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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cosimo Giorgieri Contri, Le orme del satiro, 1920

concordanze di «voce»

nautoretestoannoconcordanza
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Si ricordò la sua voce, il suo sorriso, l
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di ardore: la sua voce, un istante come mascherata
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accanto alla precisione della voce l'incertezza di una
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Egli conosceva benissimo quella voce, ma in quel momento
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in gioventù, la sua voce un po' roca ma
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quegli occhi, da quella voce, era da loro che
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Disse con la sua voce solita un po' volgare
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di lui e una voce senza asprezza, disse: ¶ – Benvenuto
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Marco. E ad alta voce commentò, con una osservazione
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quasi delle ingenuità di voce e di sorriso, delle
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a cadere. La sua voce infatti pareva esitare, mentr
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occhi più che la voce che dissero: ¶ – Buona sera
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Buona sera, Marco. ¶ La voce pareva intima come la
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luce; benché fosse una voce vecchia, un po' fessa
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lo sguardo spavaldo, la voce di dragone in sordina
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che brillano, con la voce che freme, gli dice
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un frusciare; e la voce di lei che chiedeva
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china sui cartolari. Alla voce materna, al loro appressarsi
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conte! – disse con una voce lenta, non priva di
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qua, signor conte... ¶ Alla voce egli guardò, riconobbe. Era
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egli fosse vicino, una voce femminile raggiunse Marco di
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diceva forte, con una voce che invano cercava di
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moglie – gli disse una voce nell'orecchio... ¶ Marco notò
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Ardano disse con una voce neutra come il suo
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affari, si sentì la voce di Landi che continuava
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Marco, accentuando con la voce bassa il senso di
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di gesti e con voce sonora, qualche sua storiella
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nelle orecchie. Una, una voce giovanile un po' ironica
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sorriso, abbassando involontariamente la voce, come se svelasse un
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mio? – disse con una voce uguale a quella con
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impazienza, anzi con la voce un po' più calda
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parola: poi la sua voce si alzò di tono
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parve passare in quella voce materna, usa al comando
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alla tranquillità. ¶ Poi la voce, come lo sguardo prima
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sentito addolcirsi nella sua voce, quando mormorava le parole
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esitazione talvolta nella sua voce, quasi delle ondulazioni di
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Ginevra udiva la sua voce squillante, tutta presa dalla
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leggermente nel discorso la voce dell'uomo e questo
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egli poi, con la voce un po' roca, vedendo
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facevi? ¶ Marco udì una voce che non conosceva: una
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che non conosceva: una voce lenta, calda e insieme
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di averlo pensato. Quella voce non accennava al tremore
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convegno clandestino: era una voce migliore. Ma allora? E
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chi c'è! ¶ Alla voce della madre, la fanciulla
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era detto a bassa voce, nel vano della finestra
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passo, ma la sua voce? ¶ No: non veniva. E
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il suono della sua voce, la luce del suo
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parlavano sovente a bassa voce insieme. E Marco guardava
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Non aveva inteso la voce di Giustino chiedere: ¶ – Si
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tu mi davi sulla voce! ¶ – Raccontami meglio... Barava? Al
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soltanto, stupito della sua voce, placida, assente, come senza
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Noemi con la stessa voce. – Quantunque... È una cosa
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altri diranno a mezza voce: Quella povera ragazza! ¶ – No
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Marè! – mormorò con la voce soltanto un po' roca
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la musica? ¶ – La sua voce! – rispose Marco, con un
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nella rete della sua voce. Gli si svolgeva davanti
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di nuovo, con una voce un po' lenta... ¶ – Mi
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mollemente. ¶ Poi con una voce lenta, come assorta: ¶ – Pensavo
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sua madre sentì la voce della cugina Ernestina; e
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fu rotto da una voce argentina e squillante che
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chiamava: ¶ – Noemi. ¶ Era la voce di Ernestina. A quell
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e dolce. Poi la voce sorse... ¶ Marco sentì un
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un brivido. Ah quella voce! Pura, profonda, d'una
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un sortilegio. Come quella voce vibrava! Veramente ella echeggiava
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Noemi e disse con voce tranquilla, banalmente: ¶ – Hai cantato
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bene! Oggi sei in voce! Dovresti provare anche la
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ancora, più grave. La voce di lei pareva esserlesi
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le ha dato quella voce che pare una sonorità
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quasi nel sangue quella voce. E talvolta una tenerezza
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la musica della sua voce, tornavano. Ed ella poteva
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E disse con la voce lenta, profonda: ¶ – Tanto mi
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fanciulla, mentre nella sua voce lenta e profonda tremava
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Un avvelenamento... ¶ La sua voce tremava: le sue grosse
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carezza non venne. La voce della malata disse con
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nel tuo avvenire... ¶ La voce era diventata amara come
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seguitò, più a bassa voce, come in una specie
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Marco! ¶ Piangeva ancora, la voce che aveva detto tante
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credé di intendere la voce aspra ripetergli: ¶ – È tua
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Giovanna! – chiamò egli con voce un po' tremante, riconoscendola
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Giovanna, imperiosamente. ¶ Poi, a voce bassa e ardente: ¶ – Non
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alle cinque. Svegliami. ¶ La voce era aspra, imperiosa. Giustino
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occhi, il suono della voce nelle orecchie, quasi il
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prodotta talvolta da una voce. Era così: ferita nel
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un sussulto. E quella voce! quella voce! ¶ Il treno
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E quella voce! quella voce! ¶ Il treno rallentava... Pallido
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in quel susurro, una voce, la sua voce gli
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una voce, la sua voce gli tornò nell'orecchio
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nelle orecchie così, la voce diletta, la voce calda
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la voce diletta, la voce calda e profonda... E
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profonda... E, con la voce, dei lembi di frasi