Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

disfece le valigie. La vita, dopo un attimo di

qualche anno cambiato la vita del signor Rail, lasciando

i mille di una vita. Nella notte del ricordo

più generale galassia della vita, e piegato su se

che ti frega, la vita. Ti piglia quando hai

signora Rail. ¶ Vivevano la vita. ¶ Poi, un giorno, arrivò

Sono cose che nella vita non bisogna fare. ¶ – E

magari passa tutta la vita e non gliene viene

Schifezze – un paio nella vita. ¶ Stette un attimo a

intuito, allora, che la vita è un casino tremendo

ci avrebbe messo una vita. Non gli sfuggiva che

pluralistica del mistero della vita: perché la luna non

la gente. ¶ – È la vita che è stramba – diceva

sulla precedente, e ipotetica, vita matrimoniale. Non di rado

ma ragionevoli massime di vita. In realtà il sottotenente

che, nella nebbia della vita, una giacca poteva effettivamente

sesso cancella fette di vita che uno nemmeno si

po’ panico e la vita ne esce stropicciata come

nelle pieghe di quella vita appallottolata mozziconi di tempo

prezzo del rischio della vita, il mondo tutto offriva

pochi istanti tutta una vita, sfilando via veloce. A

piacere, perdio – “intensificazione della vita nervosa”, l’ha poi

anche fosse forza e vita, doveva proprio essere così

nel fango di una vita qualunque da scontare in

mai chinato la propria vita, tutta quanta, sulla prima

ma vivo, appeso alla vita per un soffio ma

sentire... anche se la vita fa un rumore d

stanza di pensionante a vita e l’altro il

puoi starci anche una vita. La vita di Pekisch

anche una vita. La vita di Pekisch. Una cosa

così... lui diceva ‘la vita è un bicchiere da

un uomo nella mia vita e... ho avuto la

e nemmeno dopo, nella vita, non abbiamo mai parlato

ho detto che la vita... gli ho detto, quel

bello c’è nella vita è sempre un segreto

può fare rischiare la vita...”, “Ho un cugino, io

preso in mano la vita musicale della città ci

disperdevano nel silenzio della vita qualunque lasciandosi dietro giusto

spicchio qualunque di una vita qualunque. Un uomo sulla

Un niente. Crepita, la vita, brucia istanti feroci e

forse, per riconoscere la vita anche da lontano. La

anche da lontano. La vita quando vive più forte

rientra in casa. ¶ La vita faceva una mossa: e

e quella è la vita. Al narratore che stava

che gli racconta la vita. Chissà com’erano le

com’è strana la vita alle volte. Ha lasciato

com’è strana la vita alle volte. La signora

strana alle volte la vita. I due figli di

non ti bastasse una vita sola per farcele stare

so... a me la vita sembrava già così difficile

che devi vincerla, la vita, come se fosse una

avrai rotto erano solo vita... non sono quelli gli

gli errori... quella è vita... e la vita vera

è vita... e la vita vera magari è proprio

che si spacca, quella vita su cento che alla

scoppieranno anche quella sarà vita, a modo suo... meravigliosa

a modo suo... meravigliosa vita. ¶ Il signor Rail aveva

l’altra. Stipate nella vita. Un viaggio del signor

letto molto, nella sua vita, Hector Horeau. Ma mai

generale tutta la sua vita si incagliò, e più

posti più assurdi. Una vita si può ben incagliare

del progressivo spappolamento della vita interiore e psichica di

progresso”. Procedeva, la sua vita, come una forbice in

l’emozionante miseria della vita costituivano le due affilate

suoi calcoli. Intorno, la vita qualunque macinava i suoi

Monique Horeau), che la vita è sostanzialmente incoerente e

che, nei padri, la vita ha lasciato a metà

avuto veramente paura in vita sua. Pensava che non

me, s’intende... una vita impossibile e... dovrei consolarmi

pazzi decidere la propria vita stando ad aspettare che

gesto di una nuova vita. L’ultima. / ... doveva andarsene

silenzio che porge alla vita il minuscolo o enorme

occhi e tutta la vita ti si raccoglie nelle

nulla – perché dove la vita brucia davvero la morte

quello – far bruciare la vita davvero / il signor Rail

gli sia costato la vita? cos’aveva negli occhi

l’ago della propria vita, lavoro maledetto e bello

che parte era la vita. ¶ 2 ¶ Il signor Rail e

e perfino morire. Una vita trasparente. E poi morire

tu a complicargli la vita con un nome ridicolo

Assicuratrice ciò che nella vita ho di più caro

Questa è la mia vita. Io lo so che

mi tengo stretta questa vita mia e non mi

anni, e poi la vita risponde. La storia di

come bisogna fare nella vita, ma lei quel libro

quel libro, nella sua vita, e io non ci

anni, e poi la vita risponde. Ne passarono trentadue

mi hai insegnato la vita. Avevi ragione tu: non

visto un’asta in vita sua: lo incuriosiva. ¶ – E

più stata la stessa vita, nemmeno per loro. Il

sentirsi limare, lentamente, la vita. Sarebbe anche potuto andarsene

mi avete dato la vita. E insieme a voi

fosse, laggiù, era comunque vita, e non galera. Così

perché uno poi, nella vita, alla fine, scappa. Promesso