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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

concordanze di «uno»

nautoretestoannoconcordanza
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1991
A Karine, da lontano ¶ UNO ¶ 1 ¶ – Allora, non c’è
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1991
denaro... o magari è uno scherzo... ¶ – Sai dov’è
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Torno subito, Stitt... ¶ – È uno scherzo, secondo me è
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scherzo, secondo me è uno scherzo... ¶ – Vero che non
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Vero che non è uno scherzo, Magg? ¶ – E chi
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nel buio, in silenzio, uno accanto all’altra nel
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e la faccia di uno che stava facendo la
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vaga, ma almeno era uno straccio di spiegazione. E
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proprio di ritorno da uno dei suoi viaggi che
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diciamo due metri per uno, un rettangolo di vetro
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signor Rail, tornando da uno dei suoi viaggi, non
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la giacca e a uno a uno i bottoni
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e a uno a uno i bottoni del gilet
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il signor Rail mandasse uno straccio di lettera o
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solo un gioiello. ¶ Ora, uno può trovare mille ragioni
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è una distanza che uno se la ingoia in
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più modestamente, rosicchia metri, uno dopo l’altro. Tanto
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sette, e tre, e uno, fine. Si ferma, Pekisch
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bottoni ne è rimasto uno solo, quello più alto
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ha l’aria di uno che potrebbe farlo per
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propria stessa medesima voce... uno prende un tubo, lo
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tornano lungo il tubo, uno a sinistra l’altro
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voce perduta, che se uno li vedesse da lontano
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che vi sono scritti, uno sotto l’altro. Tira
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al terzo piano di uno stabile di via Moscat
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è tante? ¶ – Dipende. Se uno ha molta fantasia, può
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fare molte schifezze. Se uno è scemo magari passa
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altre storie. ¶ – Mettiamola così. Uno si alza al mattino
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Il complicato arriva quando uno si accorge che ha
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dalla testa? ¶ – Già. ¶ – Già. Uno ci pensa e alla
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il momento di pagare uno non pensi a scappare
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roba – tutti i nomi, uno per uno – ci avrebbe
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i nomi, uno per uno – ci avrebbe messo una
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astuzia del catalogare. Se uno, via via che imparava
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spinge ad attribuirle anche uno spiccato senso del destino
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fette di vita che uno nemmeno si immagina. Sarà
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portò addosso i rintocchi, uno a uno, dal paese
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i rintocchi, uno a uno, dal paese fino al
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nella stazione di Pittsburgh, uno per ogni linea ferroviaria
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a 25 chilometri all’ora, uno spettacolo a vedersi. Fatte
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ancora non doveva essere uno stupore più di tanto
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mai partita, magari sapendolo uno potrebbe tornare lassù, sulla
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bellezza di otto treni, uno in fila all’altro
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autorità – fu travolto da uno degli otto treni che
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una gamba maciullata e uno stralunato stupore negli occhi
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suonava l’umanofono. Era uno strano strumento. Lo aveva
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destro del cantore corrispondente uno strattone: quando sentiva lo
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da rimanere di stucco. Uno ha una nota, che
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di intonazione davvero singolare. Uno poteva fermarli in qualsiasi
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della vedova Abegg dove uno aveva la sua stanza
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colore erano i rumori, uno per uno, sentiva suonare
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i rumori, uno per uno, sentiva suonare anche un
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facile da capire. Magari uno ci fosse stato, quella
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un voluminoso fascicolo e uno scrittoio da viaggio. Il
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disse ¶ – Non è esattamente uno scherzo ma credo che
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infinito acquazzone. ¶ Undici rintocchi. ¶ Uno sull’altro. ¶ Lo stesso
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un tempo innumerabile. ¶ Undici. ¶ Uno dopo l’altro. ¶ Sassi
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a percuotere i tasti uno dopo l’altro, per
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la prese, e come uno che portasse un sorso
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diversa, insomma... come se uno suonasse una fisarmonica in
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abbracciai, e... stavamo stretti uno contro l’altro, su
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che, in effetti, a uno a uno, e dapprima
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effetti, a uno a uno, e dapprima con prudente
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allargarono le braccia e uno a uno presero a
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braccia e uno a uno presero a girare su
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ridere, dritti, alla fine, uno nelle braccia dell’altro
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collettiva che se mai uno potesse vederla dall’alto
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Vuole dire che sarà uno spettacolo”, “No, proprio come
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proprio allora, dolcissimamente, come uno sguardo, nulla di più
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a scivolare, Elisabeth, come uno sguardo, pianissimo, sull’esattezza
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un unico nitido istante. ¶ Uno dei signori venuto dalla
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squarciando l’aria con uno stridìo disumano e infinito
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dalla Casa Reale, più uno comprato, perché fallato, dalla
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Andersson. ¶ – Trenta centimetri – disse uno dei signori venuti dalla
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il sole brillerà come uno specchio e la si
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Da molto lontano, come uno specchietto che scivola via
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da lontano sarebbe parsa uno spicchio qualunque di una
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quella di Mormy. Aveva uno strano istinto, forse, per
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e lui, rubato da uno stupore lancinante, rimaneva indietro
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anno, ovviamente, c’era uno che alla fine vinceva
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quegli sguardi, tutti meno uno: perché il volto di
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C’erano cose che uno qualunque avrebbe tranquillamente guardato
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di storie. E tra uno e l’altro, il
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no. ¶ ... che se a uno glielo chiedessero, di che
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libro. ¶ Una lettera che uno aspetta da anni e
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Abegg, seduti sulla veranda, uno di fronte all’altra
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Cosa se ne faceva uno come lui di quattro
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Pun, la violentarono prima uno poi l’altro e
