Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

me è uno scherzo... ¶ – Vero che non è uno

spiegazione. E qualcosa di vero ce l’aveva. ¶ In

È una storia bellissima, vero, Pekisch? ¶ – Sì, è una

Però non dovrebbe farla, vero, la schifezza? ¶ – No. Ma

Perseverance. A dire il vero ne iscrissero anche una

ufficiale in un letto vero e con un tetto

l’hai una nota, vero? ¶ Silenzio. ¶ – Che nota è

a dire tutto il vero, non ce l’aveva

ingegner Bonetti, l’unico vero senso di un treno

di avere. L’unico vero senso di un treno

notte venne giù un vero nubifragio, sa, non è

quanto... a dire il vero il signor Pekisch ha

nulla... vede, questo è vero, io non sapevo quasi

era, io... questo è vero... eppure lo portai nella

no... A dire il vero... a dire il vero

vero... a dire il vero non gli ho mai

allora, e non era vero tutto quello... e però

e però, anche, era vero... era vero per lui

anche, era vero... era vero per lui, in quel

io so che era vero... solo per lui, e

quella notte, ma era vero........ Io l’ho detto

da questa faccenda”, “È vero, il treno non è

giornali tuo cugino?”, “È vero, c’era sul giornale

potrà vedere da lontano, vero? ¶ – Da molto lontano, come

passo dal diventare, inaspettatamente, vero. ¶ La concorrenza dell’altro

fronte. ¶ – Non sono svenuto, vero? ¶ – No – gli rispose il

questa volta è tutto vero, pura e semplice realtà

mai, noi due. Era vero? ¶ Andavano e venivano, i

bello, compito infinito. ¶ – Era vero, Jun. Te lo giuro

Ma com’è? È vero che ci fa un

cane? No, non è vero. E come avranno fatto

fatto? Non so. È vero che c’è un

e non mi sembra vero che quella roba così

un nome. Un nome vero, dico. Io non son

inappellabilmente” deve contraddistinguere il vero assicuratore. Vi assicuro che

lo faccia in fretta. ¶ – ... vero oggetto per amatori, testimonianza

Ma non si può, vero? Bisogna crepare, bisogna stare

una canzone molto bella, vero? ¶ – Dipende. ¶ Quella notte Pekisch

non so se era vero. Era morto, suo nonno