Luigi Pirandello, Diana e la Tuda, 1926

càmice bianco, stretto alla vita da una cintura. Investe

doloroso, come se la vita di solito le desse

si trova, la loro vita divina. ¶ Tuda (che è

un fremito continuo di vita: ¶ ogni attimo un'altra

come? io, nulla! ¶ Giuncano: Vita! vita! ¶ Sirio: - che passa

io, nulla! ¶ Giuncano: Vita! vita! ¶ Sirio: - che passa - ¶ Giuncano

la tua immagine, la vita che moveva le tue

e quella creta, la vita di quell'immagine ti

in un atto di vita. La vita gliela dài

atto di vita. La vita gliela dài tu, se

entrare, forse la mia vita s'aprirebbe a sensazioni

Giuncano (assorto): Quando la vita si chiude... ¶ Tuda: Crede

Perché voglio...? ¶ Giuncano: La vita non mi deve riprendere

finita per me, la vita, da tanto tempo: non

corpo in cui la vita riprendeva a muoversi - logoro

che si muova - corpo, vita - ¶ s'afferra il corpo

tutti quanti! - ¶ Tuda: - la vita? - ¶ Giuncano: - chiamala vita! - Bambina

la vita? - ¶ Giuncano: - chiamala vita! - Bambina, tu ti movevi

te, così bella, la vita, con mani non mie

di sé, della sua vita, a quella statua! ¶ Sara

per parere esperti della vita, fanno i cinici. ¶ Sara

di dare leggerezza alla vita quando comincia a pesare

seccante. Bisognerebbe che la vita fosse invece come una

che possa essere la vita... come vi possano nascere

me, bada! Perché la vita, io, l'ho vendicata

quando si tratta della vita degli altri! ¶ Sirio: Hai

che hai fatto della vita degli altri? ¶ Prende con

rispettare in te la vita! Al contrario di quello

metto tutta la mia vita, e quella degli altri

Se per te la vita non ha più prezzo

Prendimi, prendimi, prendi la vita che mi resta, e