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Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

concordanze di «vista»

nautoretestoannoconcordanza
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non mi desse ¶ la vista che m'apparve d
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ch'uscia di sua vista, ¶ ch'io perdei la
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Allor surse a la vista scoperchiata ¶ un'ombra, lungo
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ti basti pur la vista, ¶ intendi come e perché
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sol che sani ogne vista turbata, ¶ tu mi contenti
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anco, ¶ tal, ch'ogne vista ne sarebbe schiva. ¶ Qual
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ancor di lui alcuna vista, ¶ que' cittadin che poi
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regi a lui fu vista; ¶ quella che con le
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Ma perché di tal vista tu non godi, ¶ se
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pur guate? ¶ perché la vista tua pur si soffolge
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allor fu la mia vista più viva ¶ giù ver
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Branda non darei la vista. ¶ Dentro c'è l
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distende, ¶ che non per vista, ma per suono è
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di tanta reverenza in vista, ¶ che più non dee
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Marzia tua, che 'n vista ancor ti priega, ¶ o
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alto che vincea la vista, ¶ e la costa superba
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piano. ¶ Quivi perdei la vista e la parola; ¶ nel
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altro che ne la vista lui conforta, ¶ resse la
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contra, effigïata ad una vista ¶ d'un gran palazzo
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oro ¶ sovr' essi in vista al vento si movieno
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lassi, ¶ che, de la vista de la mente infermi
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parole, ¶ ma per la vista che non meno agogna
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ombra ch'aspettava ¶ in vista; e se volesse alcun
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de l'altra la vista ¶ mi fer voglioso di
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a fuggir la mia vista fu ratta. ¶ «Che è
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fero ¶ ne la sua vista, e cotal si moria
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al sol che nostra vista grava ¶ e per soverchio
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guardava ¶ ne la mia vista s'io parea contento
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ciò che chiedea la vista del disio. ¶ Poi ch
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strinse mai di non vista persona, ¶ sì ch'or
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suo m'avea la vista tolta; ¶ per ch'io
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miei passi, ¶ compartendo la vista a quando a quando
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esso mi rispuose ¶ con vista carca di stupor non
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maggiori ¶ che la mia vista; e, quanto a mio
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Tosto che ne la vista mi percosse ¶ l'alta
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sol percossi, ¶ sanza la vista alquanto esser mi fée
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non celar qual hai vista la pianta ¶ ch'è
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scovrire a la tua vista rude». ¶ E più corusco
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non si stenda ¶ la vista più lontana, lì vedrai
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cupa cosa grave. ¶ La vista mia, che tanto lei
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l'etterna luce, ¶ che, vista, sola e sempre amore
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mi si fece in vista ¶ qual fin balasso in
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alte rote ¶ meco la vista, dritto a quella parte
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in voce che in vista lucenti: ¶ così cinger la
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caldo amor la chiara vista ¶ de la prima virtù
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parvenze, ¶ sì che la vista pare e non par
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veloci e tarde, rinovando vista, ¶ le minuzie d'i
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io veglio ¶ con perpetüa vista e che m'asseta
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organo, mi viene ¶ a vista il tempo che ti
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l'affetto ne la vista, s'elli è tanto
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duca Gottifredi la mia vista ¶ per quella croce, e
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la giustizia sempiterna ¶ la vista che riceve il vostro
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grazia, ¶ ben che sua vista non discerna il fondo
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chiara la mia corta vista, ¶ data mi fu soave
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per ch'a la vista mia, quant' ella è
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che da ogne creata vista è scisso. ¶ E al
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silogizzar, sanz' avere altra vista: ¶ però intenza d'argomento
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però piùe ¶ mosser la vista sua di stare attenta
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ti risense ¶ de la vista che haï in me
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ragion che sia ¶ la vista in te smarrita e
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che l'abbia in vista o in pensiero, ¶ e
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ciel si chiude ¶ di vista in vista infino a
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chiude ¶ di vista in vista infino a la più
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vita, infino a questa vista, ¶ non m'è il
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virtute; ¶ e di novella vista mi raccesi ¶ tale, che
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l'estreme foglie! ¶ La vista mia ne l'ampio
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moltitudine volante ¶ impediva la vista e lo splendore: ¶ ché
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stella ¶ scintillando a lor vista, sì li appaga! ¶ guarda
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da Beatrice la mia vista; ¶ ma nulla mi facea
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corte, ¶ sì ch'ogne vista sen fé più serena
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volea: ¶ ché la mia vista, venendo sincera, ¶ e più
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mostra, ch'a tal vista cede, ¶ e cede la
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davante; ¶ ma per la vista che s'avvalorava ¶ in
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era io a quella vista nova: ¶ veder voleva come