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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

concordanze di «uno»

nautoretestoannoconcordanza
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1930
azzurro e li poneva uno a spigolo dell’altro
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o fratello? — gli chiese uno battendogli una mano sulla
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acqua schietta dalle labbra. Uno gli disse: — Passa. ¶ Il
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Farei un pianto solo,... uno solo... O gente uditemi
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solo... O gente uditemi! uno solo. Gesù Cristo re
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posti da vedovi: per uno che ha la moglie
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il viaggio e con uno spago gli legò ambo
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si chinarono sul morto, uno prese il capo nel
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di ponente si levò uno sciame d’uccelli. ¶ Era
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albero e trafitto da uno stile lungo come uno
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uno stile lungo come uno spiedo, intorno aveva dei
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rimasto lo scheletro di uno zizzolo secco e spoglio
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coltella. Il Giallone era uno schietto plantigrado; la gamba
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tu non ne faresti uno — urlava il cieco sfoderando
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impallinarono a Lombrici in uno schianto di polli. E
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còre lo aiutai: Piantati uno spillo rilucente e calamitato
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quella teneva il caldano, uno scialle color tabacco pareva
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zoppa una sua nepote, uno stangone di donna tutt
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posti da vedovi, per uno che ha la moglie
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rosei delle dita. In uno ci teneva un anello
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sulle trottole, c’era uno che gli dicevano Pilato
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corna. A te!, nemmeno uno. ¶ — E io non sono
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occhio aveva gelato e uno infiammato, i denti cariati
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padre traeva di tasca uno scatolone d’osso, pieno
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infermo che giaceva sopra uno scannone forato. Egli era
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un coltrone battuto. Con uno spintone Federigo fu dipinto
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ruzzolar fuori a spinte, uno spigolo della cassa gli
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tuo dolore! — e scagliò uno scatolone di pennini sui
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che lo ravvolsero come uno sciame di api. Qualcuno
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avvincò in dietro come uno che voglia cansare uno
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uno che voglia cansare uno schiaffo e sentenziò: ¶ — Nell
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della demonia tu diventi uno stropolo di catrame che
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al portale c’era uno scudo di latta con
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vellutato pareva confitto con uno spillo sulla noce del
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il suo passaggio come uno spettro di neve, con
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li liquefacesse. ¶ — Nessuno — disse uno dei catecumeni. ¶ Inopinatamente sembrò
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viso. ¶ Irruppe nel Casone uno spettro, vestito di nero
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al Casone per smascherare uno che vi aveva stazionato
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s’udì fuori come uno zufolio di rospi. Era
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le loro case rannuvolati. Uno di loro disse tremando
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e si era fatto uno sgraffio sul viso che
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non posso fare qui, uno solo che mi vedesse
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ed entrò un uomo; uno spettro obeso con una
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moglie gliela ravvolgeva con uno straccio bagnato mentre egli
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di ognuno e sembrò uno scultore che plasmasse teste
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facevano frutti che frattati uno contro l’altro suscitavano
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sul cui greto tumultuava uno scoscendimento di blocchi rotolati
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brenti, un libro e uno schioppo. ¶ Cuore disse: ¶ — Vénti
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una parete, trascurita come uno spauracchio in mezzo a
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la voce di quando uno s’attrista. ¶ Il gobbo
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capo dopo aver dato uno sguardo supplichevole alla madre
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tutto era intricato da uno sfacelo di sartiame. I
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Tutti si stringevano l’uno all’altro, a tutti
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del suo paese ormeggiati uno a fianco dell’altro
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l’antemurale s’udiva uno strepito stemprato dai battiti
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capo verso la terra. Uno spettro portava sulle spalle
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v’era seduto, sopra uno sgabello, un vecchio marinaio
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erano sdraiati degli uomini uno sull’altro; sparpagliati sul
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prima di sgozzarle. Gettati uno sull’altro sopra il
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con plinti enormi messi uno a spigolo dell’altro
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base, la fissò attento: — Uno dell’antichità. ¶ La testa
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parola sembrò forare come uno stile acuminato le cervella
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morbo. Trasalì atterrito: entro uno specchio plumbeo come uno
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uno specchio plumbeo come uno stagno d’acqua morta
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d’acqua morta apparve uno spettro pallido tutto crivellato
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serrette per non rotolare uno sull’altro, eran calmi
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di un uomo fatto; uno di quelli dell’Indie
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su un divano e uno le faceva vento con
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che stridè come se uno nel buio avesse stritolato
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sfibrato, tre guanciali erano uno sull’altro accatastati al
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un pettine fitto e uno rado, la scatola della
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lusingare il fondo con uno scintillìo di luce. Di
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conchiglie che risucchino acqua, uno sciame di pesci giganteschi
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dorme a prugavia e uno sonnolento a poppa guida
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sanguina e passa come uno spettro. ¶ Il mare si
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tan di macchina, sopra uno strato d’acque d
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s’ormeggiavano le paranze. Uno dei più giovani s
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ogni speranza e con uno sterpo suscitava dal fuoco
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sterpo suscitava dal fuoco uno spolverìo di faville. ¶ — Ci
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corso come anguille celesti. Uno scenario d’alberi bronzato
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snebbiato dal sonno ebbe uno smarrimento, gli sembrava d
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egli chiese agli opranti. Uno di loro si alzò
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visto di lassù diventava uno stagno di rannata, le
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dove trafficavano uomini amari. Uno di quei luoghi in
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parole arcane le urlava uno che gli dicevano “Il
