Giovanni Arpino, L'ombra delle colline, 1964

finire: “… Dio Salvatore, un uomo ti ringrazia”. ¶ Già sfregava

io vado…» sussurra l’uomo. ¶ «Vada, vada, buon lavoro

silenzio, e allora l’uomo preme cauto la maniglia

colonnello, buongiorno…» sussurra l’uomo senza attardarsi, richiude con

agire con l’animale uomo come si agisce con

colonne si vede l’uomo dietro il banco, giovane

dura e spinosa d’uomo sotto l’ombrello ci

le sue forze d’uomo esercitate, intatte… Finché risultò

La vita di un uomo veramente religioso deve essere

La vita di un uomo veramente religioso…” torno a

che impari a essere uomo. Se è ancora qui

nove anni dev’essere uomo, che modo di ragionare

proteggere l’amico. ¶ L’uomo si avvicinava piano, riinfilandosi

suona…” ripeté Francesco. ¶ L’uomo, fermo, guardava anche lui

soddisfazioni può prendersi un uomo di questi tempi, in

lavora già come un uomo. Suo padre sarà certo

i cappelli, e l’uomo era immobile, le mani

il petto dell’altro uomo in bianco, seduto accanto

duro nei rasi, l’uomo a cui più speravo

da mezze calze. Un uomo sa che Dio c

deve imparare a essere uomo, a indurirsi. Siamo già

è l’unico vero uomo che esista, e non

gridava inseguendo Doro. ¶ L’uomo sembrava impazzito, si sbatteva

A un tratto l’uomo riprese la corsa, muto

Stefano, ormai è un uomo…”. ¶ Stentavo a richiamarmi il

balzava incontro come un uomo vivo, era soltanto la

al nemico, belva o uomo, annidato oltre le ortiche

Dal carico che ogni uomo reggeva sul dorso o

intanto apparso un altro uomo, un meridionale piccolo e

in solaio, ma l’uomo vi si fermò solo

salutarlo, e quando l’uomo insistette a gridargli un

non fa rabbia un uomo così? A cinquantacinque anni

sotto giacesse sepolto un uomo. Nella memoria restava esatto

insuccesso aveva ribadito nell’uomo la consapevolezza per una

incomprensibili…, e solo l’uomo che sa a chi

poi quale libertà? Un uomo che sa di essere

fu giorno. ¶ Era un uomo altissimo, magro, dalla faccia

metri di distanza. ¶ L’uomo arricciava le labbra nervose

Usciti dal comando, l’uomo aveva insistito per quel

sarebbe diretto. ¶ Descrissi l’uomo e le sue intenzioni

sopra altre scartoffie. ¶ L’uomo giocava a scacchi, da

e, svegliandomi, vidi un uomo e una donna davanti

giornale. ¶ “Vuoi?” disse l’uomo porgendomi il cartoccio. Intatti

Su, prendi…”. ¶ Era un uomo tarchiato, con grossi baffi

nuovo? Complimenti…” rise l’uomo quando mi vide riaccomodato

domandò più tardi l’uomo sottovoce. ¶ “La Spezia, mi

Quattordici, quasi quindici…”. ¶ L’uomo ebbe un’occhiata con

foravano la roccia. ¶ L’uomo del pollo aveva posato

vapore. ¶ “Senti…” riprovò l’uomo. ¶ “E lascialo stare! Non

sì che è un uomo, gli abissini lui li

dell’uscio inquadrò un uomo in divisa, un fascista

c’entriamo noi…”. ¶ L’uomo si richiuse l’uscio

volata… Sennò…” fece l’uomo, gelido, senza neppure guardarmi

sparire…” disse ancora l’uomo: “O chiamo due o

della paura pensando all’uomo sepolto, inutilmente morto, lì

ti credo un grand’uomo, cui è magnifico sacrificare

lentamente, le mani dell’uomo spiccano intrecciate sul dorso

spaventerebbe… Quella storia dell’uomo che al posto dei

che consente a un uomo di destreggiarsi e sopportarsi

proprio perché anche un uomo come me non ha

un contadino, bestia d’uomo capace di reggere in

straccione, sta tra un uomo e una volpe… Avrà

me… Un pezzo d’uomo che non serve, una

se ne accorge, pover’uomo… È ancora nella poltrona

e volto di quell’uomo, un conciatore, ci era

il partigiano onesto, l’uomo onesto, è stato un

alta la cravatta dell’uomo e candida tutt’intorno

occhio incrudelito. ¶ Conosciamo l’uomo, è di quelli che

scomposto di incitamenti. L’uomo sul tavolo, senza scarpe

Tornato a casa, l’uomo si sentì derubato, cominciò