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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Il romanzo della fanciulla, 1886

concordanze di «uno»

nautoretestoannoconcordanza
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la calmarono. Sedette in uno dei banchi di legno
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tirati indietro, precisamente, non uno fuori di posto: tutto
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e faceva: ¶ — Sts! ¶ Poi, uno squillo del timbro e
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il solito: ne giunge uno quasi ogni giorno: ne
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a far nulla in uno stanzone in penombra, innanzi
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e di silenzio: quindi uno stridìo metallico dei coltellini
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non giungevano a conficcare uno spillo al leggiadro collo
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l’inchiostro, lesta come uno scoiattolo, le mani pronte
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mentre se ne trasmetteva uno, ne arrivavano cinque da
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di pianista emerita, con uno scricchiolio rapidissimo di tutto
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macchina, così regolata, pareva uno di quei raffinati temperamenti
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una scarica. Bastava toccare uno dei reofori, o il
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iersera. ¶ E si affibbiava uno strano braccialetto di ferro
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bellissima fanciulla, snella come uno stelo; — tanta curiosità, tant
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capra, dal paltoncino di uno strano color giallastro, dal
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presti cinquecento franchi, nè uno strozzino che gli creda
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Perchè correr dietro a uno che non può sposarti
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nelle pieghe bianche di uno sciallo di crespo e
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un accalcarsi alle scalette, uno sparire consecutivo di uomini
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un grido di meraviglia, uno strillìo femminile di timore
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parlarsi, ma stretti l’uno all’altro, la ragazza
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ballava, li guardava, con uno strano sorriso sulle labbra
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di Eugenia, Eugenia portando uno spillo da uomo al
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sartina che mai; era uno scandalo amarsi così pubblicamente
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pareva quasi, che con uno sforzo inaudito, ella fosse
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del suo spirito, a uno stato di contemplazione serena
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più una donna, ma uno stelo sottile, sottile, di
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sportello, presa quasi da uno svenimento. ¶ A lei si
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faceva monaca, doveva essere uno schianto insopportabile, per un
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barattare il numero, volendone uno più basso, per entrare
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la chiamarono. Vi fu uno strepitoso baciucchiamento. ¶ — Cercavo Eugenia
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Annina Casale pensava a uno studente di legge di
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si collocava facilmente con uno spiantato, e dopo, dopo
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sulla nuca, attraversata da uno spillone di tartaruga. Dietro
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passeggiatori, all’amore di uno solo, le spose fresche
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Giusto giusto, Giovanni Laterza, uno studente calabrese, pieno di
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La musica, adesso, suonava uno dei soliti pezzi concertati
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boschetto della villa, dove uno solo è il viale
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passavano, alla corte di uno solo. Fino alla loggetta
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lume a olio sopra uno scaffale, due steariche nei
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pettinava, lentamente, guardandosi in uno specchietto verdastro con una
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non vi era neppure uno strimpellatore di pianoforte: infine
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chiedeva loro un cuscino, uno specchietto, un candelliere con
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indispettita della dama, era uno spasso straordinario. Gennarino Mascarpone
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Enrichetta era nervosa, perchè uno dei piattelli delle steariche
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specchio e un fazzoletto: uno alla volta i cavalieri
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volersi bene. Ma fu uno stupore profondo, in tutti
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aveva voluto suicidarsi per uno studente, che l’aveva
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tela bianca, legata con uno spago. I due giovanotti
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giovanotti fingevano di fare uno sforzo nel sollevarla; un
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Mimì! ¶ — Dalli forte, Falabella! ¶ — Uno, due, tre! ¶ Ma Falabella
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braccialetto d’oro, con uno zaffiro, si diceva, no
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si diceva, no, con uno smeraldo, e tremavano che
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da mezzo franco l’uno, portamonete di falso cuoio
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di Gesù, vi fu uno sbandamento di centottanta ragazze
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loro, in due, con uno sforzo comune di borsa
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Napoli. ¶ In casa di uno zio ricco, sopra un
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quello zio, come a uno spettacolo teatrale, per vedere
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anni 18 — come sopra. (L’uno dovette voler morire per
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sinistra, dopo averne avuto uno alla mano destra; e
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tutte le punizioni, e uno scambio continuo di servizii
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ripetuta due volte in uno, tutta la scuola, soprani
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e neri e in uno scialle di lana rossa
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senza dire nulla, segnò uno zero nel registro. ¶ — Casale
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sempre così, Estrada. Era uno spirito superiore, più versatile
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Carolina Mazza, che amava uno studente e n’era
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fantasia di visioni amorose, uno scuotimento di nervi: alla
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di sottintesi, ed era uno stirarsi di faccie per
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soggiungeva Carolina Mazza, — è uno studio troppo complicato, per
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ognuna, in sè, provava uno scoramento profondo; ognuna pensava
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come la striatura di uno schiaffo; Borrelli, l’aria
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da Giorgio Lamarra: da uno dei cinque balconi di
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nessuno di loro aveva uno sguardo per le otto
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provava una emozione, come uno struggimento di tenerezza. ¶ A
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figliuoli? ¶ — Due. ¶ — E Maria? ¶ — Uno: e uno Giannetta. ¶ — E
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E Maria? ¶ — Uno: e uno Giannetta. ¶ — E tu quattro
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Vincenzino ce n’era uno solo, il tuo; e
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di seta verde pisello, uno scialle di crespo bianco
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carico di rose rosse, uno spillo di mosaico che
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Federico Mastrocola risuonò, dolcissimo: uno zufolìo gli rispose: alla
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è arrivata a sotterrare, uno dopo l’altro, i