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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «voce»

nautoretestoannoconcordanza
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la musica, uguale, la voce dei rospi. Nora, impettita
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in città. Aveva una voce, in distanza, come quella
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a testa bassa, la voce usciva storta contro la
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ridere – rideva senza far voce e serrò subito gli
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Si sente spesso questa voce sulle colline. ¶ – Non si
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Non mise disgusto nella voce, né pietà. Sembrava parlasse
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e gli tremò la voce. Cosí civile com’era
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finivano mai, perché quella voce rabbiosa lo chiamava, o
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i carichi e la voce delle sirene delle navi
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una minestra, a una voce che senti sulla piazza
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era la pianura – una voce che rompeva l’aria
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Perché, dicevano a bassa voce in piazza, sono i
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Ma, – riprese, scandendo la voce sulla discussione che ricominciava
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che aveva una bella voce, gli dicono di cantare
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non sentivo piú la voce di un prete dir
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messa, credevo che la voce del prete fosse qualcosa
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stanca per alzare la voce. Fuori il cane si
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la vetrata, e la voce del piano usciva sul
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grosso, nero, con una voce che i vetri tremavano
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Glien’era rimasta una voce un po’ rauca, di
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mani e coprivo la voce. Mi chiese subito perché
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pensato, – disse, con quella voce rauca. – Non serve. Ho
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rossa, e alzavano la voce; un bel momento Irene
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diceva: – Vagabondi, – con la voce tra i denti. ¶ Sempre
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Silvia rideva, a bassa voce. Io non potevo star
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che si capiva dalla voce che non era per
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chiamava soltanto «papà» a voce bassa. ¶ Per il funerale
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ai platani, sentire la voce delle trombe e del
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diceva queste cose a voce bassa, si soffermava ogni
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disperato, gli tremava la voce. ¶ Baracca gli disse che