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la rapidità della belva uno della comitiva afferrò per
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Aldilik! — Alè! — gli urlò uno di sull’uscio. La
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all’uscio, seduto sopra uno sgabello, vide lo zio
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un cordino di ferro. Uno scaffale di libri era
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un altro tavolo da uno che voleva mettere in
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un albero v’era uno, rosso sagginato, con la
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come se volesse causare uno schiaffo. Un altro stregato
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andava sul marciapiede come uno che pesti l’uva
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cuore dava al foro uno zampillo di sangue. A
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il vento fresco, suscitava uno scampanìo bianco e lilla
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come nell’uragano portando uno sfacelo di luce nel
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il liquore tutto in uno e, quando fu colmo
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sotto il saccone, e uno sepolto dal pavimento e
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quelli delle Pizzorne. A uno ho fatto alzare la
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comprare una selva, a uno una mandra di giovenchi
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due piatti, su di uno tu ci poni la
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del fiume, ci fu uno che disse: La pietra
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padre, ridotto dalle fatiche uno scheletro. ¶ — Se si spenge
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muti e sordi. ¶ Quando uno sterpo s’aggranfiava alle
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affogati. ¶ Niccolao aveva dato uno scudo alla donna che
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al cielo onde fugare uno sciame di uccelli rapaci
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indiani catturati furono messi uno in testa e l
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ognuno di essi camminava uno degli uomini della carovana
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sbucò dal flagello come uno scampato dal Diluvio Universale
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di Nicodemo: una siringa, uno schermo e un giornale
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oggetti? ¶ — Furono portati da uno che veniva da Fuerte
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I carovanieri pervenuti a uno stagno inverdito dal limo
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cervi, ne fu ucciso uno e cotto all’“asado
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recinto il mondo. ¶ Era uno di quei mattini quando
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Gran Sacerdote trasse da uno scaffale un libro e
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dei defunti. Abbracciò ad uno ad uno i carovanieri
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Abbracciò ad uno ad uno i carovanieri i quali
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nello specchio plumbeo come uno stagno d’acqua morta
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O di quali sei ? ¶ — Uno della gran torre accesa
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di lui era rimasto uno scheletretto rimpannucciato: la testa
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sull’antemurale ridotti come uno sciame di uccelli celesti
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rispose senza rivolgergli nemmeno uno sguardo: — è una bella
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uomo di notte con uno scheletro dentro una cassa
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udito un tonfo come uno che precipiti dalla calata
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stava per ridarsi in uno solo. ¶ Si aggirava meditabondo
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Il porto apparve come uno stagno con su tante
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muti d’essere assimilati. Uno squillo di tromba fe
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e croce, abbozzato con uno sguardo dal piantone ventruto
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dell’abisso, avevano trovato uno sfocio: guerra! La spinta
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celesta dell’ufficiale metteva uno sdriscio di cielo sulla
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alta, nera, scarnita con uno sdriscio rosso che dalla
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Sul prato vi fu uno svolazzìo di fazzoletti. La
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uomo della terra e uno del mare si strinsero
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la sassaia v’era uno scheggione che proteggeva una
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ascoltavano ammutoliti il silenzio, uno parlò per sentire se
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mio paese c’era uno conciato nel grugno come
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il Remito, ti ricordi? uno della “Delenda”. E che
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caverne e si accovacciarono uno tocca l’altro come
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casa mia. ¶ — Si metteranno uno scialle nero sulla testa
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pietrame, la terra ingorga uno schianto e lo schizza
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pietrame e parevano addormentati. Uno era rimasto con gli
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Brigata “Arezzo” li stesero uno tocca l’altro come
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vedeva la Tebaide era uno di quelli del Casone
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anima era ridotta come uno scaffale. Era uno di
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come uno scaffale. Era uno di quelli che vogliono
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arriviamo. ¶ — Sarebbe come se uno dicesse: Oggi è giorno
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piombo. ¶ — Anche tu eri uno di quelli che non
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prima della guerra eri uno di quelli che dicevi
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si tiravano su l’uno tocca l’altro, aggrappati
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mettevano al riparo di uno scheggione. Il vento frangeva
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bianco calcina, sigillato da uno stampo circolare rosso con
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Da un virgulto ¶ ad uno scoglio, ¶ da uno scoglio
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ad uno scoglio, ¶ da uno scoglio ¶ a una collina
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stracci sciabattavano le membra. ¶ Uno aveva posto il capo
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posto il capo sopra uno zoccolo di pietra, sul
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Gli allupati avrebbero digrumato uno stinco. ¶ Gli affamati vagellavano
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scannati si avvicinavano con uno stecco per rimuovere lo
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ondeggiava al vento come uno stagno verde di limo
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Su tutti i ricordi uno emergeva bruciando gli altri
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dal vento andavano in uno sfacelo di polverone. Anche
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l’atto di scalciarla. ¶ Uno che teneva la coltella
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che la pelle intiepidisse uno la depilava raschiandola con
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stati i primi. ¶ A uno stallino appoggiato sul rovescio
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al sacco delle pagnotte, uno si collocò sopra un
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sopra un coscio e uno tra le corna di
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soldati portavano di peso uno seduto a sghimbescio sopra
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fondo della fattoria. ¶ — Fucilano uno. ¶ Queste parole fecero diventare
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un’acqua trasparente. ¶ — Fucilano uno? ¶ Si udì una scarica
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disse risoluto il Tarmito. ¶ Uno prese la gallina mugginese
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la gallina mugginese e uno quella di centottanta mesi
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sassaia. ¶ — Fuoco! ¶ S’udì uno strepito spaventoso. S’intesero
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nelle vestimenta come in uno stampo sotto il voltone