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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giordano Bruno, Il candelaio, 1582

concordanze di «voglio»

nautoretestoannoconcordanza
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cipolla. Al sangue, non voglio dir de chi, lui
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appiccato. In conclusione, io voglio andar a farmi frate
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Or, alla mal’ora, voglio andar in casa ad
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movo il gresso, perché voglio notarla maioribus literis nel
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Lucia Oimè, son stanca, voglio riposarmi cqua; tutta questa
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questa notte non la voglio maldire: son stata a
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non mi vede alcuno, voglio contemplar che cose son
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alla medesima consonanza. Ma voglio partirmi di qua, per
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come si vuole, ne voglio un altro di vostra
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cqui non bisogna altro; voglio effectuare il tuo negocio
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fo intender questo: che voglio io prima esser grato
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produrre la natura. Non voglio aver occasion di parlargli
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veder la moglie: non voglio che mi veda cossì
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tutto il giorno, — non voglio maldirlo! — poi mi viene
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via, ch’io non voglio accostarmi a te, pazzacone
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et lineatum digitis. Ma voglio che prenotiate che il
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utique, utique. ¶ Manfurio Non voglio più parlar con voi
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faciamus haec. Or ora, voglio gire a ispedir le
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posthac in suo proposito, voglio che odi quelli di
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sapete quel ch’io voglio dire? siete tanto semplicetta
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lione; ma io non voglio che la cosa rimagna
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in nostra casa, ché voglio saper de cose da
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ah, sequita, ch’io voglio tacere sin a l
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sassolino, s’io non voglio”. Or dimmi, Lucia, che
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pur troppo, non ne voglio veder più. Si costui
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Re. Andiamo avanti, ché voglio dirti un poco a
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di vinti tornesi; io voglio andar prima che si
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Gioan Bernardo Quello che voglio dir è questo: vorrei
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dir: pedante. ¶ Manfurio Lubentissime voglio dirvelo, insegnarvelo, declararvelo, exporvelo
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il domicilio, poscia che voglio oltre exercitarvi in que
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omini, perdonatime, io non voglio offendervi da dovero! di
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adesso?” “E che non voglio?” “E che vorrai?” In
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spasso almeno. Io mi voglio vestire da capitan Palma
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a la fine non voglio che femine sappiano più
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lasciano patire. ¶ Marta Non voglio dir questo io, ma
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in casa, ch’io voglio andar a risolvermi, si
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questo. ¶ Marta Amara me! voglio tornar in casa ad
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adagiani, — io sono allucinato! — voglio dire ne gli erasmiani
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si farrà segno, perché voglio convencere costui d’intenzione
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Oh, quanto a questo, voglio ch’il spasso sii
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la lingua; e quella voglio premere tanto forte co
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piacere, e non la voglio lasciar, sin tanto che
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all’introibi Re gloria, voglio apprendergli i testicoli e
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e con questo le voglio premere tanto forte, e
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Bernardo Hai fatto saggiamente: voglio darti per beveraggio un
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che costoro sono absentati, voglio rimenarmi un poco per
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una caterva che appropera: voglio iterum retirarmi. ¶ Scena 16 ¶ Sanguino
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Aspetta un poco, ché voglio farti uscir la pazzia
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Consalvo Lascia, che ti voglio aggiutar io a levarti
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aver intesa qualche cosa. Voglio udirlo, che va borbottando
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Santo Lonardo, — ché gli voglio offrire una messa con
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e mezzo di fune, voglio pagarmi; e, perché cqua
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miei: mai, mai più voglio credere a femine. Si
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dalle mie mani, cossì? voglio veder conto e raggione
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raggione di questo abito; voglio saper come abusate di
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avete fatto; ma io voglio veder del torto che
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che vive in terra. Voglio, ben mio, che sappiate
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Bartolomeo Al tuo dispetto, voglio star cossì tutta questa
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ti ho detto che voglio dimorar tutta questa notte
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furioso. Or su, non voglio saper più di vostre
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da un canto, io voglio far di modo che
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che sete voi? ¶ Scarramuré Voglio dir una parola al
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cqua ad un’ora voglio condurre certi priggioni in
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possibile, venete qui, ché voglio dirvi cose d’importanza
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Voi sapete quel che voglio dire. ¶ Scarramuré Non più
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concistoro de’ diavoli! Io voglio spendere vinticinque scudi a
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via, ché io non voglio essere adorato: non son
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di persona vivente. Ma voglio che sappi tu, e
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non mi basta questo: voglio che si riconcilii ancora
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ogni modo, me la voglio levar di sopra. ¶ Sanguino
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de la fantastica facultade, voglio applicarmi gli oculari al