Matilde Serao, Cristina, 1908

il rosario con una voce desolata di donna infelice

voglio — disse con una voce tremante di emozione — riportalo

con un soffio di voce. ¶ — Ha chiesto neve da

egli delirava ora a voce alta, chiamando Cristina la

con la soavità della voce vellutata, il cui timbro

gesto, con la sua voce bassa dove non scorreva

le facevano morire la voce, ora abbandonandosi nella desolazione

esaltandosi, inebriandosi della propria voce, ascoltandosi, come se Guido

aveva finito. Solo la voce mancava, gorgogliante nella strozza

nel suo cervello quella voce carezzevole e penetrante, che

sottigliezze dell'intonazione. Quella voce le faceva l'effetto

moderarsi, di temperare la voce e di dominare l

disse, con la sua voce insinuante e quasi parlante