Vittorio Alfieri, Virginia, 1783

che menarmi schiava, ¶ carnefici, v'è forza. Io d

O madre, ¶ forza non v'ha, che a te

feroce, altero, ¶ che libertà v'ha tolto, e, per

giudicio spero ¶ spettatori, e v'invito: ultima lite ¶ fia

consorte in Roma. ¶ SCENA V ¶ ICILIO, VIRGINIA, NUMITORIA, POPOLO

l'avara sete: io v'ho frattanto, ¶ se non

poca opra ¶ a chi v'ha oppressi, ed avviliti

del padre, e mio. V'ha chi di schiava

schiava ¶ l'osa tacciar; v'ha chi rapirla tenta

anco il padre non v'è. ¶ Popolo ¶ Ben dice

il cor, la libertà v'è tolta? ¶ Popolo ¶ Per

opre non veggio. ¶ Sangue v'è d'uopo ad

poscia. A veder qui v'invito, ¶ che in sua

tanto; o, se pur v'ha, si rompa. ¶ Marco

è Roma, ¶ tu allor v'hai figlia, io vi

serva, e allor nulla v'abbiam, che il brando

nome ¶ profferir osi tu? V'ha patria, dove ¶ sol

ch'altro partito ¶ non v'ha che il mio

in Roma? ¶ Marco ¶ Ei v'è pur troppo. ¶ Appio

tornano, stanno? ¶ Virginio ¶ Tal v'ha ragion, che licito

O figlia,... vieni... ¶ Numi v'ha in ciel dell

mio piede vacilla... ¶ SCENA V ¶ APPIO ¶ Appio ¶ Mi si

me sta Roma. ¶ ATTO V ¶ SCENA I ¶ VIRGINIO, ICILIO

i traditori vostri ¶ tradito v'han, me n'incolpate

presente fosse: eccolo, ei v'è: ma torre ¶ può

di voi; peggior, se v'ha: spogliati ¶ d'aver