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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Oriana Fallaci, Penelope alla guerra, 1962

concordanze di «uno»

nautoretestoannoconcordanza
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esattamente un paese. È uno stato d’animo, un
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era il volto di uno che ha fame. Joseph
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in stecche come in uno che canta, e parlava
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portato i saluti di uno dei due americani ormai
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batter di ciglia diventavi uno di loro. Lei non
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Lei non era già uno di loro ora che
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ogni strada c’è uno strappo di azzurro che
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poltrone intatte, materassi senza uno strappo, bistecche appena smozzicate
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il discorso le costava uno sforzo. Gli argomenti seri
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K.?» ¶ Ficcò in bocca uno chewing-gum, appoggiò i
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tutti da comprare in uno sventolare di dollari. Poi
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la commessa introducendola in uno sgabuzzino foderato di specchi
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volto secco, come di uno che ha fame, poi
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un taxi, infine in uno che le voltava le
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un telefono. ¶ Entrò in uno snack-bar. Le cabine
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New York. Ne aprì uno a casaccio. Era l
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per il fattorino ed uno per il cameriere, uno
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uno per il cameriere, uno per il pulisciscarpe ed
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per il pulisciscarpe ed uno per l’ufficio postale
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per l’ufficio postale, uno per il direttore ed
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per il direttore ed uno per il portiere, uno
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uno per il portiere, uno per le chiamate urbane
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le chiamate urbane ed uno per le chiamate interurbane
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c’era il termosifone, uno scaldino di brace accesa
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Il taxi fermò, in uno stridore di gomme. Lei
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accendisigari. I due uomini, uno alla sua destra ed
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alla sua destra ed uno alla sua sinistra, erano
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in stecche come in uno che canta, e ora
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cinema.» ¶ «Con chi?» ¶ «Con uno che si chiama Gomez
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la tolda rotonda in uno schiumare di acqua. Si
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un tacchino grosso come uno struzzo dormiva, spennato, accanto
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volti contratti, sudore, ed uno gridò «Come, young lady
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finché tutto finì in uno strappo glorioso, un ultimo
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tarda ma deve venire. Uno, due. Uno, due. Uno
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deve venire. Uno, due. Uno, due. Uno, due. Richard
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Uno, due. Uno, due. Uno, due. Richard alzò gli
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e respirava forte come uno che ha fatto una
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tarda ma deve venire. Uno, due. Uno, due. Uno
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deve venire. Uno, due. Uno, due. Uno, due. Ecco
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Uno, due. Uno, due. Uno, due. Ecco, ora si
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lui non aveva risposto. Uno, due. Uno, due. Uno
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aveva risposto. Uno, due. Uno, due. Uno, due. «Hallo
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Uno, due. Uno, due. Uno, due. «Hallo, mammy!» «Ah
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fare a meno l’uno dell’altra. Come avrebbero
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fare a meno l’uno dell’altra? Per Florence
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guardò l’acqua come uno che affoga, e quasi
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voltasse. ¶ Bill sedeva su uno sgabello del bar, deliberatamente
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Giovanna si arrampicò su uno sgabello e sostenne, da
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Martine non abbia ragione. Uno splendido accordo oppure…» i
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durava Giovanna sentiva come uno strappo. Lentamente, inesorabilmente, l
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quel tempo andando l’uno alla scoperta dell’altro
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è il match. Ecco uno spettacolo che non vorrei
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fuori questa città è uno sfavillare di luce ma
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non ho mai conosciuto uno come Richard.» ¶ «Su questo
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Sì, li abbiamo contati, uno per uno. Siamo irraggiungibili
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abbiamo contati, uno per uno. Siamo irraggiungibili nelle statistiche
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una caramella di menta». Uno di quei fogli era
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vita e al cinematografo. Uno si chiede come facciano
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comprarsi un cane, magari uno Yorkshire terrier perché era
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Giovanna perplessa. ¶ C’era uno stand per i cani
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bene.» ¶ «Lo guardo. È uno Chanel beige, con profili
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che una chiesa era uno stanzone con le panche
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statue né crocifissi: solo uno striscione di stoffa su
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fermo. Poi, veloce come uno schiaffo, si insinuò a
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disse Bill allontanando con uno spintone Giovanna. E fu
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guardava allibita ora l’uno e ora l’altro
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casa. Giovanna pensò che uno dei prossimi giorni avrebbe
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tavolo e sono rimasto uno stupido.» ¶ Si allontanò quasi
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di acqua che da uno spigolo tondo, lassù, precipitava
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ad attraversare: e ricevi uno schiaffo.» ¶ «Richard, stai zitto
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Richard, stai zitto.» ¶ «Ricevi uno schiaffo, ti guardi intorno
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nessuno ti ha dato uno schiaffo. Fai un passo
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al marciapiede. Stavano l’uno davanti all’altra e
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caute testoline di mammole. Uno scoiattolo impaurito fuggì in
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era un cottage e uno stagno. In piedi dinanzi
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davanti ce n’era uno con tante campanelline attaccate
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un paese così sano. Uno arriva in America, esce
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la gente ammalata: mai uno storpio, né un cieco
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né un gobbo, mai uno che starnutisca, o tossisca
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beffarda: «Bip! Bip!». ¶ «È uno scherzo» disse incredulo Richard
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Times Square.» ¶ «Non è uno scherzo. È l’inizio
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pipa. ¶ «Davvero non è uno scherzo?!» gridò Richard senza
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spasibo!», oppure per dire: «Uno momento», e sedere dinanzi
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nella Cinquantaquattresima, fermò con uno stridore di freni dinanzi
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casa di Hultz? Dà uno sputnik-party, stasera.» ¶ «Come
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vale a dire possedere uno shelter che è un
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nostro piano triennale prevede uno shelter economico da duemila
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sarà quello di possedere uno shelter. Sarà quello di
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Martine si ruppe in uno strillo isterico. ¶ «Li voglio
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è gratuito e non uno scambio di merce?» ¶ Martine
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appuntamento con Richard. Gettò uno sguardo privo di interesse
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permesso, ricevette in risposta uno spintone che quasi la
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Fu un vero combattimento, uno scontro da uomini. La
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il pappagallo non faceva uno strillo. Si distruggevano senza
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labbra erano dischiuse in uno stupefatto dolore, tutto il
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i calzoni, dovresti saperlo.» ¶ Uno schiaffo secco si abbatté
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mocciosi? Rispondi!» ¶ Giovanna alzò uno sguardo implorante; per la
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che si ammirava a uno specchio. Irato, il giovanotto
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una scia di saliva. Uno, completamente ubriaco, giaceva in
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dinanzi ai tuoi occhi, uno stupore doloroso, una nausea
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pomeriggio, riuscì a prenderne uno la fortuna le parve
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lettere, Giò. Le considero uno strumento di comunicazione per
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sguardo mi cade sopra uno specchio e lo specchio
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Richard va benissimo per uno di quei giovanotti che