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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

concordanze di «vecchio»

nautoretestoannoconcordanza
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a farla grande? ¶ Il vecchio Andersson se ne stava
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Così gli chiese, il vecchio: cosa ci facciamo, gli
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stanchezza. ¶ – “Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni
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Pekisch. Incominciava a diventare vecchio, suonava mille strumenti, ne
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signor Rail e il vecchio Andersson. “Che io sappia
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io?” aveva protestato il vecchio Andersson. “Tu vieni e
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guardò l’orologio. Il vecchio Andersson accese la sua
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punto di partenza! ¶ Il vecchio Andersson fumava senza fare
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un’occhiata verso il vecchio Andersson e poi si
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un minuto. Poi il vecchio Andersson si scrollò dalla
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un attimo anche il vecchio Andersson. Poi si alzò
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signor Rail. Guardava il vecchio Andersson e pensava. Gli
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della terra, e il vecchio Andersson, che sapeva tutto
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della terra, e il vecchio Andersson, che tutto sapeva
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vetro, borbotta qualcosa il vecchio Andersson, e chi cade
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simili circostanze del caro vecchio Trionfin le turbe (indimenticato
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d’occhiali appartenente al vecchio Andersson, tre lampadari di
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Rail. ¶ – Evidentemente – disse il vecchio Andersson. ¶ – Trenta centimetri – disse
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ci portassimo dentro un vecchio narratore che per tutto
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il ragazzino, gridando “Il vecchio Andersson, il vecchio Andersson
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Il vecchio Andersson, il vecchio Andersson...”, grida e corre
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stato suo padre, il vecchio Gurrel, quello che la
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ne sta lì, il vecchio Andersson, sdraiato, con gli
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che solo perché sei vecchio puoi andartene e lasciarmi
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ne sta lì, il vecchio Andersson, sdraiato con gli
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filo di voce, il vecchio Andersson. ¶ – Lo vuoi un
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Pekisch ha preso il vecchio guardaroba della vedova Abegg
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fra un anno, il vecchio Andersson, e lo sapeva
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DOPO i pantaloni. ¶ Il vecchio Andersson aveva sempre vissuto
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non morire. ¶ E il vecchio Andersson, sempre, rispondeva ¶ – Che
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aprì gli occhi. ¶ – Ehi, vecchio Andersson, sono io, svegliati
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di’ la verità... ¶ Il vecchio Andersson lo guardò. ¶ – Ascoltami
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Richiuse gli occhi, il vecchio Andersson. Aveva addosso una
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Alzò la testa, il vecchio Andersson, voleva parlare che
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riuscisse a parlare, il vecchio Andersson, gli riusciva giusto
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nulla. Taceva anche il vecchio Andersson. Se ne rimasero
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bestemmiare. ¶ – Addio, Andersson. ¶ Il vecchio Andersson morì con il
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l’ultimo respiro del vecchio Andersson, Elisabeth sempre là
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che Pekisch diventò il vecchio Pekisch, venti metri di
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Pekisch, gli occhi del vecchio Andersson, le labbra di
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un ritaglio di un vecchio giornale. Se lo avvicina
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del brevetto? ¶ – Andersson il vecchio Andersson. Adesso non c
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un bel nome... al vecchio Andersson sarebbe piaciuto... tutto
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piaciuto... tutto questo al vecchio Andersson sarebbe piaciuto... avrebbe
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non dimenticare il tuo vecchio amico ¶ Pekisch ¶ P.S
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Ne sapete mica qualcosa? ¶ Vecchio, benedetto, Pekisch, ¶ questo non
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mi addormenterò. Colpa tua, vecchio, maledetto Pekisch. ¶ Ti abbraccio
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la spuntò quello più vecchio, il cui profilo ebete
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esse blesa e un vecchio signore dall’aria modesta
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Meticolosamente, ogni volta, il vecchio signore dall’aria qualunque
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ammutolito dallo stupore. Il vecchio signore dall’aria qualunque
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c’è più il vecchio Andersson. Nel prato, ai
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da Andersson. Poi il vecchio morì e andò tutto