Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

lo rivolve, ¶ come falso veder bestia quand' ombra. ¶ Da

prave! ¶ Non isperate mai veder lo cielo: ¶ i' vegno

e alto, ¶ sì che veder si potien tutti quanti

appulcro. ¶ Or puoi, figliuol, veder la corta buffa ¶ d

proda ¶ ti si lasci veder, tu sarai sazio: ¶ di

li sepolcri giace ¶ potrebbesi veder? già son levati ¶ tutt

come talento ¶ avesse di veder s'altri era meco

sorella, ¶ ma vassi per veder le vostre pene». ¶ Qual

che giunte ¶ siete a veder lo strazio disonesto ¶ c

l'ali, ¶ che sanza veder logoro o uccello ¶ fa

tosto dissi: ¶ «Già di veder costui non son digiuno

ci basta ¶ loco a veder sanza montare al dosso

li convenia, ¶ perché 'l veder dinanzi era lor tolto

le spalle; ¶ perché volse veder troppo davante, ¶ di retro

colmo, quando ¶ restammo per veder l'altra fessura ¶ di

uom cui tarda ¶ di veder quel che li convien

sùbita sgagliarda, ¶ che, per veder, non indugia 'l partire

la mia 'ntesa, ¶ per veder de la bolgia ogne

la ripa scudo, ¶ a veder se tu sol più

sovra 'l ponte a veder surto, ¶ sì che s

che tutto in lui veder m'attacco, ¶ guardommi e

se mai torni a veder lo dolce piano ¶ che

e altro è da veder che tu non vedi

Non credo ch'a veder maggior tristizia ¶ fosse in

formiche; ¶ ch'era a veder per quella oscura valle

testa, ¶ che me parve veder molte alte torri; ¶ ond

Quel che tu vuo' veder, più là è molto

per che i Pisan veder Lucca non ponno. ¶ Con

scane ¶ mi parea lor veder fender li fianchi. ¶ Quando

che 'l vento gira, ¶ veder mi parve un tal

ché, se potuto aveste veder tutto, ¶ mestier non era

vera carne. ¶ Se per veder la sua ombra restaro

del disio di sé veder n'accora». ¶ E io

sia diserto. ¶ Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, ¶ Monaldi

è oscura! ¶ Vieni a veder la tua Roma che

m'accompagne?». ¶ Vieni a veder la gente quanto s

fare ho perduto ¶ a veder l'alto Sol che

Sù, Currado! ¶ vieni a veder che Dio per grazia

in sogno mi parea veder sospesa ¶ un'aguglia nel

lo fabbro loro a veder care, ¶ «Ecco di qua

mirare eran contenti ¶ per veder novitadi ond' e' son

so che, sì nel veder vaneggio». ¶ Ed elli a

noma, ¶ guardere' io, per veder s'i' 'l conosco

per tranquillar la via, ¶ veder lo letto de le

gente sicura», ¶ incominciai, «di veder l'alto lume ¶ che

Tosto sarà ch'a veder queste cose ¶ non ti

lece», ¶ rispuose; «e se veder fummo non lascia, ¶ l

non chiede. ¶ Ben puoi veder che la mala condotta

leggera ¶ in giugnere a veder com' io rividi ¶ lo

I' mi volgea per veder ov' io fosse, ¶ quando

lento amore a lui veder vi tira ¶ o a

io: «Maestro, il mio veder s'avviva ¶ sì nel

divise ¶ quell' ombre, che veder più non potiersi, ¶ novo

nubent' intendesti, ¶ ben puoi veder perch' io così ragiono

Povera fosti tanto, ¶ quanto veder si può per quello

sarò io lieto ¶ a veder la vendetta che, nascosa

Drizzai la testa per veder chi fossi; ¶ e già

Li occhi suoi già veder parmi». ¶ Guidavaci una voce

i suoi belli occhi veder vaga ¶ com' io de

ombre, disïando ¶ qual di veder, qual di fuggir lo

mi facea distante, ¶ per veder meglio ai passi diedi

in prora ¶ viene a veder la gente che ministra

la disposizion ch'a veder èe ¶ ne li occhi

che fai?». ¶ Quali a veder de' fioretti del melo

esse Ëufratès e Tigri ¶ veder mi parve uscir d

parte; ¶ e sì come veder si può cadere ¶ foco

più il disio ¶ di veder quella essenza in che

stimando specchiati sembianti, ¶ per veder di cui fosser, li

ciò procede ¶ da perfetto veder, che, come apprende, ¶ così

bene nato a cui veder li troni ¶ del trïunfo

ch'è forte a veder chi più si falli

vede tutto, e tuo veder s'inluia», ¶ diss' io

creder puossi e di veder si brami. ¶ E se

vero è vero, ¶ a veder tanto non surse il

tu non posse ¶ ben veder ch'el fu re

esser porà ch'al veder non vi nòi». ¶ Come

lume ch'a lui veder ne condiziona; ¶ onde la

a udire e a veder giocondo, ¶ giunse lo spirto

cintura ¶ che fosse a veder più che la persona

quel che 'l mondo ¶ veder non può de la

ma la sua quiditate ¶ veder non può se altri

il tacer mio ¶ nel veder di colui che tutto

cui virtù, col mio veder congiunta, ¶ mi leva sopra

Dio volse, ¶ mirabile a veder che qui 'l soccorso

ci nasconde, ¶ che, per veder li aspetti disïati ¶ e

da raggi ardenti, ¶ sanza veder principio di folgóri. ¶ O

un poco, ¶ che, per veder, non vedente diventa; ¶ tal

Perché t'abbagli ¶ per veder cosa che qui non

quando mi volsi per veder Beatrice, ¶ per non poter

Beatrice, ¶ per non poter veder, benché io fossi ¶ presso

e sé rivolge per veder se 'l vetro ¶ li

mondo sensibile si puote ¶ veder le volte tanto più

e posson quanto a veder son soblimi. ¶ Quelli altri

intelletto. ¶ Quinci si può veder come si fonda ¶ l

non le scusa non veder lo danno. ¶ Non disse

a poco al mio veder si stinse: ¶ per che

altro mi rispuose: ¶ credea veder Beatrice e vidi un

per questo giardino; ¶ ché veder lui t'acconcerà lo

di Croazia ¶ viene a veder la Veronica nostra, ¶ che

Miserere mei', ¶ puoi tu veder così di soglia in

ti può disporre a veder Cristo». ¶ Io vidi sopra

che mai per mio veder non arsi ¶ più ch

conservi sani, ¶ dopo tanto veder, li affetti suoi. ¶ Vinca

quinci innanzi il mio veder fu maggio ¶ che 'l

a quella vista nova: ¶ veder voleva come si convenne