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che nacquero, i giorni uno dopo l’altro, ottocento
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binari muti, gli anni uno dopo l’altro, la
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tesi di fondo di uno dei testi che lui
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come una ragnatela abbandonata. Uno sguardo – anche solo uno
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Uno sguardo – anche solo uno sguardo – l’avrebbe potuta
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come un sottile refolo. Uno spiffero sfuggito ai serramenti
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e il signor Rail uno davanti all’altro, con
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un po’, quei due, uno davanti all’altro, con
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baldacchino merlettato. Un tappeto, uno specchio. L’alba gli
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pomeriggio. ¶ – La faccia di uno terrorizzato. ¶ Lo sapeva, Hector
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le telegraferò immediatamente. ¶ Stavano uno di fronte all’altro
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calesse, si esibiva in uno dei suoi numeri migliori
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storia lì... anche lì uno potrebbe dire ‘è il
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non perché lì fosse uno schifo, no... ma perché
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viceversa... una cosa complicata... uno spettacolo... tanto che venne
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ne sto per fare uno’... non ho mai capito
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lavorano a posar binari, uno dopo l’altro, uno
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uno dopo l’altro, uno in fila all’altro
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comprare un baule, sai uno di quei bauli che
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dopo tanto meticoloso lavoro, uno splendido tavolo da biliardo
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di una pazzia – di uno scherzo dell’immaginazione – di
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fosse, Iddio, li conoscerebbe uno per uno, saprebbe tutto
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li conoscerebbe uno per uno, saprebbe tutto di loro
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altra. Tutti figli suoi. Uno per uno. E Tegon
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figli suoi. Uno per uno. E Tegon, che suona
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e morirà impiccato a uno dei suoi ciliegi dopo
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tre metri precisi tra uno e l’altro – fucilare
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poco a poco, come uno sbuffo bianco che un
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certo ne sarebbe incantato, uno come il signor Rail
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si troveranno – gli strumenti uno dentro l’altro, e
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eserciti di suoni marciano uno addosso all’altro, passo
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metri, non di più – uno spasimo, una tortura – che
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unica musica – sono lì, uno dentro l’altro – non
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bisogno di parole, dopo uno sguardo così, né di
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un’eternità – sono sfilati uno accanto all’altro, senza
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non ce n’è uno che si sia voltato
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davanti a sé sfilando uno accanto all’altro – e
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Paxton – Chi è Paxton? – Uno che non sono io
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tiravano dei sassi e uno l’ha colpito proprio
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a smontare i binari, uno per uno, e hanno
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i binari, uno per uno, e hanno detto che
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messi lì a smontare uno ad uno i binari
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a smontare uno ad uno i binari... e allora
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gli altri dissero che uno in più ci avrebbe
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forte le mani, come uno stupido, a piangere come
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quel giorno, laggiù. E uno di loro aveva molta
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Rail e Hector Horeau, uno seduto di fronte all
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pieno di neve, qui. ¶ Uno di fronte all’altro
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ognuno il suo, e uno zaino pieno di pietre
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marciare incontro alla morte. Uno spettacolo. A vederlo da
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nell’aria. C’è uno degli operai che ha
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sistema che funzionasse, non uno. E sarebbe andato tutto
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corde. Smisero di suonare, uno ad uno, senza dire
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di suonare, uno ad uno, senza dire una parola
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Forse bisognerà chiamare qualcuno. Uno dei violinisti disse Io
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e che cadde con uno schianto così che in
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fumo e rovente distruzione. Uno spettacolo. Le fiamme si
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vetri dappertutto, tragica festa, uno spettacolo da scoppiare a
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assicuratore? Ti pare che uno possa fare l’assicuratore
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l’eventualità di assicurare uno solo dei due orecchi
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mediocrità. E io sono uno di quelli. ¶ Si guardava
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ride, non è che uno può star lì e
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davanti è chiaro che uno finisce per pensare se
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non ridendo. Addio.) ¶ SEI ¶ 1 ¶ – 4200 uno... 4200 due...... ¶ – 4600! ¶ – 4600 al signore in
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alla sala, grazie signore, 4600...... 4600 uno... 4600 due...... siamo a 4600, gentili
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grazie, signore... Siamo a 5400..... 5400 uno... 5400 due... ¶ Quando misero all
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voglio vedere in faccia uno a uno quegli avvoltoi
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in faccia uno a uno quegli avvoltoi. ¶ Stava seduto
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guardava intorno come rapito. Uno ad uno se ne
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come rapito. Uno ad uno se ne andavano i
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vedeva passare e sparire, uno dopo l’altro, e
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potesse effettivamente risultare utile uno scrittoio. Il servizio di
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antiche fu rilevata da uno straniero che ne avrebbe
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signor Rail passavano da uno all’altro centellinando ogni
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hanno ammazzato un uomo, uno dei tanti operai che
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l’assistente dimorava in uno stato di inoffensiva ma
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anima. I pensieri. Tutto. Uno schifo grandioso, davvero, un
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un capolavoro di schifo. Uno spettacolo. Maledetti vigliacchi. Io
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in fila a marcire, uno dietro l’altro, lì
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Io vi vedrò crepare, uno dopo l’altro, solo
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la rapacità fulminea di uno sguardo. ¶ 3 ¶ Come si è
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gran casino. ¶ Al limite uno avrebbe anche potuto tollerare
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e Quaglie al mattino: uno come Pekisch, quanto meno
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Con tutto quello che uno vorrebbe dire... E invece
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quel nome: Quinnipak. Per uno che sta andando in
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Quando eravamo piccoli abitavamo uno di fianco all’altro
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un coro, o in uno di quei posti dove
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cuoca in casa di uno che aveva fatto i
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Poi un giorno morì uno che si chiamava Marius
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e ti dirò perché uno poi, nella vita, alla