosia. Come
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scopa di seta in una mano e la galera
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esaminatolo a lungo, riconobbe una dentiera. Di fronte al
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rovesciata e simile a una donna a gambe in
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buono furono presi da una paura tale che tutti
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anche senza ragione – senza una “precisa” ragione, come dite
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mettere intorno a voi una difesa, per impedire a
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letto soltanto, allungai anche una gamba fuori del letto
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volta mi avete detto una bugia... Mi avevate detto
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ho capito che è una legge inventata da voi
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quella montagna c’è una città grandissima, tutta bianca