Egisto Roggero, Il Giglio, 1898

pensai, tristemente, che nella Vita questa cosa è peccato

di ufficiale cavalleggere; la vita rovinosa, i debiti, i

assicuro, ma la mia vita, se sapessi, era così

sai: tutta la mia vita l’ho ad esso

Io sapevo tutta la vita che tu conducevi alla

in te, con la vita. Ebbene? – tonò il vecchio

riserbava a lei la vita, la bizzarra e triste

la bizzarra e triste vita dei Sergio? E Piero

il refrigerio della sua vita e della sua parola

loro intensa opera di vita. Così tutto parlava, cantava

della grande voluttà della vita, alimentata, divinizzata dalla luce

fonte suprema, iddia della vita. ¶ E pure il giovane

la fresca sagoma della vita, giovanilmente constretta nella nivea

lei germoglierà vivida la vita, da lei che è

dalla serena tranquillità della vita campestre che da alcuni

dalla elegantissima ed esauriente vita ch’ei solea condurre

serenità perduta nella triste vita degli ultimi avvenimenti: sì

avvenimenti: sì che quella vita, ora, pareva a lui

e riviveva di nuova vita. Tutto il suo essere

i miasmi deleteri della vita affannosa della città viziosa

venuta degli Aldobrazzi, la vita al Castello s’era

l’altro della nostra vita scapigliata... ¶ — Questo amore, io

ch’era stato, in vita, sì caro al Santo