Antonio Pascale, Passa la bellezza, 2005

Io? Ma non è vero. ¶ – Il bambino si illude

le scorciatoie, tanto è vero che una volta detti

era intervenuto Pipolo: ¶ – È vero dottò, pure quelli che

bisogna istruire un processo vero e proprio, sentire le

le associazioni logiche: è vero, non possiamo produrre biologico

di Caiazzo. ¶ – Il problema vero, Postigliò, è la mancanza

rivolgono ai contadini: è vero o no che vi

quelle realmente prodotte. È vero o non è vero

vero o non è vero? Dichiaravano cinquanta quintali, quando

da una bugia, è vero o non è vero

vero o non è vero? ¶ – Dottò, certo, io sono

risposto: ¶ – Ma non è vero, a Roma i dolci

Ti dico che è vero. ¶ – Guarda che ti è

continuava, secondo lei il vero punto nodale era l

Ti piace il sarcasmo, vero! ¶ – Scusa eh! Ti volevo

ti chiami Vincenzo, è vero? Io sono una persona

Io, ma non è vero. ¶ – Infatti, tu sei ricchione

Io, ma non è vero. ¶ – Troppo facile: l’amante

notizia base. Tanto è vero che avevo inserito in

applauso. ¶ Il che è vero, appunto, certamente: si innamorano

cosí evidente, tanto è vero che prima di morire

facendo lui, tanto è vero che al bar loro

non è un dolore vero, piccoli acciacchi, operazioni fatte

vetrina, mentre il negozio vero e proprio era un

che so, il lavello vero e proprio, ma i

era un go-kart vero. Allo sterzo della macchina

spreco. Secondo me il vero artista è colui che

riprendervi la suocera. ¶ – È vero, avete proprio ragione. ¶ – Questi

po’ di cose, è vero. Però, veramente, stavo ancora

ti spaventi, non è vero? ¶ – Non è vero affatto

è vero? ¶ – Non è vero affatto. Parla per te

devi dire: se è vero che volevi aiutare questo

tenerlo. ¶ – Ma non è vero, lo coccoli un po

affidi a Lia, è vero? ¶ – A casa ci sta

la tua età. È vero anche l’opposto, alzi

momento, guarda, tanto è vero che non ho nemmeno

Tu mi puoi capire, vero? ¶ – No! Insomma non divagare

tu no invece. ¶ – È vero, ma tu sai qualcosa

bella giornata. ¶ – Bella giornata, vero? – ho detto a Piera