Gian Pietro Lucini, Nuove revolverate, 1913

tua prefazione, che "non va", assolutamente, e che "non

e l'aizzavan contro - "va, su, mordi!" ¶ cani, preti

sentenze ¶ e servigi". - "Ti va?" - "Compero!" - "Dà!" ¶ E la

parate patriottarde, ¶ per chi va lungi in busca di

È un astro che va in ecclisse facilmente, ¶ tra

alla lanterna. ¶ Carmagnola, ¶ torna, va, ¶ sterna i ricchi, iddio

Forse. - Chi lo sa? - Va là. ¶ La danzatrice torna

Mal abbia chi sen va, ora domani e poi

con passo d'isterismo ¶ va da Thiene ad Arsiero

tutte le imboscate, ¶ se va per un paese sensibilissimamente

apprestano le cene, ¶ si va a fare il Trimalchio

e vescovile. ¶ Bravi, cosí va bene, in questo modo

il mondo, ¶ senza distinzione, va sussurrandomi i suoi perché

Machina, su, ¶ Machina, urrah! ¶ va, col cuore di fiamma

col cuore di fiamma, ¶ va, col metallo delle vene

sibili e di vapori! - ¶ Va, colle leve ed i

calamite turgide ed amanti! - ¶ Va, coll'elica in refolo

fatiche del giorno che va; ¶ mani rustiche e scabre

piú munifici di voi. ¶ Va, tra li Dei del

eccitazioni patriotarde, per chi va lungi, carne da cannone

vecchi imbecilli schiamazzatori. Ne va di mezzo il decoro

Forse. - Chi lo sa? - Va là. ¶ I crotali